
La sede di Banca delle Marche a Jesi
Come annunciato, e questa volta senza ulteriori slittamenti, la Banca delle Marche ha approvato questo pomeriggio il primo bilancio in rosso della sua storia. Il direttore Luciano Goffi aveva parlato di 450-500 milioni di euro di perdita (leggi l’articolo) e il risultato definitivo è persino leggermente superiore con 518 milioni di euro col segno rosso. Sul risultato le rettifiche di credito per oltre 811 milioni.
Il direttore Goffi e il presidente Lauro Costa spiegheranno il bilancio domani nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà a Fontedamo a Jesi, quartier generale dell’istituto.
Intanto questo pomeriggio, mentre all’intorno il Consiglio d’Amministrazione riunito affrontava la delicata situazione, i sindacati hanno presidiato la sede della banca per chiedere ”chiarezza sulle responsabilità delle attuali difficoltà, di valorizzare le professionalità dei lavoratori e salvaguardare l’occupazione”.
BANCA MARCHE RENDE NOTI I RISULTATI DI BILANCIO 2012 ATTRAVERSO UN COMUNICASTO STAMPA –Impieghi verso clientela: 16.446 milioni di euro -Raccolta complessiva: 18.750 milioni di euro -Margine di intermediazione: 657,9 milioni di euro (+ 10,2%) -Rettifiche di valore: 811,4 milioni di euro -Perdita di esercizio: – 518 milioni di euro -Coefficienti patrimoniali individuali: Total Capital Ratio: 9,74% Tier 1: 6,46%

Il presidio dei sindacati davanti alla Banca delle Marche
Il Consiglio di Amministrazione di Banca Marche presieduto da Lauro Costa ha approvato il progetto di bilancio relativo all’esercizio 2012, periodo caratterizzato da un contesto particolarmente difficile per il settore bancario. La minore capacità di risparmio delle famiglie causata dalla flessione del reddito disponibile e dal deterioramento del mercato del lavoro, la persistente assenza di scambi nel mercato dei capitali all’ingrosso e il trasferimento (a seguito del “Decreto Salva Italia”) della liquidità depositata presso Comuni, Province e Regioni ad un’unica tesoreria statale accentrata hanno determinato una flessione del 6,9% della raccolta complessiva (euro 18.750 mln. al 31/12/2012), derivata dalla contrazione sia della componente diretta, pari a 14.835 milioni di euro (-7,7%), sia della indiretta, pari a 3.915 milioni di euro (-3,5%). Stante la totale chiusura del mercato dei capitali, Banca Marche ha rafforzato la raccolta diretta da clientela “retail”, che al 31/12/2012 assomma a 11.856 mln. (+4,5%), mentre la raccolta da clientela “large corporate” (218 mln.), più volatile ed onerosa, presenta una significativa riduzione (-75,8%) a seguito del downgrade della Banca e dell’ampliamento del differenziale tra BTP e Bund. La composizione della raccolta diretta per forma tecnica denota un decremento sia della raccolta riveniente da titoli emessi a breve e medio termine (-12,5%), anche per effetto del rimborso di 900 mln di obbligazioni, sia della componente a vista, ammontante al 31/12/2012 a 6.815 mln. (- 5,5%, flessione dovuta alla contrazione di 210 mln. dei depositi delle tesorerie di enti pubblici per l’accentramento alla tesoreria unica). In crescita, invece, la raccolta tramite il canale on line : 414 mln. al 31/12/2012 contro i 132 mln. a fine 2011. La raccolta indiretta si attesta a 3.915 mln. (- 3,5%, flessione che sconta il calo dell’8,4% del comparto “gestito” e, per lo 0,5%, della componente “amministrata”). Nel dettaglio delle componenti della raccolta amministrata, i titoli di Stato si attestano a 1.426 mln. (+8,1%) per effetto di rendimenti che permangono competitivi e di una tassazione agevolata sulle rendite, pari al 12,5%. Le obbligazioni corporate e i titoli azionari subiscono una flessione rispettivamente del 9,9% e dello 0,4%. Nell’ambito della raccolta gestita, il saldo dei Fondi comuni e Sicav registra un calo del 6,1%, mentre le gestioni patrimoniali subiscono una riduzione del 10%. Il totale delle riserve tecniche dei prodotti assicurativi detenuti dalla clientela della Banca è sceso a 314 milioni di euro per effetto di rimborsi su polizze collocate negli anni precedenti solo parzialmente compensati dall’emissione di nuove polizze. Al 31/12/2012 gli impieghi a clientela sommano 16.446 mln. (-5,3%), dato che include quanto erogato