I lavoratori appartenenti ai coordinamenti nazionali Fabi e Uilca di Banca delle Marche hanno prodotto un documento, in cui si esprime preoccupazione per la “situazione di crisi persistente” in cui versa l’istituto di credito, a seguito della pesante perdita di 518 milioni di euro inserita nel bilancio consuntivo del 2012 “senza che ci sia coesione d’intenti nella sua governance”. I dipendenti della banca chiedono anche che il piano industriale 2013-2016 venga dettagliato in termini specifici dal Cda, e riaffermano la difesa dell’autonomia di Banca Marche e l’integrità del suo modello organizzativo, che si è sviluppato su una rete distributiva dislocata nelle Marche, nel Lazio, in Umbria, Emilia Romagna, Abruzzo e Molise, su un polo amministrativo a Pesaro, un presidio territoriale nei poli di Pesaro, Jesi, Macerata e Roma e sul polo informatico di Piediripa.
I coordinamenti Fabi e Uilca chiedono “la gestione equilibrata del credito, conciliando il rigore con il sostegno dell’economia del territorio, nonché la necessità di modificare immediatamente la policy del credito deteriorato che – così come attualmente strutturata – non ha eguali in campo nazionale e risulta esageratamente penalizzante in termini di accantonamenti e, quindi, di costi a bilancio. La pesante perdita di bilancio” si legge in una nota “non sia scaricata sui Lavoratori, che già hanno visto una riduzione significativa della retribuzione effettiva”. Ai vertici dell’istituto viene poi chiesta la condivisione delle modifiche strutturali con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, che chiedono di delineare un piano d’azione che faccia superare alla Banca questo difficile momento, e di essere costantemente informati dell’evoluzione della situazione.
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posizione anacronistica quella del sindacato. La ristrutturazione dovra’ necessariamente prevedere il taglio di almeno il 35% della forza lavoro…..senza la ristrutturazione difficile il risanamento….oggi non ci sono piu’ i cavalieri bianchi che si trovavano fino al 2007 !!!!
ma i dipendenti quando prendevano addirittura la sedicesima….non protestavano anzi….
Richieste legittime quelle dei sindacati, come quelle di qualsiasi altra parte in causa (Dirigenti, Fondazioni, Enti Locali, Clienti…)
La banca come qualsiasi altra azienda deve essere competitiva sui mercati e mantenere equilibrio economico, senza uno dei due requisiti non vi è futuro.
Mantenere il numero attuale degli occupati significa riuscire ad aumentare in maniera esponenziale i volumi senza aggravare il rischio, è una strada percorribile nel contesto economico attuale?
Mantenere il controllo nel territorio non è di per se un valore se non accompagnato da una gestione competitiva e da rischi di credito sotto controllo.