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La conferenza stampa di questa mattina
di Alessandra Pierini
«Di quelli che sono qui dentro, nessuno ha fatto cose anomale. Abbiamo incaricato uno studio legale milanese di verificare l’operato degli ultimi anni e se riscontreranno stranezze, sarò io stesso a portare le carte alla Procura di Ancona»: con queste parole Lauro Costa, presidente di Banca delle Marche ha rotto questa mattina mesi di silenzio e si è tolto non pochi sassolini dalle scarpe nel corso della conferenza stampa convocata per commentare il bilancio approvato ieri dal CdA della banca nel quale si registra una perdita di 518 milioni di euro (leggi l’articolo).
«Ci siamo affidati – ha continuato il presidente – allo studio Bonelli Erede Pappalardo che sta collaborando anche con la Monte dei Paschi di Siena ed è quindi rodato in campo bancario. Dalla prossima settimana un avvocato sarà nella nostra sede per analizzare ogni anomalia. Questo ci permetterà di rispondere con serenità anche a soggetti terzi e all’assemblea e di chiarire se sono stati commessi atti penalmente perseguibili. Censuriamo fin d’ora comportamenti non consoni e per il passato, abbiamo già mandato via il direttore Massimo Bianconi e i suoi tre vice direttori, ognuno si prenderà le sue responsabilità. Io, che tra l’altro con i miei colleghi ho voluto fortemente l’autonomia di Banca Marche, ci metto la faccia».

Il direttore Luciano Goffi
Sulle azioni di responsabilità annunciate sia dagli azionisti che dalla Fondazione Carima, Costa che viene da più parti additato come vicino alla vecchia dirigenza, è categorico: «Sono solo sciocchezze. Qui dentro non è mai entrata la politica, le Fondazioni hanno inserito esponenti di spiccata moralità e tutto è stato fatto alla luce del sole». Difende poi la sua presenza nel Cda e quella di Giuliano Bianchi e Michele Ambrosini, gli unici rimasti della vecchia gestione ed esclude le sue dimissioni: «Otto undicesimi del Consiglio sono nuovi amministratori, la nostra presenza è stata secondo me molto utile anche per capire cosa è accaduto nel passato e per continuare sulla strada dell’autonomia e stiamo tutti facendo il nostro dovere anche sul passato»
Per quanto riguarda il bilancio in rosso, Lauro Costa si sofferma sulle rettifiche di valore: «Gli accantonamenti avrebbero potuto essere iniziati tre anni fa. Sono però convinto che se avessimo fermato il credito, come hanno fatto altre banche, tre anni fa ora saremmo, oggi il territorio starebbe molto peggio. Siamo stati dietro persino alla Antonio Merloni e o abbiamo fatto per sostenere tutto l’indotto. Di certo aiuterebbe anche lo sblocco dei pagamenti da parte degli enti pubblici che bloccano diverse aziende. Banca delle Marche non è un semplice attore. La filosofia non era quella di una banca londinese o milanese perchè noi siamo la banca del territorio e se finanziavamo un’impresa, tutto il tessuto lavorativo coinvolto lavorava con noi. Ce l’abbiamo messa tutta per uscire dalla crisi. Qualche mese fa sembrava che solo banca Marche avesse dei problemi, oggi sappiamo che la situazione è generale»
«Il nostro istituto è stato negli ultimi mesi ad altissima concentrazione di CdA, Abbiamo fatto delle scelte certe e siamo andati avanti sulla strada decisa. Rivedremo le spese interne, negli ultimi anni abbiamo largheggiato anche con le sponsorizzazioni, ora cercheremo invece risorse all’interno, proseguiremo con l’aumento di capitale, che sarà il più ridotto possibile e riporteremo nella norma il patrimonio di vigilanza. Questo è quello che Bankitalia vuole».
Costa ha rassicurato i risparmiatori: «La banca è solida, nessuno rischia i suoi risparmi». Agli azionisti, invece, che in più sedi hanno manifestato profondo malumore per la grave perdita di valore delle loro azioni, chiede pazienza: «L’azionista deve andare a guardare i valori delle azioni delle banche europee per rendersi conto di qual è la situazione economica generale. Stiamo lavorando per uscire al meglio dalla crisi».
Anticipa poi le domande su soggetti pronti ad intervenire per salvare l’istituto: «Banca Marche non ha bisogno di essere salvata, si salva da sola e ha tutta l’intenzione, come in passato, di rimanere sul territorio».
