Banca Marche rinvia ancora l’approvazione del bilancio 2012
L’istituto spiega l’ulteriore slittamento con la necessità di approfondire alcune posizioni di rischio.
L’intervista al d.g. Goffi che risponde anche alle domande poste negli articoli di Cronache Maceratesi
Non si può dire che il direttore generale Luciano Goffi non ci metta la faccia per Banca delle Marche. Questa mattina ha affrontato da solo, fatta eccezione per il portavoce Pietro Balducci al suo fianco, una conferenza stampa fiume in cui al grido di “verità e trasparenza” ha spiegato cosa sta accadendo nell’istituto da mesi sotto l’attenta ispezione di Bankitalia e prossimo ad approvare, dopo due rinvii, un bilancio pesantemente in deficit.
PERCHE’ UN BUCO MILIONARIO? «Sappiamo già che la perdita – ha sottolineato Goffi – sarà di 450 o 500 milioni di euro, ma abbiamo deciso di rinviare di una settimana per recepire tutte le indicazioni di Bankitalia, già da questo bilancio, e per correggere alcuni numeri che comunque non cambieranno molto la situazione».
Perchè un deficit tanto significativo quando nel mese di agosto si registrava nella semestrale un attivo di 40 milioni? «Sono due i motivi di fondo. Il primo è che negli ultimi anni la banca ha assistito in maniera importante il settore immobiliare, in modo diffuso, ma in particolare affiancando alcuni imprenditori. Se l’edilizia non si fosse bloccata non ci sarebbero stati problemi. Bisognava prendere atto della crisi immobiliare ma la banca non l’ha fatto contando anche sul fatto che i crediti sono per lo più ipotecari, quindi c’erano delle garanzie ma è vero che con il blocco del mercato, gli immobili non si vendono. Il secondo motivo è stato il ritardo da parte del management nel riconoscere la situazione. Di conseguenza nel 2012 si è dovuto colmare un gap negli accantonamenti necessari e il credito deteriorato è passato dai 2,8 miliardi del 2011 ai 4,7 miliardi nel 2012. Di questi 6,8 milioni riguardano Carilo e 140 milioni Medioleasing che opera prevalentemente con contratti di tipo immobiliare».
Proprio sofferenze, incagli e crediti deteriorati caratterizzeranno il bilancio: «Sarà una fotografia trasparente della situazione, può piacere o meno. Tenendo conto del mercato, abbiamo inserito gli accantonamenti necessari, coprendo il 28% dei crediti deteriorati, con 10 punti in più rispetto al passato. E’ chiaro che la copertura rischi poteva essere diluita nel tempo ma ormai bisogna guardare avanti. Restano comunque le garanzie ipotecarie che serviranno se il mercato ripartirà. Deve essere chiaro che nessuno vuole nascondere nulla».
CHIAREZZA SUL PASSATO – La trasparenza dovrà riguardare anche il passato. «Errori ci sono stati – ha sottolineato Goffi – da dieci giorni abbiamo affidato ad un importante studio legale l’incarico di valutare cosa è successo realmente perchè gli errori sono umani ma bisogna capire se c’è stato qualcos’altro. E’ doveroso approfondire. Intanto è in corso anche un’indagine di tipo fiscale sul gruppo Lanari. Per il resto sono dieci le operazioni importanti dubbie di cui otto nell’ambito immobiliare e due in altri settori».
E a proposito di passato perchè il direttore Luciano Goffi, da poco in Banca Marche, è stato lasciato da solo a spiegare la situazione? «Il presidente Lauro Costa ha delegato me per questo incontro di tipo tecnico ma sarà presente dopo l’approvazione del bilancio. Posso dire che Lauro Costa, Michele Ambrosini e Giuliano Bianchi (che aveva dato le sue dimissioni mai formalizzate ndr) pur essendo componenti della vecchia amministrazione, mi hanno dato il massimo supporto e appoggio e non hanno fatto alcuna resistenza. Posso testimoniare l’onestà intellettuale per cui si sono resi conto che la banca avrebbe dovuto essere più prudente, ma forse dovevano essere aiutati in passato a capire. Nel nuovo percorso avviato, si vedrà comunque quale sarà la governance. Intanto abbiamo portato avanti un percorso di rinnovamento della direzione generale, difficile ma necessario. Ho già un vice direttore ma me ne servirà un altro che sceglierò esternamente, perchè dovrà essere qualcuno già pronto a portare avanti un piano industriale come questo».
