(Ultimo aggiornamento ore 22.05)
di Marco Ricci
Rainer Masera, presidente di Banca Marche, ha comunicato tramite lettera e non senza polemiche le proprie dimissioni dal ruolo che ricopriva dal 9 di luglio. Perchè quelle ” premesse che lo avevano condotto ad accettare la sfida connessa alla nomina non si sono verificate”, ipotizzando inoltre nella sua missiva la necessità di un aumento di capitale di circa 500 milioni di euro. Masera, lo ricordiamo, fu indicato dalla Fondazione di Pesaro alla guida dell’istituto di credito con la garanzia, offerta anche dalle massime autorità regionali, di una cordata locale in grado di coprire l’aumento di capitale necessario a riportare la banca alla piena operatività. Se l’arrivo alla presidenza del banchiere comasco fu preceduto da un giallo, ovvero lo slittamento di una settimana della sua nomina per verificare se quelle garanzie offertegli fossero o meno reali, con la lettera di oggi il presidente addebita principalmente alla mancanza di capitali da parte dell’imprenditoria marchigiana le proprie dimissioni.
Nella missiva infatti Masera lamenta “l’assenza di impegni del mondo imprenditoriale per poter assicurare la creazione del nocciolo duro necessario per porre la banca in sicurezza”, così come lamenta la mancanza di intendimento, disponibilità e autorizzazioni per la sottoscrizione dell’aumento di capitale da parte delle Fondazioni azioniste. In questo quadro, sempre secondo il banchiere di Como, Banca Marche non avrebbe i presupposti per ricorrere, ”in condizioni di ordinaria gestione e tempi brevissimi”, al mercato per rafforzare il patrimonio, auspicando che la propria decisione possa favorire il lavoro dei Commissari e il rilancio della banca. Rainer Masera dunque, come avevamo anticipato (leggi qui), conferma implicitamente il commissariamento di Banca Marche entro la fine di ottobre, al termine della gestione provvisoria che vede Feliziani e Terrinoni alla guida dell’istituto.
ALTRI DEL CDA PRONTI A LASCIARE – E parrebbe che molti membri del consiglio di amministrazione di Banca Marche si stiano a preparando a dare le proprie dimissioni. Questo prima che il Ministero dell’Economia e delle Finanze sciolga definitivamente gli organi attraverso un decreto che dovrebbe essere emanato a giorni. La fuga dalla nave che affonda sembrerebbe motivata dall’impossibilità per i successivi tre anni, stante una norma di Banca d’Italia, di rivestire un analogo ruolo in seno ad altri consigli di amministrazione, tra cui quelli eventuali e futuri di Banca Marche.
LE DIMISSIONI DI PIETRO ALESSANDRINI – E il primo a lasciare è Pietro Alessandrini, professore universitario dell’Università Politecnica delle Marche e membro indipendente del Consiglio di amministrazione di Bm, indicato dalla Fondazione di Pesaro. Di Alessandrini sono note le diversità di vedute rispetto a quelle di altri due ex consiglieri della banca, Francesco Cesarini e Giuseppe Grassano. Quest’ultimo, tra le altre cose, ne contestò l’indipendenza in quanto, tramite l’Istao Alessandrini avrebbe erogato formazione a Banca Marche. Sempre Grassano, da quanto scritto al momento delle sue dimissioni, sottolineò come a suo dire il professor Alessandrini non avrebbe stigmatizzato un’operazione apparsa sul Corriere della Sera tra la moglie dell’ex dg Massimo Bianconi e il Gruppo Casale, gruppo ampiamente indebitato con Banca Marche ed oggetto di uno degli esposti presentati alla Procura della Repubblica di Ancona. Quanto piuttosto, sempre secondo le parole del consigliere espressione di Fondazione Carima, Alessandrini si preoccupò per il danno reputazionale che tali notizie avrebbero procurato all’istituto marchigiano. Secondo Francesco Maria Cesarini, invece, al momento in cui in Cda si dibattè sull’allontanamento di Massimo Bianconi dalla guida dell’istituto di credito, Pietro Alessandrini tra le altre motivazioni contrarie all’inziativa addusse anche quella, definita “inconsistente” da Cesarini, che Bianconi “avesse goduto della fiducia del precedente consiglio.”
