Per le quattro fondazioni azioniste di Banca Marche è di almeno 170 milioni di euro la perdita complessiva di patrimonio dovuta al dissesto dell’istituto di credito da quando, a metà del 2012, la nuova dirigenza ha provveduto a far piena luce sullo stato dei prestiti e delle garanzie dell’istituto di credito. Così dopo le fondazioni di Macerata e Fano, anche Pesaro e Jesi hanno svalutato in fase di approvazione del bilancio 2013 il valore del proprio portafoglio di azioni Bm. Se non è ancora esattamente nota la perdita patrimoniale contabilizzata dalla Fondazione di Pesaro – perdita che si può immaginate prossima ai 60 milioni di euro – per Jesi la svalutazione delle azioni Banca Marche è stata pari 17.9 milioni, quasi il 25% del valore del portafoglio Bm che è andato in fumo. A Fano è andata anche peggio, con il valore di quel 3% dell’istituto di credito che si è alleggerito di quasi 25 milioni anche per valori di carico in partenza più alti.
Concordi nel ritenere che la banca abbia subito una caduta di valore di natura durevole, le quattro fondazioni hanno utilizzato differenti parametri di valutazione nella stima del valore attuale delle azioni. Macerata e Jesi, attestandosi su uno 0.43 euro, hanno usato criteri più prudenziali rispetto a Fano che si è fermata invece a 0.49, con Pesaro che dovrebbe aver utilizzato una simile valutazione strettamente legata ai dati di bilancio noti. Nei giorni scorsi, sempre in fase di approvazione del consolidato 2013, anche Intesa-San Paolo ha svalutato per 72 milioni di euro il 5.84% del capitale Banca Marche detenuto, non rendendo però noto il valore assoluto ascritto ora in bilancio.
Le differenti perdite di patrimonio per le quattro fondazioni risentono non solo delle differenti stime utilizzate ma anche dei diversi valori a cui erano storicamente caricate nei bilanci le azioni Banca Marche oltre, ovviamente, alle diverse quantità possedute.
MACERATA – Fondazione Carima, che al pari di Pesaro possiede il 22.51% del capitale della conferitaria, aveva già effettuato una prima svalutazione per circa 40 milioni di euro nel bilancio 2012, portando il titolo a 0.57. Una perdita a cui si sono aggiunti i 32 milioni di euro del 2013, con l’azione abbassata adesso fino a 0.43. Il valore finale sarebbe stato ottenuto da una ponderazione tra l’andamento del titolo nel corso del 2013 e la stima del patrimonio dell’istituto di credito effettuata a partire dal bilancio 2012 e dai risultati semestrali del 2013. Da allora, a seguito della gestione provvisoria prima e del commissariamento poi, Banca Marche non ha più reso pubblici i propri bilanci, come consentito dal Testo Unico Bancario. Il bilancio di Fondazione Carima, ovviamente, risente dei mancati dividendi della banca conferitaria, con le erogazioni per il 2014 che si attesterebbero intorno ai 2 milioni di euro. Da quanto si apprende Macerata – che immagina di avere davanti a sé ancora tempi bui – ha infatti preferito redarre un bilancio estremamente prudenziale, non solo scegliendo di non intaccare le riserve ma anzi di incrementarle ulteriormente.
JESI – Un criterio simile a quello della Fondazione Carima sarebbe stato utilizzato per il calcolo del valore delle azioni anche dal consiglio di amministrazione della Fondazione Carisj la quale, nel bilancio 2012, aveva in portafoglio 137 milioni di azioni Banca Marche (pari al 10.78% del capitale sociale), azioni caricate a una media di 0,56 euro ciascuna. Per Jesi la partecipazione in Banca Marche è così passata da 77 a circa 59 milioni di euro anche se, per il presidente Alfio Bassotti, la perdita non andrà ad intaccare il patrimonio della Fondazione in quanto compensata dall’utilizzo del fondo di riserva per la svalutazione del capitale. Jesi, inoltre, avrebbe intaccato anche il fondo per la stabilizzazione delle erogazioni, con una contrazione delle erogazioni rispetto al 2012 di soli 650.000 euro rispetto al milione e 650.000 euro previsto. Non è chiaro al momento se l’istituto abbia messo o meno come attivo di bilancio le cedole delle obbligazioni subordinate Banca Marche upper tier II acquistate nel giugno scorso.
FANO – La Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, che detiene il 3,35 % del capitale sociale dell’istituto di credito, ha invece stimato il valore delle azioni a partire dal bilancio del 2012 di Banca Marche, sottraendo al patrimonio dell’istituto le perdite rese note a metà dello scorso anno. Ottenuta così un primo valore di massima, la stima è stata ulteriormente abbassata in via prudenziale di un ulteriore 10%, arrivando al fatidico 0.49 e a una perdita di quasi 25 milioni di euro. Secondo gli organi della fondazione fanese “la svalutazione non comporterà ricadute sulle erogazioni della fondazione”. Non è semplice comprendere come questo possa avvenire in futuro senza intaccare le riserve che, si immagina, prima o poi finiranno.
