di Marco Ricci
Nelle indagini della Procura di Ancona è finita una delle operazioni a suo modo più note che hanno coinvolto l’ex direttore generale di Banca Marche, Massimo Bianconi. Ovvero l’acquisto della palazzina di via Archimede 96 a Roma, dalla Immofinanziaria srl, una società di Vittorio Casale, l’immobiliarista che avrebbe ottenuto credito facile da Banca Marche. Per questi finanziamenti – che secondo i magistrati potrebbero prefigurare l’appropriazione indebita – insieme a Bianconi e Casale sono indagati Michele Battistelli, Lauro Costa, Giuseppe Paci, Tonino Perini e Stefano Vallesi, all’epoca a amministratori e dirigenti Banca Marche. Secondo la ricostruzione dei magistrati Massimo Bianconi, dall’acquisto dell’immobile di via Archimede avrebbe ottenuto – in modo più o meno diretto – un proprio tornaconto per i finanziamenti concessi dalla banca marchigiana a quattro società riferibili a Casale: Porto San Rocco srl, Cfn Centralinista srl, Via Stalingrado srl, Cfn Trading srl e Iside 4 srl.
Per la Procura, tutta l’operazione nascerebbe da una delibera di fine luglio 2010 quando il comitato esecutivo di Banca Marche – in cui sedevano Costa, Ambrosini e Perini – aprono delle linee di credito a favore delle società di Casale per quasi 4.6 milioni di euro. I finanziamenti, almeno teoricamente, sarebbe stati erogati da Banca Marche alle società di Casale per anticipare dei crediti Iva pur – rilevano i magistrati – mancando dei presupposti, con l’erogazione da parte dell’istituto che sarebbe avvenuta senza la produzione di alcuna certificazione dell’Agenzia delle Entrate. La Procura di Ancona – dopo aver rilevato che le pratiche di finanziamento furono avvallate da Massimo Bianconi – hanno quindi ricostruito come Casale avrebbe reso il favore all’allora direttore di Banca Marche, partendo da un accordo di compravendita tra una società di Casale – la Immofinanziaria srl – e una società acquirente – la Archimede 96 srl – amministrata dalla figlia di Bianconi e di proprietà sempre di familiari dell’ex dg. Prezzo stipulato della vendita 7 milioni di euro. Ma pagati come?
Ad inizio 2010 la Tercas – la banca allora diretta da Antonio di Matteo – avrebbe aperto un mutuo ipotecario a favore dell’Archimede srl, la società appunto riconducibile a familiari dell’ex dg di Banca Marche, un mutuo da rimborsare in 19 anni che sarebbe poi servito per sottoscrivere l’atto di compravendita. Fin qui niente di particolarmente, se un’altra società del gruppo Casale – la Cfn Servizi immobiliari srl – non avesse precedentemente preso in affitto lo stesso immobile di Via Archimede 96 dalla società che poi vendette a Bianconi, ad un canone di 600.000 euro all’anno.
Insomma, alla fine della fiera, la Archimede 96 – e quindi più o meno direttamente Massimo Bianconi – si sarebbe ritrovata, secondo le ipotesi degli inquirenti – con 37.000 euro di rata di mutuo da pagare ogni mese a Tercas, incassando però 50.000 euro di canone mensile di affitto dalla società riferibile a Vittorio Casale. Oltre, ovviamente, all’immobile di via Archimede a Roma.
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ma la mamma di bianconi come si chiama??
E’ meglio non commentare…
io invece commento. Anzi no fatelo voi visto che a me sono chiari i motivi percui è stato per molti anni Direttore”??????????” di Banca Marche!
Adesso aspettiamo le dichiarazione dell’avvocato difensore diBianconi che , come l’avvocato di Vallesi, ci diranno della serenita’ e dell’innocenza del proprio indagato. PERO NOI FACCIAMO IL TIFO PER I MAGISTRATI DI ANCONA!!!
Heureka!
