Banca Marche, Rivoluzione Civile: “Perchè il sistema politico regionale tace?”
Il movimento attacca la maggioranza politica e denuncia il fallimento del Modello Marche
L’ex d.g. Massimo Bianconi, il vice-presidente Michele Ambrosini, l’attuale d.g. Luciano Goffi e il presidente Lauro Costa
di Alessandra Pierini
E’ facile immaginare che questi sono per la Banca delle Marche giorni di grande attesa e fermento ma nulla trapela verso l’esterno e la partita sembra giocarsi in casa. Anche se la relazione di Bankitalia, attesa a giorni, inciderà parecchio sulle dinamiche aziendali e sul bilancio che sarà lunedì 25 febbraio, mentre l’attenzione del resto del Paese sarà focalizzata sulle elezioni politiche.
Nessuna risposta ufficiale è stata data fino a questo momento alle domande poste da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo): i vertici della Banca hanno assicurato che risponderanno ma dopo una settimana non lo hanno ancora fatto.
Intanto dopo Milano Finanza che ha parlato di “una piccola Siena nelle Marche”, anche Il Manifesto ha ricostruito le vicende di Banca Marche, definendole “Un caso minore, uno scandalo di provincia”. Il giornale sottolinea, tra l’altro, anche la mancanza di trasparenza e la tendenza dell’azienda a minimizzare e tranquillizzare.
Mentre il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, solo qualche giorno fa ha chiesto maggiore possibilità di intervento sulle nomine dei vertici aziendali e sull’eventuale rimozione dagli incarichi, all’interno dell’istituto marchigiano prosegue l’iter di riassetto del management richiesto proprio da Bankitalia ormai da mesi e che aveva visto la scorsa settimana il licenziamento dei tre vice direttori Leonardo Cavicchia, Pier Franco Giorgi e StefanoVallesi. Il CdA di ieri pomeriggio però non ha portato alla scelta del nuovo vice-direttore che dovrebbe affiancare Luciano Goffi nel difficile compito di ristrutturazione.
Questo processo, volto a rafforzare la banca, non esclude comunque la necessità di accertare chi sono i responsabili dell’attuale situazione che dovranno eventualmente rispondere delle proprie azioni.
Se le informazioni verso l’esterno vengono misurate e centellinate, così non è all’interno di Banca delle Marche. Gli oltre 3mila dipendenti hanno ricevuto, infatti, in questi giorni, una lettera del direttore Goffi che manifesta vicinanza, rassicura e invita i suoi a tenere la testa alta.
«Non è in discussione il futuro del nostro gruppo – scrive Goffi – perchè anzi stiamo costruendo insieme il suo rilancio sulla base di quei principi di trasparenza e rinnovamento indispensabili nell’attuale contesto storico e di mercato. Il primo passo è stato, come sapete, quello di prendere atto del rischio di credito assunto nel tempo dal Gruppo, che è elevato non solo per gli oggettivi errori di valutazione e gestionali, che indubbiamente ci sono stati – ma direi soprattutto per il ruolo stesso svolto sul territorio in tutti questi anni e durante la crisi. La questione principale consiste nell’elevata concentrazione degli impieghi verso il comparto immobiliare; a ciò si accompagna l’esposizione verso alcune consistenti posizioni. Questo problema, che riguarda anche la Medioleasing – è stato portato a questo punto in piena evidenza e sono state fatte adeguate coperture. Vi era inoltre un problema serio di bassa copertura degli stock di incagli e sofferenze pregresse, a cui si è dovuto porre rimedio adeguando i fondi che ora sono a livelli confrontabili con quelli delle banche delle nostre dimensioni».
