Banca Marche taglia i premi dei dipendenti
I sindacati: “Accertare le responsabilità”

Impiegati e quadri hanno rinunciato a una mensilità mentre il direttore Bianconi è stato liquidato con una cospicua buona uscita. La Cisl, come avevano già fatto Cgil, Uil e la stessa Fondazione di Macerata, insiste sull'analisi della gestione precedente. Incontro dei sindacati e dei lavoratori con l'assessore regionale Marcolini e Manzi (Pd)

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La sede centrale della Banca delle Marche a Macerata

La sede centrale della Banca delle Marche a Macerata

di Alessandra Pierini

Continua per Banca delle Marche  una delle fasi più delicate della sua storia. Proprio ieri l’istituto ha annunciato lo slittamento del bilancio, il primo in rosso della sua storia (si parla di oltre 350 milioni di perdite) e si è così preso altro tempo per le valutazioni, necessarie in questo momento (leggi l’articolo). Nella stessa comunicazione sono state escluse trattative con nuovi partner aziendali che potrebbero essere invece la soluzione necessaria per ripianare la situazione economica. Nel frattempo l’ispezione di Bankitalia va avanti e potrebbe prolungarsi più del previsto, oltre il mese di febbraio.
Mentre si prendono le decisioni fondamentali per il futuro dell’istituto gli stakeholders in diverse sedi mostrano malessere, tra questi gli azionisti, i clienti e non ultimi i dipendenti.
Nello scorso mese di dicembre, infatti, le associazioni sindacali hanno firmato un accordo con i vertici dell’istituto con il quale sono stati pesantemente rivisti i premi aziendali di competenza per l’esercizio 2012.

il presidente Lauro Costa durante una riunione del CdA

il presidente Lauro Costa durante una riunione del CdA

«Il premio aziendale 2012 – si legge nel documento- viene definito in termini di “prodotto bancario per dipendente” che alla data del 31 dicembre dovrà superare il valore di 9 milioni». Rispetto all’anno precedente sono cambiati i parametri di calcolo e i premi sono stati legati alla produttività, questo vuol dire che i dipendenti, impiegati e quadri, hanno dovuto rinunciare ad un importo lordo corrispondente più o meno ad una mensilità rispetto al 2011. In più i dipendenti possono anche decidere di versare il premio, per intero o in parte, nel fondo pensioni di banca delle Marche. Per quanto riguarda i dirigenti, anche per loro si prevede una forte riduzione del premio aziendale.

Quindi nonostante la produttività ci sia stata, in qualche modo i lavoratori saranno penalizzati. Alla luce di questa decurtazione non si può fare a meno di tornare a chiedere a Banca delle Marche, come Cronache Maceratesi ha fatto in passato senza avere risposte (leggi l’articolo), come mai l’ex direttore Massimo Bianconi  il cui lavoro ha dato tutt’altro che buoni risultati  sia stato premiato con una cospicua buona uscita.

Si torna quindi a parlare di responsabilità che devono essere accertate. Sulla questione interviene la Fiba Cisl regionale  che auspica rapidità e risolutezza nel’accertamento della precedente gestione, sia a livello manageriale che all’interno del CdA,  prima di proseguire con il piano industriale.

«La Fiba/Cisl delle Marche denuncia l’inaccettabile “tritacarne” mediatico a cui è sottoposta quotidianamente Banca Marche, i suoi lavoratori e la sua clientela. Ricordiamo l’insostituibile cardine economico rappresentato da questa Azienda di credito non solo per le Marche, ma anche per tutti i territori limitrofi.
Una realtà che vale una importante quota del PIL marchigiano, che occupa 3200 lavoratori, con un importante indotto, che annovera oltre 40.000 soci privati e che assiste il 54% delle famiglie ed imprese marchigiane merita senz’altro rispetto.
Soprattutto, non servono “farneticanti esternazioni” e “parole in libertà’’ fatte dal politico di turno in campagna elettorale, ma rapidità e risolutezza nell’accertamento delle responsabilità della precedente gestione, sia a livello di amministratori che di classe dirigente, che ha portato Banca Marche all’attuale situazione.
Solo così il necessario “piano industriale”, che deve essere serio e realistico, potrà sfruttare le componenti positive, comunque presenti, per rilanciare la banca in una prospettiva di autonomia e stabilità, tutelando, così i lavoratori, i soci, i clienti e le comunità marchigiane tutte».
Al tempo stesso i rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL delle Marche si rivolgono alla Banca, alle Fondazioni, che ne detengono la maggioranza del capitale, e alle Istituzioni Locali affinché qualsiasi soluzione che sarà necessario adottare sia orientata a mantenere l’autonomia, a consolidare il radicamento nel territorio e a valorizzare le professionalità dei lavoratori.

«Le attuali difficoltà di Banca Marche – insistono –  sulle cui responsabilità occorre fare la necessaria chiarezza, non possono ricadere né sul personale, la cui professionalità va considerata come una risorsa per il rilancio dell’azienda, né sul sistema economico e sociale rendendo ancora più critico l’accesso al credito. Le scelte necessarie per ricondurre ad equilibrio la gestione del credito da parte di Banca Marche dovranno conciliare il rigore con il sostegno al territorio e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, che comprenda anche la stabilizzazione dei tanti giovani lavoratori a tempo determinato». 

Di necessarie assunzione di responsabilità si parla anche nella lettera che la Fondazione Carima ha inviato, qualche settimana fa, al presidente Lauro Costa e al collegio sindacale per stimolare l’attuale Cda ad adempiere alle richieste di Bankitalia ma anche a determinare i responsabili dell’attuale situazione. La lettera è stata discussa nell’ultima seduta del Consiglio. 

***

L'assessore regionale Pietro Marcolini

L’assessore regionale Pietro Marcolini

Anche Irene Manzi, candidata alla Camera dei Deputati per il Partito Democratico, si è interessata alla vicenda e ha incontrato  una rappresentanza di lavoratori ed esponenti sindacali del mondo del credito di Macerata. «Nel corso dell’incontro, a cui ha preso parte anche Pietro Marcolini, Assessore alle Finanze della Regione Marche – si legge in una nota –  si è svolta una accurata disamina della situazione creditizia delle Marche con particolare riguardo a Banca Marche. L’Assessore Marcolini ha evidenziato come la situazione, pur essendo indubbiamente difficile, va meglio approfondita, senza cedere al panico ma operando concretamente per far si che la banca possa risollevarsi dall’attuale momento per tornare ad essere protagonista nel campo del credito, a sostegno dell’economia locale. L’incontro ha posto particolare attenzione anche alle dinamiche dell’occupazione, mettendo al primo punto la salvaguardia dei circa 3.000, qualificati, posti di lavoro e la tutela di insediamenti di eccellenza presenti a Macerata, tra cui il Centro Elaborazione Dati di Piediripa, un gioiello tecnologico che è condizione essenziale per il mantenimento dell’autonomia della banca.

Irene Manzi

Irene Manzi

“Grande è l’attenzione del Partito Democratico su questo tema – ha precisato Irene Manzi – Compito della politica è far si che si realizzi una democratizzazione dell’economia che si concretizzi nella rotazione dei ruoli, nel miglioramento e nell’attivazione di controlli efficaci affinché il credito svolga la sua funzione di volano di un tessuto economico sano che guardi con fiducia al futuro. Riguardo a Banca Marche, in particolare, è necessario approfondire al meglio la situazione economica effettiva per mettere in campo, insieme alle istituzioni, alla proprietà, al management e alle forze sindacali, le possibili, concrete soluzioni”.  

 

 

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