di Marco Ricci
Banca Marche è stata temporaneamente commissariata da Banca d’Italia. Con un provvedimento del 27 agosto comunicato oggi è stata disposta la sospensione, in via temporanea, degli organi con funzioni di amministrazione e controllo dell’istituto, ai sensi dell’articolo 76 del Testo Unico Bancario. I due commissari incaricati (presumibilmente per due mesi) di guidare la banca sono Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni e si sono insediati oggi. Il provvedimento è stato assunto anche alla luce dei risultati del primo semestre, pubblicati oggi, che si caratterizzano per nuove consistenti rettifiche sui crediti.
Secondo il comunicato diramato da Bdm, la procedura di Gestione provvisoria opererà sotto la supervisione della Banca d’Italia e avrà il compito di condurre l’attività aziendale secondo criteri di sana e prudente gestione. Dovrà inoltre individuare le necessarie iniziative di rafforzamento patrimoniale per completare l’azione di risanamento già avviata. La clientela potrà quindi continuare a rivolgersi come di consueto agli sportelli della banca, che prosegue regolarmente la propria attività.
Sono queste le prime informazioni che arrivano dopo l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione di una semestrale difficilissima. Una semestrale che si è chiusa con una perdita di 232 milioni di euro a fronte di 451 milioni di rettifiche sui crediti. Una diminuzione del patrimonio dell’istituto che ha abbassato due importanti coefficienti, il Tier 1 Ratio e il Total Capital Ratio. Quest’ultimo indice è sceso sotto la soglia di vigilanza dell’8%. Il commissariamento “a termine ” da parte di Bankitalia potrebbe leggersi proprio alla luce di quest’ultimo fattore, in attesa che l’aumento di capitale permetta la risalita dei coefficienti patrimoniali.
Una perdita, questa del primo semestre 2013 che, aggiungendosi ai 518 milioni di euro del 2012, fa salire a quasi 800 milioni di euro le perdite negli ultimi dodici mesi, considerando che ancora il primo semestre del 2012 si chiuse con un utile di 42 milioni di euro. L’enorme passività è dovuta principalmente ad ulteriori rettifiche sui crediti per 451 milioni di euro. Anche in questo caso, sommando quelle del 2012, le rettifiche hanno raggiunto un totale di circa 1.2 miliardi nell’arco di due semestrali. Da questi due dati emerge in modo chiaro quanto più che il presente sia il passato ad aver pesato sull’istituto marchigiano e la “discontinuità”, come afferma la stessa banca, “nella gestione del gruppo Banca Marche.” E’ noto che la direzione, anche sulla scorta delle indicazioni della Vigilanza, abbia messo sotto esame sia l’effettivo stato dei crediti che le garanzie a loro connesse. Spesso immobili che in passato venivano in alcuni casi anche sopravvalutati in modo artificioso, ma il cui valore complessivo soffre in ogni caso delle gravi sofferenze vissute oggi dall’intero comparto immobiliare, in particolare nella Regione Marche.
INDICI PATRIMONIALI – Alla luce delle perdite il patrimonio di vigilanza è passato da 1.322 milioni a 966 milioni di euro e la riduzione della patrimonializzazione ha avuto, come detto, effetti immediati su due importanti indici. Il Tier 1 Ratio (l’indice che spiega con quali risorse primarie la banca può garantire i prestiti che effettua alla clientela e i rischi che possono derivare da sofferenze, incagli e altri crediti deteriorati) è sceso a giugno dal valore di 5, 62 di fine 2012 a quello di 4,29. Analogamente il Total Capita Ratio è passato in sei mesi da 8.51 a 6.64. Ricordiamo che il recente prestito obbligazionario subordinato upper-tier II per 80 milioni – e sottoscritto per soli 25 dalle Fondazioni di Pesaro e Jesi – era stato emesso da Bdm per tenere quest’ultimo indice sopra la soglia dell’8%.