Per quanto riguarda il futuro Lauro Costa è positivo: «Da quando abbiamo preso la strada dell’autonomia in poi, abbiamo deciso di rafforzare la raccolta e continueremo a farlo. I nostri 40 mila soci sono 40 mila clienti che in Banca delle Marche credono. La gente crede in banca Marche perchè sanno che non è nostra ma è loro, quindi saprà capire che il loro sforzo servirà a tutelare la banca. Se poi l’aumento di capitale non dovesse funzionare, basterà rivedere la gestione. Spendiamo 370 milioni l’anno, possiamo tranquillamente ridurre del 15% rivedendo le consulenze e le forniture. Questo ci consentirebbe in tre anni di rafforzare il patrimonio. Di sicuro escludo dividendi nei prossimi due anni».
Al direttore Luciano Goffi che già la settimana scorsa aveva descritto a lungo la situazione della banca (leggi l’articolo) è stata invece affidata l’analisi tecnica dei numeri del bilancio: «Ci sono aspetti che mi fanno confidare nel fatto che il piano che abbiamo previsto sia sostenibile come ad esempio i 508 milioni di raccolta diretta da clientela retail, i 28.660 nuovi clienti acquisiti nel 2012». Goffi risponde anche a quanti si chiedono se i depositi di Banca Marche sono sicuri: «E’ un’ansia che va capita ma non c’è nessun rischio. La Banca mantiene 1,2 miliardi di patrimonio e l’obiettivo a quattro anni è quello di avere un patrimonio di vigilanza superiore a quanto previsto da Basilea 3. Comunque se dovessimo avere problemi di liquidità, per qualsiasi evenienza abbiamo la disponibilità di 2,2 miliardi di titoli liberi stanziabili per eventuali anticipazioni in BCE».
Goffi punta sulla raccolta on line: «E’ vero che è stata pagata molto bene, con un 5% durante la campagna natalizia, ma nel frattempo abbiamo riportato le percentuali alla normalità. Siamo inoltre convinti che questo è il futuro e noi ci stiamo preparando». Il direttore ha anche sottolineato il saldo positivo tra ricavi e costi di gestione passato da 205 milioni nel 2011 ai 275 milioni di quest’anno.
Poi è passato a parlare della rete sportelli (sono 224 nelle Marche, 39 in Lazio, 14 in Umbria, 21 in Emilia Romagna, 13 in Abruzzo e 1 in Molise) sottolineando l’importanza del rapporto tra numero di sportelli e raccolta, ma escludendo chiusure di filiali: «In alcune regioni, ad esempio l’Emilia Romagna, bisognerà rivedere la struttura e affiancare le piccole filiali alle più grandi già presenti. Nel Piano industriale inoltre introdurremo dei cambiamenti, nuovi modelli di servizio e una specializzazione della rete rispetto ai segmenti di mercato».
Gli altri articoli
Dopo due rinvii, il Consiglio di Amministrazione ha oggi reso noti i risultati. Rettifiche di credito per oltre 811 milioni. Il direttore Goffi: “Patrimonio di vigilanza al di sopra dei limiti ma intendiamo conseguire margini di ulteriore sicurezza attraverso un serio Piano Industriale”
In attesa dell’approvazione di bilancio, l’Istituto procede con lo stanziamento. La Fiba Cisl scrive ai consiglieri: “”Il sindacato e i dipendenti sono pronti, ma qualcuno ancora deve fare un passo indietro per il bene di tutti e del territorio”
Conferenza stampa fiume del direttore generale che, pur lanciando messaggi rassicuranti , ha più volte sottolineato la necessità di trasparenza e verità, ha presentato i punti salienti del nuovo Piano Industriale e illustrato le azioni da mettere in campo per superare la crisi. Nel mirino una decina di operazioni a rischio di cui otto nel settore immobiliare. “Abbiamo affidato ad uno studio legale l’incarico di analizzare le situazioni dubbie”
L’istituto spiega l’ulteriore slittamento con la necessità di approfondire alcune posizioni di rischio.