LA LETTERA DI MASERA, AUMENTO A 500 MILIONI – Tornando alla lettera di dimisisioni di Rainer Masera, prima di ripercorrere i poco più di tre mesi trascorsi alla guida di Banca Marche, anche alla luce della semestrale chiusa in rosso per 232 milioni, il presidente dimissionario ha sottolineato come sia ”da ritenere che la messa in sicurezza della Banca, accanto alla immediata realizzazione del Piano Industriale, che prevede di riportare in utile l’Istituto già nel 2015, richieda un aumento di capitale dell’ordine di 500 milioni di euro, da realizzare in tempi molto ristretti, anche per ricostituire idonei margini in vista dell’entrata in vigore nel prossimo anno della normativa EU CRR/CRDIV e dei canoni stringenti di valutazione dei crediti connessi al passaggio alla Vigilanza Unica in Europa”. Dunque 100 milioni in più rispetto a quanto immaginato qualche mese fa.
LA SEMESTRALE E IL PIANO INDUSTRIALE – Oltre alle polemiche nei confronti del mondo imprenditoriale marchigiano, Masera ha ripercorso i mesi che sono succeduti alla sua nomina, nel mese di luglio, quando “il CdA ha predisposto una semestrale gestionale che confermava l’esigenza peraltro già indicata e sollecitata dalle stesse Autorità di Vigilanza (che si ringraziano per l’azione svolta, in particolare nell’attività di ispezione della Banca), di assicurare in tempi brevi la copertura di un fabbisogno patrimoniale complessivo almeno dell’ordine di 400 milioni di euro. Tale fabbisogno”, ha proseguito, “era necessario non solo per il rispetto dei vincoli patrimoniali, ma anche per consentire un saldo presidio della Banca nell’ambito della esecuzione di un incisivo e rigoroso Piano Industriale, approvato contestualmente nella riunione consiliare del 1° agosto 2013. Il Piano di Risanamento e Rilancio”, prosegue l’ex presidente, “poggiava sulla simultanea attuazione di diverse, complementari, leve gestionali/operative volte a realizzare un drastico ridimensionamento dei costi e il rilancio sostenibile dei ricavi. In particolare, il rafforzamento dei livelli di patrimonializzazione sarebbe stato perseguito anche attivando la dismissione di asset e di sportelli non strategici, per rifocalizzare la Banca nei territori di elezione, conseguire un idoneo downsizing, favorire il forte radicamento territoriale. Le ulteriori principali direttrici di intervento individuate consistevano in gestione sostenibile della liquidità, evoluzione della piattaforma di gestione, controllo e recupero dei crediti, conseguimento in tutti i settori di strutture di costo “eccellenti”, consolidamento dei ricavi con idonea gestione della clientela e opportuna strategia di pricing.”
LE RETTIFICHE DI META’ ESTATE – “Già a cavallo fra luglio e agosto”, ha proseguito il presidente dimissionario, ”emergeva, peraltro, la necessità di assicurare piena, trasparente copertura dei rischi presenti nel portafoglio creditizio della Banca. Proprio questa esigenza induceva a rinviare l’approvazione dei dati di bilancio del 1° semestre 2013 alla fine del mese di agosto per i doverosi approfondimenti. Il 30 agosto il CdA approvava il bilancio semestrale con rettifiche sui crediti pari a 452 milioni di euro, con un incremento di 170 milioni rispetto alle indicazioni della gestionale. L’aumento delle coperture incorporava gli adeguamenti resi necessari dalle mutate condizioni di contesto, dai parametri di impairment collettivo del portafoglio in bonis e di attualizzazione dei crediti in sofferenza.” La conferma dunque, come avevamo descritto, che l’incremento di rettifiche per oltre 170 milioni in un mese non fossero dovute a nuovi e più stringenti parametri di valutazione dei crediti e delle garanzie, quanto di un’analisi più approfondita di situazioni critiche già precedentemente emerse.
Sempre a proposito della semestrale, ha proseguito Masera, “le componenti economiche portavano a un risultato netto di periodo negativo per 232 milioni di euro. La patrimonializzazione si attestava su livelli non sostenibili. Nel corso della stessa giornata, al termine della riunione consiliare, la Banca d’Italia provvedeva a porre la Banca in gestione provvisoria, con un intervento tempestivo e necessario, anche per le turbolenze mediatiche, conseguenti a gravi fughe di notizie, che avrebbero potuto corrodere la fiducia dei depositanti.”
