di Marco Ricci
«Malgrado l’età e gli evidenti problemi logistici che avrei dovuto affrontare, nell’aprile 2012 accettai volentieri, in spirito di servizio nei confronti di un’importante istituzione marchigiana, l’invito della Fondazione Carima ad entrare come indipendente nel Consiglio di Amministrazione di Banca delle Marche. Nel farlo, ero pienamente consapevole che si sarebbe trattato di un compito gravoso ed impegnativo, da svolgere con dedizione e attenzione particolari.» Inizia così il promemoria di Francesco Maria Cesarini, ex Consigliere di amministrazione di Banca Marche. Una comunicazione garbata, consegnata al momento delle proprie dimissioni alla fine di giugno del 2013. Una comunicazione che allo stesso tempo però sembra suonare come un vero e proprio tamburellante atto di accusa verso le passate gestioni della banca e verso molti degli uomini che hanno seduto nei cda dell’istituto.
Nato a Milano, professore ordinario alla Cattolica di Milano, ex presidente della Banca Agricola Milanese, della Borsa di Milano, del Banco Ambrosiano, di Unicredit e vice presidente di Mediobanca, il settantaseienne Cesarini ripercorre nel memoriale le difficoltà incontrate nel far valere il proprio pensiero, da quei primi mesi precedenti l’allontanamento del dg Bianconi fino all’inizio di questa estate. Sembrerebbe urtando contro un muro di sottovalutazioni, inerzie, minimizzazione dello stato dell’istituto di credito. «Ero assolutamente convinto che i problemi da affrontare fossero pienamente noti e condivisi anche dagli altri componenti del Consiglio», scrive Cesarini, «non solo dai tre membri (Ambrosini, Bianchi e Costa) che costituivano il trait d’union con le precedenti gestioni ma anche dai nuovi che notoriamente svolgevano un ruolo importante nell’economia e nelle istituzioni marchigiane.[…] Fu perciò con grande sorpresa personale che dovetti costatare che tali esigenze di cambiamento non erano sufficientemente condivise dalla maggioranza dei colleghi i quali nei fatti non riconoscevano i caratteri di necessità e urgenza.»
«Crisi di fiducia dei clienti e dell’opinione pubblica», «necessità di tutelare la dirigenza interna e salvaguardare la reputazione nel territorio», «malumore», queste le risposte anche “a verbale” che Cesarini ricorda più volte di aver ricevuto. Un lungo promemoria che si conclude in modo inequivocabile. Con il dirsi del tutto consenziente all’avvio di una eventuale azione risarcitoria nei confronti di chi fosse presuntivamente ritenuto responsabile degli ingenti «danni economici e reputazionali subiti dalla Banca», oltre alla volontà di procedere denunciando al Tribunale i «più ragguardevoli episodi di mala gestio o di scorrettezza professionale individuati dalle analisi ravvicinate di talune operazioni. E ciò non tanto», conclude, «perché ritenga che la Banca possa attendersi in tempi ragionevoli un ristoro patrimoniale quanto perché la rinuncia a tale azione finirebbe implicitamente per avvallare, presso i clienti, il personale e l’opinione pubblica, la convinzione che neppure gli episodi più gravi di irresponsabilità e di abuso vengono individuati e sanzionati e che quindi non si realizza nei fatti quella discontinuità richiesta alla Banca delle Marche anche dall’Organo di Vigilanza e da ultimo ribadita con il Rapporto Ispettivo cui queste note si riferiscono.» Note attraverso le quali tentiamo di sintetizzare il pensiero e le ricostruzioni dell’ex consigliere in merito alle vicende più importanti che hanno interessato gli ultimi anni di Banca Marche.
L’AVVICENDAMENTO DI BIANCONI – Il professor Cesarini si insedia ad aprile 2012 quando è ancora direttore generale Massimo Bianconi. Il neo consigliere è a conoscenza della lunga lettera di Banca d’Italia in cui l’istituto di via Nazionale chiede il ricambio delle professionalità presenti in cda, del management, delle procedure di affidamento e dei controlli interni. «Considerai quindi che in seno al Consiglio si sarebbe rapidamente formata l’unità di intenti richiesta per avviare la svolta di cui si diceva che la Banca avesse assoluta urgenza.» Ma da quanto egli ricorda l’avvicendamento del dg sarà più difficile del previsto. E in particolare Cesarini riporta come un consigliere «ad una mia telefonata del 23 maggio 2012, […] mi rispose il giorno dopo con una lunga mail, scritta dopo aver consultato l’allora presidente Costa e alcuni autorevoli rappresentanti della Banca d’Italia. Nella mail ci sono le ragioni che facevano ritenere “inopportuno e intempestivo” l’avvicendamento di Bianconi». Tra le quali Cesarini riporta la crisi di fiducia nei clienti e nell’opinione pubblica. «In seguito», procede parlando dello stesso consigliere, «egli espresse in Consiglio altre motivazioni a mio avviso altrettanto inconsistenti, come il fatto che “Bianconi avesse goduto della fiducia del precedente Consiglio” che gli aveva da poco prolungato il contratto. »
E se la prima lettera di Banca d’Italia non è sufficiente al cda per agire, neppure una seconda parrebbe riuscire a «scalfire la fiducia di cui Bianconi godeva presso la maggioranza dei Consiglieri.» Si parla della comunicazione in cui Bankitalia comunica al cda «l’increscioso ed opaco episodio di emissione e cambio di assegni circolari presso una banca poi commissariata (Tercas, ndr), effettuato per conto dell’allora Direttore Generale». Eppure, scrive il professore, «caddero nel vuoto le sollecitazioni mie e del collega Grassano perché si interpellasse un giuslavorista per verificare l’opportunità di avviare un provvedimento disciplinare a carico di Bianconi». E a quanto pare non valse neppure l’ulteriore considerazione che, «se un’operazione del genere fosse stata compiuta da un semplice commesso, egli sarebbe stato inesorabilmente colpito da una grave sanzione disciplinare». Invece, prosegue Cesarini, secondo «il capo del personale Antinori – che in base a un primo rapporto dell’audit ne sosteneva l’irrilevanza – questa degli assegni circolari era prassi consolidata per mantenere riservata l’entità dei bonus pagati ai top manager». A memoria di Cesarini, sulla stessa lunghezza d’onda minimizzatrice anche «alcuni consiglieri (ad esempio Civalleri e Cecchetto).» Ma alla fine, sia per le discussioni avvenute all’interno del cda sia per il comparire di notizie di stampa, Bianconi «venne comunque indotto a concordare tempi e modi di una risoluzione consensuale».
