Banca Marche, l’assemblea approva il bilancio
Bocciata l’azione di responsabilità

Perdita di esercizio di 518 milioni. In rosso anche il primo trimestre 2013: -23,8milioni. Votano a favore il 90,6% degli azionisti e 3 Fondazioni su 4.

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Il video con l’intervista al direttore generale Luciano Goffi

Banca Marche 1

L’assemblea di oggi

 

di Erika Mariniello

Al 31 marzo scorso, il risultato netto di gestione di Banca Marche è stato pari a -23,8 milioni di euro (-213,1% sullo stesso periodo del 2012). Lo ha reso noto il direttore generale di BM Luciano Goffi, nel corso dell’assemblea degli azionisti convocata per l’approvazione del bilancio 2012. Sui conti pesano 87,5 mln di rettifiche su crediti, pari a +179,5% sulla trimestrale 2012. Il margine di intermediazione è di 139,6 mln (-7,3%). La raccolta diretta è di 12.490 mln (+5,3%), quella indiretta è di 3.837 mln (-6,6%), gli impieghi a clientela sono pari a 15.723 mln (-1,7% sullo stesso periodo del 2012, quando gli impieghi furono 16.000 mln. Le spese di funzionamento sono pari a 91,4 mln (-5%).

L’assemblea degli azionisti di Banca Marche ha poi approvato il bilancio 2012, il primo in rosso nella storia dell’istituto di credito, con una perdita di esercizio di 518 mln di euro e 2.545 mln di crediti deteriorati (+49%) per la capogruppo.  527,7 mln di perdite e 3.412 mln di crediti deteriorati (+44,8%) riguardano il bilancio consolidato del gruppo. Hanno votato a favore il 90,66% degli azionisti presenti, per un totale di 792,9 milioni di azioni e il 62,6% del capitale sociale della banca; contrari il 4,1% dei presenti, in rappresentanza di 35,8 mln di azioni della banca, pari al 2,8 del capitale sociale. Astenuti il 5,23%.

Banca MarcheNel dibattito, lungo e a tratti acceso, il direttore generale Luciano Goffi e il vice presidente Federico Tardioli, facente le funzioni di presidente dopo le recenti dimissioni di Lauro Costa e Michele Ambrosini, hanno sostenuto che il protrarsi di una congiuntura economica negativa e la forte esposizione degli impieghi nel settore immobiliare hanno reso necessaria la revisione del portafoglio creditizio, con una conseguente severa riclassificazione dei crediti. Si sono espresse a favore del documento di bilancio le tre Fondazioni bancarie maggioritarie (Fondazioni Caripesaro, Carima e Carisj) e Intesa San Paolo spa, mentre si è astenuta la Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. Interventi contrari ma anche astensioni da vari fronti del piccolo azionariato diffuso di Banca Marche, con critiche trasversali alla politica degli accantonamenti sulle attività deteriorate, da alcuni giudicata “troppo severa” e “causa” del cattivo risultato del 2012. Un’analisi respinta in particolare dal presidente della Fondazione pesarese Gianfranco Sabbatini e da quello della Fondazione Carima Franco Gazzani, secondo i quali “un voto contrario al bilancio avrebbe potuto aprire lo scenario di un commissariamento della banca”.

  BOCCIATA L’AZIONE DI RESPONSABILITA’ – L’assemblea dei soci di Banca Marche ha detto no ad un’azione di responsabilità e risarcitoria promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata contro gli amministratori dell’istituto in carica alla data del 31 dicembre 2011 e contro l’ex dg Massimo Bianconi ed il precedente management. Dopo un dibattito acceso, l’assemblea, a maggioranza, ha deciso di non aderire all’azione: contrari, il 50,9% dei presenti, per un totale di 440 milioni di azioni rappresentate equivalenti al 34,5% del capitale sociale della banca. Determinante il no delle Fondazioni Caripesaro e Cassa di Risparmio di Jesi. A favore dell’azione di responsabilità si sono espressi il 34,9% dei presenti in assemblea, equivalenti a 301,5 milioni di azioni rappresentate e al 23,66% del capitale sociale, con i voti della Fondazione Carima e di alcuni dei piccoli azionisti. Astenuti il 14,1 dei presenti, una posizione adottata tra l’altro dai soci di Intesa San Paolo spa e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. Fallisce dunque il tentativo della Fondazione di Macerata di aggregare la maggioranza dell’istituto sull’iniziativa, che comunque potrà portare avanti in seguito, detenendo almeno un quinto delle azioni della banca. Anche perchè dalle spiegazioni del vicepresidente Tardioli non sono stati sciolti tutti i dubbi sui quali la Fondazione aveva chiesto delle risposte e il lavoro dello studio legale di Milano Bonelli Erede Pappalardo non è ancora terminato.

(Ultimo aggiornamento ore 19.50)

 

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