Banca Marche in rosso
per circa 500 milioni
Goffi: “Faremo chiarezza sul passato”

Conferenza stampa fiume del direttore generale che, pur lanciando messaggi rassicuranti , ha più volte sottolineato la necessità di trasparenza e verità, ha presentato i punti salienti del nuovo Piano Industriale e illustrato le azioni da mettere in campo per superare la crisi. Nel mirino una decina di operazioni a rischio di cui otto nel settore immobiliare. "Abbiamo affidato ad uno studio legale l'incarico di analizzare le situazioni dubbie"

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L’intervista al d.g. Goffi che risponde anche alle domande poste negli articoli di Cronache Maceratesi

Alessandra_pierinidi Alessandra Pierini

Non si può dire che il direttore generale Luciano Goffi non ci metta la faccia per Banca delle Marche. Questa mattina ha affrontato da solo, fatta eccezione per il portavoce Pietro Balducci al suo fianco, una conferenza stampa fiume in cui al grido di “verità e trasparenza” ha spiegato cosa sta accadendo nell’istituto da mesi sotto l’attenta ispezione di Bankitalia e prossimo ad approvare, dopo due rinvii, un bilancio pesantemente in deficit.

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Luciano Goffi durante la conferenza stampa di questa mattina nella sede centrale di Jesi

PERCHE’ UN BUCO MILIONARIO? «Sappiamo già che la perdita  – ha sottolineato Goffi – sarà di 450 o 500 milioni di euro, ma abbiamo deciso di rinviare di una settimana per recepire tutte le indicazioni di Bankitalia, già da questo bilancio, e  per correggere alcuni numeri che comunque non cambieranno molto la situazione».

bancamarche 3Perchè un deficit tanto significativo quando nel mese di agosto si registrava nella semestrale un attivo di 40 milioni? «Sono due i motivi di fondo. Il primo è che negli ultimi anni la banca ha assistito in maniera importante il settore immobiliare, in modo diffuso, ma in particolare affiancando alcuni imprenditori. Se l’edilizia non si fosse bloccata non ci sarebbero stati problemi. Bisognava prendere atto della crisi immobiliare ma la banca non l’ha fatto contando anche sul fatto che i crediti sono per lo più ipotecari, quindi c’erano delle garanzie ma è vero che con il blocco del mercato, gli immobili non si vendono. Il secondo motivo è stato il ritardo da parte del management nel riconoscere la situazione. Di conseguenza nel 2012 si è dovuto colmare un gap negli accantonamenti necessari  e il credito deteriorato è passato dai 2,8 miliardi del 2011 ai 4,7 miliardi nel 2012. Di questi 6,8 milioni  riguardano Carilo e 140 milioni Medioleasing che opera prevalentemente con contratti di tipo immobiliare».

bancamarche 5Proprio sofferenze, incagli e crediti deteriorati caratterizzeranno il bilancio: «Sarà una fotografia trasparente della situazione, può piacere o meno. Tenendo conto del mercato, abbiamo inserito gli accantonamenti necessari, coprendo il 28% dei crediti deteriorati, con 10 punti in più rispetto al passato. E’ chiaro che la copertura rischi poteva essere diluita nel tempo ma ormai bisogna guardare avanti. Restano comunque le garanzie ipotecarie che serviranno se il mercato ripartirà. Deve essere chiaro che nessuno vuole nascondere nulla».

bancamarche 4CHIAREZZA SUL PASSATO  – La trasparenza dovrà riguardare anche il passato. «Errori ci sono stati – ha sottolineato Goffi – da dieci giorni abbiamo affidato ad un importante studio legale l’incarico di valutare cosa è successo realmente perchè gli errori sono umani ma bisogna capire se c’è stato qualcos’altro. E’ doveroso approfondire. Intanto è in corso anche un’indagine di tipo fiscale sul gruppo Lanari. Per il resto sono dieci le operazioni importanti  dubbie di cui otto nell’ambito immobiliare e due in altri settori».

bancamarche 9E a proposito di passato perchè il direttore Luciano Goffi, da poco in Banca Marche,  è stato lasciato da solo a spiegare la situazione? «Il presidente Lauro Costa ha delegato me per questo incontro di tipo tecnico ma sarà presente dopo l’approvazione del bilancio. Posso dire che Lauro Costa, Michele Ambrosini e Giuliano Bianchi (che aveva dato le sue dimissioni mai formalizzate ndr) pur essendo componenti della vecchia amministrazione, mi hanno dato il massimo supporto e appoggio e non hanno fatto alcuna resistenza. Posso testimoniare l’onestà intellettuale per cui si sono resi conto che la banca avrebbe dovuto essere più prudente, ma forse dovevano essere aiutati in passato a capire. Nel nuovo percorso avviato, si vedrà comunque quale sarà la governance. Intanto abbiamo portato avanti un percorso di rinnovamento della direzione generale, difficile ma necessario. Ho già un vice direttore ma me ne servirà un altro che sceglierò esternamente, perchè dovrà essere qualcuno già pronto a portare avanti un piano industriale come questo».