L’ALLONTANAMENTO DEI VICE DIRETTORI E DEL TOP MANAGEMENT – Se il cda nella tarda primavera del 2012 ancora subiva il fascino del dg, anche i vice-direttori del gruppo – Cavicchia, Giorgi e Vallesi – sembrano godere di piena fiducia. Questo nonostante Banca d’Italia, scrive Cesarini, avesse chiesto «insistentemente» di porre mano a radicali cambiamenti, aggiungendo come «Bianconi avesse delegato ad essi poteri e responsabilità molto ampi. E non mi sfuggiva […] che il consiglio non avrebbe potuto fare piena luce sulle effettive condizioni economico-patrimoniali della banca e tanto meno su singole importanti operazioni nelle quali era altamente probabile che tali dirigenti fossero profondamente coinvolti». Un rinnovamento che «mi apparve subito ictu oculi un passo preliminare assolutamente indispensabile perché si potesse iniziare a porre mano ai radicali cambiamenti necessari per risanare la gestione dell’intero gruppo». Ma anche in questo caso le preoccupazioni di Cesarini e Grassano, da quanto scritto, sembrano non trovare «né consenso né tanto meno supporto presso la maggioranza dei consiglieri che spesso sottolineavano vigorosamente la necessità di tutelare la dirigenza interna e la banca». Questo nonostante Cesarini affermi di aver più volte rilevato comportamenti «forieri di gravi preoccupazioni e che richiedevano urgentemente di essere modificati». Un atteggiamento, quello del Cda, che a parere del consigliere indipendente finì «per ritardare l’adozione dei provvedimenti necessari con evidente pregiudizio dell’andamento della Banca.» Un atto di accusa fortissimo rivolto al consiglio di amministrazione di Banca Marche. Consiglio che, sempre a giudizio di Cesarini, posticiperà «i provvedimenti necessari» fino agli inizi del 2013.
Ovvero cinque mesi dopo l’allontanamento di Bianconi. Quando i tre vicedirettori generali – a cui il nuovo dg Luciano Goffi aveva già provveduto a «modificare e ridimensionare le deleghe» ma che nonostante questo «avrebbero potuto continuare ad esercitare la loro influenza su strutture e dirigenti chiave […] soprattutto nelle aree contabili e dei controlli» – verranno allontanati. Ci volle in ogni caso una ennesima lettera di Cesarini ad inizio 2013, «recepita con qualche malumore come risulta dai verbali», ma che contribuì «ritengo, a vincere le resistenze e le esitazioni dei colleghi […] nell’avviare il ricambio dell’alta dirigenza che però ancora oggi è lungi dal potersi ritenere completo». Quell’oggi, stante la data del memoriale, è la fine di giugno del 2013. Cioè meno di tre mesi fa.
LA GESTIONE DEI FIDI E LE INFORMAZIONI AL CDA – Ma cosa c’è che non va? Perché secondo Francesco Maria Cesarini sono necessari questi cambiamenti al vertice, al di là delle indicazioni di Banca d’Italia che egli invoca spesso nella sua memoria? Sin dalle prime sedute a cui partecipa, in base alla «sua esperienza», egli rileva due comportamenti particolarmente gravi che ebbe «a ricordare in molte occasioni»: le proposte di fido «presentate in modo sciatto e supponente e soprattutto prive di elementi storico conoscitivi» e le relazioni sottoposte agli organi. Queste ultime «risultavano scritte in modo verboso e prolisso, sovraccaricate di formule e tabelle molto specifiche e organizzate in modo tale che risultava difficile anche a chi è dotato di competenze tecniche riuscire a valutarle.» «Ebbi l’impressione», prosegue nel ricordo, «che i dati davvero rilevanti fossero sepolti sotto una marea di dettagli di minor interesse e sostanzialmente fuorvianti.» E tra queste relazioni emergono «quelle redatte dai responsabili delle aree controlli» che spiccavano per la loro «sostanziale opacità […] impostate e illustrate in Consiglio, a mio modo di vedere, con l’intento preciso di sfumare i giudizi, appiattire le valutazioni numeriche e in definitiva esporre conclusioni ambigue, tendenzialmente assolutorie.» Critiche e inviti di cui, precisa Cesarini, si «può trovare ampia traccia nei verbali.» Insomma all’ex vicepresidente di Mediobanca paiono subito chiari i problemi nella gestione e nella valutazione del credito. Tanto che fino a settembre del 2012 gli fu difficile valutare la portata di queste criticità e le loro implicazioni patrimoniali. Solo dal mese successivo, ricorda, «dopo l’affidamento a persona diversa, assunta dall’esterno, della responsabilità apicale dell’area crediti», questi problemi verranno alla luce. E con nomina di Luciano Goffi alla direzione, conclude Cesarini, ad essere «affrontati sistematicamente.»