QUALE FUTURO DOPO L’APPROVAZIONE DEL BILANCIO? «La Banca delle Marche è una delle poche autonome, è presente in tutta la regione, è vicina alle piccole e medie imprese e alle famiglie e vuole difendere questo ruolo a tutti i costi. L’autonomia in particolare sarà difesa con due operazioni. La prima è volta a valutare se il patrimonio è sufficiente o meno. La vigilanza chiede l’8% di patrimonio sul totale attivo ponderato per il rischio, in caso di crisi la percentuale sale all’8,33%». Quindi è molto probabile che dovremo rinforzarlo sia con l’attività gestionale, sia con obbligazioni sul mercato sia con un aumento di capitale di 200 – 250 milioni di euro. In particolare per l’aumento di capitale prevediamo un prestito convertibile in azioni. Ci stiamo ragionando con Mediobanca, advisor della Banca Popolare di Bari, con la quale stiamo valutando un’operazione simile a quella fatta da quell’istituto». A distanza di poco più di un anno dall’aumento di capitale, si dovranno chiedere quindi nuovamente fondi. A chi? «Chiederemo al territorio. Se ci segue e mantiene la fiducia, mi posso impegnare perchè la banca resti del territorio. A darci il patrimonio sarà la nostra gente e in piccola parte le Fondazioni, già molto esposte». Secondo i bene informati, Goffi si rivolgerà in particolare ad una serie di imprenditori che potrebbero acquisire la maggioranza del pacchetto azionario.
UN “ARCOBALENO” PER USCIRE DALLA CRISI – Si chiama progetto Rainbow il piano industriale 2013-2016 messo a punto con la collaborazione di Bain & co che il direttore Goffi definisce come strumento per uscire dalla crisi: «Se lavoreremo con l’umiltà necessaria, senza ambizioni, alla fine del piano daremo soddisfazioni. Dopo un anno o due di cinghia stretta per gli azionisti ci saranno buoni risultati. Certo, ci vuole anche la mano del Padreterno, se il mondo va a rotoli saranno inutili tutti gli arcobaleni».
Il Piano Industriale, in particolare, opererà su diversi fronti. «Lavoreremo sull’aumento dei ricavi con modelli di servizio dedicati soprattutto a piccole imprese e famiglie, potenzieremo la raccolta on line che ha già registrato 800 milioni nell’ultimo anno e c’è da coltivare anche il terreno della banca assicurazione. Per quanto riguarda il rischio, se saremo bravi a recuperare potremo avere vantaggi anche con le imprese edili, magari avvalendoci anche di fondi immobiliari e di strumenti esterni. Sono poi necessari interventi sul fronte della riduzione dei costi. Si può rivedere la contrattualistica dei fornitori e la produttività delle risorse umane che vanno distribuite meglio, in parte recuperate portando in sede centrale del lavoro del quale possono essere sgravate le filiali». In particolare il direttore ha escluso esuberi di personale, parlando invece di ricambio generazionale da attuare con part time e prepensionamenti. «Il contratto nazionale prevede un Fondo di Solidarietà che permette di anticipare la pensione di 5 anni. Potrebbero aderire 300 persone ma è un’azione su base volontaria, non faremo azioni violente sul personale. Proporrò ai sindacati anche una flessibilità di orario che ci consenta di aprire qualche filiale il sabato mattina o dopo le 17».
