di Marco Ricci
Stante la conclusione della gestione provvisoria prevista per la fine di ottobre, al Ministero dell’Economia e delle Finanze sarebbe pervenuta la richiesta di Banca d’Italia per la messa in amministrazione straordinaria di Banca Marche con il conseguente scioglimento degli organi amministrativi. È pertanto da attendersi il commissariamento dell’istituto di credito per la fine del mese, appunto quando scadranno i due mesi non rinnovabili di gestione provvisoria che dal 30 agosto ha posto alla guida dell’istituto di credito Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni. Appare piuttosto probabile che i due commissari possano essere riconfermati da via Nazionale per proseguire il lavoro intrapreso in questi mesi. Un’attività che, secondo quanto scritto nel comunicato diramato al momento del loro insediamento alla fine di agosto, ha “il compito di condurre l’attività aziendale secondo criteri di sana e prudente gestione; dovrà inoltre individuare le necessarie iniziative di rafforzamento patrimoniale, al fine di completare l’azione di risanamento già avviata dalla banca.”
Non ci sarebbero dunque particolari nuove criticità a portare alla vera e propria amministrazione straordinaria di Banca Marche, quanto piuttosto quelle motivazioni tecniche che impediscono di proseguire con la gestione attuale, al fine di perseguire gli obiettivi che si erano dati i commissari Feliziani e Terrinoni al momento del loro insediamento. Non era difatti immaginabile che in soli due mesi si potesse giungere all’aumento di capitale e alla risoluzione delle criticità della banca. Rimane pertanto l’impressione che Banca d’Italia abbia seguito un approccio soft prima di arrivare alla decisione attuale.
Bankitalia resterà così con tutti e due i piedi ben saldi all’interno dell’istituto di credito. Una scelta che in passato ambienti vicini a via Nazionale avevano indicato come di sicurezza e garanzia non solo per l’operatività di Banca Marche ma anche per i clienti e i dipendenti, allontanando allo stesso tempo l’idea di qualsiasi ipotesi catastrofica. E’ immaginabile, tra le altre motivazioni della decisione, che Banca d’Italia non abbia valutato positivamente il comportamento degli azionisti, in particolare delle Fondazioni che, con i loro uomini nei Cda, hanno guidato l’istituto di credito fino ad agosto. Un azionariato diviso sulle scelte e forse non in grado di governare la banca in un momento così delicato, con alcuni coefficienti patrimoniali al di sotto della soglia di vigilanza e davanti all’imminenza di un cospicuo aumento di capitale di almeno 400 milioni di euro necessario alla ripresa della piena attività dell’istituto. Nonostante le polemiche, su basi vere o false che siano, non si può certo affermare che siano state Bankitalia e la Vigilanza, accusate da alcuni di eccessivo rigore nella valutazione dei crediti, a portare Banca Marche nello stato in cui versa. Quanto piuttosto le gestioni e gli organi amministrativi che hanno preceduto l’arrivo ai vertici dell’istituto di Luciano Goffi e di Rainer Masera. E quella governance locale che la gestione provvisoria ha già di fatto estromesso da oltre un mese da ogni decisione.
Il commissariamento, che può essere dichiarato tra le altre motivazioni per gravi perdite patrimoniali e gravi irregolarità amministrative, avviene secondo gli articoli dal 70 al 75 del Testo Unico Bancario. Ciò comporta appunto la richiesta di Banca d’Italia al Ministero dell’Economia e delle Finanze che dispone lo scioglimento degli organi amministrativi e di controllo fino ad ora unicamente sospesi dalla gestione provvisoria. Una volta emanato il decreto dal Mef, entro 15 giorni via Nazionale deve individuare i commissari e un comitato di sorveglianza composto da tre a cinque membri. Il periodo di commissariamento, normalmente di un anno, è prorogabile per ulteriori otto mesi. I commissari incaricati eserciteranno le funzioni e i poteri di amministrazione della banca, con il ruolo di pubblici ufficiali. Previa autorizzazione di Banca d’Italia possono anche esercitare un’azione sociale di responsabilità verso i membri dei disciolti organi amministrativi. Prima della cessazione delle loro funzioni si adopereranno infine perché siano ricostituiti gli organi di amministrazione ordinaria dell’istituto di credito.
