di Marco Ricci
Le ultime due giornate sono state piuttosto confuse. Tra dichiarazioni, smentite e “no-comment” il dato certo dovrebbere essere questo. Che il prestito obbligazionario subordinato Upper Tier II scaduto ieri si è fermato a quota 25 milioni di euro, con le sole sottoscrizioni di fine giugno di due delle tre fondazioni azioniste. 10 milioni di euro da Pesaro e 15 milioni da Jesi. Sono quindi restati scoperti 55 milioni di euro. Il prestito per complessivi 80 milioni si è reso necessario per riportare all’otto per cento il Total Capital Ratio della Banca, livello sotto il quale si incorre nel rischio della restituzione di 4 miliardi di euro alla Bce. Un’eventualità forse meno drammatica di come l’ha definita ieri il Governatore Spacca ma che qualche difficoltà potrebbe comportare. Questo scenario si basa però su alcuni dati incerti. Quanto vale effettivamente il Tcr di Banca delle Marche? E in oltre, sono state effettuate operazioni di diverso tipo per aumentare il patrimonio primario?
Qui si entra nel regno delle esegesi. Bdm ripete anche oggi con decisione le stesse parole di smentita seguite alla conferenza stampa di ieri di Paolo Tanoni. Aggiungendo inoltre che “nessun investitore istituzionale ha sottoscritto il bond”, come Tanoni aveva dichiarato potesse avvenire qualora vi fossero difficoltà con altro tipo di operazioni in grado di aumentare il Tcr. Quali? Sempre l’avvocato recanatese aveva immaginato “la computabilità a patrimonio primario di obbligazioni Lt2 in possesso della Banca.” Operazione in grado presumibilmente di portare il Total Capita Ratio sopra l’otto. Seppure non commenti niente al proposito, è immaginabile che la Banca escluda questa eventualità come ha escluso “qualsiasi trattativa con Banca d’Italia.” Perchè Banca d’Italia evidentemente non tratta ma delibera. Escludere trattative non significa però che qualche altro tipo di operazione in grado di accrescere il patrimonio di vigilanza non sia immaginabile. Sebbene su questo, in una giornata più di silenzi che di chiarimenti, non ci sia alcuna certezza.
Restano quindi sul piatto le due versioni. O meglio la versione di Tanoni secondo il quale il problema del Tcr sarebbe rientrato a brevissimo e il silenzio di Banca delle Marche che si è limitata sostanzialmente a smentire. E a noi restano due domande. Se si siano compiute operazioni che al di là del prestito obbligazionario subordinato abbiano portato i livelli del Tcr sopra l’otto e quanto valga effettivamente il Total Capital Ratio adesso. E’ comunque versosimile che in questo momento il ruolo e le decisioni di Banca d’Italia siano come non mai importanti fattori in gioco. E anche il silenzio di Bdm potrebbe risentire dell’abituale riservatezza monastica di palazzo Koch.
Rimanendo a Paolo Tanoni, dovrebbero essere partite le email ai 150imprenditori marchigiani a cui si chiede di sottoscrivere l’impegno all’aumento di capitale. Obiettivo a breve termine, come ha affermato ieri l’avvocato, “cento milioni di euro.” Un inizio che verrebbe considerato confortante dal coordinatore della cordata e senza dubbio in grado di dare maggiore concretezza a un impegno ormai annunciato da tempo. Oltre ai nomi di Francesco Merloni e Asdolfo Guzzini è spuntato anche quello di Edoardo Longarini.
