Sarà Fonspa, la banca del gruppo Tages, il cavaliere bianco atteso da Banca Marche. Come riportato oggi dal ilSole24Ore e come confermato da più di una fonte marchigiana e fonti vicine al Fondo Interbancario, il Credito Fondiario dovrebbe intervenire massicciamente nella ricapitalizzazione dell’istituto jesino. Si va così a comporre più distintamente il quadro attorno a cui stanno lavorando i commissari Feliziani, Terrinoni e Inzitari nell’operazione di salvataggio e rilancio di Banca Marche. Insieme a Fonspa, come già noto, ci sarà il duplice intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi il quale da una parte si farà garante del portafoglio deteriorato con 700-900 milioni di euro, dall’altra dovrebbe intervenire con capitale fresco nell’aumento di capitale. A fianco a Fonspa e al Fondo Interbancario potrebbero esserci, in forma minore, anche altri investitori e forse le Fondazioni attuali azioniste dell’istituto, sebbene i margini di manovra di Pesaro, Macerata, Jesi e Fano siano piuttosto esigui se non, in alcuni casi, pressoché nulli.
L’operazione messa in campo dai commissari e da Banca d’Italia, sebbene piuttosto complessa, si può articolare in due principali azioni: la cessione del portafoglio deteriorato e la successiva ricapitalizzazione di Banca Marche. Il primo intervento dovrebbe prevedere la creazione di una società veicolo verso cui far confluire l’ingente ammontare dei crediti deteriorati il cui valore oscilla tra i 3 e i 4 miliardi di euro. Fonspa, forse accompagnata da altri investitori, si dovrebbe far carico dell’acquisto, con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che porrà tra i 700 e i 900 milioni di euro a garanzia del portafoglio da gestire. Questo primo intervento del Fondo servirà per accrescere il valore dei crediti ceduti, non andando così a gravare ulteriormente sul patrimonio di Banca Marche.
Una volta ripulita e alleggerita dai crediti tossici che hanno costretto l’istituto ai pesanti accantonamenti degli anni passati, il patrimonio di Banca Marche verrà accresciuto con un aumento di capitale dell’ordine del miliardo di euro. Anche in questo caso il ruolo principale dovrebbe averlo Fonspa il quale sta effettuando una due diligence all’interno di Banca Marche, un’operazione di verifica dei conti che dovrebbe aver termine all’inizio di settembre. Solo allora ci saranno numeri più chiari, ma il futuro, oltre alla possibile quotazione in borsa dell’istituto marchigiano, dovrebbe proprio vedere Fonspa come azionista di maggioranza di Banca Marche.
In uno scenario ancora fluido, la soluzione in campo manterrà in qualche modo l’autonomia di Banca Marche e il suo ruolo di banca del territorio. Il gruppo internazionale Tages, ad eccezione di Fonspa, non controlla infatti altre banche italiane e lo stesso Fonspa si occupa prevalentemente della gestione di portafogli deteriorati. Banca Marche si avvierebbe così ad essere la banca italiana del gruppo Tages, allontanando le ipotesi di spezzatino o di incorporazione da parte di istituti maggiori, come alcuni paventavano nei mesi passati.
Due sono le considerazioni davanti allo schema di salvataggio che si va approntando, una negativa e l’altra positiva. Seppure ancora indicativi, i numeri in gioco lasciano comprendere le disastrose condizioni a cui era stato ridotto l’istituto di credito, con l’aumento di capitale passato dai famosi 300 milioni di euro del 2012 a circa il miliardo di oggi, con un portafoglio deteriorato superiore a 3 miliardi. E se Banca Marche, con i suoi 20 miliardi di attivi, si è rivelata too big to fail, è anche vero che l’istituto ha mantenuto in questo ultimo anno un elevato livello di raccolta, con una semestrale che si dovrebbe essere chiusa con numeri migliori di quanto previsto. Da qui dunque la considerazione positiva che investe il futuro della banca, un futuro su cui hanno scommesso non solo Fonspa ma anche il sistema attraverso l’intervento del Fondo Interbancario. Resta ora da capire quanto rimarrà del capitale degli attuali azionisti, quegli oltre 40.000 soci – tra cui le Fondazioni – che hanno visto bruciati in un anno due aumenti di capitale e le centinaia di milioni di euro incamerati attraverso la cessione degli immobili al Fondo Conero. Milioni che, davanti alla gravità del dissesto, non sono bastati ad arginare le falle.
