di Marco Ricci
Il presidente della Regione ha relazionato oggi in Consiglio Regionale l’esito dell’incontro avuto venerdì scorso in Banca d’Italia con il governatore Ignazio Visco (leggi l’articolo), dove, assieme al presidente dell’assemblea regionale, Vittoriano Solazzi, Spacca aveva illustrato gli auspici del territorio sul futuro di Banca Marche, l’istituto di credito che dalla seconda metà del 2012 ad oggi ha accumulato oltre un miliardo di euro di perdite. Una vicenda, lo ricordiamo, che vede al momento ventisette indagati per vari reati, tra cui l’associazione a delinquere, dalla Procura di Ancona. Necessità di capitale fresco stimato dai 600 agli 800 milioni di euro, la soluzione per Banca Marche che – da quanto era già trapelato dall’incontro con Visco – non sembra essere ormai troppo lontana, con l’ipotesi di un impegno locale ancora non del tutto scemato, un impegno che – dati numeri – dovrebbe però essere accompagnato da un partner industriale e da un fondo di investimento.
Velocità e concretezza, queste le parole più volte ripetute oggi in consiglio regionale da Spacca e Solazzi davanti a quelle che sembrano essere le aperture dei commissari Feliziani, Terrinoni e Inziatari a valutare qualsiasi ipotesi reale in grado di ricapitalizzare l’istituto di credito. “La mia valutazione dell’incontro con Visco è stato positivo – ha detto in conclusione del suo intervento il governatore Spacca – La paventata possibile liquidazione di Banca Marche non c’è come non c’è l’ipotesi di disgregazione del gruppo, in quanto esiste un disegno che offre credito al territorio (azionisti, fondazioni, banche, imprese). Quello di Banca Marche è uno scenario ancora critico ma uno scenario dove si possono realizzare percorsi di superamento delle difficoltà così come accaduto per altri istituti”. Poco prima Spacca aveva lanciato l’ennesimo appello alla concretezza, una parola ripetuta più volte dal Governatore e più volte sottolineata dal tono più incisivo della voce. “L’appello che possiamo fare e che gli imprenditori, i fondi e le banche prendano contatto con i commissari per avviare un disegno strategico operativo. Non c’è un’ipotesi prevalente e i commissari hanno questo mandato, di verificare concretamente le ipotesi”.
Non solo concretezza ma anche tempi rapidi, un concetto sottolineato dal breve intervento del presidente dell’assemblea legislativa, Solazzi. “Sottolineo come i tempi non siano indifferenti e come la stessa Banca d’Italia non li consideri indifferenti. L’apertura a valutare qualsiasi offerta e a non chiudersi su altre soluzioni dipende dalla celerità di proposte che siano complete di piano industriale, anche perché i tempi non saranno lunghi.”
Avevamo già scritto come molti segnali stiano ad indicare come ormai la soluzione per Banca Marche, qualunque essa sia, può arrivare a breve. La relazione di oggi del Governatore ha sicuramente rafforzato questa opinione, con i commissari che sarebbero aperti a valutare anche le ipotesi provenienti dal territorio ma non ad attendere all’infinito. “Quanto maggiore sarà l’apporto dell’economia regionale al superamento della criticità, tanto maggiori saranno le possibilità di raggiungere non dico tutti gli obiettivi ma gran parte di quelli che ci eravamo posti, seppure in misura parziale e con un ordine di priorità” – ha affermato Spacca dopo aver ricordato quali linee guida sia sia data la Regione. “Salvaguardia dell’occupazione sia per i lavoratori della rete che della direzione, mantenimento del sostegno all’economia della Regione da parte di Banca Marche, tentativo di non disperdere il patrimonio dell Fondazioni che, al di là dei comportamenti e delle inadempienze delle stesse, svolgono un ruolo sociale nel territorio ed infine comprendere come gli immobili oggi in portafoglio di Banca Marche, se scaricati in questo momento sul mercato, condurrebbero a una grave situazione per gli imprenditori e per le istituzioni”. Banca Marche, lo ricordiamo, a causa del default di molti imprenditori, ha acquisito gli immobili e i terreni dati in garanzia, con Medioleasing in particolare che in questo momento rischia di assomigliare più ad un’immobiliare che ad una finanziaria.