LA SEMESTRALE 2012 – Il problema della valutazione del credito è un fattore importante per la quantificazione degli accantonamenti e per la stesura dell’ultima semestrale chiusa in attivo da Banca Marche, quella del 2012. Cesarini domanda all’allora Presidente Costa che il documento contabile possa venire discusso in due sedute. Non solo per poter partecipare al dibattito ma anche per poter affrontare in «un quadro organico» le problematicità della banca. La richiesta però, «evidentemente male interpretata», non ha risposta e suscita una reazione negativa «successivamente superata». In ogni caso su quella semestrale Cesarini si astiene. Motivando il proprio voto «con la necessità di procedere ad una più attenta valutazione della qualità dei prestiti e del loro grado di copertura mediante accantonamenti».
GLI ACCANTONAMENTI E LA RICHIESTA DI INTERVENTO A GAZZANI – La valutazione del credito, «sulla cui cattiva qualità io e il collega Grassano avevamo maturato e comunicato convinzioni piuttosto precise» è una criticità seria. Comincia ad emergere solo a ottobre 2012 ma senza che vi sia parere unanime in consiglio. Così «vista la scarsa efficacia dei tentativi di dialogo in sede consiliare», Cesarini e Grassano inviano una lettera riservata a Franco Gazzani, presidente della Fondazione Carima. Per sollecitarlo a chiedere «ai Presidenti delle altre Fondazioni azioniste (Pesaro e Jesi)» di favorire una maggiore collaborazione dei rispettivi consiglieri. Quello che vorrebbero ottenere Cesarini e Grassano è di affrontare con «unità di intenti i problemi che andavano emergendo, a partire dall’inadeguatezza dei vice direttori e dei responsabili dei controlli.» Perché altri membri del cda stavano tenendo secondo Cesarini una «posizione ben diversa.» Sostenendo ad esempio più volte che gli accantonamenti effettuati in bilancio «fossero eccessivi, volti a pregiudicare inopportunamente la redditività e la posizione di mercato della banca, addirittura preordinati a favorire la perdita dell’autonomia (di Bdm, ndr) o la sua cessione.» Questo nonostante agli occhi del professore milanese le perdite emerse apparivano già allora «numerose, diffuse e di importo […] considerevole». Da allora, come noto, le perdite di Banca Marche hanno raggiunto gli ottocento milioni e le rettifiche sui crediti sono andate oltre gli 1.2 miliardi di euro.
MEDIOLEASING – Medioleasing è la controllata al cento per cento da Banca Marche dove si sono annidate perdite molto ingenti per il gruppo. Ed è una delle tante «situazioni di elevato rischio» su cui sembra immediatamente soffermarsi l’attenzione dell’ex vice presidente di Mediobanca. Cesarini domanda informazioni senza però riuscire a convincere «Bianconi e il vice direttore generale vicario Cavicchia, nonché l’allora Presidente Costa a fornirle in modo non superficiale.» Secondo il professore ci vorrà anche in questo caso la nomina a dg di Luciano Goffi perché i problemi di Medioleasing cominciassero a emergere «in tutta la loro straordinaria gravità.» Ma di nuovo su come affrontare la situazione, ormai venuta alla luce, pare non esserci unanimità in consiglio. Così il professore ricorda di essersi opposto «fermamente ad una linea di soluzione (l’incorporazione immediata di Medioleasing in Banca delle Marche) che non avrebbe rimosso ma solo trasferito i problemi della controllata ed avrebbe invece potuto favorire l’occultamento delle sue inefficienze e delle connesse responsabilità dei suoi organi amministrativi e di controllo.» Una situazione drammatica quella di Medioleasing. La cui «mala gestio passata si è rilevata una fonte apparentemente inesauribile di rischi e di perdite effettive e potenziali: un clamoroso caso di superamento della soglia di grandi rischi per di più segnalato con grave ritardo al Consiglio e quindi alla Banca d’Italia.» Frutto questo, secondo Cesarini, di «gravi scorrettezze nelle impostazione e nella gestione delle operazioni e nella valutazione delle garanzie.»
GLI IMMOBILI E IL FONDO CONERO – Il 4 agosto del 2011, quando i bilanci di Banca delle Marche sono ancora ruggenti, venne costituito il fondo immobiliare Conero. Nel fondo andò a confluire il vasto portafoglio di immobili strumentali dell’istituto, collocando presso investitori istituzionali qualificati l’ottanta per cento delle quote. Dentro il fondo confluiscono 135 immobili strumentali, 128 agenzie prevalentemente nelle Marche. Per un valore complessivo dell’operazione di circa 243 milioni di euro. Un affare se poi la Banca non si fosse legata mani e piedi a contratti di locazione pari al sette punto cinque per cento annuo del valori di ogni immobile. E per dodici anni. «Un’operazione», ricorda Francesco Cesarini, «deliberata dal precedente Cda» di cui allora era presidente Michele Ambrosini e su cui egli richiede informazioni per valutare le «conseguenze economico-patrimoniali.» Ma dal memoriale il consigliere sembra imbattersi nell’ennesima palude informativa. «Non mi fu mai fornita documentazione scritta, malgrado reiterassi la richiesta», afferma, «come risulta dai verbali consiliari, ma solo alcune sommarie indicazioni.»
Un resoconto, quello di Francesco Maria Cesarini, che per sua natura offre una visione personale dei fatti accaduti. Proveniente però non solo da un autorevole banchiere ma anche da un uomo lontano dalle dinamiche marchigiane e dalla vita interna di Banca Marche, così come lontano dalle dinamiche interne ed esterne alle Fondazioni che della banca sono le principali azioniste. Riflessioni che in ogni caso lasciano molto su cui riflettere.
