di Matteo Zallocco
“Ho ricevuto minacce ma non gli do peso: erano due telefonate anonime”. Così Franco Gazzani, presidente di Fondazione Carima getta acqua sul fuoco in merito ad alcune dichiarazioni uscite su un quotidiano. “Dal contenuto delle telefonate poteva trattarsi anche di uno scherzo. Non ho fatto denuncia e non la farò. Sono arrivate nel momento in cui la Fondazione ha portato avanti l’azione di responsabilità su Banca Marche e io le ho interpretate come minacce”.
Gazzani da qualche mese va in giro armato “con una pistola calibro 38 special, lo faccio in alcuni momenti della giornata da diversi mesi. Da oltre 20 anni – precisa Gazzani – ho il porto d’armi”.
Le vicende che da diverso tempo a questa parte hanno interessato Banca Marche coinvolgono in prima persona il presidente di Fondazione Carima e “in questo clima pesante che si respira intorno alla banca ho pensato di portami dietro la pistola. Tuttavia oggi mi trovate tranquillissimo, sono a Vita Vita, manifestazione civitanovese a cui la nostra azienda partecipa con uno stand e sto lavorando con i miei dipendenti. Tra l’altro – continua Gazzani – tengo a precisare che non è vero che non ho più conti in Bdm, ho quello dell’azienda”.
Questa mattina la procura di Macerata ha incaricato la Squadra mobile di sentire a chiarimento della vicenda Gazzani: “Ho detto che non intendo sporgere denuncia, oltre alle telefonate anonime all’epoca mi avevano preoccupato alcuni commenti apparsi su un forum dedicato a Banca Marche in cui si invitava la gente a venire sotto casa mia per bastonarmi”. Il procuratore capo Giovanni Giorgio ha espresso disappunto per il fatto che un caso presentato come piuttosto grave nono sia stato segnalato all’autorità competente.
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