L’incontro con Visco, secondo quanto ha riferito il governatore, ha anche affrontato il passato senza entrare però nel merito degli aspetti penali, delle responsabilità e delle “malversazioni”, quanto limitandosi alla particolare situazione macro-economica della regione, con una crisi “che ha colpito le Marche in modo molto più forte rispetto al resto del paese e una sovraesposizione di Banca Marche nel settore immobiliare che più che alleggerire ha appesantito l’istituto”.
Sui crediti, sul ruolo di Banca d’Italia in questa vicenda, è possibile che Visco abbia però messo le cose bene in chiaro, dopo tutte le polemiche scatenate anche dallo stesso consiglio regionale sulla quantità di rettifiche poste in essere dalla nuova dirigenza e dalla presunta assenza della Vigilanza negli anni passati. “Le indicazioni che Banca d’Italia aveva dato all’istituto erano opposte a quanto messo in atto e abbiamo compreso che c’era stato un early warning che non era però stato seguito. Non credo, ha proseguito Spacca, che ci sia un atteggiamento pregiudiziale e vessatorio da parte dei commissari. Si è parlato di accantonamenti con logica penalizzante. Al contrario, facendo un approfondimento puntuale e valutando come non tutti i crediti siano uguali, gli accantonamenti sono stati fatti in modo da non penalizzare l’istituto, ma al contrario di agevolarlo.”
Dunque anche la politica ha preso atto non solo dell’assenza di qualsiasi complotto ordito ai danni della banca locale, ma di quanto la situazione Banca Marche fosse seria e di quanti input, anche dalla Vigilanza, erano giunti in passato ai dirigenti e agli amministratori, come più volte avevamo illustrato sul nostro giornale. Il solo termine liquidazione, sebbene pronunciato oggi da Spacca come ipotesi remota del passato, lascia intendere quale sia stata la gravità delle condizioni di Banca Marche prima del commissariamento e come solo oggi la banca possa essere annoverata forse nella media degli altri istituti in difficoltà. Il superamento dei momenti peggiori di crisi, come ha ricordato oggi il Governatore, è stato agevolato anche dal brand Banca Marche che ha retto nel territorio, con gli imprenditori, le famiglie e gli azionisti che non hanno voltato le spalle all’istituto. “I tredici miliardi di raccolta di oggi – ha affermato Spacca – sono paragonabili ai numeri prima della crisi e chi investirà nella banca terrà conto di questo”.
La soluzione, come si sapeva, è quindi nelle mani dei commissari i quali, si può immaginare, non attenderanno più che un mese o due l’arrivo di eventuali proposte che il territorio sarà in grado di fare. Starà adessoalle forze economiche regionali avere la capacità di presentare un piano credibile, con fondi americani “il cui interesse”, secondo Spacca, “è stato verificato”.