Una lettera dunque molto dura quella con cui Rainer Stefano Masera mette fine alla sua presidenza in Banca Marche. Dimissioni per certi versi non obbligate in quanto a breve gli organi amministrativi verranno sciolti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in vista dell’amministrazione straordinaria. Dimissioni che paiono dunque essere anche l’occasione per un atto di accusa verso il mondo imprenditoriale marchigiano e verso chi gli offrì quelle garanzie sufficenti per indurlo ad accettare l’offerta della Fondazione di Pesaro al ruolo di presidente di Banca Marche . Malumori e insoddisfazioni del presidente dimissionario che già trapelavano da vario tempo ma che non erano mai stati resi pubblici in modo conclamato. E un quadro, quello descritto da Masera, che potrebbe portare ad alzare l’asticella dell’aumento di capitale arrivando a 500 milioni. Una cifra che con ogni probabilità spazza via ogni pretesa di tenere Banca Marche nelle mani dell’economia regionale.
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Ha pensato ma che ci sto a fare io dato che la banca é commissariata! E x ora nn conto un bel niente.Bravo meglio una bella vacanza.
Di solito le lettere di dimissioni si mandano al CdA…
Perchè questo irrituale sistema per avvertire che aveva fatto le valigie?
Inoltre, visto che dalla lettera inviata, si ricava che sta parlado di aria fritta quali sono i reali motvi dell’abbnadono??
E’ finita la ciccia… quindi, nessuno ha intenzione di sedersi ad un misero banchetto
All di la’ delle ragioni vere o false per le quali Masera ha dato le dimissioni resta il fatto che con una bmarche commissariata aveva ben poco da fare.Se ne va come e’ arrivato,non ricorderemo niente di buono ma neanche niente di cattivo di questo signore.Evidentemente la mistura magica di politica,fondazioni ed assoluta impreparazione inghiotte,annienta ed in alcuni casi ridicolizza anche personaggi del calibro di Masera.Ora mi chiedo quale sorte tocchera’ a Goffi,il lavoro sporco lo ha svolto,ora serve ancora a qualcosa?A questo punto mi auguro che il periodo del commissariamento serva ad azzerare,ma sul serio,vertici,cda,influenza delle fondazioni,ecc e che nasca una nuova banca marche gestita da persone serie,non riciclate o peggio ancora a fine carriera e con stimoli ovviamente indirizzati al tirare a campare piuttosto che a scelte coraggiose ed impopolari( ovvero le uniche cose che servono realmente per risanarla)
Era da prevedere: era stato cooptato per dare un segnale netto di discontinuità con la sua esperienza e la sua professionalità, ma non era mai riuscito a fare sentire la sua voce, perché quanto di buono era rimasto in BdM era troppo poco rispetto a quanto serviva per il rilancio.
E quindi ora se ne va, dopo averci messo la faccia, ma “trafitto” da troppe parole vuote delle Fondazioni, che palesano in tal modo la loro inutilità, “tradito” dalla politica che metteva il naso in un settore dove 1+1 deve dare 2 e non risultati di comodo, derivanti da inciuci e spartizioni di poltrone o di collegi elettorali.
Non poteva neppure rassicurare i sindacati, svegliatisi da un torpore lungo, ma che si erano messi a frignare, mendicando un qualche contentino, dopo che erano stati insultati dai loro iscritti che vedevano sgretolarsi tra le mani il loro lavoro quotidiano.
Il rammarico poi verso il mondo imprenditoriale marchigiano lascia aperte diverse interpretazioni, quasi che voglia farci capire che la situazione e’ oramai irrecuperabile, dalla mancanza di veri manager capaci di guidare una battaglia per il territorio, alla mancanza di vere e solide capacità finanziarie da destinare a investimenti, fino al fatto che quando troppi galli cantano davvero non si fa mai giorno……..
Concludo con una valutazione numerica per dare la portata del disastro non mediatico ma economico: siamo arrivati a mezzo miliardo di euro, servono gli stessi soldi necessari per dare un futuro ad Alitalia: solo che per Banca Marche non interverranno le Poste Italiane e la Cassa Depositi e Prestiti………..
Ma neppure British Airways, ne’ Air France, ne’ KLM, perche’ vorrebbe dire che BdM non esiterebbe più.
Goffi emerge da questa vicenda come un signor banchiere: cauto, preciso, pulito, capace di guardare al futuro. Non dovrebbe durare ancora molto là dentro.
