– La prima parte dell’intervista (leggi l’articolo).
– La seconda parte dell’intervista (leggi l’articolo).
di Marco Ricci
Arriviamo adesso all’aprile 2012. Si rinnovano gli organi amministrativi di Banca Marche, Fondazione Carima inserisce in Cda Francesco Cesarini e Giuseppe Grassano. Entrambi, nei memoriali consegnati al momento delle loro dimissioni, lamentano inerzie e ritardi da parte degli organi della banca.
Va sottolineato che nei mesi in cui furono in carica Cesarini e Grassano furono emarginati e ostacolati. Perché prevalse all’interno del Cda il conservatorismo. Lei pensi che ci sono voluti quattro mesi per risolvere il contratto con Bianconi e poi ulteriori mesi per rimuovere o accordarsi per la loro uscita con i vice direttori generali. E ancora oggi la maggior parte dei dirigenti che occupava posizioni apicali all’interno di Banca Marche in questo travagliato periodo, nonostante le sollecitazioni di Banca d’Italia a cambiare il management, occupa ancora posizioni di vertice.
Perché ci furono questi ritardi e da parte di chi?
In particolare da parte di alcuni consiglieri. Per quale motivo abbiano fatto questo non lo so. Ma credo che tutto questo ritardo possa aver portato al commissariamento. Perché se si fossero prese subito quelle decisioni che servivano in quel momento a risolvere i problemi della banca le cose sarebbero andate forse in modo diverso. Ora, non dico che si sarebbe evitato il disastro attuale perché quasi tutto era già in buona parte compiuto. Ma forse Banca d’Italia avrebbe quanto meno apprezzato l’impegno e la volontà di affrontare al meglio possibile i problemi.
Ma perché Grassano e Cesarini si dimisero? Forse perché a quel punto Fondazione Carima avrebbe preferito il commissariamento?
No, assolutamente no. Cesarini e Grassano più volte ci misero sull’avviso che se in Banca Marche si fosse proseguito in quel modo si sarebbe giunti al commissariamento. Debbo dire che quando Cesarini si dimise, Grassano fu molto dispiaciuto. Perché ancora credeva che si potesse essere in grado di salvare la banca. Penso che alla fine anche lui, visti i comportamenti che riscontrava in Cda, seppure a malincuore ha deciso di dimettersi. Per dimostrare comunque che Fondazione Carima ancora ci credeva, sostituimmo i due consiglieri con persone altrettanto valide, Mario Pirro e l’ex direttore Alberto Costantini. Questo a testimoniare che noi avremmo voluto evitare il commissariamento.
Secondo lei, Luciano Goffi, direttore generale di Banca Marche dalla metà del 2012, è stato posto nelle condizioni ideali per lavorare o subì pressioni che gli impedirono di operare al meglio?
Non ho elementi per risponderle. A sensazione, però, ritengo che non sia stato messo nelle condizioni di lavorare. Credo che anche lui sia stato vittima di quella situazione che le ho appena descritto. Goffi si è trovato a ricoprire il ruolo più difficile nelle condizioni e nel momento più difficili. Spero che adesso senza condizionamenti possa farci vedere le sue qualità.
Lei è d’accordo con l’impressione che il commissariamento avvenne anche per estromettere da parte di Banca d’Italia la governance locale?
Sì, sono d’accordo. Se si considera oltretutto che le due personalità secondo me più competenti quali Cesarini e Grassano si erano dimesse
Veniamo adesso agli ultimi mesi. Nell’estate 2013 avviene la nomina a Presidente di Banca Marche di Rainer Masera. Fondazione Carima aveva un altro nome da proporre, quello di Mario Girotti, ex amministratore delegato di Bnl. Ci racconta questo passaggio che ha creato più di una divisone tra le Fondazioni?
Dopo le dimissioni del presidente Costa e del vice presidente Ambrosini, si è posto il problema di individuare un soggetto che potesse servire a Banca Marche. Qualcuno con competenze e capacità. Una figura quindi autorevole sopra le parti. La Fondazione di Pesaro avanza il nome di Rainer Masera mentre Macerata quello di Girotti. Ed eravamo e siamo certi che Girotti potesse essere la persona ideale per ricoprire il ruolo. Ci fu invece spiegato dalla Fondazione di Pesaro che Masera aveva delle caratteristiche in grado di aiutare anche nell’aumento di capitale. Ci lasciammo comunque con la prospettiva di convenire su una candidatura unitaria. Ma a questo punto, la cosa che davvero ci ha infastidito, fu che ricevemmo da parte di Pesaro la candidatura ufficiale di Masera attraverso un comunicato stampa.
