Secondo Affaritaliani.it all’orizzonte di Banca Marche potrebbe comparire Bnp Paribas, il gruppo che controlla l’italiana Bnl. Dopo l’uscita di scena – almeno dichiarata – di Unicredit e Intesa-San Paolo i rumors riguardano adesso il gruppo francese, anche se è difficile ottenere qualche conferma. Stando ai fatti non parrebbero esserci contatti. Però sono i commissari Feliziani e Terrinoni ad aver completamente in mano la situazione dell’istituto, tenendo fuori sia il Cda “sospeso” ma anche gli stessi azionisti maggiori, cioè le Fondazioni. E se le comunicazioni della banca verso l’esterno è completamente ferma, va detto che l’ipotesi Bnp Paribas potrebbe essere plausibile. Non solo da un punto di vista industriale ma anche perché Mario Girotti, manager di Bnl, venne indicato da Fondazione Carima come possibile Presidente di Bdm, prima che fosse ritirata la candidatura vista la proposta pesarese di indicare Rainer Masera. Nome illustre a cui fu difficile dire no. Se si volesse trovare per forza una chiave di lettura sul possibile interessamento a Bdm del gruppo francese, possiamo immaginare che Macerata non avrebbe avuto forse preclusioni aprioristiche. Opzione che invece le altre fondazioni potrebbero non avrebbero gradito. Conferme in ogni caso non arrivano, come c’è da aspettarsi in momenti del genere.
Oggi, durante una conferenza stampa per la presentazione di una legge di iniziativa popolare per l’introduzione di un tetto agli stipendi dei manager, la Fiba-Cisl è di nuovo entrata sulla questione Banca Marche. Legando le criticità dell’istituto marchigiano a quel sistema complessivo di corsa al profitto che ha interessato gli istituti bancari. Con i manager che, senza limiti di guadagno “con stipendi di oltre centoventi volte superiori a quelli di un normale dipendente”, hanno distrutto il panorama creditizio nazionale e internazionale. Una corsa, come ha dichiarato oggi Giovanni Carlini della Fiba, che per Bdm è stata incentivata anche dagli azionisti. “Su tre fondazioni solo Fondazione Carima non voleva utili importanti. Come hanno ripetuto anche nell’ultima assemblea, la fondazione maceratese aveva sempre spinto per investire nell’istituto e farlo crescere. Altri, più interessati, hanno invece spinto su una linea diversa. E non è stata certo disattenzione che da un certo momento in poi la banca abbia assunto sempre più rischi fino a ridursi in questo stato. Questa è stata una volontà precisa da parte di qualcuno per far crollare il prezzo di Banca Marche e poi farla acquisire.”
La conferenza stampa di oggi della Fiba-Cisl. Da sinistra Giuseppe Spernanzoni, Lidia Fabbri, Giovanni Carlini e Stefano Pancotto.
Parole dure quelle espresse dalla Fiba-Cisl oggi a Macera dove, insieme a Carlini, sono intervenuti la responsabile della zona maceratese della Cisl Lidia Fabbri, Giuseppe Spernanzoni per il territorio costiero e il delegato Fiba per Monte dei Paschi, Stefano Pancotto. Scopo dell’incontro non solo rassicurare i clienti ma anche presentare una raccolta firme per una legge nazionale sulle retribuzioni dei manager delle banche e delle Spa. “Fino a qualche tempo fa le banche avevano molto in cassa”, ha spiegato Pancotto, “finché legare lo stipendio variabile agli utili ha fatto spingere al massimo la ricerca delle performance. Molti manager hanno avuto il loro benefit. In Bdm e MontePaschi hanno avuto le loro gratificazioni, sia come bunus che come posizioni, una causa che si perpetua quasi ovunque.” Una corsa al guadagno che, ha proseguito, “i lavoratori hanno pagato. Tutti hanno pagato tranne i dirigenti che hanno portato le banche in questo stato.”