E domani sarà un altro giorno importante per l’istituto marchigiano. Il Cda in programma a Fontadamo andrà ad analizzare le prime evidenze gestionali della semestrale e ad approvare la revisione del piano industriale. Si sa dei rapporti con Popolare di Vicenza per la cessione della Cassa di Risparmio di Loreto e si sa che con i sindacati Masera avrebbe parlato di cinquanta sportelli di Bdm in vendita, oltre all’esternalizzazione del Ced e in ogni caso di un “inasprimento” del vecchio piano industriale. Solo domani forse i lavoratori della Banca avranno dettagli maggiori. In ogni caso le rappresentanze sindacali sono state convocate per venerdì 2 agosto dal Direttore Generale Goffi presumibilmente per illustrare loro proprio il piano industriale e la situazione economica della banca. Ad oggi sono ipotizzabili dai 100 ai 150 milioni di nuove rettifiche in questi primi sei mesi dell’anno. Un numero maggiore di quanto si attendeva ma, secondo le parole di pochi giorni fa del Direttore Goffi, dovuto principalmente a vecchi crediti in difficoltà piuttosto che a nuove posizioni deteriorate.
Nel frattempo si è inasprito lo scontro tra i lavoratori, dopo le dichiarazioni che ci ha reso il Segretario Generale della Fiba-Cisl Giovanni Gianuario. In questa occasione il Segretario aveva quasi invocato di “azzerare i ruoli in Bdm”, puntando in particolare il dito su coloro “che contornavano Bianconi.” Questa intervista aveva provocato ieri la risposta dei Segretari Regionali Marche di Fabi, Fisac/Cgil, UILCA in cui, tra le righe, si leggeva una critica allo stesso Giuanurio. E oggi la Fiba-Cisl Marche risponde per le rime agli altri sindacati con un ulteriore comunicato che potete leggere in calce. Premettendo che la Fisab-Cisl “ha sempre sostenuto, non cambiando mai idea, che i suddetti lavoratori non possono e non devono pagare le colpe di chi ha portato la banca in questa situazione”, il comunicato oltre a rimarcare l’autonomia di espressione da parte del sindacato stesso, pone alle altre rappresentaze dei lavoratori delle condizioni per restare “compagni di viaggio”. Una delle quali è proprio quella delle responsabilità.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Di seguito il comunicato integrale della Fisab-Cisl:
Ci fa piacere apprendere da un volantino firmato da tre sigle sindacali che “siamo considerati COMPAGNI DI VIAGGIO”.
Non essendo stati invitati a partecipare all’estensione del documento in questione vorremmo precisare che siamo tutti “INVIAGGIO”!!! Ma la destinazione forse diversa?
La Fiba/Cisl non solo ha sempre difeso gli interessi dei lavoratori di Banca Marche condividendo tale atteggiamento con le altre OO.SS.(le organizzazioni sindacali a questo servono e non ad altro) ma ha sempre sostenuto, NON CAMBIANDO MAI IDEA, che i suddetti lavoratori non possono e non devono pagare le colpe di chi ha portato la banca in questa situazione.
La Fiba/Cisl intende continuare a tutelare,in qualsiasi contesto,ilavoratori di tutte le aree geografiche in cui sono presenti le aziende del Gruppo Banca Marche.
La Fiba/Cisl,rispettandola lalibertà e l’autonomia di pensiero e di espressione delle altre OO.SS.,è peròlibera di rilasciare interviste o redigere comunicati,anche forse scomodi per qualcuno,in quanto non si sente vincolata
ad alcun interesse particolare se non a quello dei propri associati e dei lavoratori di Banca Marche.
LaFiba/Cisl continuerà a ribadire che,individuate le responsabilità del passato, si dovrà tener conto di ciò anche sostituendo negli incarichi coloro
ai quali queste responsabilità sono da attribuire. E questo non per uno spirito di rivalsa, ma per dare la giusta credibilità ad un progetto industriale che non potrà, vista la situazione attuale, che essere serio e rigoroso, nonché, ovviamente, rispettoso dei lavoratori.
La Fiba/Cisl ritiene tutt’ora giusto difendere l’autonomia e l’integrità aziendale del Gruppo Banca Marche per tutto quello che esso rappresenta per i lavoratori, il territorio ed il tessuto economico sociale marchigiano e non solo.
Sia chiaro, solo aqueste condizioni siamo e saremo “compagni di viaggio” di chiunque condivida questi principi e questi obiettivi.