Cosa fece a quel punto?
Non andai in assemblea. Intanto sapevo delle perplessità di Masera, ed in particolare della sua incertezza ad accettare il ruolo che gli era stato offerto per il quale aveva chiesto precise garanzie. Così mi limitai ad un messaggio al presidente della Fondazione di Pesaro Sabbatini con due indicazioni. La prima, che non mi stupiva affatto considerando che lui non aveva mai incontrato Rainer Masera, che potessero esserci dei problemi nell’accettazione dell’incarico. Mentre io Mario Girotti l’avevo incontrato non so quante volte per spiegargli bene la situazione. E la seconda questione che misi subito in chiaro fu che la scelta la stavano facendo Pesaro e Jesi. Non è possibile, capisce, al di là della persona, indicare come presidente di una banca qualcuno che non si è mai incontrato in vita propria! Chiunque esso sia!
Rainer Masera, da quanto dice, sarebbe stato scelto per aiutare a trovare dei partner per l’aumento di capitale allora stimato in 300, 400 milioni. Ma allo stesso tempo fu assicurata a Masera la presenza del territorio per coprirne buona parte. E rimase dubbioso per una settimana finché, quasi improvvisamente, non spuntò fuori la cordata locale.
Quella settimana di incertezza scaturì dal fatto che Masera voleva garanzie. Qualcuno che garantisse per l’impegno locale. Pensi che un membro del consiglio di amministrazione andò a Roma a convincere il professor Masera ad accettare la presidenza della banca. Io ero dubbioso ma apprezzavo il tentativo. Quando Masera ha lasciato, solo poche settimane fa, mi ha confidato che qualcuno gli aveva garantito che il territorio avrebbe risposto. E come sappiamo non è andata così. Questo è il grande rammarico del professore.
Secondo lei il nome di Masera fu in qualche modo usato in modo strumentale?
Secondo me sì e mi dispiace perché Rainer Masera non meritava un trattamento del genere. Ho letto nei suoi occhi la grande delusione nel vedere che chi gli aveva garantito certe cose non le aveva mantenute.
Tra il 2012 e il 2013., in 8 mesi Banca Marche fa 800 milioni di perdite. Cosa è successo?
E’ successo che ad agosto del 2012 comincia la nuova ispezione di Banca d’Italia che dura quasi un anno. E si è passati dalla discrezionalità all’oggettività nelle valutazioni dei crediti e delle garanzie.
Molti dicono però che le rettifiche sono spinte in modo troppo severo, così come le valutazioni di cui lei parla. Ed alcuni di coloro che lo dicono sono estremamente sinceri nel farlo.
Sono perplessità che all’inizio anche io ho avuto e di cui ho chiesto chiarimenti. La prima volta in Banca d’Italia e la seconda a Rainer Masera. E le do la risposta che il professore, ad una mia precisa domanda, diede a me e agli altri due presidenti di fondazione: “Gli accantonamenti sono in linea se non inferiori al sistema.” Ovviamente non tutti, ma molti di coloro che mettono in giro queste voci sull’eccessiva severità lo fanno ad arte, strumentalmente per sminuire evidenti responsabilità.
Ma come si è creata questa situazione drammatica?
Io non posso saperlo, non spetta al presidente di una Fondazione indagare. Questo è compito e responsabilità della Banca d’Italia e adesso anche della magistratura, visto che Luciano Goffi ha inoltrato per conto di Banca Marche alcuni esposti alla Procura della Repubblica di Ancona. Dunque le cose sono due: o ci sono delle irregolarità e quindi delle responsabilità., oppure non ci sono irregolarità e responsabilità e dunque nessuno è colpevole. Stop.
E secondo lei, al di là della magistratura, ci sono queste responsabilità?
Per me assolutamente si perché non è possibile che si sia creata un catastrofe così rilevante con un’attività bancaria normale. In caso diverso non avremmo sollecitato l’azione di responsabilità.
Lei crede che le altre due fondazioni la pensino come Fondazione Carima?
