di Marco Ricci
Rainer Masera, dopo la sua nomina avvenuta martedì scorso al ruolo di Presidente di Banca delle Marche, sembra aver già preso in mano la situazione dell’Istituto marchigiano. Già nella giornata di ieri infatti il banchiere lombardo ha fissato per mercoledì prossimo l’incontro con le rappresentanze sindacali. Un incontro richiesto dai rappresentanti dei lavoratori già durante lo svolgimento dell’ultimo Cda immediatamente dopo la nomina dello stesso Masera. per avere sopratutto delucidazioni sul piano industriale e sulla autonomia futura di Bdm. In maniera informale i sindacati hanno espresso soddisfazione per l’immediata risposta del nuovo Presidente, una soddisfazione che rimarca quanto abbia pesato fino ad ora l’assenza della figura di vertice del Consiglio di Amministrazione. Sempre le fonti sindacali sottolineano infatti comeil passaggio avvenuto nel Cda di martedì scorso sia importante e in qualche maniera rassicurante, vista anche l’incertezza vissuta nei giorni precedenti relativi proprio all’accettazione da parte di Masera della candidatura.
Sono invece molto poco rassicuranti per i sindacati le frammentarie notizie che circolano in merito al piano industriale che Masera pare voglia rivedere. Una situazione di incertezza che potrebbe vedere – usiamo assolutamente il condizionale – la cessione di una cinquantina di sportelli di Banca delle Marche e forse della Cassa di Risparmio di Loreto, il piccolo istituto con quindi filiali partecipato quasi all’ottanta per cento da Bdm. Le preoccupazioni maggiori sembrano comunque essere quelle relative al centro di calcolo di Piediripa. Già oggetto in passato di diversi comunicati sindacali che auspicavano il mantenimento della struttura, il futuro del ced viene considerato un po’ come la cartina al tornasole del futuro della Banca. Un eventuale smantellamento avrebbe infatti il chiaro significato di un depotenziamento delle capacità complessive del gruppo, di una perdita di know-out e di centralità marchigiana letta nell’ottica di una più complessiva perdita di autonomia piuttosto che di uno scenario espansivo.
Fonti interne alla banca hanno intanto confermato che Mediobanca è uno degli advisor già attivati da Bdm nella ricerca di partner industriali in grado di sottoscrivere una parte consistente dell’aumento di capitale che, come sappiamo, dovrà essere di almeno 300 milioni di euro. Questa notizia conferma ovviamente in modo indiretto che la cordata di imprenditori locali – guidata da Francesco Merloni – non sarà in grado di coprire l’intera cifra necessaria. Chi parla di 100 milioni di sottoscrizioni, chi di 150, ne restano da coprire ancora dai 200 ai 150 ed è impossibile pensare che i piccoli azionisti, i dipendenti o chi sia possano arrivare a tanto. Sarà quindi necessario l’ingresso nel capitale da parte di altri istituti di credito. Al di là dei nomi che circolano – sempre gli stessi da mesi, Credit Agricole, Bnp-Paribas – uno dei nodi sul futuro socio industriale verterà molto probabilmente sul controllo dell’istituto. E’ davvero molto difficile immaginare infatti che, a fronte di cospicui investimenti, un socio esterno possa accettare una quota di minoranza dell’istituto limitandosi ad un ruolo secondario nella governance di Banca delle Marche. Un assetto già varie volte criticato da Banca d’Italia ma senza che per questo il Direttore Generale Goffi fosse stato messo nelle condizioni ideali per incidere celermente e in profondità nell’organigramma aziendale. Sia per le notevoli resistenze esterne e interne incontrate sia per quegli equilibri stratificati nel corso dell’era Bianconi che da più parti vengono definiti come il prodotto “del manuale Cencelli.”
Un punto questo, relativo alle criticità passate della governance locale di cui nessuno degli attori in gioco parla. Il coro localistico si limita infatti ad elencare gli indubbi vantaggi di un istituto di credito in mano all’economia marchigiana, senza domandarsi però quanti dei problemi attuali siano ascrivibili proprio al “localismo marchigiano,” una governance che ha prodotto in passato gli inevitabili corto-circuiti tra controllori e controllati, tra chi un credito lo richiede e chi lo eroga, e magari il piegare le decisioni della banca in merito agli impieghi proprio alle forze politiche ed economiche locali. E’ inverosimile pensare infatti che l’istituto marchigiano possa essere stato condotto nello stato difficile in cui versa senza che non vi fossero responsabilità all’interno delle strutture organizzative e probabilmente anche dei soci. C’è allora da domandarsi quanta credibilità – al di là del nuovo Presidente Rainer Masera, degli sforzi di Spacca e di Merloni – quanta credibilità possa avere Bdm senza anche una più incisiva ristrutturazione della dirigenza e ricerca delle responsabilità.
