Banca Marche, in arrivo la soluzione
Aumento di capitale da un miliardo
Sarà Fonspa il cavaliere bianco

Il piano per il rilancio dell’istituto vedrà anche la cessione dei crediti deteriorati con la garanzia del Fondo Interbancario. L'ex Credito Fondiario, oltre ad acquisire il portafoglio tossico, dovrebbe uscire dall’operazione come nuovo azionista di maggioranza dell’istituto. Il doppio intervento del Fidt

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Banca_Marche_Jesi (5)di Marco Ricci

Sarà Fonspa, la banca del gruppo Tages, il cavaliere bianco atteso da Banca Marche. Come riportato oggi dal ilSole24Ore e come confermato da più di una fonte marchigiana e fonti vicine al Fondo Interbancario, il Credito Fondiario dovrebbe intervenire massicciamente nella ricapitalizzazione dell’istituto jesino. Si va così a comporre più distintamente il quadro attorno a cui stanno lavorando i commissari Feliziani, Terrinoni e Inzitari nell’operazione di salvataggio e rilancio di Banca Marche. Insieme a Fonspa, come già noto, ci sarà il duplice intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi il quale da una parte si farà garante del portafoglio deteriorato con 700-900 milioni di euro, dall’altra dovrebbe intervenire con capitale fresco nell’aumento di capitale. A fianco a Fonspa e al Fondo Interbancario potrebbero esserci, in forma minore, anche altri investitori e forse le Fondazioni attuali azioniste dell’istituto, sebbene i margini di manovra di Pesaro, Macerata, Jesi e Fano siano piuttosto esigui se non, in alcuni casi, pressoché nulli.

L’operazione messa in campo dai commissari e da Banca d’Italia, sebbene piuttosto complessa, si può articolare in due principali azioni: la cessione del portafoglio deteriorato e la successiva ricapitalizzazione di Banca Marche. Il primo intervento dovrebbe prevedere la creazione di una società veicolo verso cui far confluire l’ingente ammontare dei crediti deteriorati il cui valore oscilla tra i 3 e i 4 miliardi di euro. Fonspa, forse accompagnata da altri investitori, si dovrebbe far carico dell’acquisto, con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che porrà tra i 700 e i 900 milioni di euro a garanzia del portafoglio da gestire. Questo primo intervento del Fondo servirà per accrescere il valore dei crediti ceduti, non andando così a gravare ulteriormente sul patrimonio di Banca Marche.

Una volta ripulita e alleggerita dai crediti tossici che hanno costretto l’istituto ai pesanti accantonamenti degli anni passati, il patrimonio di Banca Marche verrà accresciuto con un aumento di capitale dell’ordine del miliardo di euro. Anche in questo caso il ruolo principale dovrebbe averlo Fonspa il quale sta effettuando una due diligence all’interno di Banca Marche, un’operazione di verifica dei conti che dovrebbe aver termine all’inizio di settembre. Solo allora ci saranno numeri più chiari, ma il futuro, oltre alla possibile quotazione in borsa dell’istituto marchigiano, dovrebbe proprio vedere Fonspa come azionista di maggioranza di Banca Marche.

tages

In uno scenario ancora fluido, la soluzione in campo manterrà in qualche modo l’autonomia di Banca Marche e il suo ruolo di banca del territorio. Il gruppo internazionale Tages, ad eccezione di Fonspa, non controlla infatti altre banche italiane e lo stesso Fonspa si occupa prevalentemente della gestione di portafogli deteriorati. Banca Marche si avvierebbe così ad essere la banca italiana del gruppo Tages, allontanando le ipotesi di spezzatino o di incorporazione da parte di istituti maggiori, come alcuni paventavano nei mesi passati.

Due sono le considerazioni davanti allo schema di salvataggio che si va approntando, una negativa e l’altra positiva. Seppure ancora indicativi, i numeri in gioco lasciano comprendere le disastrose condizioni a cui era stato ridotto l’istituto di credito, con l’aumento di capitale passato dai famosi 300 milioni di euro del 2012 a circa il miliardo di oggi, con un portafoglio deteriorato superiore a 3 miliardi. E se Banca Marche, con i suoi 20 miliardi di attivi, si è rivelata too big to fail, è anche vero che l’istituto ha mantenuto in questo ultimo anno un elevato livello di raccolta, con una semestrale che si dovrebbe essere chiusa con numeri migliori di quanto previsto. Da qui dunque la considerazione positiva che investe il futuro della banca, un futuro su cui hanno scommesso non solo Fonspa ma anche il sistema attraverso l’intervento del Fondo Interbancario. Resta ora da capire quanto rimarrà del capitale degli attuali azionisti, quegli oltre 40.000 soci – tra cui le Fondazioni – che hanno visto bruciati in un anno due aumenti di capitale e le centinaia di milioni di euro incamerati attraverso la cessione degli immobili al Fondo Conero. Milioni che, davanti alla gravità del dissesto, non sono bastati ad arginare le falle.

L'ex dg di Banca Marche, Massimo Bianconi

L’ex dg di Banca Marche, Massimo Bianconi

Sulle cause che hanno portato alla crisi dell’istituto di credito, la Procura di Ancona ha attualmente posto sotto indagine l’ex dg Massimo Bianconi, gli ex presidenti Lauro Costa, Tonino Perini e Michele Ambrosini, quattro ex vice direttori, l’intero consiglio di amministrazione in carica fino al 2012, oltre ad altri amministratori e a una decina tra imprenditori e periti. I reati più gravi ipotizzati nei confronti di alcuni degli indagati sono quelli di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, al falso in bilancio, alla corruzione tra privati, all’ostacolo all’attività di Vigilanza, alle false comunicazioni sociali più un’altra “pluralità indeterminata di reati”. La Banca d’Italia ha avviato invece procedure sanzionatorie nei confronti di Bianconi e dei passati amministratori, mentre la Consob, in riferimento alle informazioni fornite al mercato in merito all’aumento di capitale 2012, ha anch’essa aperto delle procedure di contestazione verso l’ex dg Bianconi e gli amministratori allora in carica. I commissari di Banca Marche, Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni, hanno da ultimo inviato alla Banca d’Italia la richiesta per l’avvio di un’azione di responsabilità, dopo aver chiesto agli interessati, attraverso una comunicazione interruttiva della prescrizione, il risarcimento di ogni emolumento percepito e un risarcimento per danni “non inferiori al miliardo di euro”.

 

CHI SONO FONSPA E TAGES GROUP – Fonspa, l’ex credito Fondiario, è una banca specializzata nella gestione dei portafogli deteriorati. Di proprietà di Morgan Stanley, la maggioranza dell’istituto venne ceduta, dopo un lungo periodo di crisi, al gruppo Tages. La fase di ristrutturazione dell’ex Credito Fondiario ha previsto poco meno di cento esuberi su un totale di 142 dipendenti. A guidare Fonspa ci sono il presidente Piero Gnudi e l’amministratore delegato Andrea Munari. Il gruppo Tages, fondato dal banchiere Panfilo Tarantelli, già vice presidente per l’Europa di Citygroup, ha come società di gestione la Tages Holding spa la quale coordina e controlla, oltre a Fonspa, Tages Capital Sgr, con sede a Milano, e Tages Capital Llp con sede a Londra.

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