Per troppo tempo gli azionisti della banca e il territorio si sono sentiti raccontare poco meno che favole, favole che oggi si stanno rivelando per quello che erano. Sarebbe un gioco troppo facile riprendere alcune di quelle tante frasi, ormai epiche, pronunciate o scritte nei mesi passati o le tante idee stravaganti che hanno ruotato intorno al dissesto Banca Marche. Dalla teoria del complotto, teoria degna delle scie chimiche, a cui hanno partecipato un po’ tutti, dagli usceri ai parlamentari, alle affermazioni rassicuranti, come ad esempio quella del presidente della Fondazione di Fano il quale ha asserito che le svalutazioni messe in atto dall’istituzione solo pochi mesi fa non siano perdite ma, appunto, solo svalutazioni. Il leite motive, in ogni caso, è stato sempre lo stesso. Qualche problemino sì, ma la banca è sana, la banca si riprenderà.
La commedia, però, adesso è finita. E mentre viene emessa, seppure solo in primo grado, la prima sentenza che stabilisce come la banca non sia stata gestita bene (così per usare un eufemismo), comminando sanzioni agli ex vertici per oltre 4 milioni di euro, il territorio si rende conto che il salvataggio dell’istituto di credito sta avvenendo solo grazie al cappello della Banca d’Italia e all’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Questo perché, in soldoni, Banca Marche, era arrivata sull’orlo della liquidazione. Il genius loci regionale deve proprio fare cilecca quando si parla di credito, così che molto difficilmente l’ottimismo che pioveva da ogni palazzo, tra cui da quello del Consiglio Regionale, e da ogni Fondazione (ad eccezione, per il vero di Macerata, accusata spesso negli ultimi due anni di disfattismo), potrà essere condiviso dai 40.000 azionisti di Banca Marche i quali, da questa vicenda, ne usciranno come carne da macello.
Perché mentre l’istituto, durante l’era Bianconi, prestava soldi ai gruppi legati a Danilo Coppola, Stefano Ricucci, Mazzaro Canio (noto nei rotocalchi perché ex marito di Daniela Santanché), a un altro imprenditore napoletano (arrestato nel 2012 dalla squadra anti crimine organizzato della questura di Perugia), a Vittorio Casale (l’immobiliarista del famoso appartamento di via Archimede a Roma, indagato da svariate procure), ai grandi gruppi edilizi della regione (dal fanese all’anconetano, con decine di milioni di euro che saltavano da una società all’altra quando non finivano direttamente nelle tasche degli amministratori delle stesse società, con i terreni che, passando di mano in mano, da uno che valevano all’inizio dieci valevano alla fine), mentre i gruppi Anemone e Balduzzi facevano centinaia di operazioni, alcune delle quali in barba alle segnalazioni antiriciclaggio in una delle due filiali romane dell’istituto, mentre Banca Marche si proponeva come capofila tra gli istituti di credito per fornire liquidità, attraverso Finsoe, all’Unipol di Consorte per la scalata Bnl (“abbiamo una banca!”, esultò Piero Fassino, peccato per lui che la banca poi non l’ebbe), mentre alcuni capitali locali si volatilizzavo chissà dove attraverso la Amphora Fiduciaria, partner commerciale di BM, mentre accadeva questo e molto molto altro, i marchigiani, così come si mettono al sicuro i propri risparmi sotto al materasso, investivano pensioni e liquidazioni in azioni Banca Marche, sicuri come quando si investe in titoli di stato. Perché Banca Marche, in fin dei conti, era la banca di stato della regione Marche, la banca di cui le persone si fidavano perché avevano la filiale dietro l’angolo di casa e perché era nata dalle vecchie Casse di Risparmio. La banca che, nel 2011, vinse il premio Creatori di Valori al Milano Finanza Global Awards come migliore istituto italiano di dimensioni regionali (un certo genius non dove essere prerogativa dei soli marchigiani!).
L’ultima contrattazione del titolo, prima della sospensione stabilita a fine agosto dai commissari, ha visto le azioni Banca Marche scendere fino a 0.2 centesimi e pochi spiccioli. E se ad inizio del 2012, quell’oltre 30% di capitale sociale posseduto dai privati valeva sul mercato quasi 400 milioni di euro, a fine agosto di quest’anno ne valeva poco più di 80, con il rischio, ovviamente, che non sia finita qui. Il vero timore che aleggia adesso nell’azionariato, dopo un riferimento apparso su IlSole24ore, è che si riproponga per Banca Marche lo stesso scenario del salvataggio Tercas, ovvero l’azzeramento del valore delle azioni. Quest’ipotesi, va sottolineato, non ha avuto conferma, sia perché non sarebbero ancora maturi i tempi per stabilire esattamente il valore della banca, sia perché le voci che si rincorrono sono diverse, sia perché c’è da immaginarsi una fase di contrattazione che andrà ad aprirsi nelle prossime settimane sul valore di avviamento dell’istituto di credito.
L’investitore tipico di Banca Marche, è importante ricordarlo, molto spesso non era un investitore speculativo ma erano le famiglie, i pensionati, i piccoli imprenditori, coloro che hanno investito nelle azioni della banca la propria liquidazione, gli stessi correntisti e dipendenti dell’istituto, il popolo bue che dava fiducia alla banca del territorio, una fiducia che valeva centinaia e centinaia di milioni di euro di risparmi della collettività. In ogni locale si incontra un barista o un cliente che ci racconta di possedere azioni Banca Marche, di avere investito un’eredità, la vendita di una casa, i risparmi di famiglia. Chi racconterà a questi azionisti che quei risparmi sono andati in buona parte in fumo? E chi in Regione, ha mai mosso una parola su questo, dopo averne sprecate a bizzeffe sull’autonomia, la territorialità, sulla delirante teoria del complotto su cui si sono riversati fiumi di inchiostro e di energie prima di scoprire (o far finta di scoprire) che le Marche il complotto ce l’avevano in casa?