alla controllata Medioleasing S.p.A., pari a 1.898 mln.. Gli utilizzi di linee di credito ordinarie in c/c e anticipi salvo buon fine ammontano a 2.598 mln. (-24,8%) mentre i mutui sommano a 8.262 mln. (-14,2%), valore che rappresenta il 50% ca. del totale dei crediti ed include 4.263 mln. relativi ai mutui ipotecari oggetto di cartolarizzazioni e covered bond. Il comparto del “credito al consumo” segna una flessione di circa 41 milioni di euro. Le “altre forme di finanziamento” (sovvenzioni dirette, specialcredito e portafoglio finanziario della clientela) totalizzano 2.843 mln., comprensivi del finanziamento a breve a Medioleasing S.p.A. e dei crediti verso le società veicolo, pari a complessivi 445 mln. (230 mln. al 31/12/2011), per la gestione dei flussi di cassa relativi alle operazioni di cartolarizzazione e covered bond.
La Banca, nel corso del 2012 – nonostante la forte contrazione della domanda di credito – ha erogato nuovi finanziamenti alle famiglie e alle attività produttive per 1.583 mln. Il protrarsi di una congiuntura economica negativa da oltre quattro anni, che ha penalizzato in maniera significativa il settore dell’edilizia, ha reso necessaria un’attività di profonda analisi del portafoglio creditizio con una conseguente, severa riclassificazione dei crediti in essere. Ciò ha comportato un rilevante passaggio da crediti in bonis – pari a 13.900 mln. al 31/12/2012 (- 11,3%) – a crediti deteriorati, in forte accentuazione e ammontanti, alla stessa data, a 2.545 mln. (+49%) al netto delle rettifiche di valore specifiche. Il peso delle attività deteriorate rispetto al totale dei crediti verso clientela si accresce dal 9,8% del 31/12/2011 al 15,5% di dicembre 2012, con un’incidenza delle sofferenze e degli incagli sul totale dei crediti che sale rispettivamente, nel periodo, dal 4,4% al 4,8% e dal 3,2% all’7,7%. Anche per effetto delle nuove normative della Banca d’Italia, il peso delle esposizioni scadute si incrementa dal 2% al 2,8% mentre resta su livelli contenuti quello delle esposizioni ristrutturate (0,2%). Il livello di copertura delle attività deteriorate, determinato dalla incidenza delle rettifiche di valore sull’esposizione lorda, è stato sensibilmente aumentato e, posizionandosi a fine 2012 al 29,9%, è ora confrontabile con quello delle banche di dimensione analoga a Banca Marche. Nel dettaglio, l’indice di copertura delle sofferenze si innalza sensibilmente al 43,4% (ma, tenendo conto anche degli effetti delle due cessioni di sofferenze effettuate nel 2012 e di alcune ricadute contabili rivenienti dagli “stralci” e dall’esposizione di interessi di mora, il coverage ratio delle sofferenze si attesterebbe, per l’esercizio 2012, a un livello ben superiore, pari al 60,4%). Anche per le posizioni ad incaglio, gli indici di copertura sono stati elevati al 26,6%, così come quelli sui crediti ristrutturati e sui crediti scaduti, per i quali il coverage ratio a fine 2012 è stato portato rispettivamente al 9,1% ed al 3,7%. Nel contesto operativo ancora particolarmente difficile per il settore bancario, i tassi di mercato hanno fatto registrare un decremento rispetto al 2011, il che, unitamente alla dinamica dei volumi, ha comportato per Banca Marche un incremento degli interessi attivi (da impieghi economici e da portafoglio titoli di Stato) e di quelli passivi (per effetto della crescente pressione sul mercato della provvista, soprattutto retail, che ha portato la Banca a proporre forme di investimento a rendimenti più elevati). Tale andamento ha determinato, al 31/12/2012, un margine di interesse di 420,5 mln. (+4,7%). Il margine di intermediazione lordo raggiunge 657,9 mln (+10,2%) a seguito del contributo di 125,9 mln. (-13,9%) per commissioni nette, di 10,3 mln. (-11,8%) per dividendi relativi a partecipazioni, di 82,1 mln. quali ricavi netti da negoziazione, copertura e cessione o riacquisto di attività e passività finanziarie e di 19,0 mln. per effetto della valorizzazione al fair value delle passività finanziarie. La voce utili/perdite delle partecipazioni presenta un saldo negativo per 112 mln. per effetto della svalutazione integrale della partecipazione di controllo in Medioleasing (pari a 101 mln.) e dell’impairment della partecipazione in Carilo.