Goffi ha anche fatto delle precisazioni sul bilancio 2012 che, come già annunciato, registrerà una perdita di centinaia di oltre 300 milioni di euro: «Non dobbiamo sentirci a disagio per un anno che si chiude in negativo, dobbiamo anzi far rilevare che è proprio questa la garanzia, avendo rafforzato la copertura rischi – della ferma volontà di rilancio del nostro gruppo. A chi ha dubbi sulla tenuta del nostro patrimonio possiamo dire che la Banca rimane stabile (il total capital ratio, ossia il patrimonio di vigilanza resta superiore all’8%). Dovremo tener conto delle previsioni di Basilea 3 e quindi varare un progetto di rafforzamento patrimoniale per ricostituire i margini di sicurezza richiesti a tutte le banche; personalmente mi sento di essere assolutamente fiducioso circa la capacità della banca e del proprio territorio di adempiere a questo dovere».
Goffi ricorda anche l’avvio di due iniziative parallele importanti, la costruzione di un Piano Industriale per gli anni 2013-15 con la collaborazione dei consulenti di Bain & co per « rilanciare la mission di banca indipendente al servizio delle piccole e medie imprese e delle famiglie del nostro territorio e la valutazione delle esigenze di rafforzamento patrimoniale con la collaborazione di MedioBanca. La tempistica indicata dal direttore generale per entrambi i progetti e fine marzo, inizio aprile.
Pone poi degli obiettivi precisi e a lungo termine: «C’è un grande spazio di crescita – scrive sempre ai dipendenti – per le nostre persone in un piano che deve riportare in tre anni Banca marche ad essere una banca temuta dai competitors e capace di generare calore per gli stakeholders».
Goffi dà anche precise indicazioni operative e sul rapporto con i clienti e suggerisce di trasmettere positività agli azionisti sottolineando la positività del percorso di rilancio e tranquillità sulla solvibilità della banca ai risparmiatori: «I presupposti sono la base patrimoniale che resta solida, la situazione di piena sicurezza dal punto di vista della liquidità e lo scrupoloso rispetto delle norme Mifid (la direttiva europea relativa al mercato finanziario ndr) e la costante attenzione al profilo del Cliente che a noi si rivolge per i propri risparmi». Richiama poi l’innalzamento del rating dei Covered Bond operato da Moody’s (leggi l’articolo), per poi passare ad analizzare il ruolo di sostegno all’economia del territorio: «Vi chiedo il massimo impegno – si appella ai dipendenti – perchè tra la filiera commerciale e quella del credito vi sia una sempre maggiore collaborazione nel rispetto dei reciproci ruoli, favorendo l’uno il lavoro dell’altro e sforzandosi sempre di trovare il modo giusto e rapido per dare la corretta risposta al cliente (…) E’ molto importante che ciò avvenga perchè dobbiamo smentire, con i fatti, quelli che criticano il gruppo per aver sostenuto più i grandi imprenditori che il tessuto imprenditoriale tipico dei nostri territori». E ancora sul credito: «Non dobbiamo avere assolutamente paura di fare credito quando di fronte abbiamo persone ed imprese che lo meritano e che hanno un futuro. Faccio un cenno anche al settore delle costruzioni, dal quale provengono forti preoccupazioni in merito all’atteggiamento più prudente. Stiamo lavorando per creare all’interno dell’Area Crediti, un team di colleghi che con adeguate competenze e strumenti avranno il compito di assistere le filiali nella gestione del credito concesso in tale difficile comparto, verso il quale dovremo essere capaci delle migliori soluzioni».