ATTIVITA’ DETERIORATE – Le attività deteriorate si sono incrementate in questo prima semestre del 2013 di circa il 15%. Rappresentano così adesso il 24% dei crediti a clientela. La banca tiene a sottolineare che in ogni caso l’indice di copertura delle sofferenze è salito, passando in sei mesi dal 41.6% al 44.7%. Anche la copertura dei crediti considerati esigibili è aumentata. I segnali positivi di questa semestrale, secondo Bdm, sono proprio dovuti proprio “all’attenta valutazione del rischio creditizio.” C’è stato dunque un innalzamento del rapporto tra coperture a fronte del rischio del totale del portafoglio crediti che passa dal 7,7% di fine 2012 al 31% attuale. Anche il rapporto tra copertura e attività deteriorate sale al 31% dal 28,2 del 31 dicembre scorso. Un ulteriore miglioramento si evidenzia anche nel profilo di liquidità strutturale. Il rapporto di intermediazione tra impieghi e raccolta diretta scende dal 109,8% di fine 2012 al 105,6% del 30 giugno 2013.
IMPIEGHI E RACCOLTA: Il totale degli impieghi verso la clientela si attesta a 16.295 milioni di euro, con una flessione del 5,8%. La contrazione dei volumi di credito, secondo Bdm, è dovuta principalmente al contesto economico generale. Dal lato delle imprese, sempre secondo Bdm, “ha pesato la fase negativa del ciclo economico che ha determinato un indebolimento degli investimenti”, come sottolineato anche a livello nazionale da diversi report di Banca d’Italia. Anche in questo contesto, sottolinea l’istituto, il Gruppo Banca Marche ha effettuato in questo primo semestre nuove erogazioni, prevalentemente a favore di piccole e medie imprese e famiglie, per 406 milioni di euro. La raccolta complessiva al 30 giugno 2013 si attesta a 18.801 milioni di euro. Una flessione del 3,3% sul 31 dicembre 2012, riscontrata sia nella componente di raccolta indiretta (-8,3%), sia nella raccolta diretta (-2,1%), in valore pari a 15.432 milioni di euro. Sempre secondo il comunicato diramato da Bdm, questa flessione complessiva è dovuta al minor ricorso ai mercati istituzionali per oltre 1,4 miliardi di euro. Cifra quasi completamente compensata dalla crescita della raccolta diretta da clientela retail che si è incrementata nel periodo per oltre 1 miliardo.
“Il bilancio semestrale 2013”, scrive Bdm nel suo comunicato, “si può considerare come il compimento di un percorso, avviato già nel secondo semestre 2012, di revisione straordinaria del portafoglio crediti, che riflette il contesto di mercato particolarmente critico, in special modo per il settore immobiliare, e che ha recepito integralmente le indicazioni dell’Organo di Vigilanza. Inoltre le misure di presidio attivate nella gestione del credito hanno permesso una stabilizzazione della qualità del portafoglio, con previsti benefici già dal secondo semestre dell’anno in termini di normalizzazione del costo del credito.”
PIERANDREA FARRONI IN CDA – Il Consiglio di Amministrazione della banca ha cooptato oggi al proprio interno Pierandrea Farroni. Commercialista maceratese, revisore contabile ed esperto di consulenza direzionale, societaria e fiscale, in passato già membro del Collegio Sindacale di Banca delle Marche, Farroni è un nome di spiccate competenze tecniche e sicuramente vicino a Confindustria Macerata e gradito a Fondazione Carima. L’istituzione maceratese, con le dimissioni di Giuseppe Grassano presentate il 18 luglio scorso, era venuta a trovarsi con un rappresentante in meno rispetto ai quattro indicati dalla lista che il 27 aprile del 1992 nominò Lauro Costa, Giuliano Bianchi, Francesco Cesarini (indipendente) e Giuseppe Grassano all’interno del Cda. Dopo le dimissioni di Costa e quelle successive di Cesarini e Grassano, con l’elezione di Pirro, la successiva cooptazione dell’ex direttore generale di Bdm Costantini e ora con la cooptazione di Farroni, il Consiglio di Amministrazione di Banca delle Marche è finalmente al completo ma, durante il periodo di commissariamento, non avrà alcuna funzione.
LO SCIOPERO DEI DIPENDENTI – La giornata di oggi ha visto anche lo sciopero dei dipendenti del gruppo Bdm indetto da Fisac-Cgil, Fisa-Cisl e Dircredito. Secondo quanto dichiarato dai sindacati, sono stati circa duemila i dipendenti che si sono astenuti dal lavoro sui circa 3000 totali. Uno sciopero indetto per il possibile interessamento di setto-ottocento lavoratori alla ristrutturazione della banca ma anche contro il rischio di un ridimensionamento complessivo del gruppo che i sindacati riterrebbero inevitabile conseguenza della revisione del piano industriale e della connessa cessione di asset. Una preoccupazione questa, come ci ha dichiarato ieri il segretario della Cgil Benfatto, “che insieme al rischio di perdita di autonomia dell’istituto di credito, potrebbe compromettere il futuro dell’intera economia marchigiana e dei suoi tanti lavoratori.”