No, non la pensano come noi. Perché avrebbero avuto ieri e oggi l’interesse a sapere chi ha ridotto la banca in questo stato, visto che i patrimoni delle fondazioni sono stati drammaticamente depauperati. Sinceramente mi sorprendo del fatto che su questa vicenda le altre due fondazioni azioniste la pensino diversamente. La ricerca delle responsabilità oltretutto non è una scelta personale ma un imperativo morale e uno specifico dovere di chi gestisce un ente come una fondazione. Quell’azione inoltre era e sarà sempre rivolta anche a tutelare tutti coloro, amministratori, dirigenti, sindaci, dipendenti di Banca Marche che in questi anni hanno lavorato tenacemente e con passione. E che non possono essere considerati anch’essi causa di questo disastro. E per tutelare tutti gli azionisti, piccoli o grandi che siano, che hanno finanziato l’attività della banca.
E allora le domando, perché le altre due fondazioni non la pensano come lei?
Le ragioni possono essere infinite. E comunque qualcosa lo può forse immaginare anche lei, visto che in questi mesi sul suo giornale lei ha scritto tantissimo sulle vicende di Banca Marche.
Giuseppe Grassano afferma per iscritto che Bianconi, anche davanti al Presidente Lauro Costa, disse che le Fondazioni pretendevano alti dividendi e che di conseguenza Banca Marche si dovesse assumere alti rischi. Cosa risponde a questo appunto come presidente di una delle tre fondazioni azioniste?
Rispondo che questo non vale per me in quanto ero costretto ad un continuo braccio di ferro con un’altra fondazione la quale voleva dividendi cospicui mentre Macerata trattava per avere meno dividendi e patrimonializzare invece la banca. Chiunque ha partecipato a quelle riunioni potrà confermarle quanto le ho appena detto.
Siete ancora interessati alla Cassa di Loreto o forse di banche ne avete avuto abbastanza?
In questo momento non posso darle una risposta, visto che la banca è commissariata. Ma credo che delle nostre intenzioni abbiate già parlato.
Concludiamo con un’ultima domanda. Questa volta personale. Davanti a quello che lei in questa intervista ha definito tante volte “disastro”, cosa prova? Responsabilità, rabbia, amarezza…
Tra dieci anni, quando rivedremo la storia di questa vicenda, sapremo se ci sono stati dei responsabili e chi ha contribuito al dissesto di Banca Marche. E certamente penseremo con rammarico che Fondazione Carima era socia di una grande banca al servizio del territorio e penseremo con amarezza anche a quanto patrimonio ha perso la Fondazione. Ma in quel momento sarà evidente a tutti che il comportamento di Fondazione Carima è sempre stato improntato alla massima trasparenza, onestà e correttezza. Perché Fondazione Carima è stata vittima del “sistema Banca Marche”. Personalmente sono molto dispiaciuto di non aver conosciuto prima come stavano le cose per poter intervenire subito in maniera decisa. Cosa che è avvenuta, seppur troppo tardi e di questo non posso che esserne amareggiato, appena abbiamo avuto informazioni per renderci conto di ciò che stava accadendo.
(3/fine)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
… a freddo si puo’ dire che ci sono troppi se e’ troppi ma , e per un presidente che ha un ruolo ben specifico, cioe’ il controllo del patrimonio della fondazione, non e’ accettabile, e se prendiamo per buona la sua sincerita’, si e’ rilevato inadeguato, anche perche bastava leggere le perplessita’ di molti azionisti su i vari forum , per farsi un’idea che qualche domanda in piu’ andava fatta, io quando ho letto del fondo conero mi si sono rizzati i peli,o prima ancora l’articolo dell’espresso gia’ metteva qualche pulce nell’orecchio , non basta andare in giro a farsi fare le foto , e pretendere dividendi che gia’ dal 2008 non ci stavano, il disastro banca marche e’ cominciato dalle fondazioni che non anno saputo gestire l’azione di controllo, e qualita’, cosa che rientrano nei compiti dei principali azionisti, cmq e’ finito tutto speriamo di uscire almeno vivi. e vedere in galera i responsabili, almeno questa consolazione ce’ la devono dare,!!!!