MACERATA – Si sono riuniti questo pomeriggio il CdA e l’organo di indirizzo i cui componenti hanno dibattuto a lungo sul percorso da compiere. Avviata anche la procedura per eleggere chi prenderà il posto di Roberto Massi
In attesa del bilancio 2012, la segreteria del sindacato ha scritto al presidente Costa e al direttore Goffi per esprimere perplessità e chiedere cambiamenti
Impiegati e quadri hanno rinunciato a una mensilità mentre il direttore Bianconi è stato liquidato con una cospicua buona uscita. Incontro dei sindacati e dei lavoratori con l’assessore regionale Marcolini e la candidata Irene Manzi (Pd)
Lo spostamento è motivato dalla volontà di approvare le linee guida del nuovo piano industriale 2013-2015. Ufficializzato Andrea Carradori nuovo direttore Carilo
Un potenziale investitore avrebbe chiesto un analisi dei costi e previsto un esubero di 400 dipendenti. Ciccioli: “Occorre un tetto di credito per i grandi clienti e la liquidità per i piccoli”. Acquaroli: “Una proposta di legge per separare banche commerciali e di investimento”
Dopo il direttore generale Goffi, anche la Fisac ha scritto ai dipendenti assicurando la tutela degli attuali livelli occupazionali
E’ attesa per i prossimi giorni la relazione di Bankitalia, mentre il bilancio sarà discusso il 25 febbraio. Poche le informazioni che trapelano verso l’esterno ma il direttore generale ha spiegato la situazione in una lunga lettera
Il movimento attacca la maggioranza politica e denuncia il fallimento del Modello Marche
Le obbligazioni tornano ad essere pienamente finanziabili dalla Banca Centrale Europea
LA RICOSTRUZIONE – Il buco di oltre 300 milioni preoccupa e troppi interrogativi restano senza risposte dopo il duro intervento di Bankitalia e il conseguente divorzio dal d.g. Bianconi e dai suoi vice Cavicchia, Giorgi e Vallesi
GIORNI CALDI PER L’ISTITUTO DI CREDITO – Con Goffi per ora resta solo Armando Palmieri. Cessazione del rapporto di lavoro con il maceratese Stefano Vallesi, direttore generale della controllata Carilo. Al suo posto Andrea Carradori
Si è svolto questa mattina l’incontro tra il governatore delle Marche e i sindacati che hanno condiviso la preoccupazione per l’istituto
Situazione complessa per l’istituto tra riassetto strutturale, declassamento di Moody’s e bilancio del 2012 in passivo. Domani l’incontro con i sindacati
L’istituto di credito annuncia il ritorno ad un risultato positivo già nel 2013: “Abbiamo gettato le basi per un naturale ricambio della squadra di direzione”
L’agenzia di rating declassa il rating da Ba1 a B3, con outlook negativo. Tagliata la valutazione anche dei covered mortgage bonds da A3 a Ba2: “L’istituto ha una bassa capitalizzazione e una minore capacità di coprire le sofferenze bancarie”
Il sindacato ribadisce l’importanza del sistema creditizio per superare la crisi
Il presidente Lauro Costa sta facendo il possibile per far cambiare idea al presidente della Camera di Commercio di Macerata
Il vice presidente è stato eletto lo scorso maggio. Nel mirino anche due consiglieri della cassa di Risparmio di Loreto
L’annuncio del Presidente Lauro Costa oggi a Jesi
Dal 2002 guida la Banca Popolare di Ancona
Il presidente di Banca Marche ha escluso che quanto pubblicato dal Corriere della Sera possa aver determinato delle decisioni
Il direttore generale lascerà dalla fine di settembre
Si riunisce il Cda che dovrebbe portare al pensionamento del direttore generale Massimo Bianconi
Gli stessi avvocati di MPS… che coincidenza!!!!
Ce li avete presente quei telefilm americani in cui l’avvocato d’ufficio arriva per difendere il cliente e si legge i documenti 5 minuti prima dell’iudienza?
Di solito, nei telefilm, finisce che l’imputato -accusato del furto di un pacchetto di salatini per cui rischia 10 giorni di prigione– si ritrova condannato a 30 anni di galera, per omicidio colposo…..
