di Marco Ricci
“Egregio dottor Bianconi, nel momento del suo commiato da Banca delle Marche mi piace darle atto a nome di tutto il Cda che in questi anni il nostro istituto, con il contributo della sua alta direzione, ha avuto un notevole sviluppo organizzativo ed operativo, acquisendo una posizione di indiscusso prestigio nel sistema bancario e nella intera economia della Regione Marche. Inoltre, sua giusta richiesta, ritengo doveroso riconoscere che, nell’esercizio delle sue attribuzioni, delle deleghe ricevute, e più in generale nella gestione delle attività aziendali, lei ha agito in costante sintonia con gli indirizzi stabiliti e le determinazioni assunte dai sovraordinati organismi collegiali”.
Questo il testo della bozza della famosa (e misteriosa) lettera di commiato consegnata a settembre del 2012 al direttore di Banca Marche, Massimo Bianconi, al momento dell’interruzione del rapporto di lavoro con l’istituto di credito, interruzione che era stata sollecitata nella comunicazione di Ignazio Visco datata giugno 2012 in cui il governatore, in modo piuttosto perentorio, invitava Banca Marche al cambio del capo dell’esecutivo.
“Nella seduta del Cda del 3 aprile scorso – riferì a questo proposito durante l’ultima assemblea dei soci Luciano Goffi, il nuovo dg subentrato a Bianconi – l’allora presidente Lauro Costa precisò di avere rilasciato non già una lettera di manleva all’ex dg Bianconi ma semplicemente una lettera di stima e di condivisione dell’operato di questi, e ciò sulla scorta di una bozza redatta da un legale esterno alla Banca. In occasione della citata seduta consiliare, il presidente Costa chiarì di non avere conservato la copia dell’originale della lettera in questione, sicché la stessa non è disponibile. In ogni caso il fac-simile della lettera in parola, che riporterebbe il puntuale contenuto dell’originale, come detto non disponibile, è stata consegnata allo studio Bonelli Erede Pappalardo”.
Il motivo di tanto mistero intorno a questa lettera di commiato viene appunto dal fatto che Banca Marche non avrebbe tenuto una copia dell’originale, ma solo il fac-simile di cui riferisce Luciano Goffi e che abbiamo riportato in apertura di articolo. La circostanza ha del sorprendente, considerando che la lettera non era infatti indirizzata a un cassiere in vista della pensione, ma a chi aveva guidato la banca negli ultimi otto anni. Il contenuto, oltretutto, andrebbe misurato non solo con i reiterati verbali ispettivi della Vigilanza di Banca d’Italia giunti in Banca Marche ad inizio 2011, ma anche con le due durissime comunicazione di Igniazio Visco di gennaio e giugno 2012. Verbali e rilievi del governatore non certo entusiasti dell’alta gestione e dell’assetto interno di un istituto che in diciotto mesi, dopo l’uscita di Massimo Bianconi, ha accumulato perdite per circa 1000 milioni di euro.
In ogni caso all’ex-dg non venne consegnata una vera e propria lettera di manleva con il valore di sollevarlo da eventuali responsabilità – lettera che il Cda non avrebbe neppure potuto redarre in quanto il potere di una tale azione spetta all’assemblea dei soci – ma un documento con cui, secondo le parole di Francesco Grassano, “probabilmente dovremo fare i conti in qualche sede giudiziale”. Se infatti la bozza non libererebbe Bianconi dalle sue eventuali responsabilità nel dissesto dell’istituto, allo stesso tempo potrebbe consentirgli – qualora gli venissero mossi addebiti sul suo operato – di chiamare in causa i consiglieri di amministrazione i quali, si immagina, davanti a questa prospettiva faranno salti di gioia. Il testo infatti tenderebbe ad avvalorare la tesi della piena condivisione delle scelte tra lo stesso direttore generale e gli organi amministrativi di Banca Marche non solo dal punto di vista strategico, ma anche da quello più prettamente operativo delle deleghe ricevute dall’ex dg.
Che l’istituto sia stato generoso con Massimo Bianconi è cosa nota, non solo per l’entità degli stipendi e per il milione e mezzo di euro di buonuscita intascato a metà del 2011 per tre settimane di interruzione di lavoro, ma anche per l’assegno milionario con cui il direttore generale uscì definitivamente da Banca Marche. Non c’è forse quindi da sorprendersi se tale assegno venne accompagnato anche da un ultimo biglietto di saluti. Resta da chiedersi però perché il presidente Costa rilasciò questa lettera di commiato o se fu Bianconi stesso a richiederla. La banca in ogni caso – come ogni buon coniuge prima del divorzio – si informò preventivamente da uno studio legale sulla possibilità di dover redigere qualcosa, ricevendo in risposta non solo dei chiarimenti sull’azione di responsabilità e su una sua eventuale abdicazione, ma appunto anche la bozza in questione.