Dalle parole di Gazzani sembrerebbe che gli amministratori inseriti nel CDA di Banca Marche siano piovuti dal cielo !!! Ma tutti tutti i dipendenti sanno che Lauro Costa, presidente dei Coltivatori Diretti, Giuliano Bianchi presidente della Confartigianato, Mario Volpini presidente della Confcommercio, Germano Ercoli presidente della Confindustria ( tutti facenti parte del CDA oggetto del verbale della Banca d’Italia) si sono fatti nominare proprio dalla Fondazione CARIMA !!
forse non investire il 70% del patrimonio in un solo titolo sarebbe stato opportuno.. povero patrimonio (oggi mini)
MMMMmmmmmmm…..
Ma qualche controllo, prima?
Qualche domanda, prima?
Ma tutti questi attori, co-protagonisti, semplici comparse quando prendevano per il loro lavoro??
Nulla da commentare alle parole di Gazzani,basta leggerle con attenzione e poi e’ tutto chiaro,criticarle sarebbe inutile e mi farebbe rilitigare con Persichetti dopo la pace ritrovata.
p.s.Solo alcune considerazioni: Se come sostiene Gazzani non e’ mai stato fatto un prezzo alle azioni bmarche nel 2007 di cosa parla nel video su YOUTUBE INTERVENTO GAZZANI ASSEMBLEA CARIMA?( video da rivedere ad integrazione della presente intervista,per capire bene le ragioni di Gazzani,spesso travisate o non comprese del tutto nella loro globalita’)E perche’ tre societa’ di consulenza suggerivano caldamente di vendere se nessuno era interessato realmente a comprare?( costo delle consulenze a questo punto inutili TRE MILIONI DI EURO dichiarati e certificati nei bilanci della banca)Inoltre oltre a sapere chi non ha voluto vendere la banca,convincendo anche Pesaro,ora sappiamo anche chi ha voluto e spinto a suo tempo l’aumento di capitale( ovvero non vendo e non capitalizzo ma in compenso spendo altri soldi,sempre della fondazione,e’ ovvio)
Fa specie inoltre nonostante l’altissima professionalita’ delle persone volute e nominate dalla fondazione carima,e quindi ritengo da Gazzani,ma se cosi’ non fosse me ne scuso in anticipo,compresa quella di Lauro Costa( l’uomo che non dobbiamo dimenticare ha lasciato solo dopo aver messo la banca in sicurezza) che bmarche abbia fatto questa fine ingloriosa.Un vero mistero,inspiegabile e quasi impossibile,al punto tale da togliere il sonno a Tardioli che ha degnamente sostituito Costa.C’e’ ancora qualcuno che se la sente di criticare l’utilita’ delle fondazioni e della politica nella gestione di una banca?
capisco benissimo che in questa societa’ tutto è criticabile anche chi accorgendosi che le cose non andavano ha iniziato una sua battaglia per cercare di capire le responsabilita’. Ho letto con attenzione e debbo dire che ammiro il coraggio di questo uomo.Ovviamente mi aspetto spernacchiamenti.Nello stesso tempo mi viene spontanea una domanda:chi glielo ha fatto fare a Gazzani a sollevare tutto questo casino!In fondo bastava stare calmo e tranquillo che tutto si sarebbe risolto in un modo o nell’altro.All’italiana per cui tutto va bene madama dore’.Un consiglio per ultimo darei all’uomo:lascia perdere,chi te lo fa fare!Hai una famiglia,una bella azienda,lascia stare,divertiti cosi’ ti riposi e stai piu’ tranquillo e soprattutto fai felice tante persone,soprattutto quelle che nei prossimi mesi e nei prossimi anni dovranno difendersi per il dissesto della banca, e ovviamente i loro amici che in questi anni hanno beneficiato della finanza allegra.Siccome ti conosco credo aime’ che continuerai per la disperazione di molti.
in quel video Gazzani dice di avere problemi con Bianconi perche’ come fondazione vogliono i dividendi per erogare sul territorio, e la platea annuisce, qui invece dice che lui non ha mai chiesto i dividendi.. Quale sara’ la verita’?
Per quanto riguarda la propria posizione personale il Presidente della Fondazione Carima è stato molto esaustivo: troppo di fresca nomina come presidente (e quindi “attore marginale”) ai tempi, e tenuto all’insaputa in seguito. Per quanto riguarda il perverso “sistema Banca Marche”, del quale la Fondazione Banca Marche è stata vittima, due sono le ipotesi che si aprono: esso è stato causato da possessione demoniaca, oppure da un’invasione di ultracorpi, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/L'invasione_degli_Ultracorpi_(film) , disseminati a mezzo di scie chimiche.
