Banca Marche, secondo i commissari
i bilanci furono falsificati dal 2006

Durissimi i contenuti della lettera inviata a Massimo Bianconi, agli ex amministratori ed ex sindaci dell'istituto di credito da parte di Feliziani e Terrinoni. Chiesta la restituzione di ogni emolumento ricevuto e il risarcimento per danni non inferiori al miliardo di euro. Interessati ai rilievi tutti coloro che hanno occupato le posizioni di vertice dal 2008

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Giuseppe Feliziani, uno dei due commissari di Bm

Giuseppe Feliziani, uno dei due commissari di Bm

 

di Marco Ricci

Le contestazioni contenute nella lettera inviata agli amministratori, ai sindaci, a Massimo Bianconi e ai vicedirettori che hanno operato dal 2008 in Banca Marche (leggi l’articolo), inducono a ritenere che sia molto probabile l’avvio, da parte dei commissari Feliziani e Terrinoni, di un’azione di responsabilità e di un’azione risarcitoria. Sebbene la lettera di diffida e di interruzione del periodo di cinque anni di prescrizione non indichi necessariamente che verso il singolo amministratore verrà poi effettivamente avviata l’azione in campo civile, nella stessa lettera Banca Marche chiede ai destinatari la restituzione di ogni emolumento ricevuto, nonché del risarcimento del danno, patrimoniale e non patrimoniale, non inferiore al miliardo di euro.

Se come avevamo scritto già ieri  agli amministratori, ai sindaci e ai direttori che hanno esercitato le loro funzioni in Banca Marche dal 2004 al 2009 – e dunque nei limiti temporali dei 5 anni di prescrizione – stanno via via arrivando queste lettere di diffida, non è ancora chiaro se la tale atto sia già stato inviato anche ai successivi sindaci, consiglieri e direttori dell’istituto di credito, i quali svolsero le loro funzioni al 31 dicembre 2011 e per i quali non sono in scadenza i termini di prescrizione. L’atto intima la restituzione degli emolumenti e il risarcimento del danno a chi era in carica a decorrere dal 2008, anche se è lecito immaginare che a chi ha rivestito per poco tempo le proprie funzioni, o lo abbia fatto con la supervisione indiretta della Vigilanza e di Banca d’Italia, tali contestazioni non siano state mosse.

L'ex dg di Banca Marche, Massimo Bianconi

L’ex dg di Banca Marche, Massimo Bianconi

I rilievi espressi nella comunicazione dai commissari sono durissimi e partono dal ricordare i molti verbali ispettivi e  provvedimenti sanzionatori della  Banca d’Italia in cui fin dal 2006 sarebbero state contestate agli organi di Banca Marche gravissime violazioni, violazioni che dunque avrebbero dovuto richiamare, secondo Feliziani e Terrinoni, alla massima diligenza i dirigenti, gli amministratori e i sindaci dell’istituto di credito. Rispetto ad una serie di affidamenti – più o meno noti alle cronache – i commissari rilevano invece la mancanza di ogni attività di prevenzione e di controllo, sia da parte degli amministratori che del collegio sindacale, un inadempimento degli obblighi che sarebbe stato concausa di condotte poi imputabili al direttore generale Massimo Bianconi e ai vice direttori. Contestato anche il presunto mancato controllo dell’operato di chi amministrò le società controllate da Banca Marche, a partire dagli amministratori di Medioleasing, società anch’essa oggetto di ispezione a metà del 2010. A parere dei commissari, inoltre, una prudente gestione da parte egli organi e delle figure apicali non avrebbe dovuto indurre la banca a erogare tra l’altro mutui e finanziamenti a clienti non meritevoli o senza adeguata solidità.

Ancora più grave è l’accusa che i commissari Feliziani e Terrinoni muovono in merito alla redazione dei bilanci che, secondo quanto contestato, sarebbero stati redatti  fin dall’esercizio 2006 in violazione delle prescrizioni di legge, con il risultato di dissimulare atti di mala gestio.  Agli amministratori succedutesi nel tempo viene anche imputata la mancanza di ogni doverosa attività di controllo e di rilevazione delle criticità e di contenimento del danno, omissioni gravissime secondo Feliziani e Terrinoni e che sarebbero l’antecedente, o la concausa, sia dell’aggravamento del pregiudizio che del danno.

La sala dove si tengo i Cda di Banca Marche

La sala dove si tengo i Cda di Banca Marche

L’insieme di queste condotte, a parere dei commissari, starebbero a indicare gravissime violazioni dei doveri degli amministratori, dei sindaci, di Massimo Bianconi e dei vice direttori, violazioni tali da richiedere il risarcimento in solido di ogni danno, secondo quanto recita l’articolo 2055 del codice civile: Se il fatto dannoso è imputabile a più persone, tutte sono obbligate in solido al risarcimento del danno. Colui che ha risarcito il danno ha regresso contro ciascuno degli altri, nella misura determinata dalla gravità della rispettiva colpa e dall’entità delle conseguenze che ne sono derivate. Nel dubbio, le singole colpe si presumono uguali.

 

 

 

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