di Marco Ricci
Il giudice Francesca Ercoli con un’ordinanza cautelare emessa pochi giorni fa ha respinto le richieste presentate dal gruppo Lanari sul provvedimento cautelare d’urgenza presentato al Tribunale di Ancona contro Banca Marche e Tercas per il ripristino delle linee di credito prima concesse al gruppo e poi chiuse dai due istituti creando, secondo quanto si leggeva nel ricorso, un’improvvisa mancanza di liquidità al gruppo edile, mancanza di liquidità che avrebbe in seguito portato a “un danno grave e irreparabile”. Il provvedimento, richiesto dall’avvocato Massimo Camiciola, legale del gruppo Lanari, mirava invece al ripristino delle “linee di credito revocate illegittimamente” e, in via subordinata, di interdire a Banca Marche e Tercas dal mettere in esecuzione le fidejussioni rilasciate dai soci. Il gruppo edile aveva anche chiesto al giudice di imporre ai due istituti di credito “il risarcimento del danno pari al danno emergente ed al lucro cessante”, qualora la richiesta di conciliazione non avessero portato a un buon esito.
Banca Marche e Tercas, da parte loro, avevano invece respinto le argomentazioni del gruppo, sostendendo la legittimità del loro operato. Banca Marche, oltre a rilevare una serie di criticità tecnico-formali nelle operazioni, avrebbe sottolineato come l’interruzione delle linee di credito sia invece stata causata dall’inadempienza del gruppo edile per alcuni scoperti nei confronti dell’istituto di credito, tesi che sarebbe stata accolta dalla giudice Ercoli.
Il tribunale di Ancona avrebbe in via preliminare respinto il ricorso d’urgenza anche sul presupposto che le delibere con cui la banca decise di concedere le linee di credito non avrebbe efficacia esterna, tesi che oggi non ha trovato d’accordo l’avvocato Massimo Camiciola che ha annunciato la presentazione di un prossimo reclamo. “Riteniamo l’ordinanza illegittima – ha affermato Camiciola – anche perché il tribunale non ha acquisito le delibere di cui si parla. In merito al fatto che le stesse delibera della banca non abbiano una valenza esternza – ha concluso l’avvocato di Porto Recanati – è contraddetto dal fatto che proprio sulla base di quelle delibere il gruppo aveva già ricevuto linee di credito per oltre 150 milioni di euro dei più di 200 milioni concordati, impegnandosi nella realizzazione dei cantieri”. La presentazione del reclamo da parte del gruppo Lanari porterà adesso un secondo giudice del tribunale di Ancona a pronunciarsi sulla vicenda.
Le linee di credito erano state richieste dal gruppo Lanari per quattro importanti operazioni immobiliari riguardanti l’area Sacelit-Italcementi, oggi Borgo delle Torri di Senigallia, l’area Adamo ed Eva di Numana, l’area 5 Camini di Potenza Picena e l’area ex Santa Cristiana di Numana. Progetti per complessivi 288mila metri cubi portati avanti attraverso due diverse società, la Fortezza srl per i primi tre interventi e la Citta Ideale per la sola area dell’ex Santa Cristiana. I legali del gruppo, da quanto si leggeva nel loro ricorso scritto, avevano anche contestato le successive perizie dell’istituto di credito dove, sempre il gruppo Lanari, il valore del già costruito e il valore commerciale degli immobili sarebbe stato sottostimato.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Banca Marche ? Quella con 500 milioni di DEBITO ? Pffffffffffffffffffffffffff
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1c/Sciabica.jpg
che è meglio …
Al circo non ci sono solo leoni, tigri, trapezisti e giocolieri.
PERCHE’ IL GRUPPO LANARI POTREBBE AVERE RAGIONE ???
ORA IPOTIZZIAMO DI SOSTITUIRE AL GRUPPO LANARI IL NOME DI UNO QUALSIASI DEI NOSTRI LETTORI CHE SI SIA RIVOLTO IN BANCA PER OTTENERE UN MUTUO FONDIARIO PER LA COSTRUZIONE DELLA PROPRIA ABITAZIONE, CHE LA BANCA ABBIA DELIBERATO TALE MUTUO FONDIARIO CONSENTENDO COSI’ AL NS. LETTORE DI INIZIARE A COSTRUIRE LA PROPRIA ABITAZIONE NELLA CERTEZZA DI VEDERE EROGATO DALLA BANCA IL MUTUO SU PRESENTAZIONE DELLO STATO DI AVANZAMENTO DI LAVORI, COSI’ COME ORIGINARIAMENTE PATTUITO.
SUCCEDE PERO’ PER MOTIVI INTERNI ALLA BANCA ( MANCANZA DI LIQUIDITA’ – ERRONEA, ORIGINARIA, VALUTAZIONE DEL RISCHIO ASSUNTO O DEL REALE VALORE ECONOMICO DI MERCATO DELL’ABITAZIONE ) CHE L’EROGAZIONE DEL MUTUO FONDIARIO VENGA INTERROTTA, CHE TIPO DI REAZIONE POTREBBE AVERE IL NOSTRO IPOTETICO LETTORE NEL VEDERE I LAVORI DELLA PROPRIA ABITAZIONE INTERROTTI A META’ , SENZA ALCUNA POSSIBILITA’ DI ESSERE PORTATI A TERMINE ???
PROBABILMENTE IL NOSTRO IPOTETICO LETTORE RICORREREBBE AL GIUDICE CHIEDENDO CHE L’ ORIGINARIA PATTUIZIONE VENGA MANTENUTA, COSI’ FAREI IO, IL SIG. LANARI E PENSO QUALSIASI ALTRO CITTADINO CHE TENGA ALLA TUTELA DEI PROPRI LEGITTIMI INTERESSI.
Fabio ci fai o ci sei????
CHIARISCO MEGLIO IL MIO PENSIERO AFFINCHE’ TUTTI POSSANO COMPRENDERE COME LE BANCHE, AL PARI DEGLI ALTRI CITTADINI, SONO TENUTE AL RISPETTO DELLA LEGGE:
” Recenti pronunce della Corte di Cassazione, infatti, hanno sancito l’illegittimità della revoca laddove questa abbia, nel suo concreto esplicarsi, i caratteri dell’arbitrarietà e della imprevedibilità. Tali caratteri sarebbero rinvenibili, sempre secondo la sentenza menzionata, quando la revoca del fido contrasti “con la ragionevole aspettativa di chi, in base ai comportamenti usualmente tenuti dalla banca ed all’assoluta normalità commerciale dei rapporti in atto, abbia fatto conto di poter disporre della provvista creditizia per il tempo previsto, e non potrebbe perciò pretendersi sia pronto in qualsiasi momento alla restituzione delle somme utilizzate, se non a patto di svuotare le ragioni stesse per le quali un’apertura di credito viene normalmente convenuta”.