@Persichetti
“Chi gli lo ha fatto fare? Lascia perdere che hai una famiglia ed una bella azienda?” Ma Persichetti, al netto delle considerazioni sull’uomo del quale non metto in dubbio l’onestà, tutto deve finire, come si diceva una volta, “in cavalleria”. Una società seria – società non solo in senso di azienda – funziona perchè a delle azioni corrispondono delle conseguenze- penali, amminastrive, pecuniarie, di reputazione ecc -. Qui la malafede di alcuni e l’insipienza di altri hanno distrutto il valore di decine di generazioni di marchigiani. E tutto deve finire facendo passare la favoletta di uno che ha lottato a mani nude contro un esercito armato? Bah!
Davvero sconcertante, riassumendo e fingiamo che non sia di bdm che si parla: un’ azienda è azionista (pesante) di una seconda società della quale siede (mediante propri consiglieri) anche in consiglio di amministrazione; la seconda società fallisce per azioni errate (o altro) poste in essere dall’amministratore della seconda società in un periodo di ben 8 anni. L’amministartore della prima società intervistato risponde io non ne sapevo nulla di quallo che accadeva nella seconda società overo mi sono fidato dei miei consiglieri. Ci può anche stare, ora però chiederei all’intervistato… se non sai quello che fanno dei soldi della società di cui sei azionista quale sarebbe il tuo ruolo sei o no l’amministartore cui spettano tutti i poteri di legge; fossi stato un dipendente avrei anche potuto darti ragione ma se amministri lo devi saper fare anche esercitando i poteri di indirizzo e controllo, se non lo hai fatto non credo tu sia un buon amministratore….
Quello che sorprende è il generale silenzio intorno a questa vicenda.
Delle amministrazioni pubbliche (Comuni, Province, Regione), dei partiti, dei sindacati, della Confindustria e delle numerosissime associazioni di categoria del mondo produttivo, agricolo e commerciale.
La linea ufficiale della BdA di fronte a questi avvenimenti è sempre stata quella di minimizzare, negare, tranquillizzare.
In particolare, sulla sostituzione del direttore generale Bianconi, fino all’ultimo omaggiato in tutti i modi dalla politica regionale e “compreso” dalle organizzazioni sindacali di categoria. Al momento dell’uscita di Bianconi la BdM parla addirittura di “un accordo pienamente consensuale, il cui percorso era già stato definito da tempo…le scelte private di Bianconi non sono mai entrate in conflitto con le scelte di Banca Marche”.
Nel gennaio 2013 Moody’s declassa la banca di cinque livelli in una volta sola. La BdM in un comunicato vede addirittura nel declassamento del rating “uno stimolo per la crescita” e nelle dimissioni dei dirigenti “un naturale ricambio della squadra di direzione”.
Questa ennesima vicenda mette in evidenza il quadro di un paese che sembra sprofondare sotto il peso del malaffare e della cattiva gestione di tutti i giorni.
Siamo arrivati al capolinea ed alla fine di un periodo storico che sta certificando il fallimento di una intera classe dirigente incapace di rinnovarsi negli uomini e negli ideali; una classe dirigente vecchia e stantia che da almeno 20 anni non produce più cultura vera ma vive solo di quella della rendita che brucia ricchezza ma non la crea.
Ancora una volta la “storia“ segue le sue leggi universali che regolano l’alternarsi delle società nei secoli pur nella differenza dei tempi, dei luoghi e delle storie personali .
La storia si ripete sempre, come diceva il grande Vico, perché la natura dell’uomo che la guida non cambia mai . Così le società hanno un ciclo di vita che dipende in sintesi dalla componente valoriale che caratterizza le classi al governo e dalla loro capacità di mantenere una componente ideale e creativa (pensiamo ai padri costituenti del primo dopoguerra) con un meccanismo di sfida e risposta con l’ambiente.
Se viene meno nel tempo questa capacità creativa comincia il declino e l’implosione; le classi dirigenti al governo pensano sempre meno al bene comune ma solo ai propri interessi e per mimesi attraggono al loro interno persone sempre di più basso livello finché finiscono per spaccarsi in parti autoreferenziali che confliggono tra loro in una progressiva decadenza.