L’INTERVENTO INTEGRALE DI SPACCA E SOLAZZI
SPACCA – Siamo stati ricevuti da Visco con una delegazione ancora più ristretta di quanto previsto. I vertici di Bankitalia hanno voluto dare all’incontro una caratteristica di confronto istituzionale e territoriale, così non era presente il rappresentante del governo. Il colloquio è stato aperto e molto cordiale, di cortesia, nel senso che c’è stato un approfondimento sulle variabili macro economiche che hanno portato alla crisi e sullo stato dell’economia della Regione, un problema questo ben seguito dall’ufficio studi di Bankitalia. La crisi che colpisce l’Italia fin dal 2007 ha penalizzato di più le Marche e noi abbiamo la consapevolezza che la recessione ha toccato la nostra economia reale e manifatturiera più che nel resto del paese. Al di là di ogni altra valutazione che non è stata fatta (mi riferisco ai casi di malversazione) e limitandosi all’aspetto economico, in Banca Marche c’è stato l’orientamento ad erogare sull’immobiliare, una scelta che invece di alleviare ha aggravato la situazione. Le indicazioni che Banca d’Italia aveva dato agli amministratori erano opposte a quello che sono state messe in atto, così abbiamo compreso che c’era stato un early warning che è stato ignorato. Al di là di questo, abbiamo avuto da Visco un quadro di riferimento durante questo incontro di cortesia. Perchè di cortesia? Perché né noi né Banca d’Italia siamo gli interlocutori della crisi dell’istituto, bensì i commissari a cui è stato demandato il compito di trovare la soluzione. Da parte dei commissari c’è l’intendimento di dare una soluzione che valorizzi tutti gli apporti che il territorio può offrire, questo credo sia il centro della comunicazione, e non c’è strategia pregiudiziale a liquidare l’ìstituto. Tra un anno, con le nuove regole di Viglianza, si sarebbe anche potuto ipotizzare un processo liquidatorio. I commissari vogliono invece un percorso perché BM possa sostenere il territorio, con tutti gli apporti che il territorio può offrire per superare questa crisi in essere. Ci eravamo dati quattro obiettivi in Consiglio Regionale per Banca Marche: salvaguardia occupazionale (rete e direzione), sostegno economico alla Regione (80% degli imprenditori marchigiani sono sostenuti da BM), evitare il disperdersi del patrimonio dell Fondazioni (al di là dei comportamenti e delle loro inadempienze) che ricade sul territorio e allieva la crisi sociale; crediti deteriorati e attenzione che se BM scaricasse sul mercato i suoi asset immobiliari, questo crerebbe un crollo dei prezzi in un mercato già debole, con grave rischio per imprenditori e istituzioni. Tirando una conclusione, quanto maggiore sarà l’apporto dell’economia regionale al superamento della criticità, tanto maggiori saranno le possibilità di raggiungere non dico tutti gli obiettivi ma gran parte, seppure in misura parziale e con un ordine di priorità che sono quelle che ho appena elencato. L’altra consapevolezza che ho avuto dal colloquio con Visco è che l’azione fatta da parte nostra e dalla commissione è particolarmente utile. L’azione non può però essere solo limitata alla moral suation. Ora deve entrare in campo chi è in grado di presentare in maniera concreta le proposte che vanno nella direzione auspicata. Esistono diverse ipotesi che hanno operato a diversi livelli, diversi soggetti e diverse disponibilità: imprenditori, fondi americani la cui attenzione è stata verificata, con più di una banca con cui sono stati avviati i contatti. A questo punto è opportuno che questi soggetti, se sono in grado di elaborare un progetto, si facciano avanti o singolarmente o in collaborazione tra loro. L’appello che possiamo fare e che gli imprenditori, i fondi e le banche prendano contatto con i commissari per avviare questo disegno strategico operativo. In questo momento, per Banca Marche, non c’è un’ipotesi prevalente e i commissari hanno questo mandato, cioè di verificare concretamente le ipotesi proposte.
Aggiungo alcune considerazioni.
1) Non credo che ci sia atteggiamento pregiudiziale e vessatorio da parte dei commissari nei confronti di Banca Marche. Si è parlato di accantonamenti con logica penalizzante, quando invece si è fatto un approfondimento puntuale partendo dalla valutazione che non tutti i crediti sono uguali. Così gli accantonamenti, posti in essere con queste modalità, non sono stati fatti per penalizzare l’istituto, ma al contrario per agevolarlo.
2) Se questa banca è riuscita a fare un tratto di strada in un momento di crisi molto profondo, una crisi maggiore di quanto immaginavamo, la raccolta dell’istituto è ad oggi analoga ai momenti pre-crisi e vale circa 13 miliardi di euro. Questo significa che Banca Marche è ancora riferimento per le imprese, per gli azionisti che hanno mantenuto le loro azioni e per i risparmiatori. Questo è fondamentale nella lettura di chi interverrà per risanare la banca. Se c’è attenzione per un percorso di risanamento è per la fiducia che ha circondato BM in questi ultimi periodi, un clima di vicinanza all’istituto che non va rotto. Ora non bisogna accendere fuochi. Saranno la valutazione di questo periodo di crisi e il senso di partecipazione, a portare l’interessamento di chi, fuori della nostra Regione, vorrà investire su BM. Nomi non ne sono girati, ma si immagina non grandi istituti ma banche legate alla piccola impresa. E’ importante che questo rapporto di fiducia con il territorio non si interrompa. Ci auguriamo quindi che i soggetti siano concretamente disponibili dimostrandolo non a noi, non a Banca d’Italia ma ai commissari che stanno costruendo il progetto con grandissima fiducia.