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GIORNI CALDI PER L’ISTITUTO DI CREDITO – Con Goffi per ora resta solo Armando Palmieri. Cessazione del rapporto di lavoro con il maceratese Stefano Vallesi, direttore generale della controllata Carilo. Al suo posto Andrea Carradori
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Situazione complessa per l’istituto tra riassetto strutturale, declassamento di Moody’s e bilancio del 2012 in passivo. Domani l’incontro con i sindacati
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Osservando i volti sorridenti dei dirigenti BdM non so cosa pensare, stupore…….per quanto mi riguarda le informazioni che circolano credo siano ampiamente sufficenti x far capire a tutti che la situazione sia molto preoccupante, nulla di grave,non temete……… sicuramente i risparmiatori non perderanno un solo centesimo, probabilmente riusciranno a metterci una pezza,e i loro volti potranno mantenere i loro rassicuranti sorrisi. Codesti SIGNORI che andassero a parlare con tutti gli imprenditori onesti e laboriosi che stanno attraversando un momento di vera difficolta’ oggettiva e che si sono visti chiudere i rubinetti del credito perche’ l’istituto bancario a finanziato progetti faraonici e speculativi di dubbio ritorno e si sono accorti tutto dun tratto che le casse erano vuote, anzi si ipotizzano 300.000.000 dicasi TRECENTO MILIONI di euro di buco. Le cose sono 2 o questa gente non sa fare il proprio lavoro, o gatta ci cova. Con i loro comportamenti assolutamente scriteriati hanno messo in un solo colpo in ginocchio una solidissima realta’ quale erano le vecchie casse di risparmio, hanno affossato l’economia con la stretta creditizia, ecc. ecc. ecc. ma quante altre cazzate credono la gente sia disposta a bersi !!!!!!!!!! Non immaginate che voglia avrei di togliervi quei sorrisi ipocriti da quele facce. Pensiero di un risparmiatore EX cliente BdM
Certo che alcune persone hanno proprio la faccia come il c***.
Il “”””futuro dei dipendenti non è in discussione””””, ma noi clienti, azionisti, correntisti, del futuro dei dipendenti
non ce ne può fregare di meno. Chi è causa del suo mal………………………………………………
Quello che indigna è che sfacciatamente i BIDONI, hanno ancora il coraggio di parlare, le azioni si sono ridotte
di valore del 95%, significa che hanno meno valore della carta igienica. Ma i tromboni non pagano, loro continuano a riempirsi le tasche, e dopo avere affamato centinaia di piccole imprese, artigiani e gente, hanno
fatto il colpo grosso hanno fregato tutti, ma ha loro non pensa nessuno a togliergli anche i chiodi delle scarpe.
Questa Banca fa acqua da alcuni anni, da quanto l’incapacità dei gestori è andata sempre aumentando, e
da quando le varie fondazioni si ingrassavano con i depositi dei clienti. Ed ora sempre a spese dei clienti
pensano di salvare il posto a gente che è entrata, passando dalla porta di servizio. Ma dovranno uscire dalla
porta principale, loro e i bracalonne che sono la causa del disastro. Per conto mio chiudo tutto quello che mi
è possibile, dal conto alle azioni al deposito, tutto. E spero che gli altri mi seguano a ruota. Si facciano restitu
ire i soldi dai pesci grossi, che hanno preferito ai piccoli imprenditori.
@nico
Mi perdoni, ma pur comprendendo la sua rabbia, dovuta certamente a motivi validi, che suppongo siano una perdita di risparmi personali investiti in azioni della BdM, o anche una restrizione creditizia che può aver creato difficoltà aziendali, non ritengo lei si possa esprimere come ha fatto, nei i confronti dei colleghi della Banca: “chi è causa del suo male…” ma che dice ?
I colleghi della banca, come tantissimi altri del settore, stia pur certo, ogni mattina mettono la propria professionalità ed il proprio impegno nello svolgimento del lavoro e dei compiti loro assegnati, eseguendo quanto il management dice di fare, seguendo le policy aziendali di cui sono esecutori in virtù del rapport di lavoro dipendente. In nessuna banca si vuole mantenere il posto di lavoro “a spese dei clienti”!
Da bancario le dico che invece il cliente e’ al centro della nostra attività, il principale stakeholder e la ragione stessa della continuità e stabilità del nostro lavoro. Qualsiasi banca ha il massimo valore nel portafoglio clienti, non nel portafoglio dei clienti.
Lei può decidere di cambiare banca, posso anche dirle che sono a sua disposizione per supportarla e consigliarla ma rifletta un pochino sul ruolo dei dipendenti. Grazie.