La decadenza non è una paralisi delle facoltà mentali ma un collasso della loro eredità sociale e morale che impedisce ed inibisce una nuova e necessaria efficace azione creativa così la élite annaspa, paralizzata nel vuoto di idee e di azione .
Le società non muoiono mai per morte violenta ma per suicidio e ora siamo a questo punto e più tardi prenderemo coscienza del problema peggio sarà per tutti.
PS: al Presidente Franco Gazzani vorrei fare una domanda che l’intervistatore non gli ha fatto in modo diretto: ma Lei ritiene ancora di poter continuare a svolgere il suo mandato di Presidente della Fondazione Carima?
Assolutamente no, non credo che finira’ in cavalleria,anzi sono convinto che è l’unico,in questa societa’ di codard…….. che ha le p@@lle e che al momento opportuno denuncera’ tutti i responsabili.Almeno spero.Basta aspettare……….
Mettiamola cosi’ per non ingenerare altre polemiche: voglio vedere tutti i ‘miei amici’ in galera e se possibile prima di natale,cosi’ passano daL fresco di Cortina a quello piu’ salubre del carcere.Poi si cerchi di capire chi ha messo,spinto,fortemente voluto queste persone sul ponte di comando,a meno che non siano atterrate da marte,chi ha consentito loro di fare e disfare a piacimento,e una volta quantificati i danni prodotti indirettamente vengano condannate a risarcire per responsabilita’ oggettiva( la legge non ammette ignoranza,sarebbe troppo comodo)Non capire che il cosi’ detto sistema banca marche nasce da quanto sopradescritto e che i ‘miei amici’ li ha voluti chi oggi come per incanto sembra avere avuto una illuminazione divina e li attacca e’ per lo meno miope,e purtroppo,TERRIBILMENTE TARDIVO.In fondo sarebbe bastato leggere i commenti di Alberto Pirani nel suo blog e attenersi lo ripetero’ all’infinito,a quanto detto non da tre pastori che passavano casualmente in bmarche a trovare il ns ex presidente,ma da tre quotate e strapagate societa’ di consulenza.Peccato che la legge nn preveda la responsabilita’ per presunzione e mancata comprensione di assoluta incapacita’,banca e fondazioni verrebbero svuotate.Concludo dicendo che e’ inutile e troppo comodo concentrarsi su cosa e’ stato fatto nel 2011/12 ,ma su quanto e’ successo dal 2007 in poi,ed in questo l’intervista a Gazzani e’ ampiamente illuminante.Poi ovviamente ognuno ne da una lettura ed una interpretazione diversa,ma fotrunatamente le parole restano( anche i video se qualcuno non li cancellera’)e pesano come macigni.Augurarmi che questi macigni ricadano su chi l’ha pronunciate e’ lecito od e’ polemica sterile?altrimenti mi astengo…
Leggo su Cronache Maceratesi “Bankitalia: sconfinato potere di Bianconi e inadeguata gestione dei crediti” che tra le aziende con “elevati rischi di credito” vi è anche il gruppo FORESI.
E’ lo stesso che siede nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Carima?
La sciatteria e l’incompetenza spesso sono peggio della disonestà. Il fatto che il Nostro sia ancora aggrappato alla seggiola ne e’ la conferma.
Questa e’ la classe dirigente che ha affossato questo paese.
Fratello Enossam. Sottoscrivo tutto quello che hai detto parola per parola, sillaba per sillaba. Secondo me, buona parte della nostra classe dirigente di accatto, non solo non condivide il contenuto del post, ma non è nemmeno in grado di comprenderlo.
Non sarebbe serio, da parte di TUTTI RASSEGNARE LE DIMISSIONI, ritengo sia un atto dovuto.
Francamente ci si aspetterebbe una maggiore assunzione di responsabilità da parte di Gazzani: anche ammettendo che QUANDO E’ VENUTO A CONOSENZA DELLA SITUAZIONE abbia fatto tutto quanto fosse nelle sue possibilità, c’è sempre da considerare la sua ( e quella degli altri membri della Fondazione) incapacità di esercitare un controllo autonomo e indipendente da quanto riferito dai consiglieri del CdA della Banca (per altro nominati proprio dalla Fondazione).