Insieme ai patrimoni delle Fondazioni, il drastico ridimensionamento del capitale dei piccoli risparmiatori rischia di avere effetti sociali molto duri, specie nel periodo di crisi epocale che sta vivendo l’economia delle Marche, un’economia che, al di là dello solite facilonerie, non sta affatto per riprendersi. Così, mentre le famiglie arrancano paurosamente, buona parte di quei risparmi investiti in azioni Banca Marche se ne andrà in fumo. E cosa avevano a loro disposizione i piccoli azionisti, così come per certi versi anche le Fondazioni, per valutare lo stato della banca? I piani industriali, i bilanci (che la Procura ha ipotizzato falsi) e nel 2012 un prospetto informativo per cui la Consob ha avviato delle formali contestazioni nei confronti di Bianconi e dell’allora Cda, oltre a una lettera che affermava come Banca Marche “non fosse mai stata così liquida e patrimonializzata” (sul liquida, in effetti, anche oggi si potrebbe ironicamente concordare). Molti risparmiatori acquisirono azioni perché spinti allo sportello dalla stessa banca, fidandosi, in sostanza, della parola dell’istituto e dei dipendenti, i quali furono fortemente spinti a far sottoscrivere l’offerta del 2012.
Non è adesso difficile essere facili profeti per immaginare che, se nessuno si renderà conto anche della valenza sociale che per le Marche avrebbe una drastica penalizzazione degli azionisti (e dunque in fin dei conti della società), all’assemblea dei soci, chiamata in futuro a ratificare l’operazione di salvataggio, più che una pattuglia andrà allertato un intero battaglione di Carabinieri a cavallo. Le responsabilità, ovviamente, non sono di chi sta salvando Banca Marche ma di chi l’ha ridotto nello stato in cui versa, oltre, ovviamente, al concomitante abbattersi della crisi economica. La Banca d’Italia e i commissari stanno mettendo in campo una buona soluzione, forse l’unica possibile e non si possono certo pretendere miracoli. Ma la soluzione ottimale dovrebbe tenere conto in qualche modo, nei limiti delle difficoltà, anche dei piccoli azionisti che nessun Fondo Interbancario tutela, dando magari a lungo termine una possibilità almeno parziale di ripresa. Perché salva la banca (che dovrebbe ripartire molto meglio di prima), i piccoli azionisti, i quali non avevano di fatto neppure rappresentanti in Cda, sarebbero gli unici davvero senza colpa ma anche gli unici a pagare gli effetti reali del disastro.
Da quando si parla dell’intervento di Fonspa e del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (il Fitd dovrebbe riunirsi il 16 settembre) ci sono arrivate moltissime lettere che sollevavano il problema, alcune paventando proprio l’azzeramento del valore delle azioni come avvenuto per Tercas, altre ricordano l’operazione di salvataggio del Banco Ambrosiano che lasciò in pista l’azionariato, altre ancora auspicando l’emissione di warrant, con qualcuno ancora dubbioso se rimettersi in gioco con il prossimo aumento di capitale. Sono i primi vagiti del risveglio. La commedia, in fin dei conti, è finita. Così che oggi citare, come abbiamo fatto, la famosa opera di Ruggero Leoncavallo, Pagliacci, quando appunto la commedia termina perché il protagonista riconosce l’amara verità del tradimento dell’amata, è forse l’unico riferimento che viene in mente pensando alla vicenda Banca Marche e ai suoi tanti piccoli (e incolpevoli) azionisti.
**** BANCA MARCHE, PLAFOND DI 350.000 PER STUDENTI E FAMIGLIE
Banca Marche ha stanziato un plafond di 350mila euro per prestiti a tasso zero e senza costi a favore di studenti e famiglie che devono affrontare le spese per il prossimo anno scolastico e accademico. Il prestito personale per fini scolastici a tasso zero di Banca Marche è riservato alle famiglie con ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente) fino a 30mila euro che abbiano la necessità di finanziare le spese per la frequenza dell’anno scolastico o accademico dei propri figli, come l’acquisto di libri o di materiale didattico o il pagamento delle tasse scolastiche e universitarie. Saranno concessi prestiti di 900 euro a studente, rimborsabili con 12 rate di 75 euro di sola quota capitale, cioè senza il pagamento di interessi, spese o commissioni. L’iniziativa scade il 31 gennaio 2015, salvo esaurimento anticipato del plafond.
“In un contesto di incertezza economica come quello attuale – spiega Filippo Corsaro, Direttore Commerciale di Banca Marche – il nostro istituto rinnova il proprio impegno a sostegno del diritto allo studio da parte di tutti i giovani. L’iniziativa “Finanziamento per fini scolastici” è infatti finalizzata a consentire a tutti gli studenti di svolgere il proprio percorso di formazione in totale tranquillità, senza sostenere interessi e spese aggiuntive, semplicemente rimborsando ratealmente l’importo della quota capitale relativa al finanziamento concesso. Il prestito può essere richiesto anche dallo stesso studente, se maggiorenne, e può essere affiancato da una serie di prodotti e servizi che Banca Marche ha studiato appositamente per i giovani ”.
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Complimenti a Ricci pero’ gli suggerirei di indagare anche sul perche’ i sindacati,o meglio alcuni sindacati non hanno visto niente in questi anni.Per sudditanza,queto vivere o per convenienza?
