Banca Marche: Rainer Masera
verso la Presidenza

Pesaro offre al banchiere comasco un posto nel Cda. Intanto i sindacati vedono Goffi e chiedono di incontrare le Fondazioni. Sollecitazioni ai Presidenti anche dall’Associazione “Difendiamo Banca Marche”

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La sede di Banca Marche di Fontedamo a Jesi

La sede di Banca Marche di Fontedamo a Jesi

di Marco Ricci

Secondo fonti molto attendibili, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro ha offerto al banchiere ed ex ministro del Bilancio Rainer Stefano Masera un posto come Consigliere del Cda di Banca delle Marche, in vista probabilmente della ormai imminente nomina del prossimo Presidente dell’istituto marchigiano. Rainer Masera dunque – come già si vociferava nei giorni passati – è ora il candidato più che probabile per ricoprire il ruolo che fu del dimissionario Lauro Costa. Cade dunque l’ipotesi legata al nome dell’ex Direttore Generale di Bnl Paolo Savona, oltre a quella assai più improbabile di Mario Baldassari. Con una nota inoltre la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro “ribadisce il proprio impegno a sostegno di Bdm affinché sia superato l’attuale momento di difficoltà e vengano confermate le ragioni e i motivi per i quali le Fondazioni hanno dato vita al progetto della banca”. Un’affermazione questa che sembrerebbe indicare la volontà della Fondazione di Pesaro non solo di essere ancora della partita ma soprattutto di non lasciar sfumare l’ipotesi della banca locale.

rainer maisera

Rainer Masera

Sessantanove anni, comasco, Rainer Masera gode di un impressionante curriculum di indubbio prestigio internazionale. Ministro del Bilancio e delle Programmazione Economica ai tempi del Governo Dini, ordinario di Economia presso l’Università Guglielmo Marconi di Roma nonché Preside della Facoltà di Economia, Rainer Masera ha ricoperto e ricopre tra gli altri i ruoli quello di Membro Esperto del CdA della Banca Europea degli Investimenti, di Presidente della Commissione Intergovernativa italo-francese per la nuova linea Av/Ac Torino-Lione e di membro del gruppo ad alto livello della “Commissione europea per la revisione della regolamentazione finanziaria”. Rainer Masera è stato tra l’altro dirigente nella Banca dei Regolamenti Internazionali  e dal 1975 al 1988 Direttore Centrale presso la Banca d’Italia. Nei successivi dieci anni ha ricoperto il ruolo di Direttore Generale dell’Imi, a cui sono seguiti tre anni come Amministratore delegato dell’Istituto  Sanpaolo di Torino. Già Presidente di Banca Fideuram e di Rfi, è stato in seguito nominato membro nel Cda di Unicredit. Tra le molte operazioni bancarie a cui il professore ha partecipato ricordiamo la privatizzazione e l’Ipo di Imi;  la fusione tra Sanpaolo e lo stesso Imi; l’acquisizione di Cassa di Risparmio di Padova, Cassa di Risparmio di Bologna, di Cassa di Venezia, di Banca Popolare dell’Adriatico e del Banco di Napoli. Oltre l’acquisizione di Koper Bank e alla vendita a Cnce di Banque San Paolo France. Rainer Masera inoltre è dal 1996 Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, onoreficenza a cui si sono aggiunte successivamente il cavalierato del Lavoro e la nomina a Hofficer della Legion d’Honneur da parte del Presidente francese Chirac.

Il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco

Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco

Una figura dunque di primissimo piano che risponde pienamente all’invito del 31 maggio rivolto alle Fondazioni Bancarie da parte del Governatore di Banca d’Italia Visco. Quello di scegliere uomini di grande competenza per i ruoli connessi alla governance bancaria. Un banchiere sicuramente in grado, per esperienze e competenze, di rassicurare Bankitalia e soprattutto in prospettiva di allontanare possibili ipotesi di commissariamento di Banca delle Marche. Un uomo che oltretutto, per la sua notevolissima esperienza pregressa, ben conosce il sistema in un momento in cui per il Gruppo sarà necessario raccogliere circa trecento milioni di euro. E che conosce Banca delle Marche in quanto nei tempi passati – al vertice dell’istituto piemontese – stilò il primo accordo con Banca delle Marche che tradusse il 5% di Banca Intesa nel 7% di Imi – San Paolo Un banchiere che da una parte ha di certo dimestichezza con il gruppo Unicredit, Istituto bancario che Banca d’Italia sembrerebbe eventualmente gradire come possibile sottoscrittore del prossimo aumento di capitale. Ma che dall’altra – nel giugno 2007 – non sottovalutò le potenzialità di una banca locale con prospettive di crescita verso l’Umbria e l’Abruzzo. Erano ovviamente altri tempi e altri scenari non si sa quanto attuali. Dichiarazioni comunque che sottolineano come il banchiere lombardo non abbia un aprioristico scetticismo per l’autonomia e la possibilità di crescita di istituti bancari di dimensioni contenute. Ma a questo punto sarà il “tecnico” Masera, posto di fronte alla situazione odierna, a trarre le valutazioni del caso.

