Alessandro Pedone, responsabile per la Tutela del Risparmio dell’Aduc
di Marco Ricci
Abbiamo intervistato Alessandro Pedone, responsabile per la tutela del risparmio dell’associazione per i diritti degli utenti consumatori Aduc nonché dal 2002 consulente finanziario indipendente presso la Tekta Consulting. Sul portale dellaAduc, solo qualche giorno fa, Alessandro Pedone ha proposto un editoriale su Banca Marche e i sistemi di protezione dei depositanti (vedi qui).
Dottor Pedone, cominciamo con lo spiegare cosa sia la gestione straordinaria che interessa Banca Marche.
E’ commissariamento provvisorio in cui gli organi di governo della banca vengono sospesi e tutti i loro poteri passano per due mesi nelle mani di commissari che possono assumere qualunque decisione. Ad esempio cedere sportelli, assumere, licenziare. Nel caso di Banca Marche è la dimostrazione che la situazione è grave in quanto si tratta di un provvedimento che viene preso nei casi estremi. Ma allo stesso tempo, ecco il lato positivo, è come dire “toglietevi di mezzo, smettete di fare danni che ci mettiamo noi, qualcuno che può risolvere la situazione.” Dunque l’istituto è ora sotto il controllo di Banca d’Italia, sotto la cui supervisione operano Feliziani e Terrinoni. L’operatività della banca rimane comunque immutata, trovandoci di fatto davanti a un cambio di gestione.
Banca Marche è un istituto di notevoli dimensioni nella regione, ma rispetto al panorama nazionale finanziario quanto è “gestibile” il problema?
Bdm è un gruppo che assume già una dimensione di “sistema.” Pur se non parliamo di Unicredit non siamo neppure davanti a una banca con 10 sportelli e mille clienti. Quindi non è una banca che può essere messa in liquidazione né per la quale si possa operare con il fondo interbancario. Allora bisogna muoversi con metodi diversi: risanamento e iniezione di capitale, iniezione che al momento non sembra avere eccessivi interessi poiché non è ancora chiaro se le perdite abbiano toccato il fondo.
Ha parlato di liquidazione. Si sente di escluderla?
Si! Stiamo salvando Mps che ha dimensioni molto maggiori di Banca Marche.
Veniamo adesso alle preoccupazioni dei clienti e ai famosi 100.000 euro di garanzia.
Per prima cosa questo significa evitare il panico e l’idea di portare via i risparmi. Certo, se un cliente ha depositi molto superiori sarebbe prudente diversificare. Sotto i 100.000 euro, in ogni caso, non ci sono problemi ed è sbagliato fare la corsa agli sportelli.
Una chiarificazione. Da una parte esclude la liquidazione, dall’altra pone questa soglia dei 100.000 euro. Cosa significa?
Parlo del limite dei 100.000 euro non riferendomi al fondo di garanzia interbancario di tutela dei depositi interviene in caso di liquidazione, alimentato dal sistema bancario. Nel caso di Banca Marche andrà messa in atto una ristrutturazione che può prevedere una cessione, una fusione, dei prestiti dallo Stato ed altre opzioni. In una ristrutturazione del genere, come ipotesi assai remota ma che non può essere completamente esclusa, potrebbe essere ipotizzabile che anche i depositi vengano intaccati. Anche in questi casi assolutamente estremi e più “di scuola” che reali, l’Europa chiede comunque che vengano garantiti i depositi sotto i 100.000 euro.
Quanto è probabile che durante una fase di ristrutturazioni si intervenga sui conti sopra i 100.000 euro?
E’ una possibilità residuale più teorica che concreta. Non è mai successo in Italia e non penso affatto che possa succedere per Banca Marche. Ma sia in qualità di libero professionista che di responsabile dell’Aduc per la Tutela del risparmio sono in dovere di ricordare che eliminare tutti i rischi eliminabili è necessario. Quindi se si hanno depositi superiori a 100.000 euro è sicuramente saggio diversificare. . Va anche aggiunto che in qualsiasi caso non vengono toccati i titoli depositati presso l’istituto. Ad esempio fondi di investimento, azioni e obbligazioni di altri istituti, titoli di stato di cui la banca è solo depositaria. Al limite si potrebbe parlare di “disagi” se per qualche ragione l’operatività si interrompesse per qualche giorno. Ma appunto, questi sarebbero solo “disagi.”
