Banca Marche, cosa cambia
con l’arrivo dei commissari

Chi sono Feliziani e Terrinoni, per due mesi alla gestione straordinaria di Bdm e alla ricerca di investitori per l'aumento di capitale. La banca prosegue normalmente la propria attività e Goffi resta alla guida della direzione. Ma il passo sta per cambiare. Sia in merito alla riorganizzazione che nell'individuazione delle responsabilità. Irritazione per la mancanza di certezze da parte della cordata locale. Tanoni: "Dal nostro punto di vista il quadro non cambia"

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Il Consiglio di Amministrazione di oggi. Dalla sinistra i vicepresidenti Pirro e Tardioli, il presidente Masera, il dg Goffi.

Il Consiglio di Amministrazione di ieri. Dalla sinistra i vicepresidenti Pirro e Tardioli, il presidente Masera, il dg Goffi.

di Marco Ricci

Da ieri due commissari sono alla guida di Banca delle Marche (leggi l’articolo). Affiancheranno al vertice dell’istituto l’attuale direttore generale Luciano Goffi che continua ad operare a capo della direzione. Sospesi in via temporanea invece gli organi amministrativi e di controllo. Dunque Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni avranno il compito di gestire provvisoriamente Bdm per un periodo non superiore a due mesi, con i poteri propri degli organi amministrativi e dei pubblici ufficiali. L’ordinamento attribuisce inoltre alla Banca d’Italia funzioni di generale supervisione del loro incarico. Ricordiamo di passaggio che, sempre secondo le linee guida stilate da Palazzo Koch, quando la complessità della situazione lo richiede non viene nominato uno ma due o più commissari. Di norma vengono scelti uomini con caratteristiche professionali diverse.

Giuseppe Feliziani, uno dei due commissari di Bdm (fonte youreporter.it)

Giuseppe Feliziani, uno dei due commissari di Bdm (fonte youreporter.it)

CHI SONO I COMMISSARI – Giuseppe Feliziani, romano, inizia la sua carriera nel 1976 all’Istituto San Paolo di Torino a Roma, finché dal 1992 è direttore per lo stesso istituto di vari filiali tra cui quella di Civitanova Marche. Dopo un passaggio a Bologna come responsabile del Corporate,  a Napoli in occasione dell’acquisizione del Banco, nel 2009 è nominato Direttore Regionale del Gruppo Intesa SanPaolo dell’Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise dalla quale Direzione dipendono la Carisbo, la Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna e la Banca dell’Adriatico per un totale di 550 filiali e 4.900 dipendenti. Federico Terrinoni è invece un ex ispettore di Vigilanza di Banca d’Italia. Ha già svolto le funzioni di commissario straordinario in altre banche, tra cui il Banco del Veneziano.

Il presidente di Banca delle Marche Rainer Masera e il direttore generale Luciano Goffi

Il presidente di Banca delle Marche Rainer Masera e il direttore generale Luciano Goffi

I NUMERI DI IERI – L’operatività di Banca delle Marche in ogni caso procederà immutata. La giornata molto pesante di ieri, con una semestrale in passivo per 232 milioni di euro e ulteriori rettifiche per 450 milioni, non ha messo in luce altro che una situazione in qualche modo inevitabile che sarebbe prima o poi emersa. E di cui, con il passare dei mesi, quasi tutti cominciavano a percepirne sempre più la gravità, immaginiamo in primis la Vigilanza. Parliamo adesso di 1.2 miliardi di euro di rettifiche in dodici mesi. E di perdite superiori agli 800 milioni in un anno. Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire.

LA GESTIONE PROVVISORIA – In quest’ottica va sottolineato come la banca non sia di fronte né a commissari straordinari né a commissari liquidatori e neppure all’esplosione di una situazione totalmente imprevista. Se solo a fine luglio le nuove rettifiche già si stimavano tra i 200 e i 250 milioni di euro, è noto che con il procedere dell’ispezione della Vigilanza e con la nuova valutazione dei rischi da parte della direzione di Banca Marche, il numero di crediti deteriorati stava progressivamente crescendo. E che l’analisi, condotta dai crediti peggiori a quelli teoricamente migliori, continuava a rilevare nuove criticità e dunque a condurre a nuove rettifiche. Siamo quindi di fronte ad un “commissariamento soft.” Tecnicamente definito “gestione provvisoria”, avrà appunto una durata massima di due mesi, come stabilisce il Testo Unico Bancario. Una garanzia, secondo quanto trapela da Banca delle Marche, sia per i dipendenti che per i clienti. L’attività della banca infatti procederà immutata. Né i commissari, durante le loro funzioni, potranno sciogliere gli organi amministrativi. Tale funzione spetta eventualmente al Ministero dell’Economia e delle Finanze su proposta di Banca d’Italia. Gli organi quali ad esempio il Cda, lo ricordiamo, sono stati  sospesi come prevede per l’appunto la gestione provvisoria.

