Il sistema Banca Marche:
Bilanci falsificati, perdite occultate
per centinaia di milioni

INDAGINE SU BM - Sono le ulteriori ipotesi di reato contestate a buona parte dei vertici dell'istituto di credito. Per la procura ingannati i soci ma anche i destinatari del Prospetto Informativo inviato in Consob per l'aumento di capitale 2012

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La sede romana di Banca d'Italia (Fonte: wikipedia.org)

La sede romana di Banca d’Italia (Fonte: wikipedia.org)

di Marco Ricci

Un presunto disegno criminoso che avrebbe portato alla falsificazione dei bilanci 2010 e 2011 di Banca Marche e di false informazioni in relazione al prospetto informativo presentato  alla Consob dall’istituto di credito al momento dell’apertura dell’ultimo aumento di capitale. Queste ulteriori due ipotesi di reato sono contestate a buona parte dei vertici dell’istituto di credito dalla magistratura dorica, ipotesi che in parte potrebbero spiegare le ingenti perdite – dovute principalmente a rettifiche sui crediti – subite dalla banca nella seconda metà del 2012, con il bilancio di fine anno chiuso con oltre mezzo miliardo di euro di perdite a fronte dei 66 milioni di attivo della semestrale. Una semestrale non votata dai due consiglieri super-tecnici entrati da poco in Cda su indicazione di Fondazione Carima, Giuseppe Grassano e Francesco Maria Cesarini.

Massimo Bianconi, Lauro Costa, Michele Ambrosini, Tonino Perini, Pier Franco Giorgi, Claudio dell’Aquila, Leonardo Cavicchia, Stefano Vallesi, Fabio Baldarelli, Giuseppe Barchiese, Daniele Cuicchi e Giorgio Giovannini sono infatti indagati per aver contribuito a esporre nei bilanci di Banca Marche e Medioleasing dati che non sarebbero corrisposti al vero, poiché “la classificazione dei crediti era effettuata senza procedere alle rettifiche delle numerose posizioni deteriorate”.  Secondo la Procura le perdite che sarebbero state occultate e non iscritte ai bilanci 2010 e 2011 sono dell’ordine delle centinaia di milioni di euro, appunto perché la classificazione dei crediti veniva effettuata senza effettuare le dovute rettifiche, un “inganno dei soci” esploso poi come una bomba a orologeria nel secondo semestre 2012, quando proprio le rettifiche – tra Banca Marche e Medioleasing – superarono l’astronomica cifra di un miliardo di euro. Tutto questo, secondo i magistrati, sia per ricevere i bonus incentivanti ottenuti attraverso la dichiarazione di falsi risultati positivi, sia per garantire ai clienti ulteriore credito.

consobGli stessi amministratori e dirigenti indagati per aver falsificato i bilanci di Banca Marche – ad eccezione di Giorgio Giovannini – sono anche accusati di aver tratto un ingiusti profitti – per sé o per gli altri – e avrebbero in concorso con altre persone riportato false informazioni nel Prospetto Informativo relativo all’aumento di capitale di Banca Marche di inizio 2012 quando, al prezzo di 0,85 euro, vennero emesse 212 milioni di nuove azioni. Gli indagati avrebbero contribuito ad occultare dati e notizie con “l’intenzione di ingannare i destinatari del prospetto e in modo idoneo indurli all’errore”.  In particolare le false informazioni riguarderebbero proprio il portafoglio crediti, i famosi “gioielli di famiglia” come ebbe a definirli l’allora direttore generale a margine dell’assemblea dei soci del 2011. Sull’aumento di capitale e sulle informazioni inviate ai sottoscrittori, lo ricordiamo, Consob – che ha ricevuto in seguito diversi esposti – ha già autonomamente aperto un dossier (leggi l’articolo)

Un “sistema”, come lo hanno definito gli inquirenti, che per funzionare avrebbe inoltre ostacolato l’attività di Vigilanza. A  Bianconi, Ambrosini, Costa, ai quattro vice direttori e ad altri dirigenti – in concorso tra loro e con altri – viene contestata anche questa accusa in riferimento all’ispezione effettuata a giugno del 2010 in Medioleasing (leggi l’articolo), quando si sarebbe modificato il sistema informatico in modo da far figurare come non scaduti i termini di prelocazione relativi ai canoni di leasing a Sal.

Accuse durissime che – se trovassero riscontro definitivo – spiegherebbero almeno in parte il disastro che si è abbattuto su Banca Marche nel 2012.

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