Per concludere questa rapida carrellata sugli ultimi avvenimenti di Bdm, va sottolineata l’urgenza dell’aumento di capitale necessario se solo il 30 di giugno il Total Capita Ratio di Bdm ha oscillato pericolosamente ai limiti dell’8%. Un valore sotto il quale Banca delle Marche potrebbe vedersi costretta alla restituzione di notevoli prestiti alla Banca Europea degli Investimenti, una momentanea e grave criticità che ha spinto Bdm ad emettere il prestito obbligazionario subordinato attualmente sottoscritto per soli 20 milioni dalle Fondazioni di Pesaro e Jesi. Un problema che indubbiamente verrà risolto con l’ingresso di nuovi soci nel capitale ma che – in caso di nuove rettifiche sugli impieghi e soprattutto di lungaggini – potrebbe nel frattempo riproporsi.
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analisi lucidissima !!!
Questa è follia finanziaria…banca delle marche ha emesso un prestito subordinato per 80 milioni di euro …la follia? dalle notizie che si hanno, la durata del prestito è 10 anni, il tasso 12,5 % annuo, neanche l’Argentina arrivò a tanto per racimolare soldi e non naufragare…sappiamo tutti cosa è accaduto, ma quando l’acqua raggiunge il ponte della nave, questa è già affondata. Un tasso del 12,5 %, se confermato dai fatti, è totalmente fuori controllo e logica bancaria, almeno in europa, poi se andiamo nel terzo mondo forse si trova qualcosa di analogo, per chiarezza, il prestito subordinato, lo dice la parola stessa, è il più rischioso per il sottoscrittore, difatti il rimborso del capitale o della cedola è subordinato alla buona salute dell’emittente…La cosa ancor più preoccupante è che, se questo prestito è riservato ai grandi finanzieri speculatori, magari quelli che metteranno i capitali, dobbiamo chiederci cosa avranno in cambio come garanzia? Qualche fetta del patrimonio dello stato? Del nostro patrimonio? Non crederete che il loro gesto, se ci sarà, sia solo dettato dalla loro misericordia per il popolo, qui non si tratta di sborsare soldi per costruire una rotonda lungo la strada, ma parliamo del futuro di una grande banca, con un grande passato, e con un personale da tutelare, i tagli indiscriminati non possono essere accettati.Siamo in un paese dove ormai la follia amministrativa governativa dilaga nella vergogna, basta vedere cosa stà succedendo in parlamento, dove chi si ribella in favore dei diritti del popolo, viene indicato come irrispettoso nei confrnti delle istituzioni. tra non molto sarà un terrorista.Le ristrutturazioni aziendali sono inevitabili, ma prima di colpire la massa si deve far giustizia e ridimensionare i lauti compensi di chi poi…ha dimostrato e dimostra di essere incompetente…Probabilmente io sbaglio, poichè il 12,5% di interesse è normale..l’Italia è già un paese del terzo mondo….
Se i termini del prestito fossero quelli riportati da Gianni Rondoni debbo dire che l’adagio vernacolare del raider di Zagarolo Stefano Ricucci sarebbe perfettamente acconcio alla situazione. Per chi non lo ricorda si parlava, eufemisticamente, di soggetti che utilizzano i deretani altrui per soddisfare, diciamo così, pulsioni personali. Mi sa tanto che quel grumo di potere locale che ha affondato la banca stia raschiando il fondo del barile prima di saltare sulle scialuppe di salvataggio.
Per i termini del prestito si può leggere in http://www.linkerblog.biz/2013/07/04/nebbia-estiva-sulla-banca-delle-marche/ (nel riquadro intitolato “Da Banca Marche un lampo-bond”).
Interessanti indiscrezioni anche qui: http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Banca-Marche-Mediobanca-lavoro-cerca-partner-aumento/10-07-2013/1-A_007579662.shtml .
Frase da meditare:
“A misura che avanziamo nel tragico, il senso del tragico diminuisce.”
(Guido Ceronetti)
Ma farla diventare veramente una banca popolare (cioè azionariato diffuso: migliaia di azionisti con piccolissime quote) e mandare a fanc…tastico tutti gli incapaci che ultimamente l’hanno governata???