Nelle nostra regione abbiamo due Università di Economia importanti come Ancona e Macerata.
Perchè non si prova a riscrivere, per puro esercizio accedamico, l’ultimo bilancio Banca Marche noto (2012) applicando pecentuali di accantonamento a copertura delle attività deteriorate in linea con quelle di sistema, sia in termini di valore che di orizzonte temporale?
Forse, come come volevasi dimostrare, sarebbe più appropriato parlare di “pacco” che commedia / tragedia.
Meditate azionisti, meditate…
Concordo con la necessità di trovare forme di tutela per i piccoli azionisti.
Di certo l’azzeramento di valore senza possibilità alcuna di recupero futuro sarebbe una beffa ed un pessimo viatico per la nuova banca.
E’ necessario però fare chiarezza sulle cause che hanno generato la situazione e sulle l’iniziative da prendere affinché questo passaggio aziendale sia propedeutico ad un futuro sano e redditizio.
Se invece si vuole ancora ipotizzare un futuro delle fondazioni e non si ha il coraggio di affrontare il nodo cruciale, la competitività della nuova banca, temo siamo ancora in una fase intermedia alla soluzione dei problemi.
Grazie Marco Ricci di essersi ricordato degli azionisti privati,questa strana categoria di cui bmarche e co. si sono ricordati solo ed esclusivamente quando c’erano da comprare le azioni,partecipare agli ac,rimanere fedeli clienti ed azionisti anche di fronte alle peggiori angherie perpetrate ai loro danni.Chi sta prendendo decisioni deve avere ben chiaro che 42000 azionisti scontenti avranno un solo modo per sfogare la loro rabbia,ovvero non essere piu’ clienti della banca,convincendo parenti,amici,conoscenti a chiudere i conti,disinvestire titoli,obbligazioni,in poche parole il pane quotidiano di una banca.Se ogni azionista rappresentasse altri tre clienti di media a testa parliamo di 126000 posizioni a rischio.A questo punto a che cosa servirebbe salvare bmarche?Lo so non e’ un discorso piacevole ma e’ la dura realta’ ed e’ quello che potrebbe succedere se qualcuno si illudesse di salvare bmarche a scapito come sempre degli azionisti privati,per cui o si trova una soluzione che salva capra e cavoli( seppur con rinunce e sacrifici per tutti) o e’ inutile scomodare soluzioni fantasiose e rocamboleshe,serviranno a ben poco.Per assurdo questa volta il destino di tutti gli attori di questo film dell’orrore,dipendenti,clienti,azionisti,fondazioni sono per la prima volta legati a doppio filo,con bad e good bank non si mangia,non si pagano mutui,non si mandano figli a scuola,si fanno per l’ennesima volta gli interessi di pochi,ma a questo punto buona fortuna a loro ed ai loro compari
Mi domando se qualcuno degli attori di questo disastro abbia un po di dignità!!!
Ricci ha ragione….ma, per la veritá, quando tutti si riempivano la bocca invocando l’autonomia e la “marchigianitá” della Banca (al fine di sbarrare l’ingresso di Banca Intesa nel capitale di BdM), qualcuno che – isolato – diceva che, invece, l’ingresso di Banca Intesa sarebbe stato salutare c’era….credo che Ricci lo ricordi !!!!….ma quella “Cassandra” rimase una voce nel deserto…..i fatti hanno poi dimostrato il motivo per cui si sbarró la strada a Banca Intesa….non per difendere la “marchigianitá”, ma per perpetuare senza controlli adeguati una gestione “familistica” del credito…..
La Magistratura (e Banca Italia) faranno il loro corso, ma – per favore – che ci sia almeno una sanzione socio-politica nei confronti di quei cialtroni di allora…..alcuni dei quali, invece, continuano a pomtificare.
Nella vita ho fatto tante cavolate ma una cosa giusta la feci nel novembre del 1990: mandai a quel paese il direttore di una filiale della carima e non ci ho messo più piede.
Se mai ci saranno condanne definitive, brinderò…
mah? Ogni volta ripercorrere tutte le disgraziate tappe di questa squallida vicenda non serve proprio a nulla, tutt’al più solo a cercare di mitigare e forse celare anche eventuali responsabilità delle gestioni successive allo scoppio di questa sciagura. Comunque evviva! Alla fine ci si è accorti anche dei bistrattati piccoli azionisti risparmiatori. Certo che ce n’è voluto! Comunque è vergognoso che questo tipo d’informazione abbia aperto gli occhi solo ora,forse stimolata anche dai nostri commenti sull’argomento. Si cerca, poi, senza minimo ritegno di indorare la pillola circa anche l’eventuale consistente perdita( se non l’azzeramento totale) dei loro risparmi come argomentato. Il tutto trovando sempre e comunque pretesti a tutela di chi ha gestito l’istituto in questi ultimi due anni. Certo le scelleratezze della precedente gestione sono evidenti e credo non ci sia affatto bisogno di pigiare sempre sullo stesso tasto per sostenerlo, si rasenta la noia. Peraltro non ci si riesce a capacitare, nonostante il continuo tentativo di giustificazioni varie, come mai la falla delle perdite della banca non sia stata saturata(dopo tutte le assicurazioni fornite anche all’atto dell’approvazione del bilancio 2012), ma anzi sia diventata una vera e propria voragine, soprattutto negli ultimi tempi. Molti e soprattutto parecchi piccoli azionisti non condividono in toto il pensiero di questo giornale e rimangono ora in vigile attesa, onde verificare cosa accadrà con questa sbandierata operazione di salvataggio e soprattutto come verrà gestita l’operazione di cessione dei crediti deteriorati al Fonspa ; se come abbiamo già commentato, sarà un’opportunità per la banca(e quindi x i suoi soci)o un vero e proprio biscotto miliardario(con l’utilizzo di quei fondi rischi accantonati col patrimonio della banca e pertanto dei suoi azionisti) in favore dei soliti noti e a discapito soprattutto dei piccoli azionisti risparmiatori. Molti di costoro risulterebbero già essere sul piede di guerra e questa volta, si dice, il tutto potrebbe non risolversi solo con i soliti risvolti polemici.