[Il memoriale del professor Cesarini riporta fatti, opinioni e situazioni che interessano diverse persone. Cronache Maceratesi è ovviamente disposta a dare spazio a qualsiasi integrazione o puntualizzazione da parte degli interessati]
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finalmente si evidenziano gli effettivi comportamenti dei consiglieri espressione delle tre fondazioni, di chi ha avuto il coraggio di parlare quando si poteva ancora gestire la situazione, e di chi ha avuto la sfrontatezza di tacere sino all’ultimo, cercando pervicacemente di mantenere lo status quo del magna magna.
ormai e’ inutile ogni ulteriore commento…. Continuate avanti con azioni di responsabilità. Peccato aver perso due personaggi come Grassano e cesarini
…un concentrato di idiozia e’ stata bm per molto tempo, e poi sul fondo conero chi ci ha guadagnato oltre ad ercoli?chi sono questi gli imprenditori che non speculano su banca marche??
Acquisizioni immobiliari, Germano Ercoli compra l’ex Banca delle Marche a Porto RecanatiLa sede della Banca delle Marche di Porto Recanati, lungo via Matteotti, è stata venduta per 3,6 milioni di euro ad una società immobiliare di Civitanova Marche il cui amministratore è Raffaela Ercoli e i soci al 50% sono Germano Ercoli e Maria PecorariErcoli, imprenditore leader nel comparto dei fondi per calzatura ed ex presidente di Confindustria Macerata (nella foto), è stato fino a pochi mesi fa consigliere di amministrazione di Banca Marche – lo stesso Cda che votò il passaggio degli immobili al fondo da cui ora Ercoli ha acquistato – per lasciare poi il passo ai tecnici indicati dalla Fondazione di Macerata. Di recente Ercoli non ha mancato occasione – anche a ridosso delle festività natalizie nel corso dell’incontro in azienda con i giornalisti – per attaccare la politica di Banca Marche che non si aprirerebbe adeguatamente al territorio.Il contratto di vendita è stato chiuso a metà novembre: la palazzina cielo /terra risulta accatastata alla categoria D5 con rendita 5587 euro quanto alla parte destinata ad uffici e alla categoria A3 con rendita 716 euro per la parte destinata ad abitazione. Giova, anche all’acquirente, sottolineare che la parte destinata ad uffici è in affitto a Banca Marche per effetto di un contratto di locazione per dodici anni, a partire dallo scorso agosto, e un’opzione per gli ulteriori sei. L’affitto è di circa 200 mila euro annui, pari al 7% del valore riconosciuto all’immobile. (m. v.)…..ma io dico ma si possono pagare 17,000 mila euro al mese di affitto per una filiale???per 1500 euro l’ho trovavo io un locale a portorecanati,
Io non so se le cose dette dal Prof.Cesarini siano tutte incontestabili, certo è che basterebbe solo che lo fossero appena in parte perchè ,almeno, la responsabilità morale dei vari Costa, Ambrosini, Tardioli , Alessandrini ,cioè di tutti i componenti dell’ultimo consiglio ecc. sarebbe molto grave. COMUNQUE BRAVI GIORNALISTI E’ SOLO GRAZIE A VOI CHE SI RIESCE A CONOSCERE LA VERITA’ SU QUESTA BRUTTA STORIA!
@ REGIONEMARCHE
Ma l’acquisto della filiale di Porto Recanati da parte di Ercoli (se è vera ?) perchè dovrebbe essere censurabile? Penso che l’acquisto sia stato effettuato in contanti e alla luce del sole o no? Oppure c’è stato qualche privilegio?
Direttore Bianconi: operazione opaca. Vice-Direttori: inadeguati Cda: ??????. De Filippo: “ho detto tutto”!
se banca marche fosse stata venduta a suo tempo non ci troveremmo nessuno in questa situazione.Pensate che i vertici di banca intesa corteggiavano Gazzani( e’ lui a rivelarlo in quel capolavoro che e’ il suo intervento in assemblea carima) per convincerlo a vendere,ma lui niente,in nome della autonomia…e della territorialita’…Quanti problemi,errori,soldi buttati al vento si sarebbero potuti evitare.Bastava seguire i consigli di societa’ preposte a tale tipo di analisi, il cui incarico tra l’altro e” stato pagato a caro prezzo e magari quello era il momento di interpellare Cesarini e Grassano…Ultima considerazione: guardate le facce di alcuni degli artefici del disastro e meditate..
@Giovanni Castellani
L’acquisto dell’immobile della Bdm da parte di Ercoli e’ stato sicuramente fatto alla luce del sole, ma in tempi in cui si parla sempre di conflitto di interessi mi sembra che in questo caso qualche dubbio sia pertinente. Purtroppo noi “poveri mortali” viviamo in una nebulosa e poco o nulla sappiamo di quello che avviene nei “massimi sistemi” e possiamo solo assistere sgomenti ai cataclismi dell’universo.
