Banca Marche, tensione in Regione
Gazzani: “Spacca informato
più di un anno fa”

Per Bassotti l'aumento di capitale sarà tra i 600 e gli 800 milioni. Il presidente della Carima marca le distanze dagli altri ma accetta l'indirizzo della Regione. Dure critiche del sindacato e del presidente Solazzi alla Banca d'Italia. Il rappresentante della Uilca ha parlato di "percorso mirato per svendere la banca". La senatrice FuKsia (M5s) chiede le dimissioni dei presidenti delle Fondazioni e attacca: "Fuori le responsabilità, la difesa del territorio non sia difesa dello status quo"

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L'incontro della Commissione III con le Fondazioni

L’incontro della Commissione III con le Fondazioni

di Marco Ricci

La  Commissione Attività produttive della Regione  ha incontrato oggi i quattro presidenti delle Fondazioni di Banca Marche, Alfio Bassotti (Jesi), Gianfranco Sabbatini (Pesaro), Franco Gazzani (Macerata), Gianfranco Sabbatini (Pesaro) e Fabio Tombari (Fano). L’incontro si è svolto per avere chiarezza sulla situazione dell’istituto di credito e sulle prospettive future. Oltre ai membri della terza commissione, intorno al tavolo erano sedute le rappresentanze sindacali di Banca Marche, le senatrici Camilla Fabbri (PD) e Senerella Fucksia (M5s), l’onorevole Patrizia Terzoni (M5s) e il presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi. L’incontro, durato più di due ore, si è concluso con l’impegno delle Fondazioni, della Regione e dei sindacati per arrivare ad una interlocuzione diretta con la Banca di Italia e con il Governo nazionale per facilitare una soluzione che lasci l’istituto sul territorio. Il Consiglio regionale dovrebbe a questo punto approvare in tempi rapidi un documento che dia mandato al presidente Solazzi di incontrare, insieme ai rappresentanti delle Fondazioni e delle associazioni di categoria, la Banca d’Italia. Questo per avere la quantificazione esatta delle risorse di cui la banca necessita per ripartire e per perorare la causa della banca locale. Un impegno assunto in modo unanime da tutti i presenti ma dopo diversi distinguo che sono venuti sia durante sia dopo l’incontro.

Alfio Bassotti, presidente della Fondazione Carijesi

Alfio Bassotti, presidente della Fondazione Carijesi

L’intervento introduttivo del consigliere Fabio Badiali ha preceduto quello del presidente jesino Alfio Bassotti il quale ha illustrato la situazione di Banca Marche, premettendo come le Fondazioni non abbiano però accesso ad alcun documento contabile o a informazioni precise. Dalle parole di Bassotti sarebbe in ogni caso emerso un contesto nel complesso abbastanza pesante, con una ricapitalizzazione che secondo il presidente jesino oscillerebbe adesso tra i 600 e gli 800 milioni di euro. Numeri poco definiti con un’oscillazione tale da non permettere, secondo Bassotti,  di immaginare possibilità di intervento o di ipotizzare scenari futuri.

Franco Gazzani, presidente di Fondazione Carima

Franco Gazzani, presidente di Fondazione Carima

Dopo Bassotti e il pesarese Sabbatini, è stato il turno di Franco Gazzani il quale, nel primo dei suoi due interventi, ha ricostruito quello che a suo parere è accaduto in Banca Marche rimarcando in modo perentorio le distanze che hanno separato Macerata dagli altri attori in campo. Così  Gazzani – di fronte alla richiesta del tavolo unitario di oggi  – ha ribadito alla terza commissione il diverso atteggiamento che Fondazione Carima avrebbe tenuto fin dal 2012 sul da farsi, ricordando non solo le diverse opinioni rispetto alle altre Fondazioni sullo stato di Banca Marche ma anche come Macerata abbia voluto da subito di fare chiarezza quando fu la sola a chiedere che Banca Marche valutasse una possibile azione di responsabilità. Ma la vera novità emersa oggi dalle parole di Gazzani riguarda come regione Marche sarebbe stata informata fin dai primi mesi del 2013, attraverso un’audizione avuta con Spacca, di quali erano le valutazioni di Fondazione Carima sulla vicenda, un quadro preoccupante e pesante descritto al Governatore. Gazzani avrebbe inoltre ribadito come anche ora non sia intenzione di Fondazione Carima coprire le responsabilità e come per Macerata il vero spartiacque fu la lettere del Governatore Ignazio Visco giunta in Banca Marche nel gennaio del 2012.

