Seba, Banca Marche rescinde i contratti
per giusta causa

CREDITO - La crisi dopo un decreto ingiuntivo per oltre 500.000 euro presentato dalla Fitist che non svolgerà più i servizi di trasporto valori per la società con sede a Jesi. L'istituto di credito ha preso atto della situazione e sciolto dal 24 marzo parte della convenzione. Le rappresentanze sindacali hanno incontrato i vertici di BM

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Banca_Marche_Jesi (2)di Marco Ricci

Una situazione difficilissima quella che stanno vivendo i 26 lavoratori della SeBa, società con sede principale a Jesi e che forniva tra l’altro servizi bancari al gruppo Banca Marche.  Il personale della società – un tempo partecipata dall’istituto di credito marchigiano – è infatti in stato di agitazione da lunedì e  staziona davanti ai cancelli della sede di Via Guerri a Jesi. I lavoratori lamentano “l’irresponsabilità” degli istituti di credito regionali e in primis di Banca Marche,  la quale ha rescisso i contratti con la società di servizi specializzata tra l’altro nel trasporto di valori, nella lavorazione di assegni e nell’archiviazione fisica e ottica dei documenti. “Ancor prima di cedere l’azienda – scrivono i rappresentanti dei lavoratori – l’allora amministratore delegato di SeBa, incaricato da Banca Marche ed ex vice direttore generale della stessa, aveva ridotto in favore di tutti i soci il costo dei servizi del 40% nel 2010, del 7% nel 2011 e del 7% nel 2012, dopo la vendita (al gruppo Kgs, ndr). Da allora, ogni anno fino ad oggi, Banca Marche ha richiesto ulteriori sconti al prezzo dei servizi, minacciando la rescissione dei contratti. Situazione che ha pesantemente messo a rischio la liquidità dell’azienda, fino alla decisione in questi giorni di Banca Marche, CariLoreto e CariFermo di rescindere importanti contratti sferrando il colpo mortale ai lavoratori Se.Ba”.

I motivi che hanno portato alla rescissione del contratto da parte di Banca Marche è però più articolata e non avrebbero legami con la situazione particolare che sta vivendo l’istituto di credito. La vicenda nascerebbe infatti da un decreto ingiuntivo di pagamento – pari a oltre mezzo milione di euro – che la Fitist,  società specializzata in sicurezza e trasporto valori, ha presentato nei confronti della Seba per cui svolgeva l’effettivo servizio. Un inadempimento da parte della Seba che avrebbe portato la stessa Fitist a disdire il contratto con la società con sede a Jesi e che, a sua volta, avrebbe sostenuto di essere in difficoltà per mancati pagamenti dovuti a  Banca Marche. Per i commissari Feliziani e Terrinoni le cose però non sarebbero andate così e Banca Marche ha comunicato alla Seba che, a partire dal 24 marzo, avrebbe rescisso per giusta causa alcuni contratti tra cui proprio quello di trasporto che veniva a tutti gli effetti erogato dalla Fitist. Nella comunicazione inviata alla Seba, Banca Marche rivendica infatti non solo di aver sempre pagato il servizio ma anche di aver vincolato alcune somme erogate a Seba proprio ai pagamenti che quest’ultima doveva  alla Fitist. Banca Marche, inoltre, avrebbe invitato le sue controllate che hanno contratti con Seba – tra cui la Carilo – ad una simile iniziativa, presumibilmente ritenendo che la Seba stessa possa non essere più in grado di onorare il servizio. Solo a questo punto la Seba avrebbe perso i propri contratti che le valevano circa il 90% del fatturato. 

cassaforteI rappresentanti regionali dei sindacati hanno incontrato nel pomeriggio i vertici di Banca Marche, in un tentativo di conciliazione di una vicenda che rischia di vedere i dipendenti come prime vittime della situazione, dipendenti che accusano le passate gestioni del gruppo bancario e il giro di quote che ha interessato nel corso degli anni la Seba stessa. Al momento, da quanto traspare dell’incontro avvenuto in Banca Marche, non ci sarebbe alcun atto concreto.

Sebbene lo studio legale di Pesaro che tutela la Seba non abbia voluto rilasciare dichiarazioni, la società sarebbe intenzionata a promuovere iniziative legali nei confronti di Fitist e Banca Marche. La situazione della SeBa appare però difficile, considerando come solo nella seconda metà di ottobre del 2013 proprio Banca Marche avesse rinegoziato il costo di alcuni servizi e in qualche modo lasciato in prova la società. La Seba – nata da una costola della Seda, società creata dalle vecchie casse di risparmio marchigiane,  è stata acquisita in seguito da Kgs, consorzio nato con l’obiettivo di svolgere servizi in ambito regionale dalla fusione di due realtà pesaresi, Italccappa Cooperativa sociale e AgsItalia.  Ksg ha poi cedute il 100% delle quote a una cooperativa di Senigallia, un giro di partecipazioni e di società intervenute negli anni, tra cui alcune immobiliari, non semplice da decifrare. 

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