Le mie considerazioni sulle facce dei protagonisti della vicenda bmarche non sono ovviamente riferite a Cesarini e Grassano,degnissime e rispettabillissime persone al punto tale che se ne sono andate entrambi sbattendo la porta.Non prima’ di lanciare accuse pesanti come macigni,riferite pero’ a persone volute dallo stesso personaggio che tardivamente e quando ormai c’era poco da fare se non prendere atto del disastro le ha poi nominate(APRILE2012!!).Sia chiaro che gli autori principali di tutto quello che denunciano Grassano e Cesarini sono stati nominati,appoggiati,voluti,a volte difesi e protetti dai vari presidenti delle lungimiranti fondazioni,i quali per pudore e dignita’ dovrebbero togliere il disturbo insieme agli ancora per poco,si spera,superstiti.Se poi quello che Cesaini e Grassano denunciano non rispondesse a verita’,mi aspetto smentite e querele,ma nn credo arriveranno..come nn arriveranno cosi facilmente le loro dimissioni,sono troppo legati alla poltrona,mi correggo ,alla autonomia e territorialita’ della banca…
Qualche domanda per il giornalista: come fa ad avere questo documento? L’ha ricevuto dall’autore? L’ha ottenuto da qualche dipendente infedele della banca che viola le leggi e i regolamenti interni? L’ha rubato? Gli è arrivato via posta? e arrivato il momento di capire perché questa bianca deve essere tutti i giorni sui giornali con uno stillicidio di documenti riservati che vengono diffusi a tappe per riempire i giornali per mesi. Intanto tutto questo allontana gli investitori. Da domani a domenica prossima vedremo anche tutti gli altri memoriali?? La cosa molto triste e’ che la debolezza di questa gestione si dimostra anche con l’incapacita di fermare questo strazio di documenti riservati che vanno sui giornali senza sosta. Ma quando arriverà una denuncia contro ignoti (ignoti?) per diffusione di documenti riservati? È i giacobini si sono chiesti perché altre banche che hanno problemi anche più grandi bi bm non ci sono mai sui giornali?
Povero Zola!
Ci fa piacere che, finalmente e solo per questo memoriale, Fede Cesarini invochi la riservatezza…mmhhh… Da quasi un anno piove pece sulla reputazione della banca, grazie a tutti coloro che ” l’hanno messa in sicurezza” mentre altri, ancora oggi, dico oggi, lavorano alacremente per occultare il cadavere. Nel frattempo anche il secondo licenziato, Giorgi, ha depositato ben due cause contro la banca. E la banca tace. Per quale motivo è così silente? Per difendere la reputazione di chi, ora che è tutto sputtanato, patrimonio e reputazione? Ora basta con la pantomima. Confidiamo nelle Procure e nel lavoro dei Magistrati affinchè, celermente, si vadano ad accertare almeno le responsabilità per le quali può procedere d’uffficio e si prendano i provvedimenti del caso. Ai primi avvisi di garanzia scommettiamo crollerà tutto il fortino dei renitenti. Poi, Fede Cesarini, vediamo se avrà ancora voglia di invocare “riservatezza”. Nel frattempo attendiamo con ansia di leggere i memoriali degli altri consiglieri. Vediamo se anche loro confermeranno bufale come quelle che, alle 8 di sera, avevano fame e non potevano valutare i fidi milionari con la dovuta attenzione…tutta colpa di bianconi…della crisi del Paese…del Vajont!
Radiokabul, sono mesi che dico che c’e’ sovraesposizione e che giornale anti che sguazzano nel torbido. Non mi sono certo svegliato oggi…. ho fatto solo delle semplici domande, perché è l’unica banca che si ritrova i verbali del cda sui giornali?
Non ho capito per quale motivo l’entità dei bonus ai dirigenti doveva essere riservata.
Fede Cesarini,forse bmarche ed i suoi verbali sono su tutti i giornali perche’ sono state fatte tante porcherie quante non se ne trovano in tutti gli altri istituti(tranne mps,forse).Un’altra ragione e’ che in nessuna altra banca,grazie a fondazioni,politica,nomine da manuale Cencelli e’ stato mai raggiunto un livello tale di pressapochismo,incompetenze mista a presunzione,sfregio costante dei soldi( degli altri e’ ovvio) che ha portato ad una situazione tra il drammatico ed il paradossale.Ora stiamo li a discutere se il valore degli accantonamenti sia congruo,esagerato per favorire non si capisce chi,od ancora troppo ottimistico,ma la realta’ e’ che certi affidamenti non andavano fatti,o fatti in maniera ridotta,diversificando settori di rischio e verificando che ci fossero le necessarie garanzie.Sono un azionista non masochista,ma non credo che il valore delle mie azioni venga salvarguardato continuando a nascondere fatti e responsabilita’.Cesarini crede davvero che bmarche si salvi non parlandone piu’ sui giornali e trasmettendo falso ottimismo?Questi sono stati i sistemi adottati dai dirigenti che oggi tutti contestiamo e vogliamo vedere in galera,sistemi che hanno portato al disastro.Vogliamo continuare a perseverare negli stessi errori?Marco Ricci vai avanti,non ti fermare…
Quoto in pieno Radio Kabul, sopratutto sul passaggio delle delibere di CdA serali e superficiali, così come mi allineo al pensiero di Nardino, che censura Fede C.in merito al fatto che se non se parla, vuol dire che va tutto bene…..
Vorrei poi aggiungere che non credo che ci saranno investitori, nel senso pieno e completo della parola, che con il loro apporto di capitale potranno in tempi brevi rimetter a posto una situazione di quasi default, per far si che il prezzo delle azioni risalga a livelli di sopportabilità delle perdite per gli azionisti.
Servono poi manager, veri, capaci, e sopratutto trasparenti e comunicativi, anche con gli ignari sindacati… Chi vuol capire capisce…….
E poi le cause dei vice defenestrati rasentano l’assurdo: a quanto mi risulta un dirigente inetto va a casa, con tanti saluti, anche perché la loro incapacità’ a esercitare le deleghe che largamente Bianconi aveva dato loro e’ sotto gli occhi di tutti da oltre un anno…….