La legge di iniziativa popolare prevederebbe non solo un tetto massimo di 300.000 euro in quota fissa e di una parte variabile della stessa entità, valutati anche in merito ai livelli occupazionali. Ma anche l’addio ai bonus e alle liquidazioni d’oro. “Una proposta da leggere in un contesto più ampio”, ha detto Lidia Fabbri, “un contesto in cui venga rimesso al centro il lavoro e dove tutti siano parte in causa per la costruzione del bene comune.” La raccolta delle firme comincerà lunedì 16 settembre in piazza della Libertà a Macerata, poi proseguirà mercoledì a Civitanova in piazza XX settembre. Venerdì sarà il turno di Tolentino con i banchetti in piazza della Libertà, per l’ultimo banchetto lunedì 23 a Recanati, in piazza Leopardi. I sindacalisti Fiba-Cisl raccoglieranno le firme per un segnale forte “contro i privilegi e le ingiustizie” dalle 8.30 e le 19.00.
L’occasione di oggi è stata colta dal sindacato anche per rassicurare la clientela di Bdm. “L’informazione su Banca Marche viene utilizzata in modo strumentale e scorretto anche per avvantaggiare i concorrenti. Oggi i colleghi”, ha detto Carlini, “notano la perdita di fiducia e passano buona parte della giornata a rassicurare su ciò che è stato letto e riferito. Così si è creato un clima pesantissimo in azienda e noi vogliamo dire qualcosa. Che in nessun modo sono a rischio i depositi e i patrimoni, eccezione fatta, ovviamente, per i prodotti a rischio.” Parole queste che si aggiungono a quelle di un comunicato di ieri dove Fiba-Cisl parla apertamente di “inqualificati atteggiamenti scellerati, vili e vergognosi”, voci che possono assumere un rilievo giudiziario ed essere debitamente perseguite per procurato allarme o agiotaggio.” Ma da chi vengono questi atteggiamenti scorretti? Per il sindacato da operatori finanziari e creditizi, come da liberi professionisti e singoli dipendenti.
Venendo al piano industriale di Bdm e al recente sciopero, la Fiba-Cisl ha rivendicato di voler vedere il piano industriale attraverso i tavoli e le procedure aziendali, per avviare una “negoziazione seria” in cui la cessione degli asset sia l’ultimo argomento di discussione.” Prima bisogna trovare i soldi e sapere quanto. Dunque ci vuole una riorganizzazione e un piano industriale di rilancio.” Per la Fiba-Cisl, favorevole “ai consigli di sorveglianza”, una presenza forte nella discussione del piano industriale e del futuro della banca, contro una prospettiva passata in cui “prima si è parlato di dismissioni senza sapere dove voler andare.”
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Il problema non è lo stipendio dei manager di società pubbliche. Il problema è che non devono esistere banche e attività economiche in generale di proprietà pubblica (comunale, statale, provinciale ecc…). Queste infatti sono gestite e saranno gestite a fini clientelari per far ingrassare i politici e i loro parenti e amici e amiche.
BASTA CON LO STATO IMPRENDITORE!
Per fortuna ci sono i sindacati che si sono accorti dei guadagni dei managers,con tanto di banchetti e magari un panino con la porchetta,iniziativa quasi più’ inutile,almeno in questo momento,dello sciopero proclamato il giorno in cui bmarche veniva commissariata.La casa brucia ed i sindacati si preoccupano,ora…,degli stipendi dei managers.Scopriamo inoltre una funzione nuova dei sindacati,anzi due,tranquillizzare la clientela( ma a che titolo?..) e fare strategie,dettando condizioni e dispensando consigli per una ripresa della banca.Facciamoci tutti da parte,commissari compresi,e lasciamo lavorare loro,che sanno come si fa’.Poveri dipendenti di bmarche,quasi più’ disgraziati degli azionisti privati,entrambi vittime del populismo e della incapacità’.E per Carilo,tranquilli,c’è’ Gazzani che ha una strategia per riportare in utile la banca,lasciamolo lavorare anche lui in pace,basta con le critiche,le minacce,lo cita anche il wall street journal,nemo profeta in patria,perché’ non va in America ad aprire una bella pasticceria?
Le pillole di saggezza di Nardino sono commoventi, anzi…interessate!