Sulle cause che hanno portato alla crisi dell’istituto di credito, la Procura di Ancona ha attualmente posto sotto indagine l’ex dg Massimo Bianconi, gli ex presidenti Lauro Costa, Tonino Perini e Michele Ambrosini, quattro ex vice direttori, l’intero consiglio di amministrazione in carica fino al 2012, oltre ad altri amministratori e a una decina tra imprenditori e periti. I reati più gravi ipotizzati nei confronti di alcuni degli indagati sono quelli di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, al falso in bilancio, alla corruzione tra privati, all’ostacolo all’attività di Vigilanza, alle false comunicazioni sociali più un’altra “pluralità indeterminata di reati”. La Banca d’Italia ha avviato invece procedure sanzionatorie nei confronti di Bianconi e dei passati amministratori, mentre la Consob, in riferimento alle informazioni fornite al mercato in merito all’aumento di capitale 2012, ha anch’essa aperto delle procedure di contestazione verso l’ex dg Bianconi e gli amministratori allora in carica. I commissari di Banca Marche, Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni, hanno da ultimo inviato alla Banca d’Italia la richiesta per l’avvio di un’azione di responsabilità, dopo aver chiesto agli interessati, attraverso una comunicazione interruttiva della prescrizione, il risarcimento di ogni emolumento percepito e un risarcimento per danni “non inferiori al miliardo di euro”.
CHI SONO FONSPA E TAGES GROUP – Fonspa, l’ex credito Fondiario, è una banca specializzata nella gestione dei portafogli deteriorati. Di proprietà di Morgan Stanley, la maggioranza dell’istituto venne ceduta, dopo un lungo periodo di crisi, al gruppo Tages. La fase di ristrutturazione dell’ex Credito Fondiario ha previsto poco meno di cento esuberi su un totale di 142 dipendenti. A guidare Fonspa ci sono il presidente Piero Gnudi e l’amministratore delegato Andrea Munari. Il gruppo Tages, fondato dal banchiere Panfilo Tarantelli, già vice presidente per l’Europa di Citygroup, ha come società di gestione la Tages Holding spa la quale coordina e controlla, oltre a Fonspa, Tages Capital Sgr, con sede a Milano, e Tages Capital Llp con sede a Londra.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Alcune considerazioni:
– Il BUCO calcolato al momento di oltre 3 miliardi è una voragine ed il persistere di uno stato di crisi (così importante e duraturo) come quello attuale, non permette di porre un termine numerico ai conteggi. In effetti, di aziende che chiudono i battenti, se ne trovano ogni giorno e, il più delle volte, hanno affidamenti in corso con Banca Marche.
– La STRUTTURA della Banca Marche è molto pesante. Tanti dipendenti, tante filiali spesso poco produttive e, molte volte, insistenti su di un territorio dove la concorrenza, sia interna e sia esterna, è spietata.
– Il CED, il centro di elaborazione dei dati a Piediripa è costosissimo ed anche antitetico. Non ha un ruolo sinergico ed appesantisce ulteriormente una struttura che subisce dei costi fissi importanti.
– La GOVERNANCE, difficile oggi riuscire a trovare il dopo Fondazioni (…..che anche un bambino di 6 anni poteva fare meglio, lo sanno tutti) ed il dopo Goffi (è un signore vicino alla pensione). Nel senso che, dopo la scottatura con la passata gestione, dubito che si riuscirà, in tempi contenuti, a trovare una struttura governativa capace e motivata nell’ambito regionale. Dopo anni di commissariamento, invece, sarebbe importante avere subito le persone giuste al posto giusto.
Ecco, tutto questo (ed anche altro) mi lascia presupporre che l’epilogo più probabile per la Banca Marche, sia purtroppo quello della chiusura di vari sportelli, di licenziamenti, di chiusura del CED, di smembramenti e dismissioni. Si riducono le dimensioni, si riducono i costi e si ritorna indietro di decenni, sperando che, nel frattempo, ci sia ancora un motivo percui una Banca debba esistere.
Un paio di domande così…..tanto per farle. Ma Bianconi che lavoro fa attualmente? I direttori delle filiali, quando parlano con un’azienda che non produce bilanci da incorniciare, cosa rispondono agli imprenditori che fanno loro notare che la loro, di azienda, è tecnicamente fallita e che ha scombinato tutta l’economia locale? Un sequestro preventivo dei beni e dei denari degli ex amministratori indagati, non possiamo farlo? Che ci vuole un’indagine della NASA per capire che sono stati loro a mandare per l’aria la Banca delle Marche?