Così come credo fermamente che a fine mese si protrarrà il commissariamento, se non ci sarà un diktat di Bankitalia a qualche gruppo bancario che porti ossigeno alle casse svuotate di BdM.
La cordata, se riuscirà, sortira’ solo effetti speculativi: non ho mai visto buoni samaritani in finanza…..
Concordo con Orville sul ruolo?? ambiguo dei sindacati e che gioco forza dovra” essere collaborativo e sulla necessita’,priritaria tanto quanto l’apporto di capitali,di un management pulito,competente e quello si autonomo.Riguardo invece agli investitori samaritani,anche io non li conisco e nn credo che sopratutto nel mondo della finanza possano esistere.Mi accontenterei di investitori illuminati,che lasciano fare banca a chi la sa fare di mestiere e che si aspettano,come tutti,credo ,un ritorno economico soddisfacente dal loro investimento.Gia’ il fatto che queste persone mai affiderebbero il destino dei loro soldi e della banca a panettieri,anestesisti,uomini che hanno lavorato la terra ed erroneamente perche’ non sanno di che si tratta,oarlano di territorialita’mi tranquillizzerebbe.Continuare ad avere la puzza sotto il naso su chi interverra’ economicamente( sperando che ci siano perche’ il dubbio rimane)mi ricorda tanto la figura del nobile spiantato Mascetti,che continuava a vivere di gloria e di ricordi ma non aveva piu’ una lira in tasca…
…se il commissariamento si protarra per un’ altro anno, non puo’ che far bene alla banca, ci vuole tempo per risolvere la situazione, e ricordiamo che la nuova policy di banca marche e’ esageratissima!!!!c’e’ in atto anche un disegno malsano di bankitalia per levare la maggioranza alle fondazioni in modo gratuito!!!!
La domanda resta: ricci come ha avuto questi documenti? Permettete che non possiamo berci tutto quello che ci dicono senza neanche sapere la fonte??? Qui nessuno vuole minimizzare, solo capire, e’ troppo?? Ricci rispondi se sei un professionista come penso che lei sia
Un giornalista, specie se serio (e di questi tempi sono una rarità) non cita mai le sue fonti. Su CM molti soggetti coinvolti si sono ‘prodigati’ a fornire considerazioni che hanno scatenato la guerra fra potentati e lobbies di banca marche, utilizzando anche giornalisti improvvisati alla finanza che, forse senza saperlo, si sono prestati ai giochi di potere (uno su tutti carlo cambi, esperto di gastronomia ma non di banche). Il giornale ha ospitato tutti e ha fatto bene. Ora però farebbe bene ad ospitare un sondaggio d’opinione su cosa pensano i lettori vada fatto per stanare il malaffare che ancora si annida in quella banca. 3-4 domandine, si o no, giusto per sollecitare quache mossa vincente…
distinguiamo se si riesce ancora a ragionare: una cosa è la situazione della banca ed è incontrovertibile il fatto che siamo messi malissimo per colpa delle scelte del passato e siamo tutti d’accordo che bisogna perseguire i responsabili, magari senza dimenticarne qualcuno per strada. Altra cosa è vedere memoriali a tappe, uno dopo l’altro giorno dopo giorno. Si tratta di documenti inviati ai giornali dagli autori? si tratta di documenti fraudolentemente fatti uscire dalla banca? sono documenti pubblicati da qualche parte? Sappiate che se c’è qualcuno che fa uscire dalla banca dei documenti riservati senza autorizzazione penso sia un reato punibile come qualunque altro reato. Io vorrei solo sapere se siamo in presenza di un’intervista all’autore del memoriale, a una ricostruzione del giornalista o alla pubblicazione di documenti. E’ difficile rispondere?? forse bastava specificare nell’articolo…dato che l’autore non risponde attendiamo il prossimo memoriale… tipo telefilm a puntate…
Cesarini,ma e’ piu’ importante conoscere la fonte del documento o la gravita’ del contenuto?in qualunque modo sia arrivato a Ricci fino a prova contraria le cose denunciate sono vere e vanno perseguite ed eliminate per sempre!!
Radio kabul,non serve perdere tempo in sondaggi e domande,serve solo fare pulizia,chiarezza,mandare a casa i superstiti del disastro,punire i responsabili dello stesso,fondazioni comprese,rimboccarsi le maniche,prepararsi a lacrime e sangue e rifondare una nuova banca marche che faccia banca e non malaffare
giuliano nardino ma hai letto cosa ho scritto??? d’accordissimo con te su tutto, anzi ho sempre detto che bisogna mirare bene per sparare altrimenti si rischia di fare una strage senza colpire i colpevoli… Ho solo fatto una domanda, e il silenzio non mi piace, perchè quando si invoca trasparenza e chiarezza non si può essere strabici. Si fanno tutti questi articoli su Banca Marche di cui il 99,9% di terrore e sventura e viene fuori di lato la pubblicità di un’altra banca della zona. Sarà solo un caso ovviamente, il giornale deve finanziarsi con la pubblicità. Tuttavia mi sembra inopportuno (ma ovviamente è un’opinione personale poi so bene che non c’è nulla di male). Io personalmente mi aspetto che a breve vedremo altre confessioni e/o memoriali, magari a rate, distillati di settimana in settimana. Intesa ha cacciato l’amministratore delegato in circostanze oscure e stiamo parlando di una società quotata in borsa. Quante chiacchiere sono venute fuori dagli organi sociali?? nessuna!!! e Cucchiani è stato cacciato perchè ha criticato la vecchia gestione… non so se è chiara la differenza tra una banca che ha degli azionisti seri e una che non ce l’ha… Le cose si fanno e si fanno seriamente, andare sui giornali serve a ben poco, a far parlare qualche politico o sindacalista e prendersi rivincite contro gli altri del cda…ma i problemi restano..e si allontanano le persone serie..