Il cda di Banca Marche si era in ogni caso precedentemente espresso perché al dg non venisse rilasciata alcuna lettera di manleva, neppure nel caso – come poi accadde – di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Forse un compromesso tra le richieste di Bianconi e le scelte del Cda, anche se molti consiglieri vennero informati solo ex-post di questa ultima lettera d’addio. Lettera d’addio che – stanti le perdite accumulate da Banca Marche – potrebbe non rendere esattamente felici gli ex-consiglieri di amministrazione che negli ultimi anni hanno guidato l’istituto di credito.
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Chi ha mai pensato il contrario!!
«L’armonia nascosta vale più di quella che appare.»
(Eraclito)
Non ho compreso, ma che cosa è la lettera?
Una specie chiamata in correo?
Non c’è bisogno di quella lettera per realizzare che fossero tutti ‘compagni di merende’ esclusi i nuovi amministratori. Ciò che non si comprende, a meno che di ‘compagni’ non ce ne fossero molti di più, è perché ancora non partono le tanto sbandierate azioni di responsabilità. Nessun colpevole? Tutti colpevoli!
Il mitico agricoltore di Macerata,frutto anche lui delle lungimiranti scelte della fondazione di mc e del suo presidente ha ben visto di rendere l’ultimo e sentito omaggio al dott.Bianconi,il quale oggi ha una lettera che vale molto piu’ di una manleva,perche’ se da un lato ci si complimenta per l’operato manda a tutto il consiglio un messaggio chiaro ed intimidatorio:Bianconi ha operato con il beneplacito e la piena approvazione di tutto il cda,quindi nessuno dorma sonni tranquilli e se cade Sansone cadranno anche tutti i filistei.L’originale della lettera e’ stata inghiottita davanti a Bianconi da Costa prima di risalire sul suo trattore Landini( ecco spiegato il perche’ la banca non ha l’originale).Resta da capire quale studio??legale??? possa aver consigliato a Costa il testo della lettera,probabilmente si sara’ rivolto a qualche avvocato affetto da demenza senile,o forse dato che la lettera e’ scritta in italiano non l’ha scritta lui ma direttamente Bianconi.Buone notti insonni ed agitate a tutti gli attori di questa tragedia degli orrori,componenti ambiziosi,incapaci ed avidi del cda compresi,lo chef Bianconi ha preparato la pietanza,ora tutti pronti a mangiarla e digerirla,il piatto e’ servito….
@ Giuliano Nardino
la pietanza più che il Sancta Sanctorum della banca, se la sono mangiata tutti i marchigiani.
Questo straordinario paese ha la capacità di trasformare le tragedie in farsa. Quindi, dal mio punto di vista darei il primo premio a Giuliano Nardino per aver creato la esilarante immagine figurata del “Marchese Costa a bordo del suo Landini Special”! Che ne so, ogni volta che incontro a Costa – e mi capita sovente di incrociarlo – mi viene da ridere perché lo vedo immaginariamente in “groppa” al suo cavallo meccanico.
….ma queste eccellenze che tutto il mondo ci invidia chi le ha messe li? ripeto prima che entrasse bianconi nel 2004 bastava fare una ricerca di 60 secondi per vedere chi ci si metteva in casa,praticamente il suo nome viene associato hai furbetti del quartierino ricordate coppola ? ricucci? visto che e’ stato un personaggio scelto dalla fondazione di macerata chi lo ha scelto? quali sono i motivi? perche?? qui le risposte hai magistrati le devono dare piu’ le fondazioni che i personaggi stessi,
e costa chi lo ha messo li?? le capacita’ di costa da chi sono state valutate?? gira gira caschiamo sempre li!!!
C’era una volta un burattino (in questo caso tanti) a cui Mangiafuoco aveva dato alcune monete d’oro. Incontrò il Gatto e la Volpe (la prima foto dell’articolo……neanche Collodi), che gli promisero che se avesse sepolto il tesoretto in un pezzo di fertile terra marchigiana, lo avrebbe visto fruttare tantissimo. Lui chiese “è sicura ‘sta cosa?” e loro risposero “sicura di se, si cura di te”!
Così i risparmi di una vita vennero sepolti in terra Jesina.
