I commissari Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni – su loro iniziativa, dopo l’autorizzazione della Banca d’Italia e il parere del comitato di sorveglianza composto da Giuseppe Guizzi, Giovanni Ossola e Massimo Spisni – hanno tolto alla PriceWatherhouseCoopers l’incarico di revisore legale dei conti di Banca Marche e Medioleasing, affidando il compito alla Deloitte & Touche. Questo in base ai poteri loro concessi dall’articolo 72 del Testo Unico Bancario.
Continua dunque il percorso di discontinuità rispetto al passato intrapreso da parte dei nuovi vertici di Banca Marche, un percorso iniziato fin dal settembre del 2012 e che ha visto una notevole accelerazione con la messa in gestione provvisoria prima e in amministrazione straordinaria poi dell’istituto di credito da parte della Banca d’Italia. Dopo la sostituzione di buona parte del management di punta dell’istituto di credito, questa è stata dunque la volta della Pwc, la società che revisionò gli ultimi bilanci di Banca Marche e sui cui dati venne validato il Prospetto Informativo consegnato alla Consob nel febbraio del 2012 e relativo all’ultimo aumento di capitale aperto.
Sebbene non siano noti i motivi che hanno spinto a questa decisione, non è da escludere che l’ipotesi, avanzata dagli stessi commissari, di una possibile falsificazione dei bilanci di Banca Marche fin dal 2006 possa aver avuto il suo peso. E’ inoltre immaginabile che nella sostituzione della società di revisione possano aver influito le ipotesi di accusa contenute nelle ordinanze di perquisizione messe in atto dalla Procura di Ancona nei confronti di 26 tra ex mananager, ex amministratori di Banca Marche e imprenditori. Secondo i magistrati, infatti, la classificazione dei crediti effettuata in Banca Marche fu fatta senza procedere alle rettifiche delle “numerose posizioni deteriorate”, perdite occultate e non iscritte ai bilanci 2010 e 2011 dell’ordine delle centinaia di milioni di euro, operazione definita un “inganno dei soci” (leggi l’articolo). Sempre secondo la magistratura dorica, nel Prospetto Informativo consegnato in Consob nel 2012 sarebbero state riportate false informazioni, con gli indagati che avrebbero contribuito ad occultare dati e notizie con “l’intenzione di ingannare i destinatari del prospetto e in modo idoneo indurli all’errore.” Ricordiamo comunque che nessuna ipotesi accusatoria è stata rivolta dalla magistratura alla Pwc o a suoi dipendenti.
Dato il ruolo della PWC, non si può neanche escludere a priori che, seguendo le orme della Fondazione Carima, Banca Marche non possa intraprendere un qualche tipo di azione nei confronti della stessa società di revisione. La Fondazione maceratese, lo ricordiamo, ha da parte sua recentemente chiamato in giudizio davanti al Tribunale di Milano la Pwc (leggi l’articolo), ritenendo totalmente inattendibili i dati certificati dalla società e relativi alla situazione economica e patrimoniale della banca, con la richiesta di condannare la società di revisione al risarcimento di 38 milioni di euro, ipotizzando come la situazione di Banca Marche descritta nel Prospetto Informativo del 2012 fosse ben diversa da quella reale. I legali della Fondazione, inoltre, imputano alla Pwc di “aver certificato tutto”, sia la semestrale 2012 chiusa da Banca Marche con 70 milioni di euro di rettifiche, sia il consolidato di fine anno che di rettifiche ne contava invece per 800 milioni di euro.
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Bene bene ….discontinuita’ in tutti i campi con il passato!!!!!!! BRAVI I COMMISSARI nel ricercare il massimo rigore nei confronti di tutti….. se ancora esiste qualche possibilita'(ed io credo che ce ne siano rimaste davvero poche!) solo cosi si puo pensare ad un futuro accettabile!!
Altro che noti i motivi della revoca del mandato, era il minimo che potessero fare, a meno che non si volesse truccare anche il prossimo bilancio e renderlo più pesante del dovuto…
Bene la discontinuita’,purtroppo pero’ la Deloitte e’ la societa’ che ha certificato i bilanci( dichiarati falsi dal tribunale con tanto di arresti) di banca italease.Se tanto mi da tanto cadiamo dalla padella nella brace,ma oggettivamente queste sono le due societa ‘ di revisione piu’ importanti,figuriamoci cosa combinano quelle meno altisonanti..Societa’ di revisione,consob,controlli della banca d’italia e poi succedono disastri come mps e bmarche,questa e’ la meravigliosa italia in cui viviamo
niente male scegliere la società di revisione di Tercas che se non ricordo male è venuta fuori più volte nelle storie BM e che come ricordato è quella i Italease, Parmalat ecc…. la verità è che se c’è stata veramente associazione a delinquere come dice la procura e non è coinvolto il revisore dato che la procura non indaga su di loro, allora anche loro saranno vittime di truffa come si presenta truffata BdItalia (con l’ostacolo alla vigilanza). La sostituzione del revisore da parte dei commissari è quasi un atto dovuto in queste situazioni…il marcio sta dentro casa nostra è inutile cercarlo fuori.