L’OTTIMISMO DEL DIRETTORE – Nonostante la difficilissima situazione, Luciano Goffi guarda con ottimismo al futuro e lancia, come aveva fatto già in passato, messaggi rassicuranti: «L’impegno che ci prendiamo è non far mancare il credito alle famiglie e alle imprese. Ogni anno la banca sarà in grado di offrire nuovo credito per 700 800 milioni per rilanciare l’economia regionale». Goffi si rivolge anche alle aziende: «le nostre aziende hanno i numeri per risollevare la testa, ora manca un po’ di coraggio e, non nascondiamoci, anche il credito. sarebbe bello che le grandi aziende internazionalizzate creassero una filiera locale mantenendo il lavoro sul territorio».
L’istituto spiega l’ulteriore slittamento con la necessità di approfondire alcune posizioni di rischio.
MACERATA – Si sono riuniti questo pomeriggio il CdA e l’organo di indirizzo i cui componenti hanno dibattuto a lungo sul percorso da compiere. Avviata anche la procedura per eleggere chi prenderà il posto di Roberto Massi
In attesa del bilancio 2012, la segreteria del sindacato ha scritto al presidente Costa e al direttore Goffi per esprimere perplessità e chiedere cambiamenti
Impiegati e quadri hanno rinunciato a una mensilità mentre il direttore Bianconi è stato liquidato con una cospicua buona uscita. Incontro dei sindacati e dei lavoratori con l’assessore regionale Marcolini e la candidata Irene Manzi (Pd)
Lo spostamento è motivato dalla volontà di approvare le linee guida del nuovo piano industriale 2013-2015. Ufficializzato Andrea Carradori nuovo direttore Carilo
Un potenziale investitore avrebbe chiesto un analisi dei costi e previsto un esubero di 400 dipendenti. Ciccioli: “Occorre un tetto di credito per i grandi clienti e la liquidità per i piccoli”. Acquaroli: “Una proposta di legge per separare banche commerciali e di investimento”
Dopo il direttore generale Goffi, anche la Fisac ha scritto ai dipendenti assicurando la tutela degli attuali livelli occupazionali
E’ attesa per i prossimi giorni la relazione di Bankitalia, mentre il bilancio sarà discusso il 25 febbraio. Poche le informazioni che trapelano verso l’esterno ma il direttore generale ha spiegato la situazione in una lunga lettera
Il movimento attacca la maggioranza politica e denuncia il fallimento del Modello Marche
Le obbligazioni tornano ad essere pienamente finanziabili dalla Banca Centrale Europea
LA RICOSTRUZIONE – Il buco di oltre 300 milioni preoccupa e troppi interrogativi restano senza risposte dopo il duro intervento di Bankitalia e il conseguente divorzio dal d.g. Bianconi e dai suoi vice Cavicchia, Giorgi e Vallesi
GIORNI CALDI PER L’ISTITUTO DI CREDITO – Con Goffi per ora resta solo Armando Palmieri. Cessazione del rapporto di lavoro con il maceratese Stefano Vallesi, direttore generale della controllata Carilo. Al suo posto Andrea Carradori
Si è svolto questa mattina l’incontro tra il governatore delle Marche e i sindacati che hanno condiviso la preoccupazione per l’istituto
Situazione complessa per l’istituto tra riassetto strutturale, declassamento di Moody’s e bilancio del 2012 in passivo. Domani l’incontro con i sindacati
L’istituto di credito annuncia il ritorno ad un risultato positivo già nel 2013: “Abbiamo gettato le basi per un naturale ricambio della squadra di direzione”
L’agenzia di rating declassa il rating da Ba1 a B3, con outlook negativo. Tagliata la valutazione anche dei covered mortgage bonds da A3 a Ba2: “L’istituto ha una bassa capitalizzazione e una minore capacità di coprire le sofferenze bancarie”
Il sindacato ribadisce l’importanza del sistema creditizio per superare la crisi
Il presidente Lauro Costa sta facendo il possibile per far cambiare idea al presidente della Camera di Commercio di Macerata
Il vice presidente è stato eletto lo scorso maggio. Nel mirino anche due consiglieri della cassa di Risparmio di Loreto
L’annuncio del Presidente Lauro Costa oggi a Jesi
Dal 2002 guida la Banca Popolare di Ancona
Il presidente di Banca Marche ha escluso che quanto pubblicato dal Corriere della Sera possa aver determinato delle decisioni
Il direttore generale lascerà dalla fine di settembre
Si riunisce il Cda che dovrebbe portare al pensionamento del direttore generale Massimo Bianconi
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…..strada aperta a della valle…….fortuna e’ andata liscia…. o quasi.!!
