di Marco Ricci
Dopo quelle di ieri presentate dal presidente Rainer Masera e dal consigliere indipendente Pietro Alessandrini (leggi qui), oggi a lasciare il loro posto in consiglio di amministrazione di Banca Marche sono stati Alberto Costantini e Roberto Civalleri, nonché il vice-presidente Federico Tardioli. E le motivazioni delle dimissioni potrebbero anche trovarsi nel regolamento emanato nel 1998 dall’allora Ministero del Tesoro in merito ai requisiti di professionalità ed onorabilità degli esponenti aziendali nelle Banche. Norme che vietano per tre anni di assumere un ruolo di amministratore, direttore generale e sindaco a chi ha svolto funzioni analoghe in banche andate in amministrazione straordinaria, come accadrà entro fine mese a Banca Marche.
I commi 1 e 2 dell’articolo 4 del decreto legge numero 161/1988 recitano infatti: “Non possono ricoprire le cariche di amministratore, direttore generale e sindaco in banche coloro che, almeno per i due esercizi precedenti l’adozione dei relativi provvedimenti, hanno svolto funzioni di amministrazione, direzione o controllo in imprese sottoposte a fallimento, a liquidazione coatta amministrativa o a procedure equiparate. […] Il comma 1 si applica anche a coloro che hanno svolto funzioni di amministrazione, direzione o controllo in imprese operanti nel settore creditizio, finanziario, mobiliare o assicurativo sottoposte alla procedura di amministrazione straordinaria; […] Il divieto di cui ai commi 1 e 2 ha la durata di tre anni dall’adozione dei relativi provvedimenti.”
Il testo è abbastanza chiaro, il che non darebbe senso alle dimissioni sul filo di lana, ma le interpretazioni non sempre uniformi. E almeno davanti alla complessiva raffica di dimissioni che sta interessando gli amministratori dell’istituto marchigiano, questa può essere in parte una chiave di lettura. In aggiunta all’ulteriore motivazione, sempre in qualche modo legata all’onore, di non far parte di un Cda che verrà sciolto. Va tenuto conto che gli amministratori sono oltretutto ad oggi sospesi dalla gestione provvisoria e decadranno a giorni quando il Ministero dell’Economia e delle Finanze emanerà il decreto di scioglimento degli organi amministrativi e di controllo per dare avvio all’amministrazione straordinaria dell’istituto di credito.
E se pur sia possibile comprendere le motivazioni personali che hanno spinto al gesto come se ne possono supporre anche altre, l’immagine complessiva che ne esce lascia però l’impressione di un si salvi chi può dalla nave che affonda. Dimissioni a raffica che rischiano di creare, in un momento molto delicato per l’istituto, non solo grande confusione ma anche un allarme nell’opinione pubblica probabilmente immotivato. L’ormai certo commissariamento di Banca Marche non dovrebbe infatti avvenire per ulteriori criticità della banca, quanto per l’impossibilità tecnica di continuare con l’attuale gestione provvisoria che ha la durata perentoria di due mesi.
Singolari appaiono le modalità con cui vengono comunicate le dimissioni. Dai diretti interessati, come ad esempio ha fatto Rainer Masera tramite la sua lettera inviata ad un’agenzia giornalistica, piuttosto che dall’istituto di credito stesso. Si immagina che ciò sia dovuto al “silenzio stampa” in cui si è chiusa Banca Marche da quando sono giunti al vertice dell’istituto i due commissari Feliziani e Terrinoni. O da una presa di distanza dei commissari rispetto a quanto sta avvenendo.
CHI SONO I TRE CONSIGLIERI DIMISSIONARI:
Ex Direttore Generale di Banca Marche prima di Massimo Bianconi, Alberto Costantini era stato cooptato in consiglio di amministrazione il 18 luglio di quest’anno su sollecitazione della Fondazione Carima. Una brevissima presenza attiva in consiglio quella di Costantini. Prima di essere sospeso il 30 agosto, assieme agli altri memmbri degli organi di amministrazione e controllo di Bm, dalla gestione provvissoria voluta da Banca d’Italia.
Federico Tardioli, indicato dalla Fondazione di Jesi è stato eletto in Cda nell’aprile del 2012 e ha rivestito il ruolo di Vice-Presidente di Banca Marche.
Di più lungo corso il consigliere indipendente Roberto Civalleri, anch’egli espressione della Fondazione di Jesi. In carica dall’aprile 2006 all’aprile del 2009, rieletto poi nell’aprile del 2012, Roberto Civalleri ha ricoperto per più di quattro anni il ruolo da cui oggi si è dimesso.
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…e si c’e’ pericolo che li richiamino sti premi nobel per l’economia….magari ci mettiamo anche vallesi e giorgi…….qui mancano ancora le dimissioni di gazzani…e siamo a posto!!
Quando la barca affonda…………
Chissà perchè scappanop via tutti…
Ma i buoi non erano già scappati, visto che la stalla dei prestiti era rimasta aperta ed incustodita per troppo tempo???
ora che i cavalli sono scappati chiudono la stalla….
A questi il detto “barcollo ma nn mollo” nemmeno ci hanno pensato.!
fuggi fuggi generale!!cari risparmiatori ancora una volta siete fregati!!ancora una volta nessuno pagherà!!