PESARO – Un criterio, quello di Fano, che si suppone sia stato utilizzato nel calcolo del valore delle azioni anche dalla fondazione di Pesaro la quale, nel bilancio 2012, aveva in carico le proprie 286 milioni di azioni Banca Marche a una media di 0.705, per un controvalore di circa 202 milioni. Immaginando che Pesaro si sia avvicinata alle stime di Fano, la perdita di patrimonio per l’istituzione pesarese sarebbe intorno ai 60 milioni di euro.
Non è ovviamente scontato che per le quattro fondazioni le perdite patrimoniali si siano arrestate qui. Non solo infatti non sono noti i risultati 2013 di Banca Marche, ma lo stesso calcolo del valore dell’istituto è un’operazione complessa. C’è oltretutto incertezza su quale sia la necessità di capitale fresco da immettere nelle casse di Jesi per consentire alla banca un pieno ritorno all’operatività, con l’ultima stima effettuata da Rainer Masera che a fine estate dello scorso anno aveva indicato una cifra di 500 milioni, cifra su cui oggi non c’è più certezza e che potrebbe essere in aumento. Sarà adesso compito di Banca Imi e Unicredit – scelti come advisor dai commissari Feliziani e Terrinoni – stabilire il prezzo delle azioni Banca Marche che, al momento, hanno un valore di mercato intorno a 0.3 euro per azione. Solo una volta conosciuto il valore delle azioni e la necessità di capitale il quadro si potrà dire completo, comprendendo così quanto patrimonio abbiano realmente perso le Fondazioni azioniste e di quanto sarà diluita la loro partecipazione nel nuovo capitale sociale. A rischio, nonostante le molte minimizzazioni di alcuni, non solo i patrimoni ma ovviamente anche le erogazioni per gli anni a venire, anni che dovranno confrontarsi con una minore fetta di dividendi per ciascuna Fondazione.
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Adesso e’ sicuro che il costo per mantenere la fondazione ,e i mantenuti che contiene e piu alto di quello che erogano. Fortuna che tra un po spariranno dalla faccia della terra….
Volevo complimentarmi con il Sig. Marco Ricci, per la sua perseveranza nel trattare gli argomenti su banca marche. Però a questo punto mi chiedo? perche non cambiare il nome della testata giornalistica in cronache banca marche? perchè oramai non se ne può più di leggere e rileggere sempre le stesse cose, abbiamo capito che il sig. Ricci è informatissimo sui fatti, però basta cercare di infondere paura sui maceratesi, soprattutto solo per il semplice fatto di avere un nome importante su cui sparlare bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
@ Giuliano Oleandri
Infondere paura sui maceratesi? Macerata e i maceratesi con questa storia sono rimasti in braghe di tela e non si troverebbero in questa situazione se, almeno uno, dei tre foglietti locali che giornalmente ci propinano c….ate varie avesse raccontato un ventesimo di quello che succedeva in Banca Marche e nelle Fondazioni che la controllavano. Mi permetta di suggerirLe la Corea del Nord. Per come gestiscono l’informazione, la’ troverà il paradiso!
sig.Giuliano Oleandri non so cosa fa Lei ma Marco Ricci fa benissimo il suo lavoro e se a lei da fastidio la verita’ non apra C.M.
Un giorno, una signora mia parente mi diede un passaggio in macchina. Appena salito, notai una striscia di nastro adesivo sul cruscotto e chiesi a cosa servisse, lei mi rispose “ho coperto una lucina rossa che sta sempre accesa e che mi da fastidio mentre guido”. Quel giorno rimanemmo appiedati, caro Oleandri.
Mi associo ai commenti favorevoli alla testata e al giornalista ricci! Ricordo che appena un anno fa le voci ufficiali della nostra banca Ambrosini , Costa ecc., amplificati dai vari giornali locali strombazzavano la messa in sicurezza di Banca Marche. ANDATE AVANTI L’INFORMAZIONE NON E’ MAI ABBASTANZA!!
almeno ora le fondazioni di riferimento e relativi presidenti sanno cosa succede dentro la banca , visto che gazzani a piu’ volte sottilineato che non sapeva nulla di cosa succedeva!!!! ahahaha
Sono sempre state le Fondazioni ad eleggere i consigli di amministrazione di BM.
Sono loro ad aver scelto di non vendere la maggioranza quando l’euforia per la continua crescita delle quotazioni li spinse a rifiutare ca 3 € per azione,
Ora di cosa si lamentano?
Proveranno a dimostrare, hanno già iniziato, che non hanno colpe e sono stati raggirati.
Quali controlli mettevano in atto?
Leggevano mai i bilanci della banca partecipata e di altre banche?
Leggevano i giornali economici, ma sarebbe bastato anche i quotidiani nazionali, per informarsi sull’evoluzione della crisi e degli impatti che questa avrebbe arrecato all’economia regionale?