(servizio in aggiornamento)
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Ma chi se ne frega??
Raga, la Lube va via…
Possiamo mica interessarci a qusti argomenti seri!!
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Come volevasi dimostrare è stata commissariata.
Se in futuro venissero accertate eventualmente delle violazioni di legge mi auguro che, alla fine dell’eventuale procedimento giudiziario, i colpevoli fossero costretti a restituire il maltolto e possano finire a vedere il sole a scacchi
troppo tardi,i buoi sono scappati …….
Di seguito il comunicato diramato da Bdm in merito ai risultati delle semestrale
GRUPPO BANCA MARCHE: IL CDA APPROVA I RISULTATI DI BILANCIO DEL PRIMO SEMESTRE 2013
– Risultato economico netto consolidato dei primi sei mesi 2013 pari a -232 milioni di euro (perdita per l’esercizio 2012 pari a 526 milioni di euro)
– Conseguente riduzione del livello di patrimonializzazione: il Tier 1 Ratio passa dal 5,62% del 31.12.2012 al 4,29% del 30 giugno 2013; nello stesso periodo il Total Capital Ratio scende dall’8,51% al 6,64%
– Innalzamento al 10,4% delle coperture a fronte del rischio del totale portafoglio crediti (7,7% al 31.12.2012); il coverage ratio delle attività deteriorate passa dal 28,2% (31.12.2012) al 31,0% (30.6.2013)
– Miglioramento del profilo di liquidità strutturale: il rapporto di intermediazione tra impieghi e raccolta diretta scende dal 109,8% di fine 2012 al 105,6%
Jesi, 30 agosto – Il Consiglio di Amministrazione di Banca Marche, riunitosi in data odierna, ha approvato all’unanimità i risultati del primo semestre 2013. Il risultato di periodo è determinato essenzialmente dalle rettifiche sui crediti apportate nell’ambito del percorso di discontinuità nella gestione del Gruppo Banca Marche, che ha consentito di coprire in maniera adeguata i rischi presenti nel portafoglio creditizio.
Le principali componenti economiche evidenziano:
• Margine di interesse in riduzione su base annua del 27,4% per l’effetto congiunto di un incremento degli oneri passivi del 3,4% e di una contrazione degli interessi attivi del 13,1%, quest’ultima, in particolare, ascrivibile – oltre che ai tassi di mercato per gli impieghi su valori storicamente minimi – al venir meno dei flussi di interessi sui crediti passati a sofferenza negli ultimi 12 mesi e a minori interessi sul portafoglio titoli, anche in conseguenza della riduzione dei rendimenti dei titoli di Stato italiano;
• Commissioni e altri proventi di gestione in flessione su base annua del 3,5%, soprattutto a seguito del nuovo quadro normativo in materia di commissioni applicate agli affidamenti;
• Risultato dell’attività sui mercati finanziari, complessivamente in crescita da 21milioni di euro del primo semestre 2012 a 96 milioni di euro del 30 giugno 2013, a seguito del riposizionamento del portafoglio titoli che ha consentito di realizzare plusvalenze da capital gain manifestatesi nel corso del periodo;
• Costo del Credito (dato dal rapporto tra rettifiche nette su crediti e totale dei crediti a clientela), pari a 277 basis point (40 bps nel primo semestre del 2012 e 600 bps nel 2012), con rettifiche su crediti pari a 451,8 milioni di euro in aumento di 373 milioni di euro rispetto al primo semestre del 2012, per effetto di un ulteriore aumento delle coperture. Rispetto alla comunicazione fornita al mercato lo scorso 1° agosto, l’ammontare delle rettifiche su crediti si è incrementato di circa 170 milioni di euro. I dati della semestrale incorporano gli adeguamenti, resi necessari dalle mutate condizioni di contesto, dei parametri di impairment collettivo del portafoglio in bonis e di attualizzazione dei crediti in sofferenza, come successivamente indicato in merito alla qualità del credito;
• Costi operativi in sensibile riduzione rispetto al primo semestre 2012 (-4,1%).