La sede di Banca Marche di Fontedamo a Jesi

La sede di Banca Marche di Fontedamo a Jesi

L’AUMENTO DI CAPITALE – Nonostante tutto questo, è evidente che le cose cambieranno all’interno di Banca delle Marche. Già con le dimissioni dal Cda di Francesco Cesarini e Giuseppe Grassano, i due uomini che più di altri spingevano per un rapido cambiamento all’interno dell’istituto di credito e per l’emergere delle responsabilità, Banca d’Italia aveva presumibilmente perso degli importanti punti di riferimento in Consiglio di Amministrazione. Ma trapela da più parti anche l’irritazione di Bankitalia per la vacuità della cosiddetta “cordata locale” in un momento campale per la vita dell’istituto marchigiano. Un’irritazione già percepibile per un impegno che fino a ieri non aveva portato né a nomi né a cifre certe. Non è stato dunque un caso leggere nel comunicato diramato ieri da Bdm che i due commissari, tra i diversi compiti loro assegnati, avranno quello di “individuare le necessarie iniziative di rafforzamento patrimoniale, alfine di completare l’azione di risanamento già avviata dalla banca.” Saranno adesso presumibilmente Feliziani e Terrinoni, con la supervisione di Bankitalia, a dover raccogliere la cifra necessaria. Quei 300 milioni di euro necessari per l’aumento di capitale e sufficienti a riportare alcuni parametri di patrimonializzazione di Banca delle Marche sopra le soglie di vigilanza. Ieri, lo ricordiamo, Banca delle Marche ha dichiarato che il Total Capital Ratio dell’istituto è sceso ben sotto il limite di vigilanza dell’8%, attestandosi al 6,64%, con un calo di quasi due punti in soli sei mesi. E la presa in carico del problema della capitalizzazione dell’istituto da parte dei due commissari potrebbe aprire scenari diversi e forse anche lontani dalle Marche.

L'avvocato Paolo Tanoni

L’avvocato Paolo Tanoni

Non sembra comunque scoraggiato dalla gestione straordinaria l’avvocato Paolo Tanoni, coordinatore della cordata di imprenditori che intenderebbero sottoscrivere una parte cospicua dell’aumento di capitale di Bdm. ”Dal nostro punto di vista – ha spiegato all’Ansa  – il quadro di riferimento non cambia. Anzi, la gestione interinale è un indubbio vantaggio per il conto economico e il piano di rifinanziamento a lungo termine di Bdm”. La preoccupazione dell’avvocato riguarderebbe ”l’eventuale lievitazione dell’aumento di capitale”.

COSA CAMBIERA’ – E’ anche chiaro da quanto trapela per ora che si procederà più spediti su molti fronti. Erano infatti ben note le resistenze e le pressioni sia interne che esterne a cui era sottoposta la nuova direzione di Banca delle Marche nell’attuare non solo il risanamento ma anche la riorganizzazione dell’istituto. Ad esempio da parte di uomini legati in passato all’ex-dg Bianconi o ancora oggi alle Fondazioni. E quanti dubbi solo qualche settimana fa ancora giravano sulle valutazioni dei crediti a rischio, valutazioni da più parti ancora considerate esagerate ed eccessivamente rigorose. Così come non erano pochi i tentativi di temporeggiamento nella ricerca delle responsabilità. Ricerca che adesso potrebbe avere maggiore impulso. Una situazione insomma molto difficile per Banca delle Marche. Ma non più difficile di quanto lo fosse dieci o venti giorni fa. Anche se da ieri, questo è sicuro, quasi niente sarà più come prima.



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