Questa mattina i due commissari di Banca Marche nominati dalla Banca d’Italia, Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni, e l’attuale direttore generale Luciano Goffi hanno incontrato in municipio il sindaco di Macerata, Romano Carancini. I vertici dell’istituto hanno rappresentato al primo cittadino quali sono gli orizzonti di Banca Marche alla luce del commissariamento e, superata questa fase, anche quelli futuri. I commissari Terrinoni e Feliziani hanno rappresentato la chiara volontà e l’intenzione concreta di Banca Marche di rimanere, in maniera costruttiva, interlocutore privilegiato del territorio, al fianco del mondo imprenditoriale e delle famiglie rimarcando le intenzioni di ripartire verso il nuovo corso dalle fondamenta sane dell’istituto di credito con l’obiettivo di restituire al territorio la propria banca di riferimento.
“Apprezzo moltissimo – afferma il sindaco Carancini – quanto riferitomi dagli attuali vertici di Banca Marche perché l’avvicinamento al territorio, alle istituzioni e al mondo imprenditoriale e sociale è un segnale significativo di quale direzione si ha intenzione di percorrere. Il colloquio è stato estremamente positivo perché si è avuta la percezione concreta di come Banca Marche intenda mantenere il suo rapporto radicato con il territorio, offrendo tutto il sostegno possibile alle iniziative imprenditoriali e delle famiglie, e dando certezze sul proprio affiancamento alle istituzioni supportando fattivamente le proprie attività”. Oggetto di discussione posta dal sindaco, è stato anche il futuro dei lavoratori di Banca Marche nei confronti dei quali si è chiesta la massima attenzione perché sono stati “e sono – ha detto Carancini – la vera energia che consentirà il rilancio di Banca Marche nel territorio”. “In quanto sindaco resto a disposizione – ha detto ancora Carancini – per tutte le operazioni istituzionali che dovranno concretizzarsi in futuro in relazione al percorso di risanamento che Banca Marche intende fare. Esprimo sincera e sorprendente soddisfazione per la nitida volontà dei commissari di operare fattivamente per la ripresa del rapporto tra banca Marche e il territorio . Su questo la presenza del direttore generale Luciano Goffi rafforza gli intendimenti annunciati dai commissari”.
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NON SI SA SE SONO I COMMISSARI O E’ IL SINDACO A FARE ARIA FRITTA .
MA SEMPRE DI ARIA FRITTA SI TRATTA!!!
Come spot pubblicitario poteva essere meglio realizzato…..
Per il resto… parole, buone intenzioni, fioretti, ovvietà, proclami, corollari, comizi, prediche e chi più ne ha più ne metta.
Cì cì incontra cò cò, immagino che grandi discorsi si saranno fatti…
Fossi Babbo Natale mi sentirei scavalcato.
perche’ Carancini e’ uno che capisce di banca? Mi faccia il piacere…..
Senza un’azione di responsabilità sugli ex amministratori e dirigenti la gente non ci crederà. Si faccia presto. La fondazione Carima faccia ciò che proclama da tempo. Non si può credere in un recupero di reputazione fino a che tutte le malefatte non verranno perseguite sia civilmente che penalmente. La reputazione di una banca è il valore assoluto, più prezioso anche di un aumento di capitale andato a buon fine. Intanto la rarefazione degli scambi azionari è un passo positivo.
Ma che non lo avete ancora capito??
Carancini alla guida della Banca Marche!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Con tutto il rispetto per Carancini,credo che Goffi ed i commissari prima di tranquillizzare lui( e ne siamo felici che ci siano riusciti)dovrebbero parlare con i clienti,con gli imprenditori e perche’ no con gli azionisti privati.Quando arrivera’ il momento di battere cassa con l’a.c. non credo si rivolgeranno a Carancini.Nel frattempo colgo l’occsione per ringraziarli di avere dato seguito alle ns( lecite e sacrosante) rimostranze sul sistema di contrattazione del titolo e da dicembre il prezzo sara’ determinato MENSILMENTEe non piu’ settimanalmente( vedi nuove disposizioni in merito) evitando cosi panico e speculazione.Cio’ dovrebbe far riflettere tutti gli azionisti,piccoli,grandi ed altri che di loro dovrebbero occuparsi,ovvero che occorre essere propositivi e non remissivi,che le cose possono cambiare se si esce dalla tana e si fa sentire la propria voce,ma sopratutto CHE E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI PENSARE ALLE COSE CONCRETE ED UTILI PER LA BANCA E PER NOI.In quest’ottica l’incontro con l’ennesimo politico non e’ ne’ utile ne’ strumentale alla causa della banca
Sbiriguda come se fosse antani.