La mia valutazione della visita è stato positiva. Di una possibile liquidazione non c’è traccia come non c’è l’ipotesi di disgregazione del gruppo, quanto un disegno che offre un’apertura di credito al territorio, in un contesto ancora critico ma in cui si possono realizzare percorsi simili a quelli portati avanti per altri istituti. Il colloquio è stato cortese ma non facile, e quanto ho appena detto, data la discrezione che ha caratterizzato l’incontro, è molto frutto di una mia interpretazione delle parole di Visco che credo corretta.
SOLAZZI: Sottolineo come non sono indifferenti i tempi, Banca d’Italia non considera i tempi indifferenti. L’aperura a valutare qualsiasi offerta e a non chiudersi su un’altra soluzione dipende dalla celerità delle proposte che devono essere complete di piano industrale. I tempo non saranno lunghi e chi ha proposte deve sapere che per quanto rappresenta il futuro dell’istituto i tempi non saranno una variabile secondaria e non saranno lunghi.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Mandatece gazzani la prossima volta, l’unico che capisce di finanza!!
gli immobili a garanzia dei prestiti sono stati valutati molto poco e ora c’è il pericolo che vengano venduti a prezzi di saldo falsando i prezzi di mercato? stiamo dicendo che una valutazione di un bancario (teorica) si sta trasformando in perdita (reale) che si trascina un mercato già in agonia…perchè nessuno acquisterà gli immobili in questione a prezzi più alti sapendo che la banca li valuta cosi poco. Chapeau! e ci fanno pure credere che sono stati buoni….
faranno come a Teramo…. azzeramento del valore delle azioni e per un pugno di mosche arriverà chi ci mette due lire e fa l’affare… perchè non ci spiegano perchè altre banche toscane o liguri non sono state commissariate e i loro azionisti hanno ancora qualcosa in tasca??hanno crediti migliori di BM? ah…già è vero… forse i crediti del Tirreno sono migliori di quelli adriatici…. mi raccomando pensate ai soldi delle fondazioni… per no artri non ci resta che piangere……
PAROLE…PAROLE…PAROLE…ALLA FACCIA DEL RICHIAMO ALLA CONCRETEZZA. SENZA SCORDARE I SINDACATI OFFESI DI NON ESSERE STATI INVITATI ALLA GITA A ROMA.QUESTE,INSIEME ALLE SOFFERENZE SONO LE COSE CHE TENGONO LONTANI INVESTITORI,BANCHE,FONDI ECC.LA SALVEZZA DI BMARCHE PASSA PER VIE COMPLETAMENTE DIVERSE,SONO IMPOPOLARI E MAL SI CONCILIANO CON LE AFFERMAZIONI DI PRINCIPIO DI QUESTI POLITICI TARDIVAMENTE ED INUTILMENTI IPERATTIVI
Senza voler leggere piu’ di tanto fra le righe, Visco ha praticamente detto a Spacca e compagni: la banca era arrivata sull’orlo del fallimento, i commissari sono serviti momentaneamente a bloccare ulteriori peggioramenti e se non si trova a breve un importante partner finira’ comunque male. I nostri cari politici hanno preso atto della impossibilita’ di risovere il problema !!!