avrei voluto,questa volta,non intervenire in quanto oramai la vicenda,a dirlo con toni inusuali,fa venire il voltastomaco e anche tutte queste esternazioni o pubblicazioni varie parrebbero essere gettate ad arte in pasto alla pubblica opinione, senza ritegno alcuno, soprattutto in una regione di non grandi dimensioni e dove la cassa di risonanza e’ a decibel elevatissimi. A me invece preme ritornare(comunque d’accordo su tutto quello già detto ,nei vari commenti, circa la scellerata gestione precedente,e le eventuali responsabilità da accertare e perseguire )su altri orizzonti che queste cose parrebbero,invece, voler far passare in secondo piano. F.Cesarini si chiede e chiede al giornalista da dove sia sbucato il dossier. Ma personalmente riterrei più importante sapere come mai solo ora e a quale scopo lo stesso compaia? Se voleste sapere,poi,come si ottengono dossier riservati basta che lo chiediate a Marco Travaglio e ve lo saprà senz’altro spiegare(su questo e’ un vero professionista). Certo e’ interessante scoprire i vari retroscena(comunque con visuale di parte) di questa disgrazia e mi pare apprezzabile anche lo slancio e il fervore dei diversi commentatori sull’argomento. Però,personalmente, non vorrei perdere di vista, e queste esternazioni parrebbero essere iniettate appositamente anche per sviarne l’attenzione,che il nostro obiettivo principale e’,nell’immediato, la gestione del presente della banca(poi azioni di responsabilità,ai vari livelli,e altre iniziative di vario tipo,nei confronti della passata gestione, si facciano pure con decisione qualora se ne ravvisino i presupposti)che bankitalia e il nuovo management starebbero attuando e che parrebbe avere(secondo alcuni) effetti estremamente negativi anche sull’intera economia regionale. Di questo ora ci dobbiamo occupare e verificare(senza farci distrarre nell’attenzione)se quel 1,3 mld(importo ragguardevole e con tali valutazioni forse non sufficiente per fine esercizio…chissà)di accantonamenti(che hanno atterrato la banca – ma avrebbero sconquassato forse chiunque ) come sostenuto dal “sancta-sanctorum”(bankitalia) e in sudditanza dall’attuale management(e che hanno comportato quelle perdite stratosferiche) siano effettivamente necessari o come dicono voci sindacali e diversi rumors interni,invece, fortemente eccessivi e che peraltro (soprattutto in periodi recessivi e devastanti come l’attuale), si sarebbe dovuto concedere,a mio avviso(anche qualora si prendessero per buone le pretese di bankitalia)maggiori disponibilità di tempo alla banca, per adeguare i suoi parametri(si dice al top del sistema), onde non avere,tra l’altro, ricadute penalizzanti e ancor più recessive sull’intera economia regionale(contrazione del credito,o anche sospensione totale dell’attività creditizia etc) Inoltre,si dice, che la vigilanza(che ora svolge solo funzione di controllo sul sistema creditizio e non più politica monetaria) negli ultimi 6/7 anni abbia effettuato diverse ispezioni ,rimanendo all’interno dell’istituto per parecchi mesi(se non complessivamente per anni)la penultima conclusa ,pare,solo nel marzo del 2011. Come mai(e questo,a mio avviso,e’ un punto su cui si deve battere senza soluzione di continuità)allora solo ultimamente si sarebbe accertato,quello che l’ex consigliere Cesarini, invece, ha rivelato aver subodorato(e non in posizione di privilegio come bankitalia) solo dopo pochi mesi? Si e’ valutato male oppure la situazione allora non era proprio in questi termini? Ripeto,cosa e’ successo allora e cosa sta succedendo ora? La sensazione e’ che(comunque la si voglia girare)parrebbe,prendendo spunto dalla mala-gestione passata e da questi accadimenti che non scagionerebbero,a mio avviso,eventualmente,l’istituto di vigilanza da eventuali responsabilità sulla vicenda,si cerchi di far pagare alla banca un prezzo eccessivamente salato, continuando ad alzare più volte l’asticella,dell’aumento di capitale( con questi benedetti accantonamenti) in modo di sottrarne il controllo sicuramente all’attuale proprietà, ma anche ad eventuali investitori del territorio, per poi consegnare la banca a quelle solite istituzioni che già anno distrutto tante aziende di credito e casse di risparmio (non ultima quella di Firenze etc), cambiandone radicalmente e negativamente il rapporto culturale(da sempre esistente) con il suo territorio di riferimento(non e’ importante da dove vengano le risorse,per l’aumento di capitale, ma e’ estremamente importante che non si snaturi la cultura di far banca,come fatto da tantissimi anni,sul territorio). Molteplici sono i sospetti che parrebbero confermare proprio tale sensazione, a cominciare dalle notizie fatte pubblicare dai giornali circa la certezza della presunta perdita di 800 mil. eu.