L’ALLARME – Mattinata calda nel quartier generale della Banca delle Marche a Fontedamo. Questa volta non per trattative finalizzate all’aumento di capitale o per tensioni tra i diversi attori sociali coinvolti ma per l’allarme antrace scattato questa mattina nell’ufficio credito. E’ accaduto al momento della distribuzione della posta, quando uno degli impiegati dell’area ha aperto una busta dalla quale è fuoriuscita una polvere bianca. Subito ha dato l’allarme ed è subito intervenuta la squadra N.B.C.R. (Nucleare Batteriologico Contaminante Radioattivo) dei Vigili del Fuoco. Gli uffici coinvolti sono stati isolati per motivi di sicurezza e sono stati prelevati campioni di polvere che saranno analizzati per stabilire di che si tratta realmente.
Non si tratta di un caso isolato nelle Marche: il 27 giugno infatti un plico sospetto era stato recapitato alla sede fabrianese della Banca Popolare di Ancona e il giorno dopo, il 28 giugno, una busta con polvere bianca aveva fatto scattare l’allarme ad Ancona, alla sede di Equitalia. Impossibile al momento dire se le missive sono state inviate dallo stesso soggetto.
LA POPOLARE DI VICENZA PUNTA A CARILO – Tornando invece sul fronte economico e finanziario, di Banca delle Marche si è occupato ieri il CorrierEconomia che in un articolo di Stefano Righi ha sottolineato come nel risiko degli sportelli di provincia Gianni Zonin, presidente della Banca Popolare di Vicenza troverebbe appetibili le quote che BdM ha nella Cassa di Risparmio di Loreto per arrivare a controllare i 15 sportelli dell’istituto. La Popolare di Vicenza pagherebbe parte in cash e parte in azioni. Sembrano invece sempre meno interessate all’istituto marchigiano le francesi Cariparma – Crédit Agricole e Bnl – Bnp Paribas.
MASERA FIRMA IL MANIFESTO – Il neo eletto presidente Rainer Masera è tra i firmatari dell’appello per un nuovo trattato europeo di Paolo Savona in cui si chiede una revisione dei trattati di Maastricht e di Lisbona e un ripensamento dell’architettura istituzionale dell’Unione Monetaria Europea. Con lui illustri economisti e giuristi dell’economia hanno firmato. Nel documento si chiede un ripensamento dell’architettura istituzionale dell’Unione Monetaria Europea.
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