di Marco Ricci
“Le gravi anomalie in materia creditizia, derivanti dalle imprudenti politiche perseguite dal signor Bianconi, non sono state smentite dalle difese prodotte. L’ex direttore generale godeva di poteri illimitati in ordine al passaggio in sofferenza”. Sono durissime le motivazioni con cui la Banca d’Italia, al termine delle procedure sanzionatorie, ha inflitto complessivamente oltre 4 milioni di euro di multe all’ex direttore generale di Banca Marche, Massimo Bianconi, all’ex presidente Lauro Costa, al Cda e al collegio sindacale in carica dal 2009 fino all’aprile 2012 e all’ex vice direttore, Stefano Vallesi. Le multe, come anticipato nei giorni scorsi, sono le più alte della storia dopo quella comminate per il dissesto del Monte dei Paschi (leggi l’articolo), con punte da primato nazionale. Accuse che colpiscono in maniera particolare l’ex direttore generale di Banca Marche al quale, per le tre specifiche violazioni contestate, è stato comminato il massimo possibile della sanzione prevista dal Testo Unico Bancario. Da quanto emerge dalla lettura delle motivazioni, Bianconi avrebbe avuto un ruolo centrale in Banca Marche e il suo operato sarebbe stato sottoposto ad uno scarso controllo la cui inefficienza, per Banca d’Italia, è imputabile anche all’ex collegio sindacale la cui azione viene definita “gravemente insufficiente”.
Oltre a Bianconi e ai sindaci, neppure gli ex consiglieri e l’ex presidente Costa si salvano dai rilievi espressi da Via Nazionale, con un ruolo del consiglio definito come scarsamente “incisivo”, in alcuni casi addirittura “carente” e dunque causa di “squilibri nella situazione tecnica e del differire oltremodo il riordino del gruppo”. E se Via Nazionale non ha fatto certo sconti a coloro che sono stati raggiunti dalle sanzioni amministrative, allo stesso tempo ha archiviato le posizioni di chi assunse il proprio incarico a partire dall’aprile del 2012 perché, al di là della breve durata della carica prima del termine delle ispezioni da cui sono scaturite le sanzioni, il difficile contesto aziendale viene di fatto imputato alla gestione precedente. Nonostante i commissari Feliziani e Terrinoni, così come i consiglieri Cesarini e Grassano, abbiano in diversi contesti parlato di lentezza che, secondo i commissari, avrebbe portato ad un aggravio del danno per la banca, sono state archiviate le procedure sanzionatorie aperte nei confronti degli ex amministratori Tardioli, Alessandrini, Civalleri, Checchetto, Scavolini, Federico Valentini e dell’ex collegio sindacale composto da Paccapelo, Landi e Felicissimo. Via Nazionale non aveva invece aperto alcuna procedura nei confronti di altri amministratori e dirigenti in carica dal 2012 al 2013, tra cui l’attuale dg, Luciano Goffi, l’ex presidente, Rainer Masera, e gli stessi ex consiglieri, indicati da Fondazione Carima, Giuseppe Grassano e Francesco Maria Cesarini, né nei confronti di coloro che rivestirono il proprio incarico solo per pochi mesi.
Le sanzioni – tranne che per gli ex sindaci di Banca Marche Franco d’Angelo, Piero Valentini e Marco Pierluca, accusati per omesso controllo – sono state comminate per violazione sulle disposizioni di governance, per le carenze nell’organizzazione e nei controlli interni e per la carenza nella gestione del controllo del credito.
Di fatto inconsistenti, secondo Banca d’Italia, le difese presentate dagli interessati alle sanzioni, difese definite spesso “generiche”, “poco pertinenti”, prive di “elementi in grado di superare le censure”, quando non tali da avvallare esse stesse i rilievi mossi dall’autorità di Vigilanza. Le difese sembrano in alcuni casi assumere le fattezze di un vero e proprio scaricabarile, a cominciare dal dg Bianconi il quale, nella sua difesa, ha addossato spesso le responsabilità al Cda, al vice direttore Vallesi, arrivando ad imputare all’ex capo delle risorse umane quel comportamento “opaco, non consono all’alta dirigenza di una banca”, rilevato a metà 2012 nei suoi confronti dallo stesso Ignazio Visco. Si trattava del ben noto cambio di due assegni, diretti proprio all’ex direttore generale, in una filiale di banca Tercas, assegni che vennero cambiati in ulteriori assegni di piccolo taglio.
