Gruppo Banca Marche,
Medioleasing verso il commissariamento

Probabile un imminente intervento di Banca d'Italia a tre mesi dalla messa in amministrazione straordinaria della capogruppo. Al momento via Nazionale non dovrebbe emanare provvedimenti per la Cassa di Risparmio di Loreto.

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La sede romana di Banca d'Italia (Fonte: wikipedia.org)

La sede romana di Banca d’Italia (Fonte: wikipedia.org)

di Marco Ricci

Da diversi giorni si rincorrono voci su un possibile intervento di Via Nazionale sulla società di leasing controllata da Banca Marche. Tutto ormai lascia pensare che un commissariamento possa davvero essere questioni di giorni. La messa in amministrazione straordinaria di Medioleasing sarebbe una conseguenza del commissariamento della capogruppo che è sotto la guida Banca d’Italia già dall’ottobre scorso. Dunque un passaggio tecnico che potrebbe portare alla guida di Medioleasing gli stessi Feliziani e Terrinoni, attuali commissari di Banca Marche.

Giuseppe Feliziani, uno dei due commissari di Bm

Giuseppe Feliziani, uno dei due commissari di Bm

Banca d’Italia non dovrebbe invece intervenire sulla Cassa di Loreto, come aveva lasciato intendere qualche settimana fa il presidente della fondazione jesina, Alfio Bassotti. Il quale, oltre ai rimbrotti dei commissari Feliziani e Terrinoni, aveva provocato la reazione piuttosto stizzita della Fondazione di Loreto, anch’essa azionista dell’istituto. I conti della Carilo, di cui Banca Marche possiede la quota di maggioranza, sarebbero infatti migliori delle altre società del gruppo, anche grazie a una più oculata gestione passata e a minori esposizioni nell’immobiliare. Le difficoltà attuali di Carilo sarebbero più che altro dovute alla congiuntura economica e ai più stretti criteri di valutazione dei prestiti e delle garanzie imposti da Basilea III.

 

medioleasingMEDIOLEASING – Già in un precedente articolo (vedi qui) avevamo illustrato la delicata situazione della società, con il procedere della crisi economica che ha via via messo in luce i rischi che Medioleasing si è assunta in passato, in particolare nel settore immobiliare. Non passa quasi settimana, infatti, in cui qualche gruppo finanziato dalla società di leasing non vada in concordato preventivo o in fallimento. Circoscrivere però i problemi di Medioleasing alla sola crisi economica vorrebbe dire non tener conto delle gravissime irregolarità e disfunzioni nell’amministrazione e nella gestione della società messe più volte in luce non solo dalla dirigenza che guida il gruppo da metà 2012 ma, nel corso degli anni, anche dalla Vigilanza di Banca d’Italia.

L'ex consigliere di amministrazione, Giuseppe Grassano

L’ex consigliere di amministrazione, Giuseppe Grassano

Con circa 2 miliardi di impieghi in larga parte concentrati nel settore immobiliare, Medioleasing ha chiuso il 2012 con perdite consolidate per 145 milioni di euro, tanto che era dovuta intervenire la capogruppo iniettando denaro per circa 140 milioni. Le rettifiche di valore, sempre nel 2012, furono pari a 202 milioni di euro, una cifra che – se confrontata con i soli 7 milioni del 2011 – spiega in quale scenario si sia dovuta muovere la nuova dirigenza del gruppo. Alcuni consiglieri, tra cui Cesarini e Grassano, si resero subito conto di come la situazione della società fosse di fatto fuori controllo e, dopo una due diligence effettuata sulle più importanti esposizioni, svanì la prima ipotesi di intervento che prevedeva l’incorporazione di Medioleasing in Banca Marche.

Lo scenario che man mano emerse dalla seconda metà del 2012 spinse alcuni consiglieri a richiedere un immediato ricambio del management, richiesta che andò però a scontrarsi  – secondo le parole del consigliere Grassano – con un vero e proprio “muro di gomma”. Gli accertamenti condotti avevano rilevato diffuse condotte irregolari nonché rischi di natura legale e reputazionale. Non è forse un caso, a questo proposito, che delle sedici operazioni sottoposte da Luciano Goffi all’attenzione della procura della Repubblica di Ancona nella primavera scorsa, ben 10 riguardassero Medioleasing, con ulteriori quattro operazioni della controllata di Banca Marche all’epoca ancora di fase di valutazione.

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