”E’ importantissimo che Banca delle Marche resti nella disponibilità dell’economia regionale: auspichiamo la liberazione di tutte le energie del territorio, a partire da quelle imprenditoriali ma non solo, perché l’obiettivo della ricapitalizzazione dell’istituto fissato da Bankitalia (300 mln di euro più eventualmente altri 100 ndr) sia raggiunto”. Lo ha detto il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca.
«La ricapitalizzazione di Banca Marche – riconosce però Spacca – non potrà avvenire solo con l’impegno della cordata di imprenditori chiamata a raccolta nei mesi scorsi». Sarà indispensabile il supporto di un gruppo bancario, e il governatore spera si tratti di ”un istituto di credito dalle caratteristiche coerenti con le necessità del territorio. Una banca che non sia orientata a dinamiche esclusivamente speculativo-finanziarie ma pronta a sostenere il tessuto delle Pmi locali”, aiutandole ad uscire dalla recessione.
L’insediamento di due commissari di Bankitalia, cui BM è affidata in gestione provvisoria per un paio di mesi, è visto positivamente da Spacca, perché consente alla cordata di imprenditori, coordinata dall’avvocato Paolo Tanoni, di operare in un orizzonte temporale più ampio e in un quadro più certo.
Stando alle ultime indiscrezioni, dei 29 imprenditori che avevano messo per iscritto la loro disponibilità a partecipare all’aumento di capitale, almeno 12-13 sarebbero pronti a investire quote più rilevanti di quelle ipotizzate a inizio estate, fino a raggiungere un tetto complessivo di circa 150-170 milioni di euro. Sempre che nel frattempo la Vigilanza non riveda al rialzo la somma prefissata di 300 mln di euro.
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MA ANCORA SI CONTINUA???? possibile che non si capisce che Spacca sta bluffando???? Ma non è vero che c’è un istituto di credito disponibile ad entrare. Così come non è vero che c’è la cordata di imprenditori pronti ad investire 150 mln . NON C’E’ PIU’ TRIPPA PER GATTI!!!! I commissari hanno l’ordine di Banca d’Italia di vendere a tutti i costi, quindi anche a “svendere “ la banca ad un’altra banca ,purchè si accolli questo verminaio!!!!! SPACCA ED IL SUO “AMICO” TANONI SI STANNO SOLO FACENDO PUBBLICITA’ CON LE DISGRAZIE DELLA NOSTRA BANCA!!!!!
Ma se BdM è banca del territorio dovrebbe essere del popolo marchigiano in senso lato.Per il salvataggio della Banca non si potrebbe mettere a fuoco un’ipotesi di vasto azionariato popolare,anzichè e prima di svenderla a privati che,in termini legittimi,agirebbero con finalità speculative ?Giovanni Bonfili
Mi era sfuggita la notizia che Spacca fosse diventato azionista di riferimento della BdM, visto che ora detta anche la linea operativa…
l’azionariato popolare non lo vedo molto bene…. chi ha già perso parecchi soldi con le azioni in suo possesso, non penso sia intenzionato a rischiare altri risparmi. I commissari hanno obiettivi chiari: ridurre i costi fissi (personale) e incassare (vendere, anzi svendere…..). io comincerei dal recuperare quei milioncini di euro che in premi, buonuscite e cosette varie si sono presi i vecchi amministratori e membri del cda….. una goccia nel mare ma almeno sarebbe un segnale!
Concordo pienamente con Cerasi,continua la brutta abitudine dei politici,silenti quando avrebbero dovuto parlare ed agire,inutilmente loquaci ed iperattivi quando il latte e’ ormai quasi totalmente versato.Riguardo a Tanoni,premesso che non è’ mio compito difendere lui e la sua cordata,credo che ci sia una sostanziale differenza con Spacca.Tanoni,pochi o molti che siano,mette sul piatto i soldi( chi,come e quanto lo vedremo)Spacca chiacchere e proclami populisti,graditi ai sindacati ma non agli investitori.Le ragioni per cui una persona decide di investire in bmarche non sono legate alle pressioni di Spacca,ma da motivazioni concrete: validità’ del piano industriale,tagli deii costi,fondazioni e loro nefaste influenze fuori,tutti argomenti che sembra poco opportuno toccare se non in modo superficiale.A tutti i denigratori di Tanoni e co.chiedo se conoscono una alternativa più’ valida per salvare in tutto od in parte bmarche.Preferiscono che banca d’Italia la regali a qualcuno,risolvendo definitivamente i problemi legati alla autonomia,indipendenza,difesa della occupazione ecEcc ecc ?I commissari cdi ano chiaramente chi è’ gradito e chi no,quantifichino il valore dell’a.c.d quanto vale oggi per loro bmarche e vediamo cosa succede,senza fasciarci la testa prima di rompercela.Bmarche ha poco o niente più’ da perdere,il malato sta morendo e noi discutiamo di Tanoni,come se fosse il nemico numero uno.RITROVATE SU YOUTUBE INTERVENTO GAZZANI ASSEMBLEA CARIMA ascoltate e guardate con attenzione…
Oltre i noti accadimenti di questi ultimi mesi, ma la raccolta di risparmio della BdM dei privati correntisti è aumentata oppure, come si mormora in città, i clienti stanno fuggendo traslocando i propri risparmi verso altre banche?
Di questo non se ne parla proprio….