Finalmente una buona notizia.Tardioli,che soffriva d’insonnia potra’ tornare finalmente a dormire sonni tranquilli…se ne va dopo avere lasciato con Costa bmarche IN SICUREZZA,ed ora puo’ tornare a fare il suo lavoro.Da questa triste vicenda ci guadagna l’agricoltura,la medicina e speriamo molto presto il mondo della panificazione.Che cosa aspette Gazzani a tornare ad occuparsi di panini e brioches?Cos’altro deve succedere per avere il buon gusto di togliere il disturbo?Non ci dimentichiamo che tutti questi scenziati che ora danno le dimissioni sono l’espressione delle nomine demenziali imposte delle fondazioni.E colgo l’occasione per dire a questi signori che non pensino di ripresentarsi tra qualche anno,perche’ questa volta dovranno passare sui nostri corpi per averla vinta.Mi auguro tra l’altro che la magistratura ed i vari esposti li tenga impegnati a non andare in galera e non a cercare nuove poltrone.Magari in questa operazione di pulizia totale dovremmo pensare,noi piccoli azionisti privati marchigiani,alla chiusura di tutte le associazioni che dovrebbero tutelarci ma che con il loro assordante silenzio non mi sembra svolgano le funzioni per le quali sono state create.Fanno parte anch’esse del vecchio,del compromesso,che ha finora prevalso in bmarche e quindi sono inutili ed anacronistiche.Le logiche per le quali gli azionisti privati avranno dei loro rappresentanti in consiglio dovranno essere improntate a nuovi criteri,quelli della rifondazione della banca,e non a quelle che hanno portato la stessa al disastro
Schettino è stato più coraggioso di questi…
Ci auguriamo non sia ancora finita. Attendiamo che se ne vadano anche: i manager coinvolti nella malagestio, i capi cordata millantatori, i presidenti di fondazione che hanno infiltrato loro uomini a tutti i livelli perseguendo interessi ‘locali’ non compatibili con la sana e prudente gestione ecc ecc. Se non lo faranno ‘sponte’, auspichiamo gli avvisi di garanzia. Poi la banca potrà ripartire con una nuova credibilità e, speriamo, nuovi soci, nuovi amministratori, nuovi manager onesti ecc. ecc.
Senatore Mario Baldassarri, a questo punto non puoi abbandonare la Tua Macerata. Anche se molti non lo meritano, devi metterci la tua mano.
Bene ….il teatrino a tinte fosche ora parrebbe anche tingersi di sfumature di carattere pirandelliano…..” il gioco delle parti “. A prescindere dal fatto che era prevedibile che ciò sarebbe avvenuto(dimissioni in massa) per anticipare lo scioglimento del consiglio in seguito all’ormai certa continuazione della procedura straordinaria. Ma che credevate che a Jesi fossero approdati dei buon samaritani?…..anche il modo di rassegnare le dimissioni(tramite i media),da parte di qualcuno, appare del tutto irrituale e con dichiarazioni volte più alla tutela della propria persona che all’interesse della banca(anzi si alza,con l’occasione, ancor più l’asticella dell’aumento di capitale….reazione isterica?)che,di contro,subisce da costoro un nuovo non necessario attacco sconsiderato. Forse,peraltro,tutto ciò potrebbe avere anche un risvolto positivo. Aver fatto davvero piazza pulita di tutti questi signori(e di tutti gli altri di cui abbiamo ampiamente discusso e di farne ancora fine ad esaurimento) che consentirà all’istituto di ripartire su basi nuove. Ora però bisogna cercare di stimolare tutte quelle forze positive e sane che esistono nel dna della banca(principalmente l’attaccamento dei suoi dipendenti e della sua clientela)per ritrovare la necessaria serenità interna e ridare fiducia all’esterno(in queste condizioni non è certo facile-la clientela e’ disorientata e aggredita dalla concorrenza,i dipendenti sono sconcertati) per riprendere un percorso che anche questi signori con le loro esternazioni stanno cercando di rendere ancor più arduo. Lo ripeto bisogna iniettare positività a tutta la questione, e cercare di remare tutti dalla stessa parte, perché come abbiamo visto, per l’ennesima volta ,ad altri delle nostre attività e delle nostre legittime aspirazioni non interessa un fico secco.
Quando la Nave affonda……
Dal film Tutti a Casa di Luigi Comencini (1960), scena del tunnel buio (un minuto e 47 secondi):
http://www.youtube.com/watch?v=4dbCt-NiftM
Mi piacciono – dico seriamente – e fanno tenerezza i commenti al caramello del Sig. Tacconi. Le sue parole sono permeate di ottimismo e me ne rallegro: dove potremmo andare senza ottimismo? Da nessuna parte. Ma alla maceratese mi verrebbe da dire: ” A Taccò, rapri l’occhi!”. Le basi del disastro economico, sociale e mi verrebbe da dire antropologico, di Macerata vengono poste negli anni settanta ed ottanta e trovano la loro definitiva implementazione negli ultimi venti anni di gestione politica scriteriata ed ignorante.
Per quanto attiene invece allo specifico della Banca delle Marche, che cosa avete fatto come classe politica locale per frenare le nomine scandalose delle Fondazioni ed, a cascata, del CDA della Banca. Lei è un vecchio democristiano. Voi come partito perchè vi siete tirati giù le braghe negli anni 80 nei confronti di quei politici che hanno frenato l’operazione di acquisizione della Cassa di Ancona per poi avallare l’operazione Banca delle Marche? Le ricordo che la Cassa di Risparmio di Macerata era di gran lunga la più ricca e patrimonializzata delle Casse con le quali si è fusa. Guardi i risultati. Chi ci salva ora Baldassarri? La Banca delle Marche in quanto banca di territorio con capitali del territorio E’ FINITA!
Un appello ai commissari presenti e futuri: una sola parola PULIZIA per Banca Marche!!!