Nel titolo dell’articolo ci sono due messaggi importanti per i commissari,banca d’italia,consob e regnanti vari:LA COMMEDIA E’ FINITA,ovvero basta con le bugie e le buone notizie di facciata.IL TRISTE RISVEGLIO DEGLI AZIONISTI,ovvero se pur triste il risveglio c’e’ stato,gli azionisti hanno smesso di dormire e dato che il risveglio non e’ stato affatto piacevole e sono abbastanza in…cavolati attenzione a non prenderli piu’ in giro e ricordate sempre che dovrete presentarvi in assemblea.ed assumervi la responsabilita’ morale e legale di quello che farete ma sopratutto di quello che avete fatto e dichiarato pubblicamente finora.Buon lavoro e sempre a disposizione per essere concretamente vicini e partners della banca,mai piu’ sudditi stupidi ,creduloni e remissivi.Quando vedo nelle foto le facce e le espressioni beote di chi ci ha fregato,e’ la cosa che mi da piu’ fastidio,quasi piu’ dei soldi persi
Comunque ha ragione nardino 40.000 azionisti sono 40.000 clienti……chi rimarrebbe correntista dopo una fregatura simile?? Io personalmete chiuderei 3 conti subito, mesa che sta banca e destinata a fallire e nessuno puo’ piu evitarlo!!!!!
E’ ora di cominciare a parlare anche di quelle “aziende” che hanno avuto un ruolo attivo in tutto questo e come mai gli uffici preposti ai controlli non dicono niente?
Regionem — di qualcuno di questi si riportano le smaglianti presenze ad ogni festa mondana casereccia, qui.
qualcuno ha provato a fare una cosa semplice semplice? tipo cercare con google “fonspa” e leggere i risultati?
Bella analisi, complimenti a Ricci! Pero’ sarebbe bene che le considerazioni e critiche fatte sui comportamenti dei vari protagonisti del passato vengano anche indirizzate sui comportamenti presenti delle varie autorita’ e dunque: ora cosa fanno gli amministratori regionali (Spacca, Solazzi, Badiali, ecc.) ?? dove sono le cordate degli industriali delle Marche (Merloni, Tanoni, ecc.)????, e soprattutto a che punto sono arrivate le attese indagini della MAGISTRATURA?????????
SAREBBE DAVVERO GRADITA UN’INCHIESTA SU QUESTI TEMI!!!!!
Castellani,d’accordo per la magistratura che dovrebbe svegliarsi dallo strano torpore che coglie chiunque si avvicini a bmarche( strani influssi astrali), ma lasciamo perdere Spacca,Sollazzi,Badiali vari,oggi c’e’ bisogno di cose concrete ed atti coraggiosi,caratteristiche che mancano ai politici chiunque essi siano.Restera’ impressa nella memoria di tutti la famosa ‘gita’ a Roma con tanto di comunicato stampa rassicurante.Riguardo alla cordata di imprenditori,se le cifre necessarie per il salvataggio continuano a salire piu’ che di una cordata servirebbe una nassa di una nave della msc crociere.Con le corde ormai ci facciamo ben poco,,ma in una soluzione( auspicata) che vede diversi attori,azionisti compresi coinvolti nel salvataggio della ns banca del territorio,certamente degli imprenditori che facciano la loro parte sono ben accetti.Con buona pace di chi pensa che siano speculatori e che sia a rischio la territorialita’,senza capire che oggi il problema della territorialita’ e’ stato ampiamente superato da quello della sopravvivenza o meno della banca oggi tanto amata e seguita da politici,sindacati,filosofi,meno da qualche gruppo bancario serio disposto a salvarla veramente(
risposta a:Nardino Giuliano
Premesso che sono anche io azionista Bdm,ma la dura’ realta’ e’ che in banca marche lavorano 3.300 dipendenti con altrettante famiglie alle spalle,e’ la banca di riferimento della regione marche,come si fa’ a ragionare come Lei??Ma che lavoro fa’ Lei?Quanti soldi aveva investito in bdm??
Penso che non valga la pena perdere tempo con uno come Lei x spiegare cose importanti e serie….Lei e’ un enorme egoista…
Eccone un’altro che lavora dentro la fondazione carima!!!
Vaccai,spero di avere scritto giusto,mi spieghi una cosa,dietro i 42000 azionisti invece non ci sono famiglie,risparmi,mutui da pagare,bocche da sfamare?Qual’e’ la differenza,io da egoista non rieco a capirla. nei miei commenti ho sempre dimostrato solidarieta’ per i dipendenti di bmarche( che ho definito vittime incolpevoli).Qui non si tratta di essere egoisti o meno,bmarche ha 3300 dipendenti che hanno una famiglia come gli azionisti delusi,i clienti ai quali e’ stato revocato il fido.Se a lei sembrano pochi o pensa che non rappresentino un costo eccessivo per i bilanci della banca ha tutto il diritto di difenderli,ma credo che meritino rispetto anche tutte le altre categorie coinvolte in questo disastro,compresi gli azionisti privati.