Troppe volte e talvolta a sproposito Gazzani richiama il “rapporto fiduciario” e la separazione dei ruoli.
Il rapporto fiduciario si realizza non soltanto rispettando formalmente i ruoli e le singole sfere di autonomia ma anche VERIFICANDO di persona se tale rapporto meriti essere mantenuto e/o consolidato. Sono convinto che nella sua azienda Gazzani si comporti esattamente in questo modo e a maggior ragione avrebbe dovuto farlo come capo di una Fondazione. Infine, la “separazione dei ruoli” non vuol dire deresponsabilizzazione e omissione di controllo.
Come Presidente di una delle Fondazioni azioniste di riferimento della Banca, avrebbe dovuto dotarsi degli strumenti necessari a verificare PERSONALMENTE il buon andamento della gestione bancaria. Anche se la Sua presidenza è iniziata dopo l’assunzione di Bianconi è passato troppo tempo senza che si accorgesse cosa stava accadendo.
Il solo fatto che dal 2008 è scoppiata una crisi mondiale di proporzioni pari a quella del ’29 che ha messo in difficoltà gravissime TUTTE le banche del mondo, grandi e piccole, avrebbe dovuto mettere sul chi vive Gazzani .
Solo per questa evidente incapacità di ACCERTARE DA SE dovrebbe dimettersi senza tanti giri di parole.
Oltre tutto, in relazione agli affidamenti “facili ” disposti da Bianconi e dal gruppo dirigente di BdM, vista la “stazza” ( nazionale e locale) dei soggetti beneficiari, pare del tutto evidente che Bianconi abbia agito con tutte le “coperture politiche” del caso e su precise sollecitazioni. Coperture e sollecitazioni provenienti con ogni probabilità anche da parte delle singole Fondazioni anche per il tramite dei loro rappresentanti in CdA .
E’ veramente difficile credere che tali coperture e sollecitazioni non siano pervenute copiose ANCHE dalla Fondazione di Macerata.
I commenti?quasi tutti condivisibili, eccome!!! Comunque da ora in poi,anche se il disastro e’ già stato combinato,non dovremmo distogliere l’attenzione e il controllo dai prossimi avvenimenti, perché anche su questo deserto finanziario(bmarche) ,e di riflesso sul contesto economico marchigiano, qualcuno(politica-massonerie varie in conflitto tra loro e via dicendo) potrebbero ricercare la linfa per i loro sporchi giochi economici e di potere ,alle spalle e danno di tanti poveri risparmiatori(oltre a famiglie e imprenditori) nostri corregionali,e non solo. Facciamo,pertanto, molta attenzione affinché non si cerchi di fare,scientemente,tanto fumo, per ricavarne poi poco o niente arrosto.
Suggerimento per Marco Ricci. Non perdo tempo in complimenti per il lavoro svolto da CM. Da una decina di giorni, dopo anni di silenzio, si sono scatenati anche i due “fogli locali di distrazione di massa”.
Ma andiamo avanti! Cominciamo a sapere molto di come sono andate le cose in Banca delle Marche. Manca un tassello importante sul quale il Rockfeller di San Marone, ad una sua precisa domanda, è sgusciato via come un’anguilla. Chi ha portato Bianconi alla Banca delle Marche? Di quale cordata politico/bancaria era un addentellato? Il manager di Norcia era già discusso a quel tempo. Nel 2007 uscirono degli articolo sull’Espresso nei quali si parlava degli affari di Bianconi con il “furbetto del quartierino”, poi arrestato, Coppola. Tutto questo non è servito da campanello di allarme. Delle due l’una: o le protezioni e gli intrecci di potere del Direttore Generale lo rendevano intoccabile oppure siamo in presenza di una congrega di beoti – mi riferisco ai consiglieri delle Fondazioni – che passano il tempo giocando con i soldi degli altri.
Ripeto, perchè non si dimettono, o non vengono chieste le dimissioni di tutti i vertici sopra tutto delle fondazioni????
io ho la strana sensazione che qui tutti hanno chiuso un occhio perchè gli stava bene. Ora chi ha sbagliato paghi e paghi con gli interessi… però visto che siamo in Italia chi ha sguazzato in questa situazione non sarà neanche condannato a rendere il maltolto …..
