di Marco Ricci
Sarebbero saliti a quindici gli iscritti nel registro degli indagati da parte della procura della Repubblica di Ancona dopo i due esposti presentati in primavera dal dg di Banca Marche, Luciano Goffi (leggi qui). Le ipotesi accusatorie scaturite dalle indagini condotte dalla procura con l’ausilio del comando provinciale della guardia di finanza riguardano al momento gli anni 2011 e 2012. L’elenco delle contestazioni sarebbe piuttosto corposo, andando da reati societari come il falso in bilancio, false comunicazioni e l’ infedeltà patrimoniale, fino a reati contro il patrimonio. Gli inquirenti, che si muovono con la collaborazione della vigilanza di Banca d’Italia, stanno così portando avanti un primo filone d’indagine relativo agli ultimi anni della gestione di Banca Marche. Una seconda tranche di accertamenti riguarderebbe invece le gestioni precedenti al 2011.
“Una situazione fluida”, aveva spiegato nelle scorse settimane la procuratrice di Ancona Elisabetta Melotti. Una situazione che ancora non ha visto alcun avviso di garanzia ma che, anche per il numero crescente di persone ascoltate dalla finanza e dalla procura, rischia più che di assottigliarsi di allagarsi. I verbali della Vigilanza allegati alle notifiche dell’avvio delle procedure sanzionatorie nei confronti di ex dirigenti, amministratori e responsabili dei controlli di Banca Marche e di Medioleasing sono oltretutto piuttosto pesanti (leggi qui). Non ci si deve neanche fare ingannare dallo stretto riserbo con cui stanno procedendo le indagini. Molto è infatti il materiale sequestrato nei mesi scorsi all’interno dell’istituto di credito. Materiale che probabilmente richiederà del tempo per essere vagliato con attenzione. Si ha in ogni caso l’impressione che l’indagine si stia allargando. Solo poche settimane fa infatti erano nove gli indagati dalla Procura della Repubblica di Ancona.
Si è intanto appreso che i provvedimenti sanzionatori inviati da Banca d’Italia non hanno interessato Giuseppe Grassano e Francesco Maria Cesarini. Era già noto che né Rainer Masera, né Luciano Goffi né i consiglieri che avevano seduto per breve tempo nell’ultimo cda di Banca Marche fossero stati raggiunti dalle contestazioni della Vigilanza. Cesarini e Grassano erano stati invece nominati in consiglio di amministrazione nella primavera del 2012 su indicazione di Fondazione Carima. La loro esclusione dai provvedimenti dimostrerebbe come il loro operato sia stato apprezzato dalla Vigilanza. Va anche ricordato – come più volte ha espresso lo stesso Cesarini nel memoriale consegnato al momento delle proprie dimissioni e che suonò come un vero e proprio j’accuse (leggi qui) – come il lavoro dei due consiglieri si scontrò spesso con le posizioni assunte da altri membri del Cda oggi sotto procedura sanzionatoria. Tanto che ad un analogo memoriale presentato da Giuseppe Grassano, sempre al momento delle dimissioni, rispose con una lunga lettera l’ex presidente di Banca Marche Michele Ambrosini. Lettera in cui Ambrosini ricostruiva tra le altre vicende l’allontanamento di Massimo Bianconi e l’interruzione del contratto al dg nel 2011 (leggi qui). In un verbale dell’aprile 2013 – allegato alla stessa comunicazione – si legge ad esempio che Michele Ambrosini sostenne che “dire che nel passato non sarebbero stati osservati i principi di sana e prudente gestione contrasta con un dato inoppugnabile, che non si sapeva, né si poteva sapere che l’evoluzione dell’economia marchigiana e, in particolare, del settore immobiliare sarebbe stato tanto negativa”. Posizione questa ben diversa da quelle rilevate da Grassano e Cesarini prima e dalla Vigilanza poi. La quale, lo ricordiamo, ha espresso nei verbali dure critiche all’assetto gestionale della banca e all’operato dell’ex dg Bianconi.
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….gia’ immagino la faccia dei 15,…speriamo negli avvisi di garanzia per natale, la procura lo deve fare questo regalo agli azionisti!!!!
tanoni stai lontano da chi ha sbagliato!!!
ma i banchieri improvvisati delle fondazioni se ne sono andati ?
Basta banche e attività produttive in generale (Poste, Alitalia, Ferrovie, Rai ecc…) gestite dallo Stato, servono solo a ingrassare politici, i loro parenti, i loro amici e amanti. Privatizzare e aprirle al mercato, se queste aziende ci sanno stare, bene, altrimenti chiudano per il bene dei contribuenti e dei cittadini italiani.
Ambrosini,inqualificabile,complice od incapace? O tutte e tre le cose?L’ambizione mista a stupidita’ ed un pizzico di protervia e presunzione non ha limiti.Onore al merito invece a quei due galantuomi di Grassano e Cesarini,uniche voci oneste e professionalmente capaci e competenti la cui voce purtroppo e’ rimasta inascoltata.Onore al merito anche a Gazzani ed alla fondazione di mc che li hanno voluti e nominati.Arriviamo alle accuse: purtroppo di Cesarini e Grassano Gazzani si e’ ricordato dopo aver voluto in consiglio frotte di incapaci,raccomandati da politica ed accordi incrociati,i quali hanno combinato i disastri di cui si parla oggi.Poi,vista la malaparata ha cercato di porre rimedio agli errori madornali commessi,errori tra l’altro costati cari a fondazione,azionisti ecc..ed i poveri Cesarini e Grassani nulla hanno potuto fare se non di andarsene sbattendo la porta.La morale,amara,e’ che ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere,comprese fondazioni e loro illuminati presidenti
E’ la storia degli ultimi 20 anni di un Paese martoriato dal malaffare, spalleggiato da leggi atte a lasciare impunite le ruberie. Avremo il coraggio di ribellarci a cotanto scempio? Riusciremo a costruire un sistema più equo dove chi ruba non sia più un ammirato ‘furbetto’ e venga perseguito secondo giustizia? Questo declino sembra inarrestabile, ma abbiamo il dovere di riscattarci o, la storia insegna, rischiamo di derivare verso pericolosi estremismi e verso nuovi drammi…