“… lamenta la mancanza di impegno degli imprenditori !!!! ” Ma non capisco di cosa… ? Se gli imprenditori sono tali in questo difficile momento, avranno valutato inopportuno investire in BM !! E credo a ragione !!!
risolvere problema,far pagare responsabili danno fatto
…il fatto e’ che chi mette i soldi vuole comandare……chi e’ che metterebbe i soldi in una banca per poi’ far decidere ancora una volta le fondazioni???
Fuga per prendere qualche forma di buonuscita?
AGGIORNAMENTO – Il primo del Cda a lasciare è Pietro Alessandrini, professore universitario dell’Università Politecnica delle Marche e membro indipendente del Consiglio di amministrazione di Bm, indicato dalla Fondazione di Pesaro. Di Alessandrini sono note le diversità di vedute rispetto a quelle di altri due ex consiglieri della banca, Francesco Cesarini e Giuseppe Grassano.
Se è vero ciò che riporta il cronista circa le dimissioni anticipate, ovvero che non impedirebbero nuove ri-nomine in futuro, c’è davvero di che preoccuparsi. Questi lor signori forse si preparerebbero a rientrare dopo la cura bankitalia? Ne abbiamo lette di tutti i colori, non vorremmo scoprire che, nel nuovo corso (se ci sarà realmente), assieme a loro si accreditassero anche coloro che, non ce ne voglia il prof. masera ma non è merito suo, avevano “messo la banca in sicurezza prima di lasciare”. Ringraziamo di cuore il professore per essere uscito in modo così ‘signorile’. Complimenti alla fondazione di pesaro che l’ha proposto per fare la brutta figura che ha fatto. La sensazione è che, con la sua nomina, qualcuno abbia tentato di restare in posizione di predominio, anche per coprire le malfatte di tanti anni di potere.
Poveri imprenditori…le banche dovrebbero supportarli,sopratutto in periodi come questi ed invece dovrebbero essere loro ad aiutare la banca,la quale,una volta risanata,dovrebbe aiutare gli imprenditori..come se non bastasse,vengono anche accusati di poca affidabilita'( Masera per accettare doveva farsi lasciare degli assegni a garanzia,invece che credere alle promesse dei politici di turno)e quei pochi che vorrebbero veramente intervenire,se chiedono di poter influire sulle scelte e strategie della banca vengono subito definiti sporchi speculatori e trattati con sufficenza.Il conte Mascetti( banca marche) dovrebbe togliersi di dosso un po’ di spocchia ed essere grata a chi mettera’ dei soldi veri per risanarla,altro che rivedere il piano industriale in quanto troppo penalizzante,meno chiacchere,piu’ fatti,rigore,lacrime e sangue e calci nel sedere a chiunque si metta di traverso e impedisca il risanamento( leggi sindacati,politica,fondazioni).Ed un po’ di rispetto e gratitudine per chiunque provi realmente a fare qualcosa per raddrizzare la barca,presunti speculatori compresi..se facciamo scappare anche loro vorrei proprio capire chi mettera’ i soldi necessari per non chiudere e tornare tutti a casa
PERCHE’ MERAVIGLIARSI! Le dimissioni di Masera erano prevedibili !! Avendo avuto la certezza che la Banca verrà commissariata non poteva correre il rischio di essere “bloccato” per 5 anni e quindi non poter ricoprire (e guadagnare!) incarichi simili in altre banche. Avrà capito che quanto promesso dalla Fondazione di Pesaro, di Jesi e da qualche altro “incantatore di serpenti” non si sarebbe realizzato, ( dov’è finita la cordata guidata da Tanoni?), avrebbe ineluttabilmente portato al commissariamento . Ora , Alessandrini insegna, arriveranno le dimissioni degli altri consiglieri. Mica possono correre il rischio di non ritornare a prendere indennità,gettoni di presenza,rimborsi spese,ecc.!!!! SE FOSSERO STATI COERENTI E NON AVESSERO AVUTO RETROPENSIERI SI SAREBBERO DIMESSI PRIMA E NON ORA ALLA VIGILIA DEL COMMISSARIAMENTO!!!!!!!
