Banca Marche, i precari dimenticati

EMERGENZA LAVORO - Giorgio Calistro e Sara Lorenzetti sono stati assunti fino a cinque volte con contratti a termine

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Giorgio Calistro e Sara Lorenzetti sono due dei precari di Banca Marche

Giorgio Calistro e Sara Lorenzetti sono due dei precari di Banca Marche

 

di Monia Orazi

Precari senza un orizzonte stabile, che appena passati i trent’anni pur vantando un curriculum di ampia esperienza, non riescono a trovare un lavoro in un settore diverso. E’ questa la storia che accomuna due giovani maceratesi che sono all’interno del comitato precari di Banca Marche, Giorgio Calistro 30 anni e Sara Lorenzetti di 32, assunti sino a cinque volte con contratti a termine in banca, per alcuni mesi, intervallati da altri a riposo, persi nella girandola di luoghi e posti lavorativi diversi. Entrambi laureati, nel 2009 hanno iniziato il percorso con assunzioni a tempo, che però può raggiungere un massimo di 36 mesi complessivi, poi nulla, si spalancano per loro le porte di un limbo fatto di invio di domande di lavoro e curriculum, anche in settori diversi da quello bancario, per sentirsi sempre dare la stessa risposta: “lei ha esperienza nel settore bancario, in un unico settore”, che porta sempre lo stesso risultato, una porta chiusa. Laureato in giurisprudenza Giorgio Calistro è anche avvocato ed avendo raggiunto il tempo limite di 36 mesi non può più lavorare con contratti a termine. E’ il portavoce del comitato dei precari di Banca Marche, circa 180 persone accomunate dallo stesso destino, di cui un’ottantina riunitesi in questo gruppo che si sta facendo sentire da istituzioni e sindacati.
“Ho iniziato alla filiale di Porto D’Ascoli, sono seguiti cinque contratti a tempo determinato, ho lavorato in vari posti, dal centro direzionale, alle filiali, in vari ruoli, dando la mia disponibilità anche a turni serali ed il sabato perchè ero l’ultima ruota del carro. Se non avessi avuto l’aiuto dei miei genitori e di una famiglia unita, non avrei potuto superare questi momenti difficili”, racconta il giovane, “lavorativamente ho trascorso in Banca Marche gli anni migliori, avendo superato i trent’anni non posso più usufruire di contratti di apprendistato. Siamo riusciti a costituire un gruppo, chiediamo la stabilizzazione e lottiamo per i nostri diritti. E’ assurdo che si sianoutilizzati altri precari, senza prima stabilizzare gli altri assunti a tempo determinato”.

E’ simile la storia di Sara Lorenzetti, diventata precaria di Banca Marche dopo un’esperienza a tempo determinato in un’altra banca. “Anche io come Giorgio ho avuto cinque diversi contratti, con periodi nei quali sono stata lasciata a casa – racconta – è durissima essere precari, vorrei farmi una famiglia e poter avere una mia casa, ma in questo momento non è possibile. Mi sono guardata intorno, anche in altri settori, ma tutti mi dicono che ho una prevalente esperienza nel settore bancario così non riesco a trovare un’occupazione. Si è innescato un meccanismo perverso per cui l’esperienza accumulata nel settore bancario, dove ho lavorato con grande passione accumulando conoscenze nei vari ruoli, diventa un ostacolo per ricollocarsi professionalmente”. Il comitato si è rivolto alle istituzioni locali e nazionali, di recente ha ricevuto una lettera di solidarietà della presidente della Camera Laura Boldrini, si sono tenute numerose riunioni tra i giovani precari, per intraprendere le azioni di lotta necessarie al riconoscimento dei propri diritti.  La loro storia è stata raccolta nella videoinchiesta di Marta Scocco e Chiara Riccardi sul precariato, inserita nel laboratorio di giornalismo d’inchiesta, che vede la collaborazione di Anpi e dipartimento di Scienze della comunicazione dell’Università di Macerata.

Leggi anche “I centri commerciali, contenitori di occupazione precaria”

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