• Le componenti economiche sopra citate conducono ad un risultato netto di periodo negativo per 232 milioni di euro (perdita dell’intero esercizio 2012 pari a 526 milioni di euro). Il livello di patrimonializzazione del Gruppo ha risentito del risultato economico negativo del semestre.
Il patrimonio di base del Gruppo scende da 873 milioni di euro del 31 dicembre 2012 a 643 milioni di euro del 30 giugno 2013, conseguentemente il patrimonio di vigilanza passa da 1.322 milioni di euro a 996 milioni di euro.
Gli effetti della dinamica dei citati aggregati patrimoniali sui relativi indicatori sono stati in parte mitigati dalla riduzione delle attività ponderate per il rischio, per effetto sia della contrazione degli impieghi, sia del diffuso aumento del grado di copertura dei crediti. Gli asset ponderati per il rischio (RWA) scendono da 15.528 milioni di euro del 31.12.2012 a 14.978 milioni di euro del 30.06.2013.
Le dinamiche congiunte degli aggregati suddetti conducono ad un Tier 1 Ratio del 4,29% e ad un Total Capital Ratio del 6,64%.
Per far fronte alla necessità di ricostituire adeguati livelli di presidi patrimoniali, lo scorso 20 giugno, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha deliberato di sottoporre all’assemblea una operazione di patrimonializzazione di complessivi 400 milioni di euro, di cui 300 milioni di euro a titolo di aumento di capitale, da realizzarsi entro il secondo semestre 2013, e 100 milioni di euro, da perfezionarsi entro un periodo massimo di 24 mesi.
La realizzazione dell’operazione di aumento di capitale consentirebbe al Gruppo di innalzare il Total Capital Ratio al di sopra dei limiti regolamentari. Inoltre, nel più ampio progetto di rafforzamento patrimoniale, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, nella medesima riunione, ha deliberato l’emissione di un prestito subordinato di classe Upper Tier 2 per un massimo di 100 milioni di euro, che al 30 giugno risulta sottoscritto per 20 milioni e successivamente per ulteriori 5 milioni di euro.
Nel contesto macroeconomico ancora molto critico, coerentemente con quanto già avviato nel secondo semestre del 2012, è proseguita l’intensa attività di classificazione del portafoglio crediti e di attenta valutazione del rischio creditizio connesso. Ciò si è riflesso in un ulteriore innalzamento dei livelli di copertura dei crediti: il coverage ratio complessivo, infatti, è passato dal 7,7% del dicembre 2012 al 10,4% del 30 giugno 2013.
Le attività deteriorate si sono incrementate nel semestre del 15%, giungendo a rappresentare un’incidenza del 24,1% dei crediti a clientela (19,7% al 31 dicembre 2012). I fondi rettificativi a presidio dei crediti suddetti sono stati incrementati più che proporzionalmente (+31,7%), consentendo quindi di innalzare il relativo indice di copertura di ulteriori 2,8 punti percentuali (dal 28,2% al 31,0%).
Nel dettaglio delle singole tipologie di credito problematico l’indice di copertura delle sofferenze – al netto degli interessi di mora e delle cancellazioni – passa dal 41,6% a dicembre 2012 al 44,7% a giugno 2013, anche per effetto dell’adeguamento dei tempi di recupero sull’intero portafoglio dei crediti a sofferenza, in coerenza con l’allungamento dei tempi richiesti dalle procedure giudiziarie. Considerando anche le cancellazioni di crediti in sofferenza e gli interessi di mora annullati, l’indice di copertura delle sofferenze sale al 57,3%.
Dopo l’applicazione di rigorosi criteri valutativi analitici (similari a quelli applicati ai crediti in sofferenza) e l’adeguamento dei parametri di accantonamento forfettario per i crediti di importo più contenuto, il grado di copertura degli incagli si innalza dal 25,9% (dato al 31.12.2012) al 26,2% del 30.06.2013. Nell’ambito degli incagli è stata rafforzata la copertura delle posizioni di maggiore entità: la copertura media delle prime 20 esposizioni è stata elevata al 32,7%, dal precedente 25%.
Particolare attenzione è stata anche posta all’innalzamento della copertura dei crediti in bonis, i cui fondi (cd. “collettivi”) sono stati portati dallo 0,7% allo 0,97%.