Una soluzione, quella messa in campo da via Nazionale, che da una parte solleverà inevitabilmente qualche malumore tra gli azionisti e tra coloro che rivendicano al territorio le scelte da effettuare, come ad esempio hanno più volte sottolineato anche alcune rappresentanze sindacali. Ma che dall’altra parte potrebbe rassicurare non solo i piccoli azionisti ma anche parte dei dipendenti. Feliziani e Terrinoni – che come detto molto probabilmente resteranno alla guida di Bm anche al termine della gestione provvisoria – risultano essere infatti piuttosto apprezzati dai dipendenti. A Feliziani, in particolare, vengono attribuite un’ottima conoscenza del mercato creditizio marchigiano e un forte sostegno alle prime file dell’istituto che operano a contatto con i clienti.
Sempre in tema di Banca d’Italia, in queste settimane hanno continuato a susseguirsi le critiche in merito alla quantità di accantonamenti che ha effettuato nell’ultimo anno Banca Marche, da molti come detto ritenuti eccessivi e basati su criteri troppo rigorosi. Avevamo già scritto di come la Vigilanza riterrebbe adeguate le valutazioni imposte dal presidente Masera e dal dg Goffi sullo stato dei crediti e sulle garanzie. A questo riguardo si è appreso che le ultime rettifiche comunicate dall’istituto tra giugno e luglio, e passate da 250 a 450 milioni di euro in un solo mese, non sarebbero dovute all’introduzione di criteri più stringenti dei precedenti. Quanto ad una nuova più attenta valutazione di situazioni già emerse, sia in merito alla criticità del credito che del valore effettivo dei beni dati a garanzia. E’ inutile sottolineare a questo proposito la complessiva difficoltà dell’economia marchigiana e del settore immobiliare in particolare.
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Direi che sarebbe stato davvero difficile immaginare, anche con la più fervida fantasia, nuove criticità in grado di superare quelle già emerse. O no?
Ben venga il commissariamento se attraverso lo stesso fondazioni,raccomandati,ecc…se ne vanno definitivamente prima a casa e poi in galera se emergessero complicita’ e responsabilita’ nel disastro bmarche.D’altra parte,ci saranno dei responsabili con nomi e cognomi o la colpa e’ esclusivamente del mercato immobiliare che si e’ fermato?Detto cio’ il commissariamento e’ garanzia di serieta’ competenza e professionalita’,ovvero tutto quello che serve per riavvicinare investitori ed azionisti e che e’ finora mancato.Le fondazioni in primis se ne facciano una ragione e tornino ad occuparsi di cio’ per cui sono nate,e’ chiaro che il mestiere di banchieri non e’ proprio loro confacente,la smettano per un po’ di potere e qualche poltrona di sperperare denaro( non loro…)Diro’ una preghiera affinche’ Gazzani receda dalla smania di comprare gli sportelli Carilo.Intanto vorrei capire con che soldi pensa di farlo e poi chi dovrebbe gestirla,ovviamente con lui presidente,le intuizioni non gli mancano,non dimenticate mai su YOUTUBE VIDEO GAZZANI ASSEMBLEA CARIMA.Mi chiedo poi alla luce degli ultimi avvenimenti qual’e’ stato e quale sara’ il ruolo di Masera,ma intanto speriamo di avere toccato il fondo( di tutto..) e di iniziare con il commissariamento la nuova era di bmarche
La continuazione della gestione della banca da parte dei due commissari,su cui anche personalmente mi sono espresso con vivo apprezzamento, credo che venisse già data per scontata, anche in relazione alle valide iniziative,dagli stessi, già poste in essere(il buon giorno si vede dal mattino……..ma gli altri sin ora cosa hanno fatto?