Ecco: magari sbaglio ma, questa difesa d’ufficio, mi sembra ricordare tanto quei telefilm
……PIU CHE LA FACCIA LAURO , CI DOVRESTI METTERE GLI EURI!!!!!! 🙂
Se le ragioni del deficit di bilancio derivano principalmente da finanziamenti concessi ad imprese immobiliari senza le necessarie garanzie, occorre disporre di un piano industriale finalizzato all’immediato rientro delle somme erogate o all’iscrizione di ipoteche volontarie da parte dei beneficiari. All’esito positivo delle garanzie l’istituto espropria il bene immobile o in alternativa acquisisce quota parte del diritto di proprietà commisurato al valore del finanziamento allegramente concesso. L’eventuale amministrazione controllata o il fallimento delle iniziative imprenditoriali intraprese troveranno comunque l’istituto tra i creditori privilegiati. Credo che questa sia l’unica alternativa al commissariamento della Banca.
Dice che possono ridurre “tranquillamente” da subito le spese del 15% (15% di 370 milioni di euro, mamma mia quanti euri).
Ma perchè allora in precedenza non era stata praticata la riduzione? Magari l’importo che si risparmiava poteva andare ad abbassare i costi delle aziende che operano nel territorio.
“Non si puo’ riolvere un problema con la stessa mentalita’ che l’ha generato” A.Einstein
Non le sembra che metterci la faccia ora sia troppo tardi!!!
Questo è un avvertimento: non toccate i fidi di noi aziende che abbiamo sempre ripianato i fallimenti altrui ( vedasi il cambialone del Consorzio Agrario degli anni ’90…..), altrimenti…ci arrabbiamo.
servirebbe pure un passo avanti coraggioso….
IL CARO PRESIDENTE LAURO COSTA OLTRE LA FACCIA DOVREBBE METTERCI ANCHE I SUOI 250 MILA EURO CHE PRENDE OGNI ANNO PER LA CARICA. ANZI POTREBBE RIMETTERCI TUTTI QUELLI CHE HA PERCEPITO IN QUESTI 20 ANNI IN CUI SI è SCAMBIATO LA POLTRONA DI PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE E CI RIMBORSI DI TUTTE LE PERDITE CHE ABBIAMO AVUTO DALL’AUMENTO DI CAPITALE.
Lauro Costa…. ma non rende!
Gentile presidente Lei dice “se l’aumento di capitale non dovesse funzionare taglieremo le consulenze e le forniture”. Scusi, non vorrei essere irriguardoso, ma Lei non ha verificato la disponibilità delle Fondazioni a partecipare all’aumento di capitale e a farsi carico dell’eventuale inoptato?
L’economia sta peggiorando ed è possibile che a fine anno servano nuovi accantonamenti per le sofferenze non più dell’immobiliare ma del manifatturiero.
Banca Marche si affida agli avvocati di MPS, ed io non ci trovo davvero niente di strano, perché – me lo diceva già mia nonna buonanima – “chi s’assomiglia si piglia”.
Caro presidente, Lei, i membri del CdA e le varie Fondazioni ci avete messo il portafoglio. La faccia ce l’hanno messa i dipendenti e i soldi noi poveri risparmiatori. VERGOGNA!!!!!
Vogliamo il Commissario, così ci sentiamo più tutelati e a voi vi mandano a spasso!!!!!!!!!
Tutto quanto raccontano questi signori, va preso con il beneficio di inventario, forse di verità noon c’è nemmeno
il10%. Per maggior chiarezza sarebbe il caso di leggere quanto riportato da “”L’ESPRESSO”” in edicola già
da l’altro ieri. Forse servira a chiarirsi le idee, anche in merito ai “””furbetti del quartierino””. Questi signori che
fanno gli offesi, forse dovrebbero spiegare meglio l’accaduto. E per gli azionisti che non hanno nulla da temere
forse il presidente ci dovrebbe anche dire, visto che le azioni sono ora solo carta igienica, quando ci sarà la
possibilità di recuperare anche il solo valore di acquisto.
Dichiarazione che non fanno presa nemmeno su bambini dell’asilo. Ma il “”caro presidente”” forse pensa che
colro che si digerito una certa quantità di azioni, ora inghiottono anche”””se l’aumento di capitale non dovesse
funzionare””” tagliano le consulemnze. Ma ci prende proprio per il cu…….ore il signore, allora le consulenze perché
non le taglia subito. Come mai ancora una volta chi ne fa le spese sono i risparmiatori. E vergognoso, con quale faccia si facciano determinate proposte. Ma certo che è meglio il commissariamento ,se non altro per
non vedere più determinate facce. E mi fermo qui, altrimenti cado negli insulti, che questi signori si meritano.