Nelle Marche si parla di una sorta di “complotto” contro l’istituto. Ovvero alcuni hanno l’impressione che alcune notizie allarmanti, proprio in merito ai depositi, possono essere in qualche modo gonfiate artificiosamente per aggravare le condizioni dell’istituto e farlo poi comprare ad un prezzo più basso. Lei cosa ne pensa?
Escluderei assolutamente un “complotto” di questo genere. Diciamo che è sempre più facile assecondare la paura piuttosto che far ragionare e metterle un freno. Sono dieci anni che lavoro in questo settore e le assicuro che in certi casi non è semplice dire le cose come stanno anche se vanno controcorrente. Ma alla lunga ci si guadagna in credibilità.
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Nel concreto cosa si rischia ad avere in mano obbligazioni emesse dalla BdM ????
Per capire cosa si rischia è necessario valutare cosa si ha in portafoglio.
Mi sento di escludere qualsiasi rischio per risparmiatori con obbligazioni senior BM durata entro 1-2 anni.
Non sarei altrettanto tranquillo se fossi in possesso di titoli subordinati, ma qui le quotazioni ci aiutano a capire il rischio, già oggi provare a venderle significa perdere in modo consistente rispetto all’investimento iniziale.
Ultimo suggerimento: chi ha in portafoglio solo obbigazioni BM o ne ha in percentuale elevata, può valutare con il consiglio di un esperto come comportarsi.
Le obbligazioni bancarie sono PRODOTTI FINANZIARI ILLIQUIDI, ovvero per definizione “prodotti finanziari che determinano per l’investitore ostacoli o limitazioni allo smobilizzo entro un lasso di tempo ragionevole a condizioni di prezzo tali da riflettere una pluralità di interessi di accuisto e di vendita.”
La CONSOB con comunicazione n. 9019104 del 2 marzo 2009 ha delineto le linee guida per la distribuzione di tali prodotti. e a titolo esemplificativo ma non esaustivo indico che gli intermediari finanziari debbono attuare misure di trasparenza, ma sopratutto presidi di correttezza in relazione all modalità di pricing: cio’ vuol dire che l’intermediario emittente di obbligazioni, che quindi si pone in contropartita diretta della clientela, deve essere dotato di strumenti di determinazione del fair value (valore corretto del prodotto) basati su metodologie riconosciute e diffuse sul mercato.
In parole povere, a tutela dei sottoscrittori in caso di riacquisto la determinazione del prezzo di mercato dovrebbe tenere conto degli stessi fattori univoci adottati in sede di collocamento, ma con l’aria che tira ecco che le obbligazioni di un emittente classificato con un rating poco appetibile ( ricordo che BdM ai primi di settembre si attestava a ‘Caa3″ pochi gradini sopra il default) ritengo che le perdite in conto capitale non possano essere sopportabili in termini assoluti, ovvero non compensate da un flusso cedolare a salvaguardia dello stesso.
Al momento, stante la gestione straordinaria del noto istituto di cui si tratta, stante il fatto che è sembra remota la possibilità di un default, se non in casi di assoluta necessità di liquidità, ove non altrimenti conseguibile a tassi relativamente più convenienti delle perdite probabili succitate, il consiglio che mi sento di esprimere e’ assolutamente quello di mantenere i titoli in portafoglio.
Laddove invece il rapporto fiduciario con l’emittente si sia irrimedibilemente compromesso, allorasi puo’ attuare una politica di “stop loss”, ovvero dare un limite inferiore alle perdite attese ( ovviamente non rilevabili all’atto della sottoscrizione dei titoli obbligazionari, ma evidenziate dallo stato dei fatti) e vendere e orientarsi su altri prodotti ed emittenti.
Cirio, Parmalat, Argentina sono nomi che hanno nel pregresso portato enormi dispiaceri agli investitori ed ai risprmiatori e le vicende, caso per caso, sono ovviamete diverse e lontane dalle attuali.
Ma la storia insegna…….