bancamarche 2QUALE FUTURO DOPO L’APPROVAZIONE DEL BILANCIO? «La Banca delle Marche è una delle poche autonome, è presente in tutta la regione, è vicina alle piccole e medie imprese e alle famiglie e vuole difendere questo ruolo a tutti i costi. L’autonomia in particolare sarà difesa con due operazioni. La prima è volta a valutare se il patrimonio è sufficiente o meno. La vigilanza chiede l’8% di patrimonio sul totale attivo ponderato per il rischio, in caso di crisi la percentuale sale all’8,33%». Quindi è molto probabile che dovremo rinforzarlo sia con l’attività gestionale, sia con obbligazioni sul mercato sia con un aumento di capitale di 200 – 250 milioni di euro. In particolare per l’aumento di capitale prevediamo un prestito convertibile in azioni. Ci stiamo ragionando con Mediobanca, advisor della Banca Popolare di Bari, con la quale stiamo valutando un’operazione simile a quella fatta da quell’istituto». A distanza di poco più di un anno dall’aumento di capitale, si dovranno chiedere quindi nuovamente fondi. A chi? «Chiederemo al territorio. Se ci segue e mantiene la fiducia, mi posso impegnare perchè la banca resti del territorio. A darci il patrimonio sarà la nostra gente e in piccola parte le Fondazioni, già molto esposte». Secondo i bene informati, Goffi si rivolgerà in particolare ad una serie di imprenditori che potrebbero acquisire  la maggioranza  del  pacchetto  azionario.

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Pietro Balducci, responsabile comunicazione di Banca Marche, con il direttore generale Goffi

UN “ARCOBALENO” PER USCIRE DALLA CRISISi chiama progetto Rainbow il piano industriale 2013-2016 messo a punto con la collaborazione di Bain & co che il direttore Goffi definisce come strumento per uscire dalla crisi: «Se lavoreremo con l’umiltà necessaria, senza ambizioni, alla fine del piano daremo soddisfazioni. Dopo un anno o due di cinghia stretta per gli azionisti ci saranno buoni risultati. Certo, ci vuole anche la mano del Padreterno, se il mondo va a rotoli saranno inutili tutti gli arcobaleni».
Il Piano Industriale, in particolare, opererà su diversi fronti. «Lavoreremo sull’aumento dei ricavi con modelli di servizio dedicati soprattutto a piccole imprese e famiglie, potenzieremo la raccolta on line che ha già registrato 800 milioni nell’ultimo anno e c’è da coltivare anche il terreno della banca assicurazione. Per quanto riguarda il rischio, se saremo bravi a recuperare potremo avere vantaggi anche con le imprese edili, magari avvalendoci anche di fondi immobiliari e di strumenti esterni. Sono poi necessari interventi sul fronte della riduzione dei costi. Si può rivedere la contrattualistica dei fornitori e la produttività delle risorse umane che vanno distribuite meglio, in parte recuperate portando in sede centrale del lavoro del quale possono essere sgravate le filiali». In particolare il direttore ha escluso esuberi di personale, parlando invece di ricambio generazionale da attuare con part time e prepensionamenti. «Il contratto nazionale prevede un Fondo di Solidarietà che permette di anticipare la pensione di 5 anni. Potrebbero aderire 300 persone ma è un’azione su base volontaria, non faremo azioni violente sul personale. Proporrò ai sindacati anche una flessibilità di orario che ci consenta di aprire qualche filiale il sabato mattina o dopo le 17».

goffiL’OTTIMISMO DEL DIRETTORE –  Nonostante la difficilissima situazione, Luciano Goffi guarda con ottimismo al futuro e lancia, come aveva fatto già in passato, messaggi rassicuranti: «L’impegno che ci prendiamo è non far mancare il credito alle famiglie e alle imprese. Ogni anno la banca sarà in grado di offrire nuovo credito per 700  800 milioni per rilanciare l’economia regionale». Goffi si rivolge anche alle aziende: «le nostre aziende hanno i numeri per risollevare la testa, ora manca un po’ di coraggio e, non nascondiamoci, anche il credito. sarebbe bello che le grandi aziende internazionalizzate creassero una filiera locale mantenendo il lavoro sul territorio».

 

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