p.s. lei dice di essere azionista,ma da come la vedo tranquillo ed ‘altruista’ credo che se le ha ne ha davvero poche,cosi’ e’ facile parlare.Senza rancore
Bella roba,mentre i pesci grossi vanno a spasso
sig Vaccai parlare con Nardino è tempo sprecato.é un rancoroso,spocchioso e anche saccente.Capisce tutto lui ma soprattutto,come puoi notare ce l’ ha,guarda caso sempre con la Fondazione Carima e il suo presidente.Gli unici che in questi anni hanno denunciato e denunciano le malefatte dei noti signori.Tutte le sue riflessioni che spesso sembrano analisi di un professore universitario,in realta’ servono a fare confusione ed accumunare tutti con tutto.Lo ho scritto in tempi non sospetti:sicuramente Nardino è amico o forse piu’,di uno di quelli oppure ha ricevuto favori da essi.Ecco perche’ ce l’ha con Gazzani e la Fondazione Carima.Perche’ hanno fatto saltare il tappo.Ovviamente stiamo aspettando tutti la Procura della Repubblica e dopo sapremo dove andra’ Nardino a parlare con i suoi amici.
PS: una persona che invita azionisti,parenti,amici ecc. a chiudere i conti in Banca Marche,senza preoccuparsi dei dipendenti e delle loro famigliee degli azionisti e le loro famiglie,è solo un emerito……………….( metteteci quello che vi pare in quei puntini).
E’ SOLO UN EMERITO……PERSICHETTI
Ma non avevamo fatto una tregua?Da una certo punto di vista sei eroico,ma che diavolo hai capito dei miei commenti?Io bmarche la voglio viva e vegeta,con i colpevoli( tutti) in galera ed ii dipendenti ai loro posti,vorrei solo che il salvataggio della barca non avvenga a scapito dei soliti noti( gli azionisti privati).Ripeto a te la domanda: ma dietro i 43000 piccoli azionisti secondo te ci sono famiglie,figli,risparmi sudati o extratterestri?Altro che amici e tappi saltati.
P.S. ho una brutta notizia da dare a te ed al tuo protetto( che da mesi non nomino piu’ ma nn hai apprezzato) sui commenti dell’articolo Taddei e CGIL c’e’ un altro commentatore che ha messo il video dell’innominato .Assali Persichetti,azzanna il cattivone,senza paura e senza vergogna,Persichetti si nasce non si diventa
Dentro bm era da fare da piu di 5 anni una ristrutturazione del gruppo (non lo dico io era quello che c’era scritto sui giornali all’indomani della scelta delle fondazioni di non vendere la banca)ed ora se pensate che solo 300 sportelli possono sfamare 3000 persone ,be non bisogna manco chiedersi perche siamo arrivati a questo punto,andatevi a vedere i numeri della volksbank,banca italiana delle stesse dimensioni di bdm, e capirete che ci sara’ un bagno di sague ,una banca non e’ una onlus!!!
Nardino ti voglio bene,quando ti incontrero’ e spero di farlo,ti abbraccio.Mi piaci troppo
@NARDINO
Non facciamo discorsi troppo complicati,chi sbaglia deve pagare,ma in ITALIA la cricca con i vari avvocati e massoneria compiacente ne uscira’ come al solito impunita.La Banca Marche,e’ in difficolta’ solo ed esclusivamente non per incapacita’ dei dipendenti ma solo x colpa della cricca,anzi la Banca ha accantonamenti di uno/due miliardi di euro,e il lavoro va a gonfie vele.
Premesso questo la differenza con l’azionista e’ che nessuno le ha puntato le pistole alla tempia per acquistare azioni BDM,chi compra queste cose in primis deve investire quello che puo’ e dormire sonni tranquilli perche’ ci possono volere anni per guadagnare,prenda le azioni dell’unicredit,mps,fiat,telecom,etc…..chi le ha comprate 5 anni fa’ in media perde il 50/70%……ma non e’ detto che in una anno vadano pari o addirittura in PIU’ .
Ripeto ….. Chi a portato la banca a questi livelli?? L’azione bm era un titolo al portatore, chi ha azioni bm non e uno speculatore, non conosco azionista non non abbia il conto in bm!! Comunque le chiacchere stanno a zero appena esce la notizia del massacro degli azionisti io personalmente chiudo i conti e state sereni che non saro’ l’unico…. Noi in bm ci abbiamo messo gli euri non le chiacchere!!!
La banca ce la portiamo all’ inferno insieme alle fondazioni!!
A me pare inaudito ed ennesimo sintomo del gravissimo degrado morale di questo Paese mettere sullo stesso piano azionisti e dipendenti di Banca Marche.Per un motivo semplicissimo : i primi innanzitutto hanno provveduto a mangiare e dopo ad investire quanto avevano potuto accantonare,spero con la consapevolezza del normale rischio finanziario,mentre i secondi se perdono il lavoro non saprebbero come mangiare.Mi domando : c’è o no differenza?La giusta considerazione per gli azionisti non può e non deve esser messa alla stregua di quella per i Dipendenti,se vogliamo mantenere un minimo di logica alle cose.,se non altro per farsi carico della straordinaria crisi occupazionale che ci ha colpito. Giovanni Bonfili.
Sig. Giovanni bonfili lei oltre le belle parole cosa e come a contribiito in banca marche?? In bm ci crescono ancora 1000 dipendenti e state tranquiilli che appena arriva il nuovo padrone ci pensera lui a fare quella ristrutturazione del gruppo che doveva essere fatta all’indomani della non vendita nel 2007 !!! Anche i sindacati hanno le loro colpe nel dissesto dell’ istituto ……si vadi a vedere i numeri della volksbank !!! Anche perche gestire circa 30.000 conti correnti in meno e relativi impieghi serviranno si e no la meta dei dipendenti!!