SPERIAMO ALMENO CHE CI SI CONVINCA DI FARE AZIONI CONTRO LA MALA-GESTIONE
Scusate,ma che ci stanno prendendo in giro? Ma questi signori cosa sono andati a fare a Roma,una passeggiata per omaggiare il responsabile di tante nostre calamità e non solo nostre? Ma per sentirsi dire e riportare quanto scritto da questo giornale bisognava andare nella capitale? Già ciascuno di noi era in grado benissimo di immaginarlo,e peraltro questo giornale,con tendenze aziendaliste, lo aveva già esternato. Cosa volevate che dicesse il governatore?”oste è buono il vino”? La politica degli accantonamenti adottata ha agevolato e non penalizzato l’istituto? Ma qui siamo veramente alla follia!!! Nessun altro concorrente,anche in regione,è stato tartassato in quel modo!La grave crisi economica di questa regione è anche, in gran parte, figlia di quella politica e non viceversa! Nel 2013, solo nella provincia di Macerata, sono andati in fumo ben 22000 posti di lavoro e Visco e i guru della nuova gestione che ne pensano? Nemmeno un accenno di rossore?Se il Medioleasing rappresentava il grosso problema argomentato,allora bisognava scorporarlo e trovare una diversa soluzione. Quindi facciamo piena luce, con sollecitudine, sulle malefatte e malversazioni della precedente gestione, ma non facciamo in modo che queste rappresentino il parafulmine di altre malefatte(non malversazioni) dell’attuale gestione. E soprattutto non continuiamo a farci prendere sempre più per i fondelli.
Dai commenti precedenti mi sembra di comprendere che le colpe sono di tutti…..Banca d’Italia, precedente gestione, politica nazionale, errate valutazioni degli immobili, al solo scopo di affossare BM a favore di ….
A pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca. E’ questo il vostro motto?
La mia idea, espressa molte volte, è che le colpe principali siano delle Fondazioni, incapaci di scelte lungimiranti e arroccate sulla difesa delle loro posizioni personali e sugli interessi dei loro amici.
La politica regionale mi sembra ora fare le veci delle Fondazioni, poco presentabili in questa fase.
Non pensate che c’è l’hanno con noi perché siamo piccoli e neri come Calimero, anzi tutto vorrebbero meno di farcela pagare, perché la liquidazione di banca Marche sarebbe un gravissimo indizio dell’incapacità italiana di salvare una propria banca di medie dimensioni e potrebbe riportare il panico nei mercati.
Unico problema è trovare chi ci mette i soldi.
Capisco le nobili intenzioni di Cesarini…..ma se bastasse aumentare le quotazioni degli immobili per evitare la crisi il gruppo BM non sarebbe mai stato secondo a nessuno. Hanno perfino visto capannoni costruiti dove c’erano solo lotti edificabili.
Veniamo alle parole del Presidente Spacca…. è chiaro che sta iniziando la sua campagna elettorale ed in questo momento si erge a difensore di tutti gli interessi regionali. Le parole che ha pronunciato nel Consiglio Regionale dicono tutto e il contrario allo stesso momento.
Si tratterà per trovare soci che accettino le condizioni poste nell’ordine indicato dal Presidente.
Mia convinzione è che l’unica condizione che un socio potrà accettare sarà quella di dare il tempo alla Politica di far vedere di aver fatto grandi e positivi negoziati, riservandosi però dopo 12-18 mesi la libertà di intraprendere tutte le iniziative per rendere conveniente l’investimento.
Se invece tra chi legge ed in genere in Italia c’è qualcuno che vuole investire senza avere voce in capitolo, accettando tutte le condizioni poste per puro spirito di servizio, si faccia avanti, è un po’ che viene chiamato in causa ma per timidezza stenta a presentarsi.
Quando gli stakeholder sono stati fatti fuori dalla delegazione romana si è capito subito che tutto si sarebbe trasformato in una “vacanza romana”.
Il Governatore Spacca non ha capito, o fa finta di non capire, che questa è una guerra al ribasso e che in ballo c’è l’economia di un’ intera regione, la ricchezza di un territorio costruita in molti anni dal popolo marchigiano e rappresentata dalle Fondazioni che si troveranno in mano un pugno di mosche.
Il popolo marchigiano ha risposto con coraggio e senso di appartenenza restando al fianco di Banca Marche e la politica…?