Inoltre, a seguito della ricapitalizzazione di Medioleasing, è stato appostato un accantonamento prudenziale al fondo rischi ed oneri di 37,7 mln., finalizzato alla chiusura della residua perdita della controllata non coperta dai mezzi propri. L’innalzamento dei tassi di copertura dei crediti problematici si è riflesso sui relativi oneri a conto economico: le rettifiche nette di valore su crediti ammontano infatti a 811 mln. (+684 mln. rispetto a dicembre 2011) di cui 282,7 mln. riguardano le rettifiche di valore su sofferenze e 469,7 mln. su posizioni ad incaglio, ristrutturate o scadute. Le perdite su crediti deteriorati ammontano a 25,1 mln., mentre quelle su crediti vivi sommano 1,1 mln. L’impatto economico dell’accantonamento c.d. “collettivo” sul portafoglio dei crediti in bonis è pari a 33,1 mln. di euro. La dinamica degli aggregati conduce ad un risultato della gestione finanziaria negativo per 156 mln. di euro. Le spese di funzionamento si attestano a 384 mln. (-2,2% rispetto a dicembre 2011) e, in tale ambito, risultano in flessione sia le spese per il personale, pari a 216,6 mln., sia le rettifiche di valore nette, pari a 18,7 mln, su attività materiali e immateriali (-14,2%), causate dai minori ammortamenti relativi ai cespiti ceduti nell’ambito dell’operazione di valorizzazione del patrimonio immobiliare realizzata nel 2011. Le altre spese amministrative ammontano a 148,7 mln. (+6%). Il Cost Income Ratio (rapporto tra le spese di funzionamento rispetto alla somma di margine di intermediazione e altri proventi netti di gestione) si attesta al 54,2% (contro il 60,8% a dicembre 2011). Per effetto dell’andamento dei margini sopra descritti, il risultato dell’attività corrente assume un valore negativo pari a 639 mln., mentre le imposte sul reddito dell’esercizio presentano un valore positivo di 121 mln. di euro, sostanzialmente ascrivibile alla contabilizzazione di imposte differite attive per rettifiche di valore su crediti eccedenti la quota deducibile nell’esercizio. Nell’esercizio 2012 la Banca registra, quindi, una perdita di 518 mln di euro. Infine, il patrimonio di Vigilanza si attesta a 1.269 mln. di euro, di cui 841 mln. riconducibili al patrimonio di base (decurtato della perdita di esercizio), 422 mln. a quello supplementare e infine 6 mln. al patrimonio di terzo livello. Il coefficiente complessivo di Vigilanza (Total Capital Ratio) si posiziona al 9,74 % contro 11,98 % del 31/12/2011. Il rapporto tra patrimonio di base e attività ponderate (Tier1 Ratio) si attesta a 6,46 % contro 8,32 % del 31 dicembre 2011.