Vaccai,Bonfili,messa cosi’ sembra una guerra tra dipendenti ed azionisti,ma non e’ che gettando a mare gli azionisti salviamo i dipendenti o viceversa salviamo i dipendenti.L’ho gia’ scritto,paradossalmente oggi siamo tutti sulla stassa barca,clienti affidati,azionisti,dipendenti e perche’ no le fondazioni.Scomodare il degrado dell’italia solo perche’ legittimamente degli azionisti,cercano di difendere i propri diritti mi sembra eccessivo e se mi permette populista.Qualcuno dimentica che gli azionisti hanno comprato si le azioni,ma su notizie false,bilanci taroccati ecc( lo dicono i commissari e banca d’italia negli atti ufficiali).Detto cio’ tuttii sappiamo che per salvare banca marche occorerranno lacrime e sangue,sarebbe bello salvare la banca,tutti i dipendenti,i precari,le filiali,fontadamo,i direttori,i vice ed i dirigenti ,gli azionisti,i clienti affidati ma non sara’ cosi’.Guardate che il piano industriale ed i tagli non li fa Nardino ne’ gli azionisti,e’ immorale anche sensibilizzre i commissari per difendere i propri risparmi?Riguardo alle conseguenze( nefaste) che l’ennesima e definitiva tosatura degli azionisti/ clienti comporterebbe in termini di fedelta’ alla banca sono altrettanto scontate,senza riscomodare l’immoralita’.Un cliente tradito dalla sua banca si comporterebbe esattamente come un marito tradito dalla moglie.Bonfili,ritiene immorale un uomo che lascia la propria moglie perche’ infedele e disonesta?Detto cio’ voglio sperare che esista ancora la possibilita’ di raddrizzare la barca,salvaguardando gli interessi di tutti,in primis i dipendenti della banca( da me sempre definite vittime incolpevoli)ed alle quali va tutta la mia solidarieta’.Spero inoltre che le 17000 letture di questo articolo ed i numerosi commenti facciano riflettere seriamente chi sopra le ns teste sta decidendo il futuro di tutti.
Tutto questo sembra essere accaduto per una molteplice concause di fattori.
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Alcuni riconducibili alla crisi economica-finanziaria mondiale, alla scarsa possibilità di controllo-intervento, forse a qualcuno che si è voltato e non ha visto per quieto vivere e per mille altri problemi.
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Ma è anche presumibile che molto è stato malgestito perché le leggi lo consentivano e talune scelte sono state fatte perché il rischio di finire al gabbio era basso.
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Ora c’è da augurarsi che la giustizia segua velocemente il suo corso e che gli eventuali colpevoli finiscano nelle patrie galere per molti anni
Come al solito il buon Ricci fa un’analisi approfondita della situazione di BM. Però, non è la prima volta che si scaglia contro quella che lui chiama la “politica del complotto”. Ora, nessuno mette in dubbio che il management multato e sotto inchiesta abbia “mal lavorato” (per usare un eufemismo) ma quello che proprio il giornalista ( o chi gli passa le informazioni) non digerisce e/o fa finta di non capire è che il “complotto” è una conseguenza voluta. Non è così lapalissiano che il mal governo precedente abbia portato BM a questa situazione: i fiumi di inchiostro cui si fa riferimento sono basati su cifre, fatti, documenti e non chiacchiere. Nel fare “certe operazioni” dove la discrezionalità è puramente soggettiva si può favorire più o meno una certa situazione : mi riferisco ovviamente alle policy di valutazione del credito e delle garanzie. Purtroppo , a mio modesto parere (ma anche a parere di tanti altri più preparati ed autorevoli di me) il “complotto” ha dato i suoi frutti.
Tralascio i miei personali trascorsi in questa Banca,allora Cassa di Risparmio,perchè,con mio grande dispiacere,ormai troppo lontani,seppur ricchi di esperienze interessanti in un contesto per diversi aspetti molto diverso e stimolante da quello di questi ultimi anni,e tengo,pure,a sottolineare di non sentire ostilità alcuna verso gli azionisti,in particolare se piccoli,ai quali,però,non mi sembra fuori luogo ricordare che si assume qualche rischio quando si investe. Ribadisco di trovare molto negativa la reazione di chi,danneggiato da una gestione sciagurata della Banca,quasi smania per la scomparsa della stessa incitando ad abbandonarla,senza la minima preoccupazione per le gravi ricadute occupazionali.Viene da pensare al “muoia Sansone con tutti i Filistei”Anche nelle disgrazie occorre ponderazione.Bonfili Giovanni.
Bonfili,la prego legga con attenzione il mio commento n.29,poi puo’ non essere d’accordo e mi sta bene ma non mi faccia passare da sfascista masochista.Quello che sostengo e’ esattamente il contrario di quello che lei dice.Io spero in un futuro roseo di bmarche e che bmarche viva a lungo,non vorrei solo che tutto cio’ avvenga a spese esclusive degli azionisti( ha presente quello che e’ successo in Tercas?)
Con rispetto e stima,in quanto ex dipendente di quella che e’ stata una grande banca quando politica e fondazioni ed altre congreghe…si occupavano di altro
Sig.Nardino,La prego di prender atto che le mie osservazioni non facevano riferimento alle Sue posizioni,che,anzi,ho trovato piuttosto equilibrate,nè in maniera specifica a quelle di altri commentatori,ma ad un diffuso atteggiamento di fondo che,giustamente negativo nei confronti di certi centri di gestione dell’attività della Banca,per eccessivo radicalismo,in certi casi magari senza intenzione,finiscono per trasformarsi in un attacco micidiale ala Banca in sè con incalcolabili danni generalizzati,in partiocolare per i Dipendenti che campano lavorando nella stessa. Giovanni Bonfili.