Il bilancio semestrale 2013 si può considerare come il compimento di un percorso, avviato già nel secondo semestre 2012, di revisione straordinaria del portafoglio crediti, che riflette il contesto di mercato particolarmente critico, in special modo per il settore immobiliare, e che ha recepito integralmente le indicazioni dell’Organo di Vigilanza. Inoltre le misure di presidio attivate nella gestione del credito hanno permesso una stabilizzazione della qualità del portafoglio, con previsti benefici già dal secondo semestre dell’anno in termini di normalizzazione del costo del credito.
Il totale degli impieghi a clientela del Gruppo si attesta a 16.295 milioni di euro, segnando sulla fine del 2012 una flessione del 5,8%.
La contrazione dei volumi di credito è stata prevalentemente indotta dalla perdurante debolezza del contesto congiunturale. Dal lato delle imprese, in particolare, ha pesato la fase negativa del ciclo economico, che ha determinato un indebolimento degli investimenti. Pur nel contesto della complessiva contrazione del totale impieghi, nel primo semestre il Gruppo ha effettuato nuove erogazioni, prevalentemente a favore di piccole e medie imprese e famiglie, per 406 milioni di euro.
La raccolta complessiva, al 30 giugno 2013, si attesta a 18.801 milioni di euro, segnando una flessione del 3,3% sul 31 dicembre 2012, riscontrata sia nella componente di raccolta indiretta (-8,3%), sia nella raccolta diretta (-2,1%), in valore pari a 15.432 milioni di euro.
La riduzione della raccolta complessiva è essenzialmente ascrivibile al minor ricorso ai mercati istituzionali per oltre 1,4 miliardi di euro quasi completamente compensata dalla crescita della raccolta diretta da clientela retail che si è incrementata nel periodo per oltre 1 miliardo.
In un contesto finanziario, caratterizzato da una progressiva riduzione dei rendimenti degli strumenti finanziari, è proseguita l’offerta di prodotti on line vincolati, finalizzata ad incrementare il posizionamento presso nuove fasce di clientela, anche in termini di residenza della controparte, che ha consentito di incrementare nel semestre i relativi volumi di raccolta per oltre 800 milioni di euro ed ha permesso di sopperire alla mancata emissione di nuovi prestiti obbligazionari per le controparti dei mercati istituzionali, caratterizzati da condizioni più onerose.
I primi sei mesi del 2013 hanno visto anche uno sviluppo della raccolta da clientela ordinaria, tramite la rete sportelli, che unitamente al canale virtuale, ha consentito la crescita della raccolta diretta da clientela retail per 1.244 milioni di euro, con conseguente aumento dell’incidenza delle controparti retail sul totale della provvista, anche a fronte del rimborso di 930 milioni di euro di obbligazioni istituzionali e di 525 milioni di euro di pronti/termine con controparti centrali.
Nel primo semestre del 2013, il Gruppo ha perseguito il miglioramento degli indicatori strutturali dell’intermediazione.
L’incremento della componente più stabile della raccolta ha consentito una riduzione del funding gap (differenza tra i crediti a clientela ordinaria e la raccolta da clientela retail) attestatosi a 2.846 milioni di euro al 30 giugno 2013 da 4.633 milioni di euro di fine 2012, con una riduzione nel semestre di 1.817 milioni di euro.
Il rapporto di intermediazione (rapporto tra il totale degli impieghi a clientela e il totale della raccolta diretta) è passato da 109,8% di fine 2012 a 105,6% del 30 giugno 2013. Le citate dinamiche degli indicatori di liquidità strutturale sono il risultato congiunto di una crescita della raccolta retail, supportata dal significativo sviluppo del canale on line, unitamente ad una flessione dei volumi dei crediti.
La provvista BCE a cui Banca Marche ha fatto ricorso, risulta nel primo semestre del 2013 pari a 4.350 milioni di euro, garantita da 6.599 milioni di euro di titoli eleggibili.
Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 1° agosto u.s. ha approvato il Piano Industriale 2013-2016, che delinea il percorso per il ritorno, dall’anno 2014, a livelli di redditività e patrimonializzazione adeguati.
