Il gruppo Lanari porta BM in tribunale
Camiciola: “Nessun rischio
per i nostri cantieri”

L'INTERVISTA - Il socio e legale della società di costruzioni accusa l'istituto e le politiche sui crediti. "Non sono state ben valutate le prospettive. Chiediamo che la magistratura ordini il ripristino delle linee di credito revocate e nel frattempo inibisca alla banca di attivare le fideiussioni personali rilasciate"

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Centro direzionale Fontedamo Jesi, sede direzione generale Banca Marche

Centro direzionale Fontedamo Jesi, sede direzione generale Banca Marche

 

di Marco Ricci

Dure polemiche si sono accese negli ultimi mesi sulla nuova politica di Banca Marche in merito alle valutazioni degli impieghi e delle garanzie. Per alcuni considerate eccessivamente rigorose, per altri coerenti. Come ad esempio per Rainer Masera e per la stessa Vigilanza di Banca d’Italia. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Massimo Camiciola, socio e legale del gruppo Lanari, la cui esposizione con Banca delle Marche è di circa 200 milioni di euro.  Una di quelle sedici operazioni che Banca Marche, con i due esposti di questa primavera, ha posto all’attenzione della Procura della Repubblica di Ancona. Ma il blocco del credito, secondo il legale, avrebbe danneggiato le attività del gruppo e adesso la ditta si dice pronta a presentare un ricorso d’urgenza al Tribunale di Ancona.

Avvocato Camiciola, come legale e socio del gruppo Lanari verso cui Banca Marche ha un’esposizione di circa 160 milioni di euro, in un nostro colloquio si era già speso in modo critico verso l’istituto per il blocco dei crediti. Che a suo parere avrebbero compromesso le attività del gruppo. Aveva però lasciato dei margini per una conciliazione con l’istituto. Cosa è successo nel frattempo?
E’ successo che Banca delle Marche ha chiuso ogni colloquio e qualsiasi possibilità di trovare una soluzione per la ripresa dei cantieri.Siamo quindi stati costretti a presentare al Tribunale di Ancona ricorso d’urgenza ex art.700 c.p.c. affinchè la magistratura ordini il ripristino delle linee di credito revocate e nel frattempo inibisca alla banca di attivare le fideiussioni personali rilasciate, nella considerazione che il credito della banca è coperto dal valore delle aree e non sono stati erogati i finanziamenti promessi. Comunque siamo intenzionati e determinati ad andare avanti perché siamo convinti di avere le operazioni immobiliari più belle e più importanti che possano incidere sull’economia marchigiana. Dunque faremo di tutto per proseguire con i nostri progetti.

Quali sarebbero?
Il villaggio di 41.000  metri quadri dove prima sorgeva il Santa Cristiana a Numana e l’area ItalCementi a Senigallia dove l’ Arch.Portoghesi ha progettato il Borgo delle Torri.

ediliziaQuale responsabilità avrebbe allora nei vostri confronti Banca delle Marche?
Riteniamo che non siano state ben valutate le prospettive che avevano i nostri cantieri. Non è stata valutata l’ubicazione, la qualità progettuale, la redditività e la necessità per quei cantieri di avere una progettualità temporale di sei o sette anni. Interventi della durata di sei sette anni possono tranquillamente superare il momento di crisi in quanto, in quell’arco temporale, i momenti positivi e i momenti negativi del marcato si compensano ed in tal modo superare il momento di crisi. Stiamo comunque trattando con altre banche estere per poter ripartire con i lavori e completare i cantieri.

Si immagina però, al di là della bontà o meno dei cantieri, che la banca nei vostri confronti si sia troppo esposta e che siano state messe in piedi operazioni tecniche “opache” per non superare la soglia dei grandi rischi.
Noi riteniamo che con Banca Marche è stato impostato un rapporto in linea con quello in essere da circa vent’anni. Con il business plan garantivamo una redditività elevata. A fronte di 300 milioni di costi  avevamo previsto ricavi per 500 milioni. E quindi non sussisteva e non sussiste alcun pericolo sulla redditività dei nostri cantieri. Nonostante la crisi erano stati già venduti una parte degli immobili e tutti i giorni avevamo richieste di interesse.

In generale, secondo lei, dove o quando ha sbagliato la banca? Ora che ha chiuso i rubinetti o prima quando sicuramente, nel complesso degli impieghi, si è esposta troppo?
A mio parere la banca ha sbagliato quando ha interrotto i finanziamenti per cantieri che non presentavano alcuna difficoltà e che, nonostante la crisi, porterebbero un risultato eccellente contribuendo al rinnovamento delle strutture turistiche delle Marche. Si pensi che sia a Numana che a Senigallia erano in corso soltanto quei due interventi. E si poteva agire senza concorrenza.

Il costruttore Pietro Lanari

Il costruttore Pietro Lanari

Non crede però che in generale Banca Marche si sia esposta in maniera eccessiva nel settore dell’edilizia?
Io credo che la politica di Banca Marche sia sempre stata quella di intervenire nel settore immobiliare. E’ chiaro che la crisi ha evidenziato delle difficoltà ma i cantieri e gli interventi non sono tutti uguali. Quelli di qualità hanno una forza entrinseca che supera i momenti di difficoltà.Negli anni passati il settore edilizio ha portato a Banca Marche  760.000.000 di euro di utili ed un settore con quella forza economica non può essere certamente abbandonato a se stesso.

Cosa significa il credit crunch per gli imprenditori?

Io non credo che siamo a livello di credit crunch. Ritengo che gli effetti delle svalutazioni del valore degli immobili a garanzia abbia determinato una perdita eccessiva che ha dato poi origine alla necessità dell’aumento di capitale.La scelta della banca ritengo che non sia stata oculata in quanto ha dato al mercato il segnale che i nostri immobili potevano essere acquistati in saldo danneggiando così sia la nostra iniziativa sia il suo credito. Normalmente un creditore tutela il valore del proprio credito, in questo caso invece è avvenuto il contrario.

Per la Vigilanza di Banca d’Italia, però, le politiche di valutazione sarebbero essere adeguate allo stato della situazione.
Le valutazioni dovrebbero tenere conto del merito degli interventi. Non si può dare un valore di due  a quello che vale cinque. Noi abbiamo contratti fatti a cinque e mezzo.

In conclusione, cosa pensa accadrà adesso?
A questo punto la parola spetta alla magistratura. Da un anno i nostri cantieri sono chiusi e i nostri collaboratori non hanno lavoro. Nessun segnale positivo è venuto da Banca Marche. Dopo venti anni di collaborazione ci aspettavamo un trattamento diverso. Eravamo l’impresa all’avanguardia nelle Marche, avevamo realizzato i più bei interventi, avevamo sempre rispettato con puntualità gli impegni assunti, avevamo contribuito al grosso sviluppo che Porto Recanati ha avuto negli ultimi 15 anni e nonostante ciò oggi c è qualcuno che pensa che possiamo essere distrutti soltanto perchè abbiamo avuto il coraggio di affrontare la crisi , di programmare dei cantieri che andassero contro corrente e che superata la crisi fossero pronti per il mercato che non è morto ma che ancora esiste. Noi non abbiamo paura del futuro, vorremmo continuare a migliorare il nostro territorio, non ci rassegniamo ad un destino diverso.

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