Il direttore Luciano Goffi
PIANO INDUSTRIALE – Alla luce dei forti interventi effettuati nel 2012 il Consiglio di Amministrazione di Banca Marche sta esaminando alcune opzioni di natura strategica che saranno declinate nel Piano industriale, in corso di realizzazione con la collaborazione della società di consulenza Bain & Co.. Il Piano industriale prevederà l’introduzione di mirati obiettivi di efficienza, produttività e crescita sostenibile allo scopo di riaffermare il ruolo di Banca di territorio al servizio delle famiglie e delle piccole e medie imprese, e di tornare in tempi brevi a risultati reddituali positivi. Dopo una significativa azione di pulizia del portafoglio crediti e di allineamento dei livelli di coperture ai livelli target del mercato effettuata nella seconda parte del 2012, la Banca, a partire già dall’anno in corso, lancerà un solido programma di interventi volti ad abilitare una crescita selettiva, solida e sostenibile con l’obiettivo di: o incrementare il livello di patrimonializzazione; o rafforzare la posizione di liquidità attraverso interventi mirati di ricomposizione dell’attivo e di crescita e riequilibrio delle fonti di finanziamento; o continuare nella gestione prudente ed attiva del credito; o raggiungere la massima efficienza gestionale ed organizzativa per tornare a una redditività positiva anche attraverso azioni di semplificazione della struttura e contenimento sia delle spese per il personale che delle altre spese amministrative; o focalizzare il business sui segmenti di vocazione e sul territorio di radicamento storico. In tale ambito, è in corso di valutazione un ventaglio di interventi straordinari volti sia al rafforzamento del profilo patrimoniale che al consolidamento della posizione di liquidità. Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari ex art. 154 bis TUF, visto il comma 2° dell’art. 154 bis del TUF, attesta che i dati sopra riportati corrispondono alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili di Banca delle Marche S.p.A..
Il Direttore generale Luciano Goffi, dopo l’approvazione del progetto di bilancio 2012, ha così commentato: “Data la prolungata crisi dell’economia e in particolare del comparto immobiliare, è stato necessario intraprendere un percorso di piena trasparenza sulla qualità del credito della Banca, cosa che abbiamo fatto con il pieno sostegno del Consiglio di Amministrazione e collaborando attivamente con la Banca d’Italia; abbiamo decisamente adeguato i fondi rischi sui crediti, portandoli a livelli pienamente allineati a quelli delle principali banche del Paese. Al contempo, nel corso del 2012, nonostante la forte contrazione della domanda di credito, abbiamo erogato nuovi finanziamenti alle famiglie e alle attività produttive per 1.583 mln.. La Banca mantiene, nonostante questo grande sforzo compiuto nel 2012, un patrimonio di vigilanza al di sopra dei limiti regolamentari, rispetto ai quali le norme di Vigilanza richiedono comunque margini di ulteriore sicurezza che intendiamo conseguire attraverso un serio Piano Industriale che agli inizi di aprile proporremo ai Soci ed al Territorio. Dal lato della liquidità la Banca ha ampie riserve di titoli rifinanziabili presso la BCE, in grado di sostenere anche stress test molto severi. Vi sono margini per realizzare progressive e significative riduzioni dei costi di gestione, come pure è nostra intenzione migliorare i modelli di servizio verso la Clientela per affermare con forza la missione di banca del territorio, al servizio delle piccole e medie imprese e delle famiglie. Il piano di rilancio è reso particolarmente impegnativo anche dal contesto congiunturale che rimarrà debole almeno ancora per un paio d’anni, ma confido vivamente che dal nostro forte rapporto con la gente e con le forze economiche e sociali del Territorio possa scaturire un nuovo comune slancio per lo sviluppo della Banca e della nostra economia”.
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Miiinchi….
Sono riusciti a sforare di oltre 500 milioni….!!!
E per fortuna che all’inizio si parlava solo di 200, se andava malissimo 300…..
ma il gruppo casale di quanti milioni e’ il rosso?? 150? 200?….. ma il gruppo casale cosa centra con il territorio delle marche?? …qui non ci puo’ essere solo una stretta di mano ed una pacca sulla spalla,….. qui c’e piu’ di uno che si e’ fatto i fatti propi con i soldi degli azionisti….e l’ultimo aumento di capitale ne e’ la prova, per quanto tempo ancora porterete per il c*** gli azionisti??
stà quasi in attivo…….!!!
