Dossier su Banca Marche
L’estate milionaria del dg Bianconi

LA RICOSTRUZIONE IN ESCLUSIVA - Nel giugno 2011 il Cda delibera lo stesso giorno di chiudere e riaprire il rapporto di lavoro con il Direttore Generale. Un’interruzione di tre settimane che consente al manager di incamerare la buonuscita. Banca d’Italia nel frattempo aveva emanato nuovo norme sui trattamenti di fine rapporto dei dirigenti. Termine ultimo per l’applicazione il primo di agosto. Cioè 24 ore dopo che venisse rescisso il contratto

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Massimo Bianconi, ex direttore generale di Banca delle Marche

Massimo Bianconi, ex direttore generale di Banca delle Marche

di Marco Ricci

Per chi lavora in un supermercato o vive di contratti precari è normalmente triste ritrovarsi a casa  senza stipendio per un paio di mesi. Spesso prima di essere riassunti dallo stesso datore di lavoro. E’ invece piuttosto inusuale che ciò accada al Direttore Generale di una Banca. Anche se – verrebbe da dire – non tutti i mali vengono sempre per nuocere. Così l’ex Direttore Generale di Banca delle Marche, Massimo Bianconi, non deve essersi eccessivamente risentito se un’interruzione del rapporto di lavoro con Bdm di tre settimane, stando ai documenti, gli ha garantito una buonuscita di 1,5 milioni di euro, pur se su questo punto i piccoli azionisti sarebbero lieti di ricevere – almeno per una volta – una rettifica al ribasso. Una buonuscita che oltretutto difficilmente sarebbe stata erogata nel modo in cui lo fu stante le norme sulle retribuzioni dei manager bancari a cui Banca d’Italia aveva provveduto a dare una nuova regolamentazione il 30 marzo del 2011, cioè circa un mese prima dell’inizio della storia.  Sembra inoltre trattarsi di un’interruzione consensuale e non di un licenziamento di parte, circostanza che molto probabilmente non avrebbe richiesto l’erogazione del “golden parachute,” quel “paracadute” che garantisce i dirigenti dai licenziamenti immediati da parte dell’azienda.

Michele Ambrosini

Michele Ambrosini

Veniamo alla vicenda. Il 21 giugno del 2011 una lettera dell’allora Presidente di Bdm, Michele Ambrosini, indirizzata a Massimo Bianconi gli conferma che – a seguito dei colloqui intercorsi e data una deliberazione del Cda di Banca delle Marche del 9 di giugno – il rapporto di lavoro tra lo stesso Bianconi e Bdm sarà risolto il 31 luglio del 2011 con rinuncia reciproca al periodo di preavviso. Un colpo al cuore per il manager di Norcia, sembrerebbe. Una brutta notizia stemperata però dal “versamento a Suo favore di un’annualità di retribuzione quale integrazione del trattamento di fine rapporto.” Quanto vale questo versamento? Come detto i documenti parlano di un “lordo di 1,5 milioni di euro.” Abbastanza per godersi qualche giorno di mare senza eccessive preoccupazioni. Anche perché il dottor Bianconi al ritorno dalla spiaggia un posto di lavoro c’è l’ha già assicurato. Quale? Ovviamente il posto da Direttore Generale di Banca delle Marche dopo tre settimane di meritato riposo.

Perché sempre il 21 giugno – giorno della prima missiva – lo stesso Presidente del Cda comunica a Bianconi che Banca delle Marche “si impegna nei Suoi confronti a sottoscrivere un contratto di lavoro a tempo determinato in qualità di Direttore Generale.” Il rapporto di lavoro “decorrerà dal 22 agosto 2011 e avrà termine, senza necessità di preavviso, il 31 maggio del 2014.” Questo sempre a seguito della decisioni prese nella medesima riunione del Cda del 9 di giugno. Entrambe le lettere parlano di precedenti “colloqui intercorsi” tra Bdm e Bianconi, facendo così supporre che il tutto sia avvenuto in modo consensuale.