Il direttore Luciano Goffi

Il direttore Luciano Goffi

Nella giornata di ieri inoltre, con un comunicato unitario, le organizzazioni sindacali attive in Banca delle Marche – DirCredito, Fabi, Fisa/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca – hanno comunicato di essere stati ricevuti dal Direttore Generale di Banche delle Marche – il dottor Luciano Goffi – per discutere della situazione dell’Istituto di Credito alla luce della complessa situazione attuale e dei possibili riflessi futuri. Oltre alla richiesta di delucidazioni inerenti i risultati della prima ispezione di Vigilanza, i sindacati hanno esposto al Diretto Generale le loro preoccupazioni concernenti l’occupazione e il ruolo futuro della Banca, sollecitando a procedere verso la stabilizzazione dei giovani colleghi e invitando a salvaguardare “la natura, l’integrità e la missione di Banca delle Marche.” I sindacati si sono detti oltretutto “fortemente contrari” a qualsiasi ipotesi di esternalizzazione e cessione di asset aziendali. Secondo il comunicato sindacale,  Luciano Goffi ha dichiarato che in tale prospettiva “nulla sia stato valutato o deciso”, pur essendo in fase di studio alcune ipotesi di intervento. Un prossimo incontro tra le parti è annunciato per il 21 di giugno.

Un presidio dei sindacati davanti alla Banca delle Marche

Un presidio dei sindacati davanti alla Banca delle Marche

Sempre dai sindacati era precedentemente giunta al Direttore Generale un’ulteriore sollecitazione sindacale per il mantenimento dell’attività “Deposito Sicuro” presso il Ced di Piediripa di Macerata. Attività questa che – secondo quanto riportato nella lettera dei sindacati – “ha portato ad ottimi risultati in termini di efficienza e di efficacia di gestione.” Al contempo, in vista dell’Assemblea dei soci di Banca delle Marche prevista per il 27 giugno – con un’altra missiva inviata questa volta alle tre Fondazioni in data 13 giugno – le stesse organizzazioni hanno richiesto un incontro urgente anche con i Presidenti. Questo “allo scopo di avere chiarimenti circa le Vostre intenzioni rispetto All’autonomia e alla stabilità della Governance attuale.”

 Un’ulteriore forte sollecitazione alle Fondazioni è pervenuta sempre oggi anche dall’Associazione “Difendiamo Banca Marche”, associazione di dipendenti e pensionati del gruppo. A firma del Presidente Sandro Forlani è stata infatti inviata una lettera ai tre Presidenti sulla base della “grandissima preoccupazione e tensione” che circola tra i lavoratori e la clientela Una missiva in cui le Fondazioni vengono accusate di “assenza di scelte” davanti alla “esigenza fondamentale di una grande raccolta di capitali dalle famiglie, dalle imprese singole o da grandi gruppi o da altre banche”. L’Associazione – auspicando il buon fine sia dell’operazione di ristrutturazione in atto che della futura ricapitalizzazione – sottolinea come la governance di Bdm non possa più essere la stessa, augurandosi l’ingresso nel Consiglio di amministrazione di una rappresentanza dei dipendenti-azionisti. Così come le rappresentanze sindacali, anche “Difendiamo Banca Marche”sollecita le tre Fondazioni a “riaffermare con forza la volontà di mantenere l’autonomia della Banca”, chiedendo però un rinnovamento della struttura e dell’organizzazione con garanzia dell’elevata professionalità e indipendenza del management. Un invito che precede da una parte la richiesta di perseguire “senza alcun ulteriore indugio le responsabilità, eventualmente accertate che hanno condotto a questa drammatica situazione.” E che dall’altra si chiude con un forte appello alle Fondazioni “affinché emerga con la massima sollecitudine una unitaria volontà per rilanciare Banca delle Marche.”

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