Poveri soldi dei risparmiatori maceratesi…
Parto lungo e laborioso per avere una serie di dati incomprensibili ai più.
Senza dubbio sciorinare dati che vedono cali nella raccolta e negli impieghi, attività specifica di una banca di deposito, per dirla con Tancredi Bianchi, non dovrebbe essere esaltante per un manager, che per di più e’ arrivato nella stanza dei bottoni a “giochi fatti”.
Per i parametri di Basilea la situazione non appare irrecuperabile, per cui, auguriamoci che, messo in sicurezza quanto serve per garantire la sostenibilità del nuovo piano industriale, si ritorni a fare banca davvero.
Domani Presidente e Direttore saranno subissati di domande e le loro risposte saranno le fondamenta sui cui poggerà la credibilità del nuovo piano.
MAMMA MIA !!! Ma è una cifra incredibile. Dunque è peggio della Banca Monte Paschi di Siena. Praticamente è più di un terzo del capitale sociale. Delle due una: o fanno un aumento di capitale o la banca verrà commissariata. SICURAMENTE il valore delle azioni non riprenderà più e scivolerà progressivamente a meno di 30cent. Le azioni sottoscritte lo scorso anno su sollecitazione dei nostri direttori di filiali ci faranno rimettere un bel po’ di soldi. Speriamo che almeno paghino gli amministratori corrotti o incapaci !!!
L’acquisto nel 2012 (fino ad ottobre) di un notevole numero di azioni Banca Marche da parte del “fondo acquisto azioni proprie” mi sembra sia stato un inutile spreco di risorse.
Un titolo azionario non si può “pompare” all’infinito se i fondamentali non sono buoni. Il mercato prima o poi torna sempre in una situazione di equilibrio.
(Dati rilevati dal sito internet Banca Marche “sezione finanza”)
E con l’approvazione del bilancio (che non sappiamo quanto credibile, visto ciò che è successo con il MPS) questi
“”””signori pensano”””” di avere risolto l problema. Forse fingono di scordare la grave perdita di 500 milioni, che
pesa sul groppone degli azionisti, forse fingono di non sapere che le azioni sono carta igienica, forse dimenticano
che qualche mese del crac, rompevano i…..le scatole ai clienti per affibbiare altre azioni, cioè volevano comple
tare la fregatura. Ora chi ha causato questo sfracello, è chiamato a pagare o no, a restituire quanto intascato
o no. O in questo paese vige sempre la legge del più forte, e tutti gli altri non contano un………………
Credo, che prima di reinvestire un solo centesimo in questa banca, vada commissariata, e bloccato l’ingresso
a chi ha causato il disastro, bloccato i depositi i fondi di questi signori che all’interno della banca facevano
bello e cattivo tempo. Tanto il destino è segnato e forse anche ben studiato, se la prenderà Banca Intesa,
con quattro soldi, alla faccia dei clienti, che sono stati munti in questi ultimi anni proprio come delle vacche
da latte. Deve venire fuori chi ha fatto il bottino, dalle fondazioni, ai tromboni che spadroneggiavano, e
regalavano soldi ai pesci grossi e taglieggiavano privati e piccole imprese. Fortunatamente sta sorgendo
a livello provinciale unaltra Banca che non ha bisogno di tromboni.
..se vuoi dire la tua su ali baba e i 40 ladroni…..siamo anche qui!!!!!
http://www.finanzaonline.com/forum/small-cap/1391015-bancamarche-atto-settimo-117.html
FATEVI 2 RISATE CON IL GIULLARE ….
http://www.youtube.com/watch?v=5l4JI-zm0oU
Ed ora, per gli ottimi risultati raggiunti, si diano un congruo aumento di stipendio, prevedano un bonus di fine anno ed una liquidazione milionaria. Alla faccia degli azionisti e dei risparmiatori.