Oggi, a ricordare l’accadimento, esistono migliaia di metri cubi di laterizi e cemento, che contengono centinaia di impiegati “esuberanti”, che gestiscono tonnellate di carta e che …… al mercato mio padre comprò.
Niente di più distante dalla mentalità e dal buon senso marchigiano. Sipario!
http://www.giocattoleria.it/articoli-bambino/giocattoli-infanzia/giocattoli-peg-perego/trattore-con-rimorchio-peg-perego.html
solo un incompetente ed un sobillatore come te “ragionemarche” puo’ dire una fregnacciaccia come quella che tu sostieni e cioe’ che Bianconi è stato scelto dalla fondazione di macerata.Se cosi’ fosse,come abbiamo letto qui piu’ volte,come mai Gazzani non ce lo voleva piu’ da tanti anni?Come mai ha richiesto in assemblea l’azione di responsabilita’ a Bianconi e c. e gli altri l’hanno respinta? Se lo aveva scelto lui si sarebbe comportato come Sabatini e Bassotti!Meditate gente meditate e soprattutto diffidate dei vari regione marche,i quali sicuramente creano questa confusione per buttare fumo negli occhi.Le responsabilita’ sono chiare e il tempo ci dira’ di chi sono le responsabilita’.REGIONEMARCHE A CUCCIA ai tuoi padroni è rimasto poco,Bauh!Bauh!
…non mi meraviglierei persichetti che le avessi valutate tu le capacita’ e valore , dell’ eccellenza di bianconi, e costa!!!!
Regione marche,Persichetti tranquilli,chi ha scelto chi,chi ha agito in buona fede e chi no,competenti( pochi a dire la verita’) incompetenti( tanti,troppi direi) le responsabilita’ e quant’altro saranno gli argomenti del dibattito pubblico ed aperto a tutti( presidenti delle fondazioni compresi e voi ovviamente) che sto organizzando da tempo.Sto solo aspettando il momento propizio per non interferire con il prezioso lavoro della magistratura.Ne vedremo e sentiremo delle belle davanti al pubblico e fare lo scaricabarile sara’ un pochino piu’ difficile che scrivere su cronache maceratesi.Sara’ una occasione unica per presidenti,consiglieri,componenti del cda,dipendenti per far valere le loro ragioni e sopratutto fare emergere responsabilita’ e colpe.In fondo per le fondazioni( tutte) banca marche e’ costata solo qualche centinaio di MILIONI di EURO,non facciamo drammi,offendendoci l’uno con l’altro e scomodando burattinai,abbaiate di cani e la comune intelligenza assolutamente assente in questi dibattiti.A presto e mi raccomando tutti presenti,mettiamoci la faccia che dite?…
Persichè, senza voler prendere le difese di alcuno, da quello che so io, Gazzani rappresenta gli intetessi di molti investitori forti (tra cui “li marinà). Questi investitori, finchè le cose vanno bene e Bianconi le ha fatte andare bene (anche se sappiamo come), sono tranquilli e contenti, poi quando tutto cade si mettono con i cerini accesi sotto la sedia di colui che hanno eletto a rappresentarli e costui è costretto a cambiare parere. Può darsi che sia andata così, chi può saperlo….
la verità è che quando Bianconi dava i dividendi nessuno aveva dubbi sulle sue capacità, poi il vero errore imperdonabile è stato pensare che il 2011 era l’inizio della ripresa e non l’inizio del tracollo. La banca aveva il 40% degli impieghi nel settore costruzioni e immobiliare, se ci fosse stata la ripresa (dopo 4 anni di crisi) staremmo a parlare di grande lungimiranza. La verità è che hanno cannato completamente le aspettative. E come fanno le Fondazioni tutte a tirarsi fuori?? non bastano le magagne su alcune posizioni a spiegare il miliardo e mezzo di perdite, c’è stata una vera e propria scommessa sul futuro, altro che prudente gestione. Però attenti, azzuffandosi sul passato vi state dimenticando che nessuno oggi in Italia applica i criteri di svalutazione che applica banca Marche, oggi se l’imprenditore prende un raffreddore si svaluta, non c’è banca che si comporta cosi, abbiamo i Merkel de noi altri che del rigore assoluto fanno un credo. Ogni banca valuta oltre al credito la necessità di sopravvivere, ci sono banche che si sono fermate nelle svalutazioni quando queste portavano al suicidio. Occhio che quelli di prima ci hanno sparato ma questi ci stanno finendo, l’azione alla fine varrà nulla e chi compra farà le plusvalenze. E voi state a litigare ancora su Bianconi, ma perchè se va in galera a voi vi ridanno i soldi?? non penso proprio…
Cesarini, “scurdammece o passato…” può valere per altre cose, ma non per un fatto così grave che, in pochi anni ha distrutto decine di anni di risparmi, fatiche, sacrifici, toh anche nero dei prudenti marchigiani. Fatta la debita pulizia si riparte con rinnovato piglio se ci sono le condizioni, altrimenti si fa la fine della Banca pop di Ancona; oggi snaturata da interessi lombardi, condotta da un matematico che capisce solo i numeri e che non ha volontà di assistere le piccole imprese marchigiane. Credo che non si abbia coscienza di questo attuale e futuro impoverimento di risorse (da quello che scrive, Cesarini, è anche sinceramente difficile capire cosa vuol dire e cosa vuol fare), che può essere letale alla nostra economia così delicata, anche se sostenuta da uomini e donne si forti e temerari.