Le opzioni strategiche mediante le quali traguardare gli obiettivi pluriennali del Gruppo Banca Marche sono state individuate lungo cinque direttrici di intervento:
• rafforzamento dei livelli di patrimonializzazione, anche attivando processi volti alla dismissione di assets non strategici;
• gestione sostenibile della liquidità, attraverso un corretto bilanciamento del rapporto tra depositi e impieghi e la riduzione della dipendenza dalla BCE;
• evoluzione della piattaforma di gestione, controllo e recupero del credito anche attraverso una focalizzazione del portafoglio sulla clientela core;
• conseguimento di una struttura di costo “eccellente”;
• consolidamento dei ricavi, con l’adozione di una disciplina “value based” nella gestione della clientela e nella strategia di pricing.
Il Piano industriale, con il ritorno ad adeguati target economici-patrimoniali, consente di presentare al mercato un’operazione di rilancio aziendale che passa attraverso l’annunciata operazione di aumento di capitale.
A riguardo, proseguono le necessarie attività, pur non potendosi formulare le previsioni in merito al collocamento, posto che né soci né terzi hanno assunto impegni vincolanti relativi alla sottoscrizione dell’aumento di capitale.
Per il raggiungimento degli obiettivi è stato già avviato un dettagliato piano di turnaround, con l’avvio di specifici cantieri di attività, con il compito di attivare tutte le leve strategiche contenute nel Piano Industriale, tra cui, l’attivazione di una task force per la gestione del credito deteriorato, la revisione della piattaforma informatica, la semplificazione organizzativa e il corretto dimensionamento delle strutture. E’ previsto a breve l’avvio del tavolo di confronto con i sindacati per la discussione della piattaforma contrattuale e l’attivazione del fondo di solidarietà.
Non credo che la notizia della sospensione del CDA arrivi inaspettata, ma e’ un atto dovuto da Bankitalia nel rispetto di quanto prevedono i dettami di Basilea 3.
LLa buona notizia e’ invece la nomina del Dr. Farroni: troppi personaggi siedono in quel CAD per meriti politici, per equilibri da rispettare nelle diverse lobby, per motivi tra i più vari: ma un professionista che sappia leggere” i numeri, che sappia analizzare i dati e fornire i dovuti correttivi, doveva esserci stato già da tempo…..
Il comunicato ufficiale parla di buoni risultati, se tali si possono definire perdite più limitate rispetto al passato, ma sempre perdite, rettifiche al ribasso dei valori delle garanzie a presidio degli affidamenti, raccolta diretta pagata a prezzi (leggi tassi) fuori mercato rispetto alla concorrenza…..
Capisco il “contesto di mercato particolarmente critico“, ma essere possibilisti è una cosa, ottimisti mi sembra eccessivo !
Ora oltre alle lacrime e sangue di dipendenti, azionisti, clienti che si vedranno costretti a riallineare l’impianto fidi alle necessità di bilancio della banca ( subiranno obtorto collo un forte credit crunch), clienti depositanti che non potranno essere aduguatamente rassicurati su un futuro pari ai fasti del passato, vedremo anche chi sarà in grado di accollarsi gli oneri e gli onori di 400 milioni di aumento di capitale, non ultimo ad un valore unitario per azione tutto ancora da definire.
Finalmente un gesto serio che si sarebbe dovuto decidere già nel 2011, all’indomani dell’ispezione della Vigilanza nella quale venivano evidenziati i problemi e chi li aveva procurati! Adesso si faccia pulizia di tutto il marciume rimasto e i commensali della greppia si tolgano definitivamente di torno. Speriamo che qualcuno li ‘inviti’ a restituire il maltolto, finalmente! I Marchigiani saranno grati!!!!
Era stato annunciato un ciclone, e’ arrivato uno tsumani. Sicuramente la Bdm non è stata amministrata e gestita a tutti i livelli con la “diligenza del buon padre di famiglia”.
Tanto tuonò che piovve.. Bene per la nomina di Pierandrea Farroni !!!
Dai e dai….è fatta!!!! Ci è voluto un commissariamento per prendere atto del fatto che la Banca è stata rapinata da un piccolo gruppo di malfattori che si sono approfittati dell’incompetenza e della connivenza di un consiglio di amministrazione che si è sempre autolegittimato, rimanendo in carica per anni, con la copertura di Fondazioni che ancora non si decidono a fare SERIAMENTE un’azione di responsabilità per perseguire i colpevoli. ORA ,TRAMONTATI MASERA E GOFFI , SPERIAMO NEI COMMISSARI PER AVERE UN MINIMO DI GIUSTIZIA!!!!!!!!!!!!
