di Marco Ricci
Il Consiglio di Amministrazione e l’Organo di Indirizzo della Fondazione Carima hanno deciso di non accettare la richiesta pervenuta da Banche delle Marche di sottoscrizione del prestito obbligazionario subordinato. Su un totale di 60 milioni di euro, la Fondazione maceratese si sarebbe dovuta impegnare per 12 milioni. La bocciatura della richiesta di Bdm è stata sostanzialmente unanime, con solo cinque astensioni che – per la modalità di votazione – hanno sostanzialmente il significato di voto contrario.
All’interno della Fondazione Carima ci si è espressi con forte contrarietà sia nel merito che nel merito della richiesta pervenuta. La somma di 60 milioni infatti sarebbe necessaria a Banca delle Marche per mantenere un Total Capital Ratio superiore a 8% (attualmente è a 8,23). Il prestito dunque coprirebbe una situazione che viene considerata dalla Fondazione maceratese non solo in progressivo deterioramento – e dunque non risolutiva per mantenere l’indice sopra i livelli richiesti – ma anche ampiamente prevedibile. Data proprio la prevedibilità dell’avvicinarsi a questo livello limite del Capital Ratio, data la vicinanza della richiesta con l’importante scadenza del 30 di giugno quando si chiudono le semestrali, gli organi istituzionali della Fondazione Carima non hanno affatto gradito che Banca delle Marche ponesse la Fondazione con le spalle al muro. Si lamenta infatti che l’email con la richiesta di sottoscrizione sia stata inviata solo il 26 di giugno nonostante la Banca avesse deliberato sei giorni prima. Dunque solo la mattina successiva – mentre già si provvedeva a smobilitare cifre consistenti da alcuni strumenti finanziari – Fondazione Carima ha potuto avere chiarimenti sulla richiesta. Un comportamento stigmatizzato fortemente a cui si aggiunge però un importante punto di merito che ha ulteriormente spinto gli organi istituzionali a rifiutare la sottoscrizione.
Secondo quanto riportato da un parere legale sull’operazione richiesto dalla stessa Fondazione, la sottoscrizione del prestito obbligazionario avrebbe esposto ulteriormente la Fondazione nei confronti di Bdm, con il conseguente rischio di un ulteriore depauperamento del proprio capitale e dunque con una possibile azione di rivalsa sugli stessi membri del Cda e dell’Organo di Indirizzo in caso di perdite dovute all’operazione. Ricordiamo a questo proposito che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha già invitato le Fondazioni a non esporsi ulteriormente nella Banca marchigiana. In sostanza comunque la Fondazione Carima ritiene altamente rischiosa la sottoscrizione dell’obbligazione.
Da quanto si è venuto a sapere, il prestito obbligazionario di 60 milioni doveva originariamente essere sottoscritto per quaranta milioni tra Intesa-San Paolo e Monte dei Paschi di Siena. Gli ulteriori 20 milioni sarebbero stati suddivisi tra le tre Fondazioni. Il tirarsi indietro di uno dei due maggiori Istituti di credito ha invece portato alla richiesta di 12 milioni rispettivamente alle Fondazioni di Macerata e Pesaro e di 10 milioni a quella di Jesi. Secondo quanto si apprende da un comunicato della stessa Banca delle Marche, Jesi e Pesaro hanno sottoscritto il prestito obbligazionario per un totale di 20 milioni. Dunque un’ulteriore nettissima presa di distanza della Fondazione Carima dalle due consorelle, ma a questo punto anche una censura dell’operato dello stesso Direttore Generale Luciano Goffi.
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L’articolo di oggi pomeriggio: BDM, NECESSITA’ DI PRESTITO IN 24 ORE. GOFFI “GIRO DI BOA CON L’AUMENTO DI CAPITALE”
Le dimissioni di Cesarini, la mancata nomina di Masera a Presidente e le divisioni tra le tre Fondazioni. In corso la riunione degli organi di governo delle tre Istituzioni. Banca Marche necessiterebbe di 70-80 milioni in brevissimo tempo. Il Direttore Generale è comunque fiducioso. Sabbatini (Pesaro): “Adesso armonia e impegno locale”. (LEGGI L’ARTICOLO).
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..ma quanti buffoni ci sono in bdm……ma gazzani che ora fa la vittima si ricorda che propio lui si e posto di traverso quando per bdm ci davano piu di 3euro ad azione??? che senso ha vendere ora la banca ???
Mmm la vedo davvero brutta…
Cui prodest?
Servono soldi e tanti per dare risposte certe ad una richiesta di patrimonializzazine.