Insomma, lo stesso giorno il Presidente di Banca delle Marche comunica al Direttore Generale prima che il Cda ha deciso di interrompere il rapporto di lavoro. Per informarlo però subito dopo che lo stesso Cda ha deciso sempre nello stesso giorno di sottoscrivere sempre con lui un nuovo contratto fino al 2014. Una lettera di intenti con tanto di “vivi rallegramenti” finali. Rallegramenti di cui si trova traccia, pur in forma aggregata, a pagina 197 del Bilancio 2011 alla voce “indennità per la cessione del rapporto di lavoro.” Ma perché il Cda e il Direttore Generale decidono di scindere il contratto per sottoscriverne subito dopo un secondo? Qual’è il vantaggio per Banca delle Marche? Anche considerando che nel luglio del 2012 Bianconi se ne andrà a casa con ulteriori 2,3 milioni di euro in tasca,  l’ipotesi che la politica aziendale di Bdm dovesse  garantire serene estati milionarie ai propri direttori generali appare poco credibile.

Il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco

Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.

Una ipotetica ma forse più probabile chiave di lettura ce la offrono invece le disposizioni di Banca d’Italia del 30 marzo 2011 “in materia di politiche e prassi di remunerazione”. Le nuove direttive riguardano in particolare gli stipendi “di coloro che rivestono ruoli rilevanti” per “pervenire […] a sistemi di remunerazione, in linea con le strategie e gli obiettivi aziendali di lungo periodo, collegati con i risultati aziendali, opportunamente corretti per tener conto di tutti i rischi, […], tali da evitare incentivi distorti che possano indurre a violazioni normative o ad un’eccessiva assunzione di rischi per la banca […].” Insomma, niente più premi senza tenere conto anche dei rischi assunti. Nel 2011 siamo in piena crisi finanziaria e gli effetti dei superbonus hanno già prodotto a livello globale la rincorsa folle al profitto degli istituti bancari. Una corsa finita malissimo per i risparmiatori, per gli azionisti e per le banche. Ma non troppo male per quei manager andati a casa con le rovine alle spalle ma anche con emolumenti lautissimi in tasca.

L'ex direttore generale di Bdm, Massimo Bianconi

L’ex direttore generale di Bdm, Massimo Bianconi

La nuova disciplina regolamenta anche i trattamenti di fine rapporto che devono “essere in linea con […] gli interessi a lungo termine della banca”, con i compensi “collegati alla performance realizzata e ai rischi assunti”. Insomma niente più buonuscita fissa neppure in caso di risoluzione anticipata del contratto.  Le disposizioni sono “cogenti”, recita il documento di Banca d’Italia. E il testo di accompagnamento in Gazzetta Ufficiale impone “di rendere immediatamente operative le nuove regole.” Limite inderogabile, rivedendo anche i contratti in essere, il primo di agosto del 2011. Ovvero il giorno dopo l’interruzione apparentemente fittizia – o in ogni caso programmata – del rapporto di lavoro tra Massimo Bianconi e Bdm, rapporto che riprenderà e proseguirà poi fino al luglio 2012. Ventiquattro ore che consentiranno però al manager di incassare direttamente la buonuscita, una mossa non si comprende di quale utilità per Bdm ma che sembrerebbe di fatto eludere le entranti disposizioni di Banca d’Italia, sempre che la cifra – data la consensualità dell’operazione – fosse oltretutto dovuta.

La sede di Banca Marche di Fontedamo a Jesi

La sede di Banca Marche di Fontedamo a Jesi

E’ difficile farsi una ragione del perché il Cda dell’epoca abbia deliberato in questo modo. Permettendo cioè a Massimo Bianconi di incamerare questa cifra milionaria. Come è difficile scorgere in un tal modo di procedere la volontà di assoggettare la buonuscita di Bianconi alle entranti disposizioni. Disposizioni introdotte da Banca d’Italia non con spirito punitivo nei confronti dei manager quanto con l’obiettivo di evitare agli istituti di credito i rischi derivanti da quelle politiche manageriali dissennate che permettono grandi guadagni oggi a fronte di enormi perdite domani.  Proprio quello che sembra essere accaduto in Banca delle Marche. Si deve anche rilevare che – contrariamente a quanto avvenuto al momento dell’effettivo allontanamento di Bianconi dalla direzione – nel sito di Bdm non risulta alcun comunicato aziendale riguardante né l’interruzione del rapporto né il successivo contratto dell’estate 2011. Un apparente favore estivo di cui dunque non sembra che tutti fossero informati. E di cui soprattutto è arduo comprendere i vantaggi per le casse dell’istituto marchigiano.

 



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