Ma Farroni chi, quello che dovrebbe costruire il parcheggio sotto rampa zara insieme a Intermesoli?
spero che sia realmente un punto di svolta. spero che si plachi questo sciacallaggio mediatico su questa banca. ho dei forti dubbi sui vertici, a tutti i livelli, sui commissari , su bankitalia . ci voleva tutto un altro anno per arrivare a questo ??? un bravo a tutti per aver distrutto un valore del centro italia
Era nell’aria da tempo..
la Banca delle Marche è, e’ stata e lo sarà, una piccola grande banca resa tale dalla dedizione delle persone che vi lavorano e dalla fiducia dei clienti che sempre l’hanno siderata come punto di riferimento. tutto quello che è successo e che sta succedendo e profondamente ingiusto frutto di lobby politiche e di potere che devono essere perseguite. non si può distruggere in questo modo una banca che è stata l’ossigeno dell’economia della nostra regione. IL COMMISSARIAMENTO? forse il male minore….!! forse era auspicabile prima, al posto di una “nuova” classe dirigente che si è limitata solo alla conta dei danni tralasciando la necessaria e urgente fase di ricostruzione. la Banca delle Marche merita competenze alla sua altezza perchè merita di continuare ad essere quello che per tanto tempo è stata, e qui mi ripeto, una Piccola Grande Banca.
Finalmente una buona notizia..non sono matto..i depositi sono al sicuro..ma almeno per il momento Banca D’Italia leverà il timone di mano a chi sino ad ora ha portato la Banca in queste cattive acque (Consiglio di amministrazione, Collegio sindacale ecc.). Spero che poi i reali colpevoli vengano incriminati, indagati ed in fine condannati…la gestione di una banca è una cosa seria..Affidarsi solo a spericolate e avventate mosse sul mercato immobiliare affidando denaro, tanto denaro, solo a pochi soggetti..i soliti mega costruttori…ecco il risultato..
CI SARA’ QUALCUNO CHE PAGHERA’ ?
quanno ce’ stanno troppi galli a canta non se fa mai giorno!!!l’unione di intenti e’ questo il motivo del commissariamento, la fondazione carima che tira DA UNA PARTE… le altre 2 che tirano da un’altra, i sindacati che tirano da un’altra parte, gli azionisti da un’altra……ma per me questo e’ il male minore, il male peggiore e’ che chi e’ stato concausa del disastro ancora risiende nelle fondazioni, e nel cda…ma bianchi come fai a non vergognarti??
Per fortuna abbiamo avuto le dimissioni di Lauro Costa,grande stratega della terra,mi correggo della territorialità’ di bmarche ma SOLO DOPO AVERE MESSO LA BANCA IN SICUREZZA!!!Adesso in questi due mesi vediamo se qualcuno ritiene ancora di polemizzare sugli imprenditori speculatori( ammesso che c’è ne sia ancora qualcuno interessato) sugli eventuali cavalieri bianchi che toglierebbero l’autonomia a quel gioielli no di banca finora gestito dalle illuminate fondazioni(con in testa il mitico panettiere di Macerata ,guardate i su youtube il VIDEO INTERVENTO GAZZANI ASSEMBLEA CARIMA) e se c’è’ qualche politico in cerca di visibilità che parla di difesa dell’occupazione,indipendenza e di bmarche patrimonio del territorio.Perdiamo ancora un po’ di tempo dietro a questi slogan e faremo come il Titanic.E aspettiamo fiduciosi la quotazione del titolo lunedi’…senza dimenticarci i solerti funzionari della banca che ci telefonavano a casa per spingere il penultimo a.c. al prezzo affare di 0,85 .I sindacati( a proposito complimenti per la tempistica e la opportunità’ dello sciopero) ritengono che almeno questi o personaggi incapaci o peggio ancora consapevoli e complici meritino di essere mandati a casa oppure buche vanno promossi perché’ avevano raggiunto il budget a loro assegnato?Mi auguro che almeno ora con il commissariamento ,con dei pulman,questi si pagati dagli azionisti,presidenti delle fondazioni,dirigenti,consiglieri ecc.vengano prelevati,accompagnati in esilio,spogliati dei loro beni e messi nelle condizioni di non nuocere.Banca Marche necessita di una pulizia a fondo e totale
Le fondazioni bancarie si devono sopprimere: sono lo strumento ideato e realizzato da Giuliano Amato per mantenere il controllo dei partiti sulle banche.