Si è cominciato con i brusii che davano probabilmente un passivo di almeno 200 milioni….
Poi si è passati ai bisbigli che arrotondavano la cifra ad almeno 250 milioni di rosso….
Qualche temerario ha provato anche a suggerire che la cifra arrivasse almeno a 300 milioni…..
Ora da 200/250 sembra che forse si passerà alla fine a 450/500 milioni: cioè pressappoco il doppio di quello che si mormorava in città….
Azz….
Controllori disattenti e controllati maniche larghe???
E pensare che una volta la Cassa di Risparmio ce la invidiavano (e la volevano) tante grosse banche….
Complimenti ancora all’ottima Alessandra Pierini, che oramai da diversi mesi e con un lavoro certosino e puntuale ha davvero realizzato un dossier completo e chiaro, che si arricchisce di questo corsivo, il cui contenuto in molti, sono convinto, speravano finalmente di leggere.
Si, perché oltre alla positiva quanto difficile esposizione fatta dal D.G. Goffi, “mettendocila faccia”, come e’ giusto per un leader che si rispetti, nell’articolo si riesce finalmente ad intravedere una luce nuova, una luce alla fine del tunnel. Lo dico con soddisfazione, da addetto ai lavori, non “tifando” in toto BdM per onore di casacca, ma per vedere che la situazione per quanto difficile e’ stata inquadrata, circoscritta e affrontata con i giusti argomenti, soprattutto guardando alla crescita, alla clientela, non sottolineando le azioni punitive, ma cercando vie costruttive.
Ribadisco l’importanza per il territorio dell’ istituto e ovviamente, come ripetuto, la strada e’ in salita, le insidie sono diverse, le possibilità tante, ma traspare un sentimento di rinnovata fiducia verso il mercato, verso un “new deal”, che già dal nome, Rainbow, fa capire quanto il “sentiment” sia cambiato.
Venendo a discorsi piu’ tecnici, il core tier 1 ratio al 8,3% non e’ un livello “astronomico”, e si potrà rapportare a RWA in linea con Basilea 3, certamente con gli strumenti descritti, quali l’ emissione di obbligazioni (anche convertibili) e un nuovo apporto di capitale, scenari che il mercato ha già affrontato per banche anche diverse, ma con problematiche dello stesso livello.
Se a questo si aggiungerà una rinnovata “centralità del cliente”, un ridimensionamento nel “taglio” delle operazioni, ed una maggiore propensione al mercato Family e Small Business, piuttosto che a operazioni da Large Corporate, allora ritengo che la vocazione “locale” della banca, possa essere davvero scaricata a terra con efficacia con positivi risvolti per imprese e risparmiatori.
Fondamentale sarà la condivisione delle strategie da parte delle risorse umane, in ottica anche bottom-up, e verifiche periodiche sullo stato dell’arte per valutare l’efficacia del piano step by step.
Cuore, coraggio, continuità, passione e idee: buon lavoro ai colleghi !!!