Alcuni consiglieri, oltre a tirare in ballo le politiche del credito messe in atto dall’attuale direttore generale, Luciano Goffi, hanno tentato in alcuni casi di rifarsi alle ispezioni della Vigilanza. Ispezioni le quali, secondo la Banca d’Italia, avevano invece già sottolineato molte delle criticità che hanno poi condotto alle sanzioni. In merito alle politiche creditizie di Goffi, Bankitalia non ha dato sponda agli ex amministrazioni. “Non ho riscritto le regole sul credito – riportiamo parafrasando una frase che Luciano Goffi pronunciò durante un Cda del 2012 ai consiglieri che domandavano spiegazioni sui nuovi criteri delle valutazioni sul credito – perché riscrivere significa che prima esistesse qualcosa”. Lo stesso Goffi, che chiedeva l’allontanamento degli ex vice direttori, così come Francesco Cesarini, pose lo stesso Cda insediatosi nel 2012 davanti a una sorta di o io o loro, domandando se il consiglio avesse fiducia o meno nel proprio operato. Solo a quel punto, oltre a Vallesi, il cda decise di allontanare gli altri due vice direttori, Pier Franco Giorgi e Leonardo Cavicchia, attualmente indagati per diversi reati, tra cui l’associazione a delinquere, dalla Procura di Ancona.
IL PERCHE’ DELLE SANZIONI – E’ quasi impossibile riassumere le oltre trenta pagine con cui Banca d’Italia, dopo aver integrato le controdeduzioni degli interessati alle accuse della Vigilanza, spiega le motivazioni che hanno condotto alle sanzioni. Il verbale, oltre a rilevare in più di un punto come la Vigilanza avesse già segnalato nel 2010 e nel 2011 molte delle criticità poi esplose, circostanza che avevamo già posto all’attenzione dell’opinione pubblica (leggi l’articolo), sottolinea in più di un punto il “ruolo predominante” svolto dall’ex direttore generale e la sua forte autonomia decisionale, arrivando a parlare “di poteri illimitati nel passaggio a sofferenza”, ovvero nello stabilire quando un credito viene sostanzialmente dato per perso. Sempre secondo Via Nazionale, le politiche del credito di Banca Marche non erano conformi con i principi “di sana e prudente gestione”, politiche che, insieme alle gravi anomalie nella gestione degli affidamenti, sono state all’origine delle rilevanti perdite che hanno poi condotto al commissariamento del gruppo. Vediamo ora, a seconda del tipo di irregolarità contestata, alcuni dei principali rilievi mossi da Banca d’Italia.
ASSETTO DI GOVERNANCE – Durissime le responsabilità addossate da Banca d’Italia a Massimo Bianconi. Oltre ad agire con eccessiva autonomia, secondo via Nazionale Bianconi avrebbe fornito al Cda flussi informativi “parziali e inadeguati”, sottacendo in alcuni casi “importanti questioni della vita societaria”, con la tendenza a fornire informazioni di portata “rassicurante e non approfondita”. Massimo Bianconi, come detto, avrebbe tentato di addossare all’ex capo dell’area risorse umane il cambio in banca Tercas di due assegni relativi a premi diretti all’ex dg in assegni da 5000. Tali operazioni, per Banca d’Italia, lascerebbero invece desumere la volontà dell’ex dg di non rendere noto l’importo dell’emolumento. Bianconi avrebbe inoltre promosso lo sviluppo dell’attività creditizia senza predisporre “presidi organizzativi appropriati rispetto agli elevati rischi assunti”. Davanti a questa accusa, l’ex direttore generale si è tra l’altro difeso argomentando come la politica creditizia di Banca Marche avesse avuto origine prima del 2004, ovvero prima che egli assumesse il ruolo di direttore generale di Banca Marche. “L’argomentazione difensiva – replica seccamente Banca d’Italia – non considera la gestione che lo stesso ha condotto per quasi un decennio”.