Sig. Alexis cosa significa che i maceratesi sono rimasti in braghe di tela? ma quali maceratesi? e poi mi permetta Lei di dirle una cosa, può spiegarmi perchè se leggo un articolo scritto dal sig. M.R., e poi leggo un articolo su un’altra testata regionale, che tratta lo stesso argomento, è come se leggessi due argomenti completamente diversi? come mai?
@ Giuliano Oleandri
a chi appartiene la quota di Banca delle Marche della Fondazione? A Gazzani? Al Marchese Costa? A Giuliano Bianchi? A Volpini? No appartiene a tutti quelli della provincia di Macerata che in oltre cento anni hanno lavorato con questa banca. Le ambulanze, gli apparecchi medicali e tutti i profitti della banca che ricadevano sul famoso territorio (che i nostri più che arare e concimare hanno diserbato) a chi andavano a beneficio? A Babbo Natale? Ah dimenticavo… Lei ha una concezione dell’informazione da Corea del Nord e probabilmente vive nella Corea del Nord. Quindi ha ragione: le ricadute sul territorio della crisi della banca non la riguardano.
Risposta al secondo quesito posto dal Sig Oleandri. Perché gli altri foglietti locali trattano la materia in materia diversa? Perché in tanti anni – direttamente o indirettamente, in una maniera o nell’altra – questi giornaletti si sono rifocillati in quella mangiatoia.
Forse le persone, caro Alexis, non si rendono conto del rallentamento nella concessione del credito e della quasi totale assenza della Banca Marche attuale a sostegno dell’impresa locale. Tutt’al più qualcuno pensa a quanto ci ha rimesso (personalmente) con il downgrade del valore delle azioni che aveva in portafoglio. Non ci si rende conto che l’economia locale non ha più il supporto creditizio che aveva fino a poco prima dello scoppio dello scandalo. Vi garantisco che se non è crollato tutto è perchè noi marchigiani siamo grandi risparmiatori e sappiamo vivere anche i più duri sacrifici. “Le chiacchiere fà li pedocchi…..”
Non c’è fumo senza arrosto….
Precisazione: per “lavorare” intendevo esserne cliente.
OLEANDRI,benvenuto tra gli illustri commentatori di questo giornale.Ma dove eri stato finora? Dallo spessore dei tuoi interventi mi chiedo come mai nessuna fondazione ti abbia riservato un posto di responsabilita’,strano che le tue capacita’ siano sfuggite agli occhi attenti dei presidenti.Grazie di averci illuminato,molto avevano gia’ fatto Persichetti,Frontoni ci ha fatto capire la differenza tra un idiota ed una persona intelligente,ma tu hai superato tutti,individuando in Marco Ricci il colpevole fazioso e pessimista di questa situazione.Sei sndato oltre gli aridi numeri dei milioni di euro persi dalle fondazioni( leggi i cittadini marchigiani,te compreso,ma credo che tu sia residente su marte) ,giustamente non ti interessano e poi ti ricordo a sostegno delle tue tesi che le perdite sono il costo per avere difeso territorialita’,autonomia ed occupazione ,quindi soldi ben spesi…
FURIO E BASTA,sai chi potra’ ridare ossigeno alla banca con conseguente rierogazione del credito?Gli azionisti,si proprio e sempre loro,quelli a cui oggi tu non vorresti neanche far leccare le ferite contando le perdite.Mi aspetto il tuo contributo per la giusta causa nel prossimo a.c.,altrimenti il sostegno alle imprese locali arrivera’ anche lui con Oleandri ed altri da marte.
A Giuliano e Nardino (si, insomma a tutt’e due). Forse non si è capito quello che ho scritto, ma volevo semplicemente dire che il danno che ha provocato lo scandalo della Banda delle Marche, NON è SOLO la PERDITA del valore delle azioni per le Fondazioni (a mio avviso in qualche modo conniventi) e per i piccoli Azionisti (del tutto ignari ed anzi gabbati). Lo si può evincere da ciò che ho sempre scritto. Nel forum, non viene trattato con il dovuto merito il fattore “malfunzionamento” della Banca, ovvero fidi revocati o non concessi alle imprese senza giustificate ragioni, gestione delle posizioni più delicate, immobilismo etc etc. Eccco, volevo solo ribadire questo concetto, ma senza pungolare nessuno. Purtroppo, mi fai capire che l’argomento Azioni e FondAzioni è sempre caldissimo e scotta sempre a tutti (vedi anche i vari Persichetti & Co). Però Ragazzi bisogna anche guardare l’attualità ed il futuro (senza naturalmente scordare il passato).
FURIO E BASTA,concordo pienamente sulle tue considerazioni,mi scuso se ho male interpretato le tue parole,ma piu’ che argomento caldo quello delle azioni ,delle fondazioni ecc direi che e’ bollente…la lingua batte dove il dente duole…ed a mio modo di vedere pensare al futuro significa anche evitare come la peste un eventuale nuova influenza delle fondazioni in bmarche e che gli azionisti siano di nuovo considerati carne da macello
Giusto. Sono d’accordo.