SPACCA STORY: EPITOME DEI GUASTI DEL POTERE CHE PERPETUA SE STESSO
C’era una volta un bravo ragazzo che veniva da una piccola città delle Marche. Studi seri con Aldo Moro; vecchia scuola DC di migliore annata; esperienza nella Fondazione Merloni a contatto con la vecchia ed ottima tradizione imprenditoriale umanistica dei vecchi Merloni…ecc. Poi venne la politica: Assessorati, Presidenze una dopo l’altra. Dopo oltre 20 anni di potere continuativo, quello che era un bravo ragazzo esce fuori con un giochetto delle tre carte degno del miglior Berlusconi. Il potere logora se stesso ….. e, soprattutto, noi che lo subiamo.
giuliano nardino sei ridicolo te la prendi con gazzani,posso immaginare il perche’, e non con chi ha gestito e amministrato la banca.Probabilmente non ti è chiara la differenza fra chi è socio e chi amministra.O forse nascondi con la tua ignoranza il vero motivo dell’attacco a gazzani:o sei uno di quelli che hanno fatto disastri o sei amico o colluso con essi.Ignorante quel video non riguarda l’assemblea carima ma un convegno della camera di commercio organizzato dai sindacati dove c’erano presenti bianconi e due consiglieri colpiti dall’azione di responsabilita’promossa dal tuo amico gazzani. Piu’ lo rivedo e piu lo appezzo.Mi piacerebbe conoscere il tuo vero nome perche’sono convinto che sei………..immagina
La politica deve rimanere fuori dalle Banche !
Guarda caso proprio ieri sera la RAI ha riproposto uno sceneggiato del 2010 sullo SCANDALO DELLA BANCA ROMANA, in cui addirittura erano coinvolti nomi quali Giolitti e Crispi, per cui la commistione tra politica e banca ha radici antiche e putroppo sembra che dopo oltre 100 anni il vizietto ci sia ancora (a livello nazionale MPS docet, a livello locale….)
Tra l’altro dire una cosa, poi dire il contrario, auspicare autonomie, auspicare cavalieri bianchi, insomma fare un balletto di oponioni e possibili scenario non fa che confodere ancor di più una trasparenza invece assolutamente necessaria in un momento tanto delicato della vita di BDM.
Si fanno nomi di banche italiane e straniere, senza valutare le logiche commerciali, di quote sportelli e quote di mercato, situazioni collegate ad una eventuale acquisizione, a logiche di sovrapposizione e anche di concentrazione che potrebbero sorgere, cessioni di rami d’azienda e di sportelli, di controllate e dei relativi addetti, per cui a piu’ riprese si dice e anche qui si nega tutto ed il contrario di tutto….
I Commissari avranno da lavorare anche a questo fatto: lasciare la chiacchiere fuori dalla loro sede operativa ! Le indiscrezioni di cui leggiamo lasciano il tempo che trovano.
Sarebbe invece positivo sapere ( una volta per tutte) i nomi VERI chi c’e’ nella famosa cordata, chi si e’ schierato ( con i soldi alla mano e non con le chiacchiere) a poter organizzare una rinascita di una azienda bancaria necessaria alla economia marchigiana, quali sono quindi anche le linee programmatiche e le competenze di coloro i quali, intervenendo in qualita’ di azionisti di peso, si vogliono scricare a terra e di quali azioni si metteranno in atto !!
Quanto poi a sottacere l’esodo di clientela dalle filiali BDM, la fuga a cui accena Cerasi, ritengo che l’emotività del momento, più che la prudenza possa essere la causa: è chiaro che le banche concorrenti stanno mettendo tappeti rossi per accoglieli !!!
Ma si tratta di risaprmi che passano da un cassetto ad un altro….
La mia preoccupazione FORTE e’ quella delle aziende, quella miriade di imprenditori che operano in maniera sana e corretta, ovviamente, ma in un contesto di mercato critico ( parole BDM) , a cui verrà chiesto di rimborsare in tutto o in parte gli affidamenti ( leggevo di importi pari a 1,5 mld di euro) operazione necessaria da parte dell’istituto per portare velocemente gli indici RWA a livelli migliori…..
Lacrime, sudore e sangue anche qui……
L’intreccio tra finanza e politica non è una novità dei nostri giorni: basti pensare che sul finire del XIX secolo, pochi decenni dopo l’Unità, in Italia scoppiò uno scandalo che portò alla luce la commistione tra politica, banche e affari.
Le premesse di questa grave crisi finanziaria furono da una parte la speculazione edilizia (in tutto il paese, ma in particolare a Roma con lo spostamento della capitale) e dall’altra i circuiti poco trasparenti generati dal finanziamento delle campagne elettorali e della politica in genere, nonché l’assenza di una reale riforma del sistema bancario.
Nel 1889 le banche autorizzate all’emissione di cartamoneta erano sei (la Banca nazionale, la Banca romana, la Banca nazionale toscana, la Banca Toscana di credito, il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia) e il loro operato riscuoteva sempre maggiori critiche. La gestione degli istituti di emissione appariva piuttosto dubbia, mentre sempre più evidenti apparivano le connessioni tra il mondo politico e le banche, tanto che le inchieste parlamentari erano state puntualmente insabbiate da governi e Parlamento, fino al 1892 quando, divenute note le vicende della Banca romana, scoppiò uno scandalo.
Lo scandalo della Banca romana aveva travolto la politica, almeno in parte e allo stesso tempo rappresentava la crisi finanziaria che il paese stava attraversando.
Ma il processo del 1894 assolse tutti per insufficienza di prove: i giudici accolsero la tesi che sosteneva la sottrazione, nel corso delle indagini, di importanti documenti.
Le ripercussioni, però, furono notevoli. Dal punto di vista politico la più evidente fu la scomparsa – momentanea – di Giolitti dalla scena politica. Dal punto di vista finanziario, la più importante fu sicuramente l’istituzione nel 1893 della Banca d’Italia – che sarebbe poi diventata l’unico istituto di emissione dello Stato – a cui fu affidata la liquidazione della Banca romana.