Anche il Cda in carica dal 2009 al 2012 è stato tra l’altro ritenuto responsabile delle “persistenti e gravi anomalie” di un’azione non ispirata a “sana e prudente gestione.” La difesa dei consiglieri di amministrazione avrebbe inoltre confermato indirettamente le anomalie relative ai compensi dell’ex dg, riferendosi in particolare all’interruzione per tre settimane del rapporto di lavoro tra Bianconi e Banca Marche, interruzione che, nell’estate del 2011, portò nelle tasche di Bianconi 1.5 milioni di euro come trattamento di fine rapporto, pur se la banca gli avesse già predisposto un altro contratto. Come avevamo illustrato in un nostro dossier di più di un anno fa (vedi qui), Banca d’Italia ha rilevato come la cifra erogata non fosse stata correlata “con i rischi assunti e con l’andamento della gestione”, questo nonostante le nuove disposizioni emesse da Via Nazionale in merito alle retribuzioni dei manager. Sui dettagli delle accuse mosse dalla Vigilanza su questo punto, avevamo parlato in un dettagliato articolo precedente a cui rimandiamo chi volesse approfondire (leggi qui). I verbali toccano inoltre la questione della lettera che l’ex presidente di Banca Marche, Lauro Costa, consegnò a Bianconi al momento dell’allontanamento dal gruppo. Costa, su questo punto, alcuni consiglieri si sarebbero tra l’altro difesi sottolineando come l’accusa si sarebbe basata solo su una bozza il cui testo abbiamo pubblicato qualche mese fa (leggi qui). Banca Marche, e dunque lo stesso Costa che consegnò la lettera, non possederebbero copia dell’ originale. La bozza, oltre ad un panegirico sull’operato dell’ex dg e sulla sua “alta direzione”, dichiara come Bianconi si sia sempre mosso in linea con le indicazioni dei consigli di amministrazione.
ORGANIZZAZIONE E CONTROLLI INTERNI – Se l’ex consiglio di amministrazione viene ritenuto responsabile di non aver supervisionato il lavoro del direttore generale né di aver riorganizzato, nonostante le precedenti segnalazioni della Vigilanza, l’assetto dei controlli interni, Banca d’Italia imputa a Massimo Bianconi di aver mantenuto sotto la propria autorità tutte le unità di controllo, senza assicurare “un adeguato presidio dell’area crediti” la quale, unitamente all’unità commerciale, venne demandata ad un unico dirigente. Per Banca d’Italia sarebbe toccato proprio a Massimo Bianconi verificare la funzionalità e l’efficacia dei controlli aziendali e promuoverne il tempestivo adeguamento. “L’ex dg ha omesso di proporre al Cda i necessari interventi correttivi”, scrive Banca d’Italia pronunciando la sua pesante accusa e parlando in seguito di una “inerzia” ancor più grave poiché la Vigilanza aveva già segnalato le criticità emerse.
GESTIONE E CONTROLLO DEL CREDITO – “Gli accertamenti ispettivi hanno evidenziato una situazione di crisi di Banca Marche derivante dall’assunzione di elevati rischi creditizi e dall’assunzione di criteri gestionali poco prudenti da parte degli organi della passata gestione i quali, nonostante le carenze già evidenziate dalla Vigilanza, non hanno assunto efficaci misure correttive. In tale contesto le perdite progressivamente maturate nel comparto creditizio hanno comportato l’erosione dei mezzi patrimoniali della banca. […] Le controdeduzioni prodotte, tese a negare la gravità delle irregolarità gestorie riscontrate […] non introducono elementi che possano superare le responsabilità dell’organo di supervisione strategica [Cda, ndr].”