Sig. SERRANI io non sono un tecnico ne tantomeno mi occupo di finanza ma non condivido affatto il suo ottimismo ne tantomeno mi accoNtento del fatto che il Sig. GOFFI ci abbia messo la faccia, gli azionisti mi sembra di capire che ci abbiano messo, anzi (rimesso) l’ira di Dio. Prima di chiedere dinuovo fiducia ai risparmiatori, imprenditori, azionisti e quat’altri e’ bene si faccia chiarezza su quelle operazioni dubbie di cui si parla. E’ arrivato il momento di fare chiarezza e di presentare il conto a chi a sottaciuto o peggio a coperto determinate operazioni trovandoci magari anche il proprio tornaconto. A buon intenditor poche parole. Mi sembra troppo facile archiviare tutto una semplice conferenza stampa, ci vuole ben altro.
@Rive Lino: rispetto io il suo punto di vista, ma mi preme sottolineare – e solo perchè mi ha chiamato in causa, badi bene – che l’ottimismo che avevo condiviso nasceva dal fatto che e’ stato presentato un piano industriale ben definito.
Da addetto ai lavori appunto seguo la situazione da tempo e con attenzione, sia perché vivo nel territorio, sia perché come molti sono preoccupato dalla situazione economica in cui ci troviamo oramai da tempo ad operare.
La positività delle mie affermazioni prendono le mosse dall’acclarata situazione contabile, sulla scorta del fatto che l’impegno è rafforzato dalla consulenza di una azienda specializzata, che e’ stato definito un rigore patrimoniale e una nuovo indirizzo creditizio, e non ultimo con il supporto di tutto il personale della banca, mi auguro che BdM possa superare il guado e ridare nuovo impulso ad una attività bancaria sostenibile a supporto del nostro territorio e degli operatori sia imprese che famiglie.
Detto questo, concordo con lei che il valore delle azioni e’ calato e che gli azionisti non avranno dividendi, ma investire in azioni e’ un investimento rischioso, ben conosciuto ed accettato da chi sottoscrive titoli azionari – come si dice in linguaggio tecnico -si tratta appunto di capitale di rischio.
Ma per i risparmiatori in senso lato, per intendersi, per coloro che hanno affidato i loro risparmi alla banca la questione e’ stata diversa: lo dico come “concorrente” i rendimenti offerti dai prodotti finanziari dell’istituto – vedasi Deposito Sicuro – sono stati più remunerativi della media del settore ed altamente concorrenziali, ritengo quindi di soddisfazione sia per i sottoscrittori che per chi li ha collocati.
Avevo accennato anche all’impronta data dalla banca all’accertamento di eventuali responsabilità che non voleva essere una caccia alle streghe, ma come si legge nell’articolo, le “situazioni dubbie” saranno da loro esaminate con la necessaria professionalità da uno studio legale.
Inoltre come sottolineato ancora dal D.G., Bankitalia da tempo seguiva da vicino l’evolversi della situazione: sin dall’estate scorsa si sono avuti i primi forti segnali sulla necessità di un cambio di rotta, la cui prima manifestazione era stato (per usare le parole di CM) il divorzio con Bianconi.
Concludo dicendole che a mio avviso non riguarda me poi a chi verrà – parole sue – presentato il conto: ma stia certo, non e’ stato archiviato tutto con una conferenza stampa….
L’importante che non si continuino a torturare i clienti che hanno sempre pagato: già l’anno scorso c’è stata la decurtazione del 30 % dei fidi “motu proprio”; cominciamo anche con “decurtare” i nostri bravi componenti del Cda o della Fondazione che, poverini, non ne sapevano niente, come un fulmine a ciel sereno ( ecco la spiegazione di Rainbow). Una domanda: le imprese edilizie sono artigiane? Attenti al corto circuito. Meditate gente, meditate.
tutte le banche sono come MPS….o giu’ di li’!!!i capoccioni sbagliano gli investimenti,intraprendono strade sbagliate e…..SIAMO SEMPRE NOI POVERI CRISTI A RIMETTERCI!!!!!!!basta,e’ ora che i capoccioni,con i loro stipendi super a molti zeri,si assumano le loro responsabilita’….MAGARI ANCHE SPEDENDOLI IN GALERA!!!!!