Banca Marche, la verità di Ambrosini: “Non mi sono arricchito coi clienti”
L’ex presidente è accusato anche di associazione a delinquere
ro. da.
BANCA MARCHE, 27 INDAGATI NEL MIRINO DELLA PROCURA
Michele Ambrosini ex presidente di Banca Marche (FotoBinci)
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Pesaro, 17 aprile 2014 – L’ex presidente di Banca Marche Michele Ambrosini ci sta a finire sulla graticola ma non a farsi rosolare in silenzio: «Se vengo accusato di associazione a delinquere perché avrei avallato mutui senza garanzie o affidamenti ad amici degli amici chiedo allora di sapere che cosa hanno combinato le due società di diligence che avevamo incaricato di controllare la filieraautorizzativa della banca, mi chiedo perché la stessa Banca Italia ci ha sanzionato «solo» per 6mila euro scrivendo nel 2011 che avevamo prontamente provveduto a recepire le loro indicazioni.
Mi chiedo perché, quando personalmente ho chiesto al consiglio d’amministrazione nel 2011 di affiancare al direttore generale Bianconi un’altra figura che avrebbe dovuto sostituirlo al termine del mandato fissato per il 2012, mi sono sentito dire no da tutti i soci, a partire dalle fondazioni di Pesaro, Jesi, e Macerata, che lodavano il direttore perché garantiva utili ai soci e dunque esercitava al meglio il mandato conferitogli. Ci sono anche video su youtube molto eloquenti del presidente della fondazione di Macerata Franco Gazzani che chiede a Bianconi la garanzia degli utili. E poi mi chiedo: se Bianconi faceva affari con Casale comprando case a Roma, veniva a dirlo a me? Io e il resto del cda non abbiamo mai visto un atto o una delibera che non fosse perfettamente avallata e autorizzata da tutti gli uffici delegati. Che cosa dovevo fare come presidente? Andare a chiamare tutti i vari funzionari per farmi dire se c’era qualcosa di losco sotto o se c’erano clienti favoriti piuttosto che altri? Sono entrato in banca nel 1994 e non ho mai coltivato degli orticelli personali. Mai. Non ho mai avuto tornaconti e la mia indennità non era certo legata ai mutui o agli affidamenti della banca. Ma la domanda che mi faccio è questa: se siamo indagati ora di associazione a delinquere, non lo eravamo però per gli affidamenti che abbiamo fatto all’aeroporto di Ancona che ci scongiurava di pagare il carburante per far partire gli aerei pieni di persone che altrimenti sarebbero rimasti in pista, non lo siamo stati per aver dato finanziamenti a tambur battente per arginare le frane, le alluvioni, i terremoti che hanno colpito in più occasioni le Marche. Banca Marche è stata la spina dorsale di questa terra, non credo che questo merito si debba negarlo».
All’ex presidente di Banca Marche, che risponde di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, si contesta la possibilità che si possa esser arricchito o possa aver avuto benefici da clienti della banca che si sono affidati al suo studio legale per tutele di vario tipo. Un’eventualità che Ambrosini ha rigettato subito dicendo di non aver mai avuto clienti per commistione con la banca che presiedeva. La guardia di finanza di Ancona dopo aver ricevuto esposti dall’attuale direzione di Banca Marche per gli affidi concessi negli anni passati sia attraverso la banca che col Medioleasing, ha eseguito una serie di perquisizioni in case e uffici. «Sono venuti a casa mia e nel mio studio per sincerarsi sui miei clienti ed hanno controllato tutta l’anagrafe dello studio. Non ho mai nascosto niente nel mio modo di presiedere la banca, e tantomeno in questo difficile momento. Vorrei avere un incontro con i magistrati ma questo dipende ovviamente da loro. Io continuo a fare il mio lavoro e a guardare con fiducia al futuro».
Eccone un altro(Ambrosini) che nn ha nessuna responsabilita’,ma che sopratutto e’ tranquillo…e guarda al futuro ( suo o di bmarche?)con fiducia.Mi viene da dire che se non avesse veramente nessuna responsabilita’ queste sono le conseguenze di fare il presidente di una banca medio/grande avendo le competenze di ottimo avvocato ma non di banchiere.Chi glielo ha fatto fare?Non credo che il mondo della finanza rimpiangera’ l’avv.Ambrosini ,idem per altri settori…se dopo questa vicenda ognuno tornera’ a fare il proprio mestiere ne avremo tutti da guadagnarci