Banca d’Italia, su questo punto, alza il dito prima contro il consiglio di amministrazione, sottolineando le irregolarità nel processo di valutazione degli affidamenti spesso concessi più sulla “conoscenza soggettiva dell’affidato rispetto alla profondità di analisi istruttoria” e imputando il consiglio di criteri gestionali poco prudenti. Ma anche al direttore generale, a cui vengono riconosciuti “poteri illimitati nei passaggi a sofferenza”, vengono addebitate le stesse politiche creditizie imprudenti. I rilievi mossi a Bianconi si estendono anche alle “prassi istruttorie carenti, all’eccessiva tolleranza verso affidati inadempienti, alle lacune nell’impianto normativo e alla classificazione dei crediti deteriorati”. Oltre a Bianconi e all’ex cda, anche a Stefano Vallesi, ex vice direttore generale di Banca Marche e responsabile dei crediti, Banca d’Italia rivolge nella sua sentenza pesanti addebiti. Vallesi, a cui Via Nazionale ha comminato una sanzione superiore ai centomila euro, viene definito tributario, assieme allo stesso Bianconi, di ampi poteri esecutivi. Secondo i memoriali di alcuni degli interessati alle procedure sanzionatorie, Vallesi si sarebbe occupato “in prima persona della politica allocativa”.
LE ACCUSE AL COLLEGIO SINDACALE – Se Banca d’Italia ha ritenuto di non dover sanzionare i sindaci in carica dall’aprile 2012 in poi, le controdeduzioni presentate dai tre precedenti membri del collegio sindacale di Banca Marche avrebbero confermato “l’azione gravemente insufficiente dell’organo di controllo.” Il collegio non avrebbe sollecitato, stante anche i rilievi di Visco pervenuti in Banca Marche nel gennaio 2012, gli altri organi e strutture aziendali in merito ai cambiamenti necessari da porre in atto. Gli stessi verbali delle riunioni del collegio sindacale rileverebbero inoltre verifiche poco incisive e non aderenti “alle criticità esistenti”, con gli stessi sindaci che non avrebbero svolto un ruolo di controllo adeguato sull’operato dell’allora direttore generale.
LE SANZIONI DI BANKITALIA – Banca Marche: Massimo Bianconi, ex direttore generale (387.000 euro) – Stefano Vallesi, ex vice direttore generale (105.000 euro) – Lauro Costa, ex presidente (291.000 euro) – Michele Ambrosini, Tonino Perini, Francesco Calai, Bruno Brusciotti, Marcello Gennari, Eliseo Di Luca, Walter Darini, Germano Ercoli, Mario Volpini, Pio Bussolotto, Massimo Cremona e Giuliano Bianchi, ex membri del cda (256.000 euro) – Piero Valentini, Franco d’Angelo e Marco Pierluca, ex membri del collegio sindacale (129.000 euro). Medioleasing: Giuseppe Barchiesi, ex direttore generale (54.000 euro) – Michele Ambrosini, Lauro Costa, Tonino Perini, Massimo Bianconi e Stefano dell’Aquila, ex membri del Cda (54.000 euro) – Pietro Paccapelo, Francesca di Marino e Giovanni Caruso, ex membri del collegio sindacale (54.000 euro)
L’AZIONE DI RESPONSABILITA’ – Come previsto dal Testo Unico Bancario, i commissari alla guida di Banca Marche hanno inviato in Banca d’Italia la richiesta di apertura di un’azione di responsabilità nei confronti dei passati vertici dell’istituto di credito. Il fascicolo con la richiesta sarebbe ancora nelle mani di Via Nazionale che ne starebbe valutando la consistenza prima della concessione dell’eventuale via libera. L’azione di responsabilità, prevista dal diritto societario, una volta avviata non potrebbe venire interrotta dagli amministratori della banca che prenderanno il posto dei commissari al termine dell’amministrazione straordinaria. Al contrario, qualora venisse dato avvio all’azione, i nuovi vertici di Banca Marche dovrebbero relazionarne costantemente alla stessa Banca d’Italia.
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La Banca d’Italia coerentemente con quanto riportato nei verbali ispettivi dello scorso anno ha applicato le sanzioni previste dalle norme vigenti. Indubbiamente sembrano poca cosa rispetto al danno immane causato da un gruppo di individui INCAPACI ( o delinquenti? Ora quello che appare ineludibile e’ l’intervento della MAGISTRATURA che dovra’ appunto stabilire chi era INCAPACE e chi inve e era un DELINQUENTE!!!!!!