La società civile da anni dice basta con il consumo di territorio, basta con nuove edificazioni che non servono perché sono i dati che dicono che non servono (popolazione stabile). Gli speculatori e la finanza non ci hanno creduto, è giusto che ne paghino le conseguenze!
Qui ancora si spera nelle VALLEVERDI, si può andare contro vento ed anche contro la fortuna, ma non contro la storio di questo tempo!!
http://www.maceratiamo.it/modules/news/article.php?storyid=43
Fanno speculazioni sul mercato immobiliare per svariati milioni di euro per far piacere a qualche corrotto corruttore di turno,ma,se un poveraccio va ha chiedere un piccolo finanziamento,un mutuo per la casa o altro gli vengono chieste garanzie,questi che hanno fatto un “buco”di quel genere che garanzie offrivano????
Avete snobbato i piccoli per assecondare le mega imprese…e adesso ve la pijate in saccoccia!
Piano industriale pieno di nebbie… Aumento di capitale insufficiente. Credo che le notizia a disposizione siano solo un passaggio negoziale nei confronti dei nuovi soci. Di certo non sarà facile trovare qualcuno disposto ad investire cifre considerevoli e lasciare che a gestire siano le fondazioni.
‘Mo ho capito perché sul libretto di risparmio di mia madre ( anzianissima pensionata ) che da anni ci “depositatava” la pensione gli interessi erano “0” ( o li vicino). Ho capito che la banca “racimolava”una buona parte di liquidità a costo zero ( o quasi) dalle migliaia di “libretti” dei pensionati, per dare prestititi un po’ “azzardati” ad una congrega ( non so quanto numerosa) di speculatori immobiliari. Quindi non è solo un problema degli azionisti che ci hanno rimesso, ma un problema per migliaia di cittadini spesso “indifesi”. O no?
veramente un eccellente “servizio” per il territorio ( unito alla NON concessione di crediti alle piccole imprese o alla erogazione di mutui a chi si appresta ad acquistare la prima casa). A proposiito di mutui per la I° casa: mi piacerebbe sapere se anche a certi pesci grossi è stato chiesto un valore “ipotecario minimo del 150%”, e quindi i nei fatti in molti casi l’impossibilità di accedere almeno il 90% del mutuo necessario ad acquistare la I° casa. E rinunciare all’acquisto della prima casa anche se si dispone di un reddito fisso abbastanza sicuro. fantastica la banca delle Marche ( ma anche le altre banche eh ).
La Perini per “approfondire” dovrebbe indagare sul “profilo” ( non dico debba dire dire i nomi) del soggetto che in passato ha “beneficiato” di notevoli “elargizioni” e sulla loro effettiva “giustificabilità” . Limitarsi a pubblicare interviste e veline “ufficiali” della Ditta non fa sapere moltio di più di quello che si sa ( a parte il “raddoppio” dell’esposizione che a questo punto mi resta difficile credere si possa “fermare ” effettivamente a quelle dimensioni).
Se si dovessero accertare responsabilità, i vecchi dirigenti “esodati”, restituiranno le loro laute “buonuscite” ? Che dice Goffi in proposito??????
quando un’azienda va male si penalizzano i propri dipendenti e non gli azionisti che portano liquidita’ !invece banca marche penalizza gli azionisti non distribuendo il dividendo mentre i propri dipendenti continuano a non essere penalizzati dei propri diritti acquisiti !! siete una banca da terzo mondo oltre che ad applicare i costi di commissione altissimi per qualsiasi operazione !!!
http://www.telegraph.co.uk/finance/newsbysector/banksandfinance/9743839/Banks-are-too-big-to-prosecute-says-FSAs-Andrew-Bailey.html
….le grandi banche ed i grandi gruppi di affari siano gia’ “too big to fail”, ma sono anche “too big to prosecute”….
@simbagranat.
..la NOTIZIA della loro punizione causerebbe il panico in borsa….
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