Dalle notizie di mf di stamatina non mi sembra sia uscito niente di buono, pero capisco che ci ha messo l’amico sopra dentro bm…..di sicuro un figlio magari raccomandandosi alla fondazione carima che insieme a tutti i vekki azionisti stanno per sparire ,il territorio ringrazia gazzani e tutti i suoi amici , mi raccomando quando lo incotrate fategli i complimenti!!
COMUNICAZIONE DI SERVIZIO AI MANOVRATORI: l’articolo di Marco Ricci sulla sorte degli azionisti privati ha battuto tutti i records: quasi 20000 LETTURE E 35 COMMENTI ad oggi.Possiamo dire che trattandosi di un argomento specifico che dovrebbe interessare solo gli azionisti privati coinvolti,circa la meta’ di essi ha letto l’articolo?MEDITATE GENTE,MEDITATE…E UNA VOLTA TANTO FATE UNA COSA GIUSTA,NELL’INTERESSE ED IL BENE DI TUTTI.IL 34% DELLA BANCA DEVE ESSERE RISPETTATO E VEDRETE CHE ANCHE QUESTA VOLTA FAREMO LA NOSTRA PARTE PER FARLA RINASCERE E FARLA TORNARE AD ESSERE LA ‘NOSTRA BANCA’
Nonostante la grande pubblicità che periodicamente vediamo nelle filiali, i banchieri, gli imprenditori , i politici se ne fregano altamente dei correntisti, azionisti, famiglie, figli. e compania bella. L’unico interesse è il proprio profitto e l’immagine esteriore. Poco importa se dietro le quinte si lasciano vittime. Un esempio? I 26 dipendenti della Se.Ba. (ex controllata BDM) venduta dal vecchio management e chiusa dal nuovo.
Ps: sono – correntista da 25 anni – ho dei figli che devono crescere e studiare, ma soprattutto ho quasi 50 anni e dal 30 settembre disoccupata.
http://azionistibancamarche.altervista.org/images/articoli2014/09/Art.%20Resto%20del%20Carlino%2005.09.2014.jpg
Banca Marche, i piccoli azionisti
chiedono 30 milioni di danni
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Banca Marche, piccoli azionisti
chiedono 30 milioni di danni
SENIGALLIA – Quattrocento azionisti privati di Banca Marche, attraverso l’Unione Nazionale Consumatori, hanno spedito in forma collettiva la richiesta di risarcimento di danno.
Si tratta di una richiesta complessiva per circa 30 milioni di euro nei confronti di 31 persone che hanno ricoperto ruoli gestionali, amministrativi e di controllo nell’istituto di credito dal 2006 al 2012, tra cui l’ex Dg Massimo Bianconi, altri cinque manager, vari componenti dei Cda e del collegio sindacale.
Richiesta analoga anche per la società di revisione Price Waterhouse Coopers, “rea” di aver certificato nel 2012 la bontà di un aumento di capitale cui aderirono in massa i piccoli risparmiatori.
A lanciare l’iniziativa gli “Azionisti privati di Banca Marche” e l’associazione di dipendenti azionisti “Dipendiamo Banca Marche”. Depositato anche un esposto alla Procura della Repubblica per far considerare i 400 piccoli azionisti parti lese nel processo penale che dovrebbe scaturire dall’inchiesta in corso per associazione per delinquere, appropriazione indebita e vari reati societari a carico di 37 indagati a vario titoli tra gli ex vertici della banca ed imprenditori del mattone.
05 Settembre 2014
BANCA MARCHE E FONSPA: CHI GARANTISCE PER IL TERRITORIO?
DI MASSIMO GIANANGELI
Jesi –
BANCA MARCHE E FONSPA: CHI GARANTISCE PER IL TERRITORIO?
Esprimiamo forti perplessità e dubbi in merito alle recenti notizie riguardanti presunte soluzioni della annosa “vicenda Banca Marche”, ad opera del “salvator della patria” FONSPA (ex Credito Fondiario, oggi di controllato da Tages Groups). A riguardo, il MoV 5 Stelle presenterà quindi due interpellanze: una in Parlamento, proposta dalla deputata Donatella Agostinelli, ed una in Consiglio Comunale a Jesi dove la Banca ha sede e territorio direttamente interessato agli sviluppi della vicenda, viste anche le circa 5/600 unità lavorative direttamente dipendenti in BM residenti in tale comune ed in quelli vicini.
Poco si è detto sulla gravità delle pesanti sanzioni commisurate da Banca d’ Italia agli ex manager di BM, che per altro dovrebbero presumibilmente essere versate in prima battuta dalla stessa Banca Marche, con possibilità poi di rivalsa sui responsabili. La cifra stabilita per tali sanzioni sarebbe di circa 4 milioni di euro, pari al costo di circa 130 posti di lavoro per un anno.
Ancora meno si è detto della citata operazione di “salvataggio” Fospa-Banca Marche, annunciata guarda caso, proprio nel periodo di ferragosto. A nostro parere è trapelato ben poco, rispetto alla rilevanza che la stessa potrebbe avere per tutto il nostro territorio.
Sembrerebbe che Fonspa voglia rilevare i crediti deteriorati, in incaglio o sofferenza, di Banca Marche, alleggerendo quindi la banca di tale carico, per un valore nominale che risulterebbe di circa 5 miliardi di euro ed un valore al netto degli accantonamenti che parrebbe attorno a circa 3 mld di euro. Ciò permetterebbe l’uscita dal commissariamento di Banca Marche, trasformata così in una sorta di “goodbank” alleggerita dei “crediti tossici”.
