di Marco Ricci
Un presunto disegno criminoso che avrebbe portato alla falsificazione dei bilanci 2010 e 2011 di Banca Marche e di false informazioni in relazione al prospetto informativo presentato alla Consob dall’istituto di credito al momento dell’apertura dell’ultimo aumento di capitale. Queste ulteriori due ipotesi di reato sono contestate a buona parte dei vertici dell’istituto di credito dalla magistratura dorica, ipotesi che in parte potrebbero spiegare le ingenti perdite – dovute principalmente a rettifiche sui crediti – subite dalla banca nella seconda metà del 2012, con il bilancio di fine anno chiuso con oltre mezzo miliardo di euro di perdite a fronte dei 66 milioni di attivo della semestrale. Una semestrale non votata dai due consiglieri super-tecnici entrati da poco in Cda su indicazione di Fondazione Carima, Giuseppe Grassano e Francesco Maria Cesarini.
Massimo Bianconi, Lauro Costa, Michele Ambrosini, Tonino Perini, Pier Franco Giorgi, Claudio dell’Aquila, Leonardo Cavicchia, Stefano Vallesi, Fabio Baldarelli, Giuseppe Barchiese, Daniele Cuicchi e Giorgio Giovannini sono infatti indagati per aver contribuito a esporre nei bilanci di Banca Marche e Medioleasing dati che non sarebbero corrisposti al vero, poiché “la classificazione dei crediti era effettuata senza procedere alle rettifiche delle numerose posizioni deteriorate”. Secondo la Procura le perdite che sarebbero state occultate e non iscritte ai bilanci 2010 e 2011 sono dell’ordine delle centinaia di milioni di euro, appunto perché la classificazione dei crediti veniva effettuata senza effettuare le dovute rettifiche, un “inganno dei soci” esploso poi come una bomba a orologeria nel secondo semestre 2012, quando proprio le rettifiche – tra Banca Marche e Medioleasing – superarono l’astronomica cifra di un miliardo di euro. Tutto questo, secondo i magistrati, sia per ricevere i bonus incentivanti ottenuti attraverso la dichiarazione di falsi risultati positivi, sia per garantire ai clienti ulteriore credito.
Gli stessi amministratori e dirigenti indagati per aver falsificato i bilanci di Banca Marche – ad eccezione di Giorgio Giovannini – sono anche accusati di aver tratto un ingiusti profitti – per sé o per gli altri – e avrebbero in concorso con altre persone riportato false informazioni nel Prospetto Informativo relativo all’aumento di capitale di Banca Marche di inizio 2012 quando, al prezzo di 0,85 euro, vennero emesse 212 milioni di nuove azioni. Gli indagati avrebbero contribuito ad occultare dati e notizie con “l’intenzione di ingannare i destinatari del prospetto e in modo idoneo indurli all’errore”. In particolare le false informazioni riguarderebbero proprio il portafoglio crediti, i famosi “gioielli di famiglia” come ebbe a definirli l’allora direttore generale a margine dell’assemblea dei soci del 2011. Sull’aumento di capitale e sulle informazioni inviate ai sottoscrittori, lo ricordiamo, Consob – che ha ricevuto in seguito diversi esposti – ha già autonomamente aperto un dossier (leggi l’articolo)
Un “sistema”, come lo hanno definito gli inquirenti, che per funzionare avrebbe inoltre ostacolato l’attività di Vigilanza. A Bianconi, Ambrosini, Costa, ai quattro vice direttori e ad altri dirigenti – in concorso tra loro e con altri – viene contestata anche questa accusa in riferimento all’ispezione effettuata a giugno del 2010 in Medioleasing (leggi l’articolo), quando si sarebbe modificato il sistema informatico in modo da far figurare come non scaduti i termini di prelocazione relativi ai canoni di leasing a Sal.
Accuse durissime che – se trovassero riscontro definitivo – spiegherebbero almeno in parte il disastro che si è abbattuto su Banca Marche nel 2012.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
..tanoni se solo pensi di difendere uno solo di questi soggetti sei propio una m…!!!
Ciò che meraviglia, ora che si è scoperchiato il vaso di Pandora e si cominciano ad individuare le responsabilità, è il fatto che pochi provincialotti siano riusciti a porre in essere un sistema truffaldino segno del miglior Madoff. A parte Bianconi, il cui curriculum era già (tristemente) noto prima del suo arrivo, gli altri non sono persone che hanno esperienze e formazione tali da giustificare l’accaduto. Hanno fregato Bankitalia, Consob, Advisor, società di certificazione di bilancio, revisori dei conti e (per quanto scarsine) anche la Fondazioni loro proprietarie. Qui qualcosa continua a non funzionare. Speriamo che la Magistratura continui a far il suo corso e che i colpevoli paghino soprattutto PATRIMONIALMENTE per tutti coloro (soci, clienti, dipendenti e probabilmente fornitori) che hanno danneggiato.
ma i consiglieri di amministrazione erano assenti? mah
Che il prospetto dell’aumento di capitale fosse palesemente incompleto e riportasse dati, in parte, molti dubbi lo dissi apertamente in quel tempo sconsigliando di aderire all’ultimo aumento di capitale.
Alcuni dipendenti Bdm mi interpellarono e senza giri di parole espressi le mie perplessità.
A distanza di più di due anni qualcosa si inizia a muovere.
Atlasniram,per consiglieri a chi ti riferisci,all’anestesista insonne Tardioli?Era lui insieme ad altre menti eccelse,accuratamente selezionate e volute dalle altrettanto competenti ed illuminate fondazioni che avrebbe dovuto scoprire i malaffari di bmarche?Ecco perche’ bmarche andava venduta,il primo risultato positivo sarebbe stato che questi’signori’ sarebbero andati tutti a casa,ma e’ proprio questa ipotesi che ha fatto desistere le fondazioni dal farlo,se no dove li mettevano quella banda sgangherata di incapaci,ambiziosi,inetti?E’ comunque vero che nonostante consob,banca d’italia e chi piu’ ne ha piu’ ne metta questi personaggi sono riusciti a combinare un disastro planetario.E adesso,alla faccia della territorialita’ ed autonomia,speriamo che a salvare la banca sia un fondo americano ed un emiro( milano finanza)
Perchè non si parla dei membri del consiglio di amministrazione? Tutti puliti loro? Non penso proprio!