…….pianto sul latte versato o peggio?)e che parrebbero essere anche fortemente apprezzate da gran parte del personale dell’istituto. Quello che invece non e’ possibile tollerare,almeno da parte mia,e’ l’estrema indulgenza che si riserva nei confronti di bankitalia che ripeto,come già più volte commentato in precedenza,ha,invece,secondo molti e anche a mio avviso, grosse responsabilità(per i motivi già più volte illustrati)su tutta la sciagurata vicenda bancamarche. Non e’ possibile ignorare tutti quegli accadimenti(soprattutto passati,ma anche presenti-ispezioni anche recenti senza particolari evidenze sulla gestione della banca etc)che hanno avuto una così grande evidenza negativa su tutta la questione quando,di contro, avrebbero dovuto essere il loro parafulmine. Inoltre….. alla fine del commissariamento(che si spera abbia finalmente un effetto positivo su tutta la faccenda e di riflesso anche sull’economia regionale) ci potremmo,poi, ritrovare con gli stessi precedenti amministratori e con l’attuale, dicono discusso(comunque quando da più parti tuona in qualche posto piove) management ,ancora in carica oppure no?…si spera che i bravi commissari ,con maggiore tempo a disposizione, sappiano affrontare e sciogliere anche questi nodi, peraltro, basilari per un prosieguo proficuo e prospero dell’attività della banca. Ci si augura pertanto che, dopo aver fatto piazza pulita di tutta la vecchia sciagurata gestione(se così e’), si proceda anche a rivisitare ,con particolare attenzione, tutto il nuovo assetto futuro dell’istituto. Infine vorrei ribattere al caro Ricci circa le sue affermazioni(senza rievocare quanto da me illustrato e detto,nei commenti precedenti, sull’argomento..che in questa sede riconfermo in toto)pubblicate…….”Bankitalia resterà così’ con tutti e due i piedi ben saldi all’interno dell’istituto di credito”……..che bankitalia e’ già stata ,poco tempo addietro, “con tutti e due i piedi ben piantati a terra” all’interno della banca,ma con i risultati disastrosi che tutti abbiamo sotto gli occhi…….speriamo che questa volta(dato il grosso peso?????) non sprofondi anche il pavimento della banca!!!!!!!
Sargenti ha ragione,in effetti banca d’italia sembra intervenire con determinazione sempre e quando il latte e’ versato( vedi bmarche ma anche mps).Alcuni aspetti della gestione allegra e sconsiderata,al di la’ di aspetti tecnici piu’ complessi erano sotto gli occhi di tutti( eccessiva concentrazione del credito su pochi clienti,eccessiva concentrazione sul solo mercato immobiliare,cda approssimativi con un numero tale di delibere che avrebbero per lo meno dovuto insospettire gli ispettori).Ora pero’ non abbiamo una non ben definita banca d’italia,ma due persone con un nome ed un cognome che dovranno per forza di cosa rispondere ai loro capi ma anche agli azionisti.Occorrera’ vigilare il loro operato,evitando di protestare ed urlare quando e’ troppo tardi.Mi chiedo inoltre,registrando interventi,prese di posizione di soggetti piu’ disparati e spesso che niente hanno a che fare con i problemi reali di bmarche,CHE FINE ABBIANO FATTO LE VARIE ASSOCIAZIONI DEGLI AZIONISTI PRIVATI,ovvero coloro che dovrebbero rappresentare e tutelare gli interessi degli stessi.Tacciono per incuria,per non esporsi,per non disturbare in attesa che tale comportamento accomodante venga premiato con un posticino in consiglio?Sappiano che cosi’ non sara'( e se fosse impediremo in tutti i modi che accada) e che stanno perdendo l’ennesima buona occasione per far sentire la loro voce,portare le nostre istanze,prendere contatti con i commissari ed avere un filo diretto con loro ed il loro operato.Se non fanno cio’ non capisco quale sia la loro ragione di esistere,per cui le esorto alla azione,oppure gli azionisti privati dovranno trovare soggetti ed enti alternativi che li tutelino e rappresentino seriamente
Basta banche e attività produttive in generale (Poste, Alitalia, Ferrovie, Rai ecc…) gestite dallo Stato, servono solo a ingrassare politici, i loro parenti, i loro amici e amanti. Privatizzarle e aprirle al mercato, se queste aziende ci sanno stare, bene, altrimenti chiudano per il bene dei contribuenti e dei cittadini italiani.