Persichetti,allora che fai commenti o non commenti?Io non lo faccio perche’ dovrei ripetere sempre le stesse cose,il concetto di base e’ :chi ha messo Bianconi e co.nelle condizioni di fare e disfare a suo piacimento?tu mi insegni che non appena Gazzani ha deciso di nominare non due marziani ma due persone oneste e competenti come Cesarini e Grassano tante magagne sono emerse in poche ore.Pensi che se Gazzani si fosse mosso a suo tempo come sta facendo oggi(e questo gli fa onore) saremmo tutti in questa situazione?Quindi trai tu le tue conclusioni…una se mi permetti la traggo io,ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere,capendo i propri limiti.E per evitare polemiche,mi riferisco a TUTTI i protagonisti di questa vicenda,e sottolineo tutti ,nessuno escluso,compresi ,come li chiami tu,i miei presunti amici non ben identificati ai quali io risponderei per altrettanti non ben identificati interessi.Mi dispiace deluderti ma il mio unico interesse,come oggi credo sia quello di Gazzani e’ limitare i danni e cercare di riportare a casa almeno parte dei miei risparmi investiti in bmarche( la logica che ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere come vedi vale anche per me)
il commento è superfluo.E’ nei fatti e negli avvenimenti che si stanno susseguendo in maniera vertiginosa.Chi ha sbagliato deve pagare e paghera’.Devi convenire con me e con tutte le persone serie,e ce ne sono,che l’unico che da piu’ di un anno si è mosso per stabilire la verita’ e cercare di capire quello che è successo,è uno solo; è il presidente della Fondazione Carima. Chi ci ha messo Grassano e Cesarini!Perche’ le altre fondazioni sono silenti e il nostro sta facendo,come si legge sulla stampa,il diavolo a quatt0?.Perche’ è l’unico che ci mette la faccia?.Io credo perche’ è uno di pochi inattacabile in quantonon in sintonia( per usare un eufemismo) con i signori che in questi giorni sono oggetto di attenzioni da parte della magistratura.
il commento è superfluo.E’ nei fatti e negli avvenimenti che si stanno susseguendo in maniera vertiginosa.Chi ha sbagliato deve pagare e paghera’.Devi convenire con me e con tutte le persone serie,e ce ne sono,che l’unico che da piu’ di un anno si è mosso per stabilire la verita’ e cercare di capire quello che è successo,è uno solo; è il presidente della Fondazione Carima. Chi ci ha messo Grassano e Cesarini!Perche’ le altre fondazioni sono silenti e il nostro sta facendo,come si legge sulla stampa,il diavolo a quatt0?.Perche’ è l’unico che ci mette la faccia?.Io credo perche’ è uno di pochi inattacabile in quanto in sintonia con i signori che in questi giorno sono oggetto di attenzioni da parte della magistratura.
L’operazione di Bianconi non è da “geni della finanza”, quindi neanche da questo punto di vista il personaggio merita attenzione. Come punizione per aver coinvolto la figlia in questo losco affare, sarebbe da ……….. si accettano suggerimenti.
Persichetti,sono il primo ad avere riconosciuto a Gazzani i meriti da te elencati,così come concordo sull’assordante silenzio delle altre benemerite fondazioni,ma il problema,a mio modesto parere e’ che le vere e più’ gravi responsabilità’ delle fondazioni vanno ricercate nelle scelte delle nomine e nelle decisioni del 2007 ..Lo ripeterò’ fino alla morte,vendere la banca a suo tempo,al di la’ dei valori e delle plusvalenze che sarebbero entrate nelle casse anche e sopratutto delle fondazioni,avrebbe tolto il giocattolo di mano a questa banda sgangherata.Solo degli incompetenti potevano lasciare una banca nelle mani di altri incompetenti,alcuni dei quali sembrerebbe anche essere disonesti e corrotti.Una banca seria che avesse acquisito banca Marche sai dove avrebbe buttato gli attuali e passati dirigenti,presidenti,ad,consiglieri?Ad andar bene in una porcilaia.Per non dimenticare:Lauro Costa esco lasciando banca Marche in sicurezza
I primi articoli di stampa sulle faccende immobiliari di Bianconi e famiglia (la moglie per intenderci) furono pubblicati dall’Espresso nel 2007 o 2008. Si trattava di una palazzina zona Piazza di Spagna venduta alla moglie di Bianconi da Coppola uno di quelli che Ricucci definì “i furbetti del quartierino”. Tanto per intenderci, un giovinotto di nemmeno quaranta anni che da zero aveva accumulato un patrimonio immobiliare superiore al miliardo di €uro. Chissà se i membri delle Fondazioni leggevano i giornali!