Alexis,ti chiedi se siamo in presenza di un gruppo dirigente di beoti,la risposta,senza ombra di dubbio,e’ SI!!Come si fa nn dico di accorgersi che la banca stava andando a scatafascio,ma che un solo affidamento aveva raggiunto i 260 milioni di euro.Bastava chiedere gli importi degli affidamenti dei clienti medio grandi,verificare le garanzie,anche se gonfiate da perizie compiacenti e chiedere lumi.Ma queste persone erano troppo impegnate nel giro di poltrone,con scambi di presidenze tra fondazioni e banca,con il beneplacito della politica,dei sindacati e di tutti coloro che oggi urlano e sbraitano.E chi si sarebbe permesso di disturbare il manovratore?Lungi da me difendere Bianconi,ma solo avendo a che fare con una dirigenza di beoti incompetenti,ambiziosi quanto incapaci ha potuto fare tutto ed il contrario di tutto.E quando ha capito il livello dei suoi interlocutori…ha fatto di banca marche la banca ‘del territorio’ si,ma del suo di territorio.
…VISTO che il dottor gazzani non e’ al dentro dei fatti , e viene a sapere le vicende di bm solo tramite la stampa, ti dico dottore che i commissari stanno trattando con la bper, per il salvataggio, percio di consiglio domani mattina se non devi fare altre foto di andare a fonteadamo a sentire un po come va la situazione, ma sempre se non hai da fare …mi raccomando!!!
Proprio senza vergogna tutti quanti. Ma come si fa ad essere così presuntuosi? Ma costoro cosa hanno fatto finora? Ma perché ricoprono certe cariche se non sono neanche capaci di rilevare irregolarità così macroscopiche (vorrei conoscere il verbale col CdA nel quale “consegnavano” 2.OOO.OOO,OO di Euro al Bianconi dopo che si era fatto 3 settimane di vacanza come riportato dalla stampa: chi lo ha firmato, come è stata giustificata una somma così spropositata e, soprattutto, se nelle altre realtà in cui operano questi “grandi amministratori” si sono verificati “riconoscimenti” del genere) . Ma le loro aziende le gestiscono in questo modo? Abbiano il coraggio di dirlo una volta per tutte. Ancora parliamo di bella presenza e grande comunicazione? Grande comunicatore per chi? Per i polli che si spacciano per grandi amministratori quando tutto va bene e poi non si sa cosa diventino quando le cose precipitano come è successo in BDM ed anche in tante altre realtà dove paga pantalone. Ma quando hanno “assunto” il “grande manager” non hanno fatto un minimo di indagini? Qualche informazione (intendo SERIA, non quella dei salotti dei soliti noti) non era il caso di prenderla? Bastava semplicemente – ed a costi molto più contenuti di quelli sostenuti per tutta la brigata (questo è un capitolo che molti glissano) – fare una semplice ricerca in internet per sapere chi era Bianconi o, quantomeno, per far scattare qualche campanello d’allarme. O è chiedere troppo a questi “giganti della finanza”. Vorrei far presente che sono in possesso di numerosissimi nominativi di persone normali, purtroppo però senza amici che contano, che a costi notevolmente inferiori sono in grado di fare sicuramente meno danni. Dimenticavo, però, che i risultati devono essere inversamente proporzionali alle vergognose somme incomprensibilmente ed ingiustificatamente erogate.
Commenti onesti e commenti ipocriti…c’è di tutto nei post qui sopra. Pensate veramente che la fondazione carima fosse un monolite di concordia che prendeva le decisioni all’unanimità? Credete davvero che gazzani avesse il pallino delle decisioni? che potesse scegliere da solo gli uomini da inserire nel cda della banca ignorando il manuale cencelli o il potere della massoneria che governa il sistema bancario e banca marche da sempre? quella stessa massoneria che ha scelto bianconi, i suoi collaboratori e finanche, oggi, parte della nuova dirigenza? signori le cose sono due: o vivete su marte o siete dei sepolcri imbiancati!
banchieri con soldi non propri…..c’e’ un espressione dialettale….
Ma vedrete che anche questa volta la colpa del disastro di BancaMarche sarà del Padreterno. Da quando ha fatto il diluvio universale è diventato il capro espiatorio di tutti i disastri combinati da umani incapaci ed incompetendi ma… ben protetti politicamente
Maceratesi = Cubani.
Votano un regime che fa diventare povera la popolazione.
DJ