Il presidente del Consiglio Regionale, Vittoriano Solazzi

Il presidente del Consiglio Regionale, Vittoriano Solazzi

Dopo un intervento moderato dei rappresentanti della Cisl, nel discorso è ovviamente entrata la Banca d’Italia, in particolare con le parole della senatrice Camilla Fabbri, del presidente del Consiglio Regionale regionale, Vittoriano Solazzi, e di uno dei rappresentanti della Uilca. Il sindacalista ha accusato in modo molto pesante via Nazionale lasciando intravedere come, a suo parere, le valutazioni delle sofferenze e degli incagli definite eccessive facciano parte di un percorso mirato finalizzato in qualche modo a svendere la banca. Solazzi invece ha attaccato la Banca d’Italia per non aver visto nulla fino a pochi mesi fa. Anche a margine dell’incontro, a poca distanza da un gruppo di giovani precari, Sollazzi ha ribadito gli stessi concetti e la non volontà di farsi dettare la linea da Via Nazionale. Perplessità sulle valutazioni dei crediti e su come siano emerse le perdite dopo una semestrale 2012 chiusa in attivo sono venute come detto anche dalla senatrice del Pd Fabbri. Dopo questi passaggi il presidente di Fondazione Carima ha ripreso la parola, giudicando molto pesanti – qualora reali – le considerazioni appena ascoltate sulla Banca d’Italia. Essendo però privo di qualsiasi elemento in grado di far propendere per una valutazione o l’altra, l’istituzione maceratese non intenderebbe in questo momento criticare Via Nazionale né avvalorare accuse di tale natura, ribadendo – in assenza di elementi contrari – la propria fiducia nei confronti di Bankitalia.

La senatrice M5S, Serenella Fucksia

La senatrice M5S, Serenella Fucksia

Se al termine dell’incontro pochi hanno rilasciato dichiarazioni, non si è sottratta al taccuino la senatrice del Movimento cinque stelle. Serenella Fucksia ha preso senza mezzi termini le distanze un po’ da tutti. “In questa vicenda – ci ha dichiarato – il primo punto da portare avanti è quello di fare chiarezza e di individuare le responsabilità, sia all’interno di Banca Marche che all’interno delle Fondazioni. Se, come hanno affermato i commissari, fin dal 2006 erano giunti verbali ispettivi che sottolineavano i problemi della banca, allora bisogna chiedersi se quegli elementi erano già sufficienti per immaginare quanto poi accaduto”. Così, dopo una critica al sistema complessivo delle fondazioni bancarie e al Partito Democratico, la senatrice ha affermato di aver chiesto durante l’incontro le dimissioni dei quattro presidenti delle Fondazioni. In merito alla proposta della terza commissione  Serenella Fucksia ha dichiarato come il M5s “non intenda avvalorare qualcosa che rischia di essere una copertura delle responsabilità. Il movimento cinque stelle- ha proseguito – non vuole una soluzione he lasci tutto come è. L’unica nostra paura – ha concluso – è che i termini di prescrizione possano impedire alla magistratura di emettere le proprie sentenze. Noi siamo a fianco dei magistrati perché venga fatta assoluta chiarezza su tutto, ritenendo più che deplorevole venire a sapere di crediti concessi in modo facile ad alcuni imprenditori quando alle famiglie, per accedere ad un piccolo prestito, vengono richieste infinite garanzie”.

Prima della riunione della terza commissione, i presidenti delle quattro Fondazioni hanno incontrato i giovani precari di Banca Marche i quali hanno chiesto di portare durante l’audizione le loro istanze. Cosa puntualmente avvenuta, sebbene al momento vi sia coscienza della difficoltà di nuove stabilizzazioni. L’impegno che però starebbe emergendo, forse anche dall’interno di Banca Marche, è quello di garantire – quando l’istituto ripartirà e qualora ve ne sia la necessità – che le nuove leve vengano prese dalla lista dei ragazzi che hanno già lavorato con contratti precari in Bm.

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