Che dire!!!!!!! mi viene in mente una frase di un noto anfitrione nonche’ organizzatore di eventi spettacolari ( la vendetta va servita su un piatto d’argento).Si è sbagliato è stata servita su un piatto d’ORO e a tavola ci sono,da quel che leggo tanti commensali,compreso quella persona per bene del vicedirettore.
https://www.youtube.com/watch?v=–byg1N842E
Curioso… In questi giorni sto faticando a metter su 300,00 euro per pagare la rata del mutuo, eppure non mi sento per niente un pezzente. Perché – come diceva mia madre – la povertà è una cosa. La miseria un’altra.
È sempre più chiaro che esiste una Banda delle Marche, composta da Consiglieri di Amministrazione, Sindaci e Dirigenti, con, a capo, Bianconi. Tutti i nominati (forse tranne Costa), avevano specifiche competenze in materia e validi strumenti per governare nel modo giusto la Banca, ma non l’hanno fatto perchè si sono accordati per gestirla in maniera che potessero guadagnarci di più, rispetto ai già favolosi emolumenti che sarebbero stati loro concessi per il lavoro svolto.
Il tutto con la speranza che tutto sarebbe andato liscio, i grandi gruppi avrebbero rispettato i pagamenti e le aziende sovraffidate sarebbero riuscite a fare, comunque, fronte agli impegni. In questo periodo, però, è intervenuto il mercato che non fa prigionieri ed è scoppiato il casino.
Fa specie che questa gentaglia, sia così avida nel voler stra-guadagnare e che non si accontenti dei favolosi compensi “ordinari” e che, appena in difficoltà, non sappia fare altro che discolparsi, in maniera sgraziata, incolpandosi l’un l’altro senza neanche un minimo di dignità. Pietoso.
Se fossi un dipendente della Banca Marche li cercherei per prenderli sotto con la macchina, ma senza fargli male!
Le sanzioni sono ridicole in confronto a ciò che si saranno pappati questi delinquenti.
Uomini senza dignità, avidi ed incontentabili.
Il loro stipendi erano almeno 50 volte quello di un dipendente, eppure non erano contenti.
Questo dovrebbe dimostrare che i soldi aiutano a vivere, ma spesso rendono infelici.
Ma gazzani che prende lo stipendio non e’ reato??
Il Gatto e la Volpe con Pinocchio !!! Potrebbe essere una favola se nella realtà non fosse una tragedia…questi “signori ” hanno rovinato in pochi anni una delle realtà più solide di Macerata. Spero che la Magistratura faccia il suo dovere e li metta in galera.
Un pensiero va anche a quei “presunti imprenditori” che hanno beneficiato di finanziamenti. Speriamo che la giustizia si ricordi di loro…
Alla redazione di CM: perche’ pubblicare le foto sorridenti di certi individui che sembrano proprio una presa per il sedere nei confronti dei risparmiatori ed anche della cittadinanza tutta? Vorrei piuttosto vederli quanto prima dietro le sbarre, giustizia permettendo.
Ipotesi su quando finirà’ il commissariamento? Ci sarà proroga? Quale banca subentrerà come partner di maggioranza ?