I parametri di Basilea sono paletti da cui non si può prescindere…..qui è in forse il prosieguo e la certezza del futuro di BdM e questi signori continuano a litigare come i noti capponi di Renzo, di manzoniana memoria…
Mi sa tanto che lunedì Bankitalia farà un passaggio dalle parti di Jesi…..
decisione saggia
INSULTO A TUTTI I CLIENTI, DIPENDENTI E AZIONISTI.
CHE BANCA MARCHE FOSSE TRATTATA COME UNA VACCA DA MUNGERE E POI ABBANDONATA DA PERSONAGGI SENZA SCRUPOLI E’ SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI. MA ORA, VOI DELLE FONDAZIONI, VOI IMPRENDITORI MARCHIGIANI ONESTI, VOI SINDACALISTI, VOI POLITICI DELLA NOSTRA REGIONE, E’ URGENTISSIMO CHE VI GUARDATE NEGLI OCCHI (SE AVETE ANCORA UN PO’ DI ONORE) SALVATE BANCA MARCHE, NON FATELA DIVENTARE PROPRIETA’ DI ALTRI ISTITUTI. STRINGETEVI INSIEME A QUEL BRAV’UOMO CHE STA TENTANDO IN TUTTI I MODI E SENZA RISPARMIARSI, DI SALVARE IL SALVABILE, DATEGLI UNA MANO, MI RIFERISCO ALL’ATTUALE DIR.GENERALE GOFFI. BASTA FARSI LA GUERRA PER BANDE E REGALARE BANCA MARCHE AD ALTRI.
Vista la professione del Presidente Gazzani – detto, intendiamoci, senza alcuna ironia – il detto milanese “ofele’ fa el tuo meste'” mi sembra si attagli perfettamente alla situazione tragicomica. P.S. l’ofele’ in dialetto milanese e’ il pasticciere: come dire, ragazzo di pasticceria fai quello che sai fare e non ti allargare troppo che poi fai danni.
Ma chi ha causato il “foro” di centinaia di milioni di euro è ancora a piede libero oppure è dietro le sbarre??
….entro fine settimana bm sara’ commissariata?!?!?!?!?! troppi incompetenti intorno alla banca!!!
…persichetti perche pensi sia una decisione saggia??? hanno voluto la bicicletta ora pedalino!!!!!
Siamo proprio ridotti in “braghe di tela”. “DITE, DITE. CHI LA RIDUSSE A TALE?”
perche’e’inutile mettere altri soldi visto che la fondazione carima ha subito fino ad oggi l’arroganza di Pesaro.Masera docet e molto di piu’……..o di meno!
Perbacco, un “gran rifiuto” dantesco in piena regola! Per pareggiare il conto – in questo festival per tragicomici destinato di certo a divenire uno dei vanti della filiera culturale marchigiana – adesso ci vuole, come minimo, un “Tu quoque, Brute, fili mi!” alla Giulio Cesare.
Secondo quanto pubblicato da un quotidiano Romano, risulterebbe che Visco avrebbe formulato una richiesta perentoria: oltre alla nomina di un presidente di alto profilo, il Governatore della Banca d’ Italia chiede la realizzazione dell’aumento entro il 30 settembre:
Il termine fa tremare i polsi a BdM, in quanto e’ veramente difficile da rispettare dato che mancano poco meno di tre due mesi, per di più con la pausa estiva di mezzo.
Dagli ambienti di Bdm, trapela comunque che si possa ottenere la possibilità di poter procrastinare fino al 31.12.2013 la “dead-line” per trovare almeno 300 milioni di euro !
Ecco quindi che il prof. Masera prima di una settimana non scioglierà la riserva avendo posto posto al vicepresidente Federico Tardioli una condizione per accettare la nomina: la nascita di un consorzio bancario di garanzia per il maxi-aumento, consorzio che efficacemente possa garantire l’operazione.
Altro punto cruciale per far si che l’operazione vada in porto e’ che il gruppo di privati coordinato dall’avv. Paolo Tanoni (composto da nomi eccellenti della finanza locale quali Merloni, Pieralisi, Pesaresi e altri) confermi l’impegno a versare circa 150 milioni;
Si dovrebbe poi avere anche la certezza della partecipazione all’aumento delle fondazioni…. la certezza che Intesa Sanpaolo, gia’ azionista Bdm con un 7%, abbia piena intenzione e voglia di seguire la ricapitalizzazione e magari anche non aumentare la sua quota.
Questa settimana sara’ certamente cruciale.