Se confermate le notizie stampa, i rischi per Fonspa sarebbero in qualche modo “mitigati” dall’ intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, cioè il consorzio obbligatorio riconosciuto da Banca d’Italia cui aderiscono, fornendo anche le risorse finanziarie necessarie, tutte le banche italiane (ad eccezione di quelle di credito cooperativo) allo scopo di garantire i depositanti delle banche consorziate: in buona sostanza, se Fonspa riuscisse a far rientrare i crediti rilevati per un importo superiore ai circa 3mld con cui pare dovrebbe prenderli in carico, otterrebbe dei guadagni; in caso contrario parrebbe esserci una quota di copertura da parte del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Risulta ad oggi presumibile, poi, che con la prossima ricapitalizzazione di BM per quasi un miliardo di euro, la stessa Fonspa diventerebbe primo azionista della banca, diventandone di fatto “padrona”, mettendo sempre più fuori gioco non solo le fondazioni bancarie che attualmente detengono la maggioranza (CaRis-JESI, CaRi-MACERATA e CaRi-PESARO) ma anche i piccoli azionisti, specie se risultassero fondati i dubbi su possibile azzeramento del valore nominale delle quote (caso TERCAS docet),
Sorgono spontanee molteplici domande: come verrà costruita l’operazione? Quanti crediti verranno effettivamente acquisiti direttamente da Fonspa? Se BM non riesce a far rientrare i crediti deteriorati, come e perché ci dovrebbe riuscire Fonspa? Forse questi crediti, seppur deteriorati, varrebbero in effetti molto più del valore per il quale verrebbero rilevati? Oppure è possibile che Fonspa li possa inserire in qualche fondo o strumento finanziario ad alto rischio da rivendere poi a clienti ed operatori?
Oppure Fonspa potrebbe iniziare a riscuotere le ipoteche, immettendo così un patrimonio enorme nel mercato immobiliare (questione che pare sia stata sollevata persino dallo stesso Governatore Spacca in Consiglio Regionale lo scorso 8 luglio)? Ed in tal caso, con che effetti sul mercato stesso, specie per quel che riguarda il nostro territorio, jesino e regionale? E perché il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi non può garantire direttamente BM anziché girare ad un terzo soggetto le proprie coperture? E’ previsto o prevedibile, prima o poi, un intervento dello Stato o, più in generale, del pubblico, per coprire in qualche modo con soldi dei cittadini i “disastri” passati emersi nella loro gravità in quest’ ultimo anno?
Come già accennato, Fonspa, soggetto esterno ed estraneo al territorio, controllato dal gruppo internazionale TAGES GROUP di Panfilo Tarantelli, ne uscirebbe quasi certamente azionista di maggioranza di BM, con buona pace di Spacca e del PD che da anni si fanno grandi con quella che oggi si configura una “favola della banca del territorio”.
Cosa ne sarà quindi del personale, dei precari storici che da anni lavorano in Banca Marche (circa 180 unità), della rete di filiali, del rapporto con la nostra PMI, fondamentale per l’economia locale? Qual è il piano industriale che ha intenzione di proporre questo nuovo probabile “padrone” della banca? Quali garanzie ha chiesto la politica in tutta questa situazione?
Proprio su questi aspetti, la partnership di Fonspa renderebbe più che legittima qualche preoccupazione: nota è la vicenda che ha visto in difficoltà circa un centinaio delle precedenti 142 unità lavorative proprio nel passaggio da Credito Fondiario a Fonspa e che ha evidenziato una prevedibile attenzione prioritaria del management di TAGES group alle attività della Banca, non certo alle tutele occupazionali (vedere ad esempio qui e qui).
Altrettanto noto è il ruolo di gestione degli “esuberi” cui è stato chiamato l’ attuale presidente dei Fonspa, Piero Gnudi (ex ministro del Governo Monti, ex presidente di IRI ed ENEL, considerato da alcuni una sorta di ministro ombra al MISE del Governo Renzi) con la nomina a commissario dell’ ILVA.
Il silenzio delle Fondazioni bancarie che controllano attualmente BM e soprattutto, della politica, dei sindaci dei territori coinvolti e del presidente Spacca a tal riguardo è assordante.
Con le due interpellanze sopracitate chiederemo in sede istituzionale tutte le possibili delucidazioni ed i possibili chiarimenti sulla vicenda, anche in nome di quella trasparenza sempre decantata da tutti e troppe volte non attuata.
Chiediamo inoltre di conoscere quali garanzie sono state richieste dalla politica e dal Governo per tutelare, oltreché i pur legittimi interessi di banche e cosiddetti imprenditori, anche e soprattutto l’economia del territorio, legata a doppio filo con gli esiti della vertenza BM.
Riteniamo inoltre opportuna una nuova pubblica audizione nella competente Commissione Consiliare a Jesi del Presidente di CaRisJ come già avvenuto negli scorsi mesi.
Jesi, 5 settembre 2014
MoVimento 5 Stelle – Jesi
email: [email protected]
web: http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/jesi/
AGGIORNAMENTO LETTURE( di probabili azionisti privati interessati all’argomento) : circa 23000 e 42 commenti.IL GRANELLO DI NEVE CRESCE,CRESCE E DIVENTA VALANGA…..
le banche prendono sempre tanto poi non danno nessuna garanzia né nessun tipo di aiuto a nessuno…. http://247.libero.it/lfocus/21615747/0/stefania-bigliardi-la-bce-ha-riempito-i-forzieri-delle-banche-ora-queste-devono-fare-qualcosa/