La montagna ha partorito il topolino.Dopo un anno di faticose indagini,dopo avere letto e riletto sempre le solite accuse alla ‘banda’ del miliardo di euro( di perdite) arriva la megamulta di quattro milioni ( MILLE MILIARDI CONTRO QUATTRO MILIONI).Tutti sanno da sempre che cosa questi signori hanno combinato,i danni prodotti non sono ancora finiti mi viene da dire macchisenefrega delle sanzioni di banca d’italia,visto e considerato tra l’altro che per ora le paghera’ chi ha subito i danni e non chi li ha scientemente provocati.Detto cio’ lo ripeto,dopo pochi mesi nel caso MPS c’erano le persone in galera,qui ancora si farfuglia di improbabili azioni di responsabilita’,vaghe iniziative risarcitorie,in pratica si parla del niente.Mi chiedo,Fabrizio Corona si sta facendo tredici anni di galera ridotti a nove per qualche foto estorta e un po’ di euro falsi spacciati ad un distributore,che altro devono fare questi qua per andare in galera?Cambiato assegni con soldi in contanti,affidamenti facili,licenziamenti con buoneuscite milionarie e riassunzioni,lettere di manleva ad hoc,vogliamo cominciare a fare sul serio,mettere sotto sequestro conservativo tutti i beni posseduti fino al quarto grado di parentela degli indagati e ormai colpevoli conclamati,vogliamo mettere dentro un po’ della banda,come mai in questo caso nessuno ravvede la possibilita’ di inquinamento delle prove e la possibilita’ di reiterare ii reati?L’accusa di associazione a delinquere consentirebbe l’arresto immediato di tutti gli indagati con quella accusa,perche’ cio’ non avviene?Vorrei vedere in tutti gli aspetti di questa vicenda un po’ di concretezza e rapidita’,qua invece tutto si trascina a fatica,come invischiato nella melma,indagini infinite,commissariamento infinito,piano industriale indefinito,rinascita ed operativita’ piena continuamente sbandierata e poi rinviata.Unica certezza,VALORE DELLE AZIONI SOSPESO,COSI’ lo sappiano bene i commissari si aprira’ un nuovo fronte di polemiche ed azioni giudiziarie,perche’ attraverso i loro comunicati trasudanti ottimismo,ritornoi agli utili ,necessita’ di ac ridotti,ecc hanno spinto tanti azionisti a non vendere e a tenere duro,oggi che tutta la realta’ e’ emersa nei numeri e nella sua tragicita’ le contrattazioni sono bloccate,in pratica il metodo usato nell’ultimo ac del 2012 sembra ripetersi.Ma diamo a Terrinoni e Feliziani il beneficio del dubbio e vediamo come si comporterenno nei confronti degli azionisti privati nelle decisioni che andranno a prendere in futuro.Noi vigileremo e non avendo piu’ molto da perdere vedrete che cosa siamo capaci di fare e i danni che questa volta noi sapremo crearvi.
P.S.Tardioli,l’insonne,puo’ dormire sonni tranquilli,grazie ancora per tutto cio’ che ha fatto per il bene della ns banca del territorio,la magistrale gestione dell’ultima assemblea dei soci rimarra’ indelebile nei nostri cuori.
Titolo della foto:
La Volpe ed il Pirlotto..
Io, con l’aiuto di tante brave persone disinteressate, sono stato rieletto presidente e quindi se anche dovessi pagare pagherò comunque con i soldi Vostri. Chi potrebbe dire una frase come questa?
Ancora ci troviamo a commentare le sparate di singoli individui che invece di nascondersi e arrossire di vergogna per aver (insieme ad altri) causato disastri in BanDa Marche, parla senza sapere cosa dice. Quì i casi sono due, o la magistratura accelera ed emette provvedimenti penali, naturalmente dopo aver controllato e verificato tutto,anche tutti i beni di lor signori, prima e dopo (le multe Bankitalia non impensieriscono nessuno) o stiamo tutti zitti perchè altrimenti ci prendono anche in giro.
…dovrebbero fare tutti come il sindaco di sefro , ha rinunciato allo stipendio per salvare l’asilo comunale, in bm chi rinuncerebbe allo stipendio per salvare la banca??
Ma il parere dello studio Erede Pappalardo Associati e chi piu’ ne ha piu’ ne metta che fine ha fatto?Rimasto invischiato anche lui nella mega me…lma di bmarche?Lo stesso studio per mps le conclusioni le ha tratte dopo 15 giorni,qui chi e’ che lo ha fermato dopo avere fatto finta di volere approfondire e scoprire la ” verita'”?Misteriosi( ma non tanto) poteri aleggiano nella nostra banca del territorio?Nessuno e’ interessato a capire meglio nomine,coperture,Meteore( Masera) informazioni distorte se non celate da quale associazione benefica e filantropica vengono?Ne parleremo alla prossima assemblea( se mai ci sara’…) e qualcuno vedrete che approfondira’,eccome se approfondira’.Davide contro Golia qualche volta e’ bello e stimolante