Furio e basta non noti nessuna somiglianza tra chi oggi governa BM e prima governava la popolare di Ancona che tanto ti fa schifo?? la fine è già scritta, nella semestrale scorsa se si fosse avuto il coraggio di gestire la situazione con un cda sereno e coeso e un direttore forte oggi forse non saremmo a questo punto. Hanno fatto la corsa a chi pubblicava il memoriale più bello, ma dimmi in quale altro posto si sono visti consiglieri che vanno sui giornali a dire la loro in modo individuale…per la serie si salvi chi può! Qui si è buttato via il bambino con l’acqua sporca e il clima di terrore forse non è stato gestito con il polso dovuto, è un modesto e pacato parere ma permettimi il dubbio. Le responsabilità del passato mi sembrano evidenti da quello che ho scritto e che hanno detto tutti, non ci si scorda di nulla e nessuno può scordarlo! cda e dirigenza hanno assunto rischi non gestibili da una banca con capacità scarse di incrementare il patrimonio (perchè con azionisti senza grandi risorse) la differenza è che ho cercato di scriverlo in maniera logica e senza linguaggio giacobino che non porta a nulla. Se la magistratura ha inviduato illeciti sono sicuro che li perseguirà ma non ci daranno i soldi indietro…Dico solo che quando ti trovi una sanguisuga sul braccio devi capire se usare il bisturi o l’accetta, forse usando l’accetta avrai risolto il problema della sanguisuga ma non avrai più il braccio!! la banca a parte i crediti che aveva in pancia adesso si trova senza interessi attivi, l’unica linfa vitale per risollevarsi. Grazie anche alle campagne stampa per un anno si è fatto terrorismo (a differenza di altre banche, anche quotate, messe molto peggio di BM dove si è lavorato senza parlare) e nessuno si è preso la responsabilità di dare una sterzata per la sopravvivenza.
Cesarini, a me non fa schifo la Banca Popolare di Ancona, dico solo che è stata snaturata, dall’attuale gestione, rispetto alla banca vicina alle imprese marchigiane che era. Poi è chiaro che l’attuale DG di Banca Marche è il “vecchio” DG di Banca Popolare, ma questo non c’entra.
C’entra invece, a mio parere, un altro aspetto che comincia a fare la differenza. Non è tanto il fatto che si parli, si sputi o si denigri la Banca delle Marche per farla precipitare ancora più giù ed ho dei dubbi che il braccio sano possa ancora impugnare l’accetta visto che la sta usando il mercato. Qui, oltre alle problematiche esistenti, si aggiunge il fatto che manca il lavoro corrente della banca, quello che porta le entrate necessarie per il funzionamento ordinario (e mi sembra che anche tu lo rilevi), perché le nostre aziende stanno perdendo colpi, si stanno compromettendo con i rating ed aumenta esponenzialmente la percentuale delle imprese che non riescono più ad attingere al debito di finanziamento (o che non riescono a mantenere il livello di fidi corrente, o che non possono fare investimenti perché non sostenuti finanziariamente). L’aumento della percentuale di aziende che hanno difficoltà a reperire mezzi finanziari, provoca una spaccatura netta nel portafoglio della banca, perché, nel contempo aumenta anche la percentuale delle aziende che, invece, non hanno bisogno del credito bancario perché hanno intrapreso un percorso virtuoso e rigoroso nella loro politica imprenditoriale, che le hanno portate anche ad assorbire quote di mercato lasciate dalle imprese fallite. Se da una parte le aziende non sono finanziabili e dall’altra non richiedono supporto finanziario, la banca non riesce a sostenere più la propria attività e questo è quello che sta succedendo e rappresenta la visione (molto semplificata) del futuro “nero” della banca tradizionale, che potrebbe pesare di più rispetto ad un passato da dimenticare.