La Cgil: “E’ necessario preservare
l’autonomia di Banca Marche”

Dopo il direttore generale Goffi, anche la Fisac ha scritto ai dipendenti assicurando la tutela degli attuali livelli occupazionali

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La sede centrale della Banca delle Marche a Macerata

La sede centrale della Banca delle Marche a Macerata

di Alessandra Pierini

Oltre al direttore generale Luciano Goffi agli oltre 3mila dipendenti di Banca delle Marche (leggi l’articolo), nei giorni scorsi gli aderenti alla Fisac Cgil hanno ricevuto una lettera anche dal sindacato. Nel testo si fa leva tra l’altro sull’importanza dell’autonomia dell’istituto, punto importante che dovrà essere tenuto in considerazione specialmente nei prossimi mesi. In seguito all’approvazione del bilancio potrebbe essere necessaria infatti una nuova capitalizzazione della banca ma le Fondazioni che detengono il 55,8% del capitale, ad oggi, non sembrano intenzionate ad intervenire. Questo renderebbe necessario l’intervento di un altro soggetto disposto ad investire, l’ormai più volte chiamato in causa “cavaliere bianco” di cui in realtà, al momento, non si vede neanche l’ombra.

«Quello che accade sul credito nel territorio ed il ruolo di Banca Marche in questa fase – ha scritto la Fisac Cgil ai dipendenti –  ci coinvolge tutti e rimanda alle difficoltà e al forte stress che affrontiamo particolarmente in questo periodo nel nostro lavoro. Tutti i giorni ci confrontiamo in filiale con imprese e famiglie in difficoltà economica, stiamo al loro fianco nel tentativo di dare una risposta positiva in termini di credito sempre più difficile, con situazioni di crisi produttiva e lavoro che si perde. Tutti i giorni dobbiamo rispondere ai clienti sempre più sconcertati da quello che accade e si legge su Banca Marche. Il nostro lavoro cambia? Cambia Banca Marche? è più la stessa banca del territorio che abbiamo conosciuto fino a ieri e contribuito a far crescere? Pur di fronte a tutta la prudenza necessaria imposta da scelte gestionali ed una crisi che sembra non diminuire, non si rischia di tagliare in maniera eccessiva risorse fondamentali per l’economia locale, per il territorio a cui siamo legati ed a cui è legato il rilancio della banca stessa?

Per noi autonomia ha significato preservare e far crescere BancaMarche come un “bene durevole”, patrimonio del territorio, in primis maceratese e marchigiano, e fonte di lavoro e occupazione. Forse per qualcuno, a fronte degli impegni gravosi che si prospettano per risollevare la banca, rischia di andare in crisi il patto di proprietà che ha garantito l’autonomia? E quali le conseguenze di questa crisi? I responsabili di questo patto non non si possono fermare soltanto al proprio ruolo di azionista, ma debbono continuare e garantire una governance forte, autonoma e duratura.

Le responsabilità vanno individuate e perseguite ma sono sempre personali ed è inaccettabile che il problema del credito deteriorato possa essere preso a pretesto per delegittimare e di fatto mettere sotto accusa l’insieme dei ruoli e delle professionalità esistenti in banca a tutti i livelli.
La vicenda dei Vicedirettori è in qualche modo terminata. Ancor di più in questo momento va dato un segnale forte di coesione e di fiducia (non solo a parole), di inversione di rotta rispetto ad un gioco al massacro che sta sfinendo e sfibrando tutta la nostra struttura.

C’è bisogno di scelte e progetti chiari che non stravolgano la banca. Se di un piano industriale se ne sente sempre più la necessità, ci preoccupa che cresca in questo clima e su questi presupposti, perchè non fare affidamento alle strutture e competenze interne che conoscono bene la banca? Non vediamo la ragione di un advisor esterno. Per noi, comunque, qualunque Piano non potrà prescindere dalla tenuta del radicamento della rete di filiali nel territorio. Il radicamento diffuso e vicino alle tante e piccole comunità, va consolidato e non ridimensionato. Così come, al pari, dalla continuità con la scelta di fondo fatta alla nascita di BM di forti direzioni, che nella nostra provincia comprende anche il Centro Tecnologico ed Informatico Elaborazioni Dati, ed attività decentrate sul territorio, anche creditizie, tutte importanti per una tenuta autonoma della Banca.

Soprattutto andranno difese e tutelate le condizioni che hanno garantito gli attuali livelli occupazionali ed il lavoro in Banca Marche. Ci opporremmo a progetti che nascondono nient’altro che una visione punitiva verso il lavoro e l’occupazione, attraverso il ridimensionamento delle attività e ruolo di Banca Marche, come così purtroppo abbiamo potuto conoscere nei piani presentati in molte altre banche».

 

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