Ahiiiiiiiiiiiii………
Dure critiche al mondo imprenditoriale marchigiano: “Assenza di impegni per poter assicurare la creazione del nocciolo duro necessario per porre la banca in sicurezza”. ahahahha adesso la colpa sarebbe degli imprenditori! quando erano gli imprenditori a chiedere, le porte erano sempre chiuse o aperte solo per chi poi si e’ rivelato essere quello che e’ e che vi ha trascinati dove siete. e adesso ve la prendete con gli stessi imprenditori a cui avete detto di no? siete volutamente provocatori o cosa? a questo punto lo credo.
riffa di natale: chi indovina chi si compra la banca vince un pacchetto di azioni
Mi chiedo quando inizieranno a ripulire ed a ripulirsi veramente. Partendo dalle Fondazioni, che andrebbero ESTINTE, al Cda, alla dirigenza, ma anche da tanti Direttori e Vicedirettori di filiale, incompetenti e arroganti, che hanno lavorato poco ed agito sempre nel male.
Spero che vadano a riempire le liste di collocamento, e che magari, qualcuno capiti a tiro in qualche Azienda che è stata vessata dal sistema, giusto per fargli passare qualche anno di sofferenza come quella perpetrata alle piccole e medie imprese.
Castellani,la cordata di Tanoni,che preciso non e’ mio parente od amico,c’e’ ed a giudicare dalle dichiarazioni dello stesso e’ viva e vegeta.Milano Finanza di qualche giorno fa parlava di un accordo banca/ cordata ben vista da banca d’italia,escludendo l’arrivo di bnp e altri nomi altisonanti.Ovviamente,gli imprenditori legati a Tanoni non hanno l’anello al naso,per cui vorrebbero sapere almeno qual’e’ la situazione reale e definitiva in cui versa bmarche,l’importo dell’a.c.(300/400/500/e chi piu’ ne ha piu’ ne metta) e magari perche’ no anche quanto dovranno pagare le azioni.Stabilito tutto cio’ vorrebbero sapere chi e come risanera’ la banca.Sono pretese assurde o il buon senso ci dice che le loro richieste siano lecite e corrette?Non mi fiderei di persone che ad occhi chiusi e senza porre domande e condizioni mettono dei soldi sul tavolo.Gli imprenditori che voleva la politica e che si aspettava Masera non esistono,sopratutto da quando hanno chiuso i manicomi.E’ finita l’era delle fondazioni che sperperavano i soldi( non loro).Oggi chi investe in bmarche vuole chiarezza,certezze ed un ritorno dall’investimento, e credo che questo atteggiamento prudente e concreto dovrebbe essere una garanzia anche per noi piccoli azionisti privati,finora bistrattati e messi da parte in nome dei grandi principi ispiratori della ns banca del territorio
La barca affonda e i topi scappano…. quelli che sono in grado di scappare, ovvero i grandi “scienziati” dell’economia che poggiavano le terga nelle ovattate stanze di Jesi. I prodotti della misera classe dirigente locale che ancora siedono nei consigli delle Fondazioni ancora non schiodano. C’è da capirli: non saprebbero come sbarcare il lunario visto che non sanno fare niente ed inoltre come si presenterebbero ai tornei di burraco o alle conviviali dei Lionsrotarykivaniscircolivari:”molto lieto: ex membro di Fondazione ed affossatore di banche”. Aveva proprio ragione Orson Welles fatto parlare da Pasolini nel film “La Ricotta” http://www.youtube.com/watch?v=SDVZT0EWQuY
“L’Italia conta oltre 50 milioni di attori. I peggiori stanno sul palcoscenico.”
(Orson Welles)
Masera quanti imprenditori hanno pianto e’ ha voi nn é fregato niente.. Adesso piangete voi.Facce di bronzo!
Le dimissioni dalla presidenza di Banca Marche di un professionista quale il Dr. Masera appaiono indubbiamente quale segnale di estrema attenzione per il futuro della banca: non solo sbatte la porta e se ne va, ma fa accuse precise, che l’articolo enuncia nella sua chiarezza, forte della penna di Marco Ricci.
Stante il fatto che dalla fine di agosto la banca e’ in gestione provvisoria sotto la supervisione di Banca d’Italia, ritengo che soluzioni a breve termine siano assolutamente da escludere.
Sembrerebbe possibile invece che, al di la delle molteplici voci contrarie che si sono levate da politici, Fondazioni e cordate, l’unica via percorribile sia quella della messa in amministrazione straordinaria della banca.
Cio’, sia chiaro a tutela del risparmio e della continuità dell’attività creditizia dell’istituto, soprattutto poi se la soglia dell’aumento di capitale si innalza addirittura – come afferma lo stesso Masera – a “500 mln di euro”, soldi da trovare in fretta, necessari ad oggi come l’aria, una dotazione aggiuntiva di mezzi propri che dovrebbero ripianare il disastro della gestione Bianconi & C., che ha prodotto rischi tali che hanno reso necessarie provisions che hanno fatto accumulare a BdM perdite ad oggi pari a circa 750 milioni di euro !