(anche messaggero) riveniente da quelle sciagurate posizioni deteriorate, ora dicono sotto la lente delle autorità giudiziarie(16 posizioni),che,peraltro, come poi,parrebbe, non e’ assolutamente certo che tutto quell’importo,comunque ragguardevole,tenuto conto anche delle garanzie a sostegno(gran parte,dicono, immobiliari)si trasformi in altrettante sicure perdite,anzi. Intanto,però,gli accantonamenti corrono e continuamente se ne concepiscono altri, e,peraltro, questi ultimi,della semestrale, a chi farebbero riferimento? A Medioleasing o alla banca stessa? e poi come mai si replica ancora così pesantemente solo dopo pochi mesi? all’atto dell’approvazione del bilancio 2012 ci fu assicurato che con quell’accantonamento straordinario di oltre 800 mil. eu. la banca aveva adeguato – ai migliori standard del sistema- i suoi fondi rischi. Poi che e’ successo? visto che ora nell’ultima semestrale(a soli 4 mesi di distanza),dopo vari giochini al rialzo,l’asticella e’ stata posta a 451 mln di eu.? una cifra anch’essa ragguardevole. ma e’ deontologicamente corretto? Su tutto ciò ,ripeto(anche se Ricci parrebbe non ascoltare – ma dare spago ad altre visuali che parrebbero solo spargere veleno e dare scarsa linfa per un dibattito costruttivo sui problemi sul tappeto)), e’ necessario fare piena luce ed avere riscontri certi(non solo i dossier Cesarini) e sapere appunto se questa ulteriore sciagura deve assere ancora ascrivibile alla vecchia gestione oppure,come molti temono, all’ottusità di questo nuovo management e in particolare dell’area crediti centrale(lodata dal Cesarini- che con poco tempo sarebbe riuscito ad apprezzarne le capacità?) ma che invece tante voci interne classificherebbero come formata da guastatori ,più avvezzi all’amputazione che alla possibile cura delle membra del malato, con conseguente incremento delle partite in default. Forse,come da convinzione di molti,tutte quelle posizioni ora in difficoltà,ma in precedenza in bonis e spesso clienti della banca da tanti anni, avrebbero dovuto e dovrebbero essere curate e accompagnate meglio,dall’azienda, onde non causarne il”de profundis”,peraltro evitabile con metodi diversi, e non peggiorar ancor più,in tal modo, la già precaria situazione. Anche una corretta informazione alla clientela,oltremodo disorientata dagli avvenimenti, e’ di estrema importanza. Speriamo che i due commissari,che parrebbero essere partiti nella maniera sperata,sappiano mettere mano a queste storture e anche convincere bankitalia(qualora le cose stiano come da noi rappresentate)di pigiare meno il piede sull’acceleratore anche in considerazione che quanto non fatto,forse colpevolmente, in passto credo, non lo si possa recuperare tutto d’un fiato senza uccidere il malato e inoltre a rispettare maggiormente la banca e il suo territorio di riferimento(caratterizzato da persone laboriose e sempre ligie al proprio dovere),ma purtroppo ora in grande difficoltà soprattutto in conseguenza della spaventosa crisi economica in atto e di cui ,la nostra, risulta fra le regioni più colpite.Comunque stiano certi, questi signori del sancta-sanctorum e questo,da molti ritenuto discutibile,nuovo management che veglieremo con occhio vigile su tutta la questione e qualora non si tenesse conto di quanto umilmente suggerito(forse si gradirebbe anche una maggiore umiltà anche da questi signori) e di contro si riscontrasse, invece, quanto da noi paventato(successive grosse plusvalenze per la banca in seguito a riprese del mercato immobiliare o rientro di parte di quelle posizioni classificate deteriorate o altro afferente questa maledetta intrigata situazione)solleciteremo ,senza indugio, piccoli azionisti e collettività marchigiana per chiedere conto di tutti i danni,in tal modo,loro procurati.Fra le altre cose nel dossier si parla anche della cessione “di un vasto portafoglio di immobili strumentali” della banca(anche cespiti di prestigio) al fondo conero,che poi avrebbe collocato l’80% delle sue quote presso investitori istituzionali,operazione peraltro descritta come un affare per la banca. Sull’argomento alcuni commenti hanno riguardato l’acquisto dei locali della filiale di Porto Recanati da parte di una società di un ex consigliere della banca(ercoli) e a cui l’istituto ora corrisponderebbe un canone di locazione mensile di 17000,00 eu(cosi’ da commenti). A prescindere da questa transazione,di cui,peraltro,non conoscevo l’esistenza,invece a mio avviso, tutta l’operazione non rappresenterebbe tutto questo grande affare,in primis in quanto,la banca,e’ costretta a sostienere costi di locazione,secondo me, troppo elevati(7,5% del valore dell’immobile – ma al massimo non si dovrebbe andare oltre il 4-5%?) e poi siamo proprio sicuri che la valutazione di quei cespiti sia avvenuta secondo parametri di mercato, soprattutto per quelli di grande pregio come la prestigiosa sede romana(unica sulla piazza- e ,dicono, con una valutazione commerciale non inferiore ai 50/60 mil. di eu.)? o,invece,nell’occasione, possa essere stata perpetrata(visti gli accadimenti) una super cresta milionaria? e nell’eventualità a beneficio di chi?solo supposizioni? forse. Comunque un’ultima considerazione voglio ancora farla: questo dossier dell’ex consigliere sarebbe l’unico(del tipo) fatto nella sua lunga esperienza amministrativa oppure ne esisterebbero altri ad esempio in unicredit o mediobanca dove non mi pare che le cose abbiano proceduto sempre(anzi) nella giusta direzione e dove sono state pagate,non molto tempo addietro,anche liquidazioni stratosferiche(che fanno impallidire quelle pagate da bancamarche) a top manager messi alla porta e ancora come mai il cesarini ha dato le dimissioni(più tardi risulterebbe averle rassegnate anche grassano) proprio ora che il consiglio della banca era stato rinnovato e che il nuovo top-manager era di suo totale gradimento?….vallo a capire…….forse qualche legittima aspirazione alla presidenza della banca e’ andata disattesa?
rileggendo il pezzo mi sono accorto di aver lasciato per strada anche una “h” ….”hanno e non anno”…ne chiedo umilmente scusa