Basilea 2 ( e domani 3) impone all’istituto di ripristinare la propria dotazione patrimoniale, ma le Fondazioni azioniste non avrebbero la forza anche istituzionale dei numeri, e la cordata di imprenditori ha per ora esordito solo in promesse senza formare il “nocciolo duro” – come dice il dr. Masera- base necessaria per ricapitalizzare l’istituto.
A giorni da palozzo Koch ci saranno sicuramente le risposte: questo stillicidio per azionisti, clienti, dipendenti e territorio non è più sopportabile……
Ma viene anche da chiedersi se forse tutta questa “prudenza” sia dettata dalla paura che non ancora tutto sia stato acclarato, ma consapevoli che l’opera di pulizia dei bilanci non sia del tutto terminata ??
Alter domande a cui servono risposte sono poi:
Bankitalia cooptera’ qualche big nella finanza italiana??
Interverranno istituti stranieri ?
Sara’ gestita una dismissione di asset produttivi e positivi in modo da fare cassa e buttare nel secchio quello che rimane?
Attendiamo tutti risposte !
Concludo per etica professionale, da addetto ai lavori, sottolineando che lavoro in una banca concorrente, ma ciò non vuol dire che mi piaccia quanto vedo, leggo e sento in giro: non mi definisco un “tifoso” di BdM, ma al pari di altre aziende del territorio, fa parte della ricchezza della nostra Regione, per cui queste mie righe rappresentano solamente solo un commento che nasce un personale punto di vista, e non possono essere riconducibili a altri soggetti professionali soprattutto quelli dove presto la mia attività lavorativa.
la vera crisi sta iniziando adesso, per bdm non ci sono speranze se non quelle di una statalizzazione sulla falsariga di mps. la concorrenza dei gruppi bancari moderni, con delle strutture aziendali molto snelle è insostenibile non di meno la situazione economica locale è destinata solamente a peggiorare.
rivolgersi agli imprenditori poi fa quasi tenerezza, non bastasse la crisi i profitti delle aziende marchigiane (diminuite del 25% circa) sono erosi da una tassazione mostruosa. non si chiedono risorse per investire e non si vendono nemmeno case…di investitori stranieri non se ne parla nemmeno quindi si preannuncia una nuova sfilza di cassintegrati e disoccupati.
Sull’addio di Masera vedo che ci sono molti commenti, anche molto variegati !
Va bene che l’Italia è un popolo di POETI, Santi e navigatori …. ma è stupido non capire perché se ne sia andato ! Semplicemente perché rimanendo nella sua funzione (cioè di Presidente sospeso) in presenza dei commissari perderebbe per 5 lunghi anni l’opportunità di avere qualche altro ben remunerato incarico!
Tutto il rispetto per il sig. Masera, ma perché proprio ora le dimissioni? Era molto semplice darle alla fine di agosto!
E’ bene dire la semplice verità, tutto il resto sono consuete chiacchiere da bar …..
….mi verrebbe quasi da dire……menomale che Masera se n’è andato altrimenti,col tempo,di quanto sarebbe stata elevata l’asticella per l’aumento di capitale(di 100 mil. al mese?)? visto che in un paio di mesi si è riusciti a farla incrementare di ben 200 mil. di eu.(da 300 a 500 mil.). Poi, per giunta, ci si lamenta che “gli imprenditori” non sottoscriverebbero alcun impegno per il promesso aumento di capitale?… ma con tutte queste evidenze negative ,in continuo movimento, chi sarebbe quel pazzo ,votato al suicidio disposto, ad assumersi un onere del genere?. Queste esternazioni paiono davvero demenziale(anche nel modo in cui sono state diffuse) e vanno restituite al mittente senza indugio alcuno. Ora c’e’ bisogno d’aria nuova e di nuovi attori che sappiano dare certezze e non di spocchiosi cavalieri altolocati che maramaldeggiano,purtroppo, sulle nostre disgrazie. Speriamo che i due commissari abbiano le capacità per dare le risposte che questi signori non hanno saputo neppure far balenare. E non si venga a parlare del tempo breve a disposizione o di altro. Il buon giorno si vede dal mattino,sin ora abbiamo visto solo spocchia e presunzione………ora basta!!!!!!