Leggendo l integrale articolo del Sole24Ore si possono trarre le seguenti conclusioni:
1 Banca Marche e’ messa cosi’ male da rischiare il FALLIMENTO;
2 Se si salva e’ perche’ e’ troppo grande il danno che il sistema bancario deve accollarsi ( 6 o 7 miliardi di coperture) per cui la soluzione prospettata e’ il male minore;
3 Oramai e’ assodato che oltre un gruppo di INCAPACI ed INCOMPETENTI c’e’ anche stato un gruppo di DELINQUENTI che hanno depredato il patrimonio della banca;
4 Non e’ mai realmente esistita un’alternativa identificata negli imprenditori locali perche’ gli addetti ai lavori conoscevano bene l’entita’ del “buco” , con buona pace di Spacca, Tanoni, Merloni e compagnia;
5 Se come si legge l’operazione di salvataggio costera’ al gruppo interessato circa 2 miliardi, il valore delle azioni sara’ vicino allo ZERO, con buona pace delle Fondazioni e soprattutto dei piccoli azionisti;
6 la nuova proprieta’ a questo punto non avra’ piu’ di tanto interesse a perseguire le responsabilita’ degli amministrator e se la MAGISTRATURA non trova i riscontri per colpire i colpevoli, VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI !!!
HO IL SOSPETTO CHE I MAGISTRATI SONO POCO INTERESSATI A SCOPERCHIARE LE PENTOLE. QUI’ C’È QUALCHE COSA CHE NON COMPRENDO……. PERCHÉ A BERLUSCONI HANNO CONTROLLATO ANCHE QUANTE VOLTE PISCIAVA MENTRE QUI’ NON VIENE FUORI NULLA ? MI ADEGUO MA NON CAPISCO.
grazie gazzani per non aver venduto la banca quando valeva 3 miliardi di euro!!!! pensa il tuo amato territorio quanto era contento , ora ti e’ rimasto di cambiare le lampadine dentro la sede!!! i miei complimenti ad un grande economista!!!
Dopo tanta “cura del territorio” (io parlerei di diserbo del territorio), con la quale nel corso degli anni ci hanno ammorbato le orecchie Bianchi, Costa, Gazzani e compagnia cantante, l’epilogo non poteva essere che quello di finire nelle mani di chi di “terra” si occupa professionalmente, ovvero il Credito Fondiario. Chissà che non ci sia, viste le sue competenze in materia, anche un posto per il Marchese Costa!
L’articolo contiene delle ipotesi che probabilmente vengono lasciate trapelare per preparare tutti ad un settembre molto complicato.
L’ipotesi che Fonspa acquisti i crediti può essere verosimile ma a quale prezzo e con quali,garanzie sono i nodi fondamentali da sciogliere.
Diverso il discorso ipotizzato per la good bank.
Mi sembra strano che BI accetti il gruppo Tages come principale azionista, in Italia Fonspa ha vissuto una ristrutturazione molto pesante e il gruppo Londinese non mi sembra ideale per gestire una banca di tali dimensioni.
Anche pensare ad un ruolo futuro per le Fondazioni e’ quanto meno azzardato prima per la mancanza di soldi, in secondo luogo perché non vedo chi accetterebbe di avere come socio chi ha realizzato il capolavoro di cui parliamo.
A questo punto il fondo interbancario potrebbe avere un ruolo transitorio, ristrutturare, licenziare, creare un nuovo perimetro e poi aspettare una banca italiana disposta a subentrare.
L’ipotesi ventilata nell’articolo e’ esattamente opposta a quanto sbandierato da Spacca,politivi di turno e sindacati( offesi per non essere stati invitati alla gita di Roma).Adesso spunta tale Gruppo Tages,consiglio ai sindacati ed ai politici interessati di prepararsi alla lotta:dov’e’ la territorialita’? e l’autonomia?e l’occupazione?( forse e’ sfuggita la nota di Ricci che sottolinea che la ristrutturazione del credito fondario fatta da Tages ha visto 100 licenziamenti su 145 dipendenti pari al 70% degli occupati)La realya’ e’ che fino a quando non ci sara’ qualcosa di definito ed ufficiale sono solo congetture,parole che danno adito ad altrettante congetture e parole gettate al vento.Sarebbe il momento di smetterla con i proclami,le promesse irrealizzabili( vedi precari ecc) e di avere un atteggiamento piu’ maturo e realistico.Ovvero speriamo intanto che qualcuno chiunque esso sia si prenda questa banca malandata seppur ancora viva e con potenzialita’e che ci sia un po’ di rispetto per i dipendenti incolpevoli e per gli azionisti che hanno creduto ed investito in essa,ovvero che la soluzione definitiva non li veda ulteriormente penalizzati e che la nuova bmrche rinasca anche con e grazie a loro.Incrociamo le dita e..preghiamo
I magistrati (parte di solo) sembrano invece molto interessati ad indagare, ma vorrei far notare che la procuratrice capo di Ancona, Melotti, titolare dell’indagine, è stata di recente destituita. Può continuare le indagini solo perché il CSM le ha concesso un anno di proroga, al termine del quale arriverà il sostituto da Roma (tal Cisterna). L’intera procura di Ancona è ormai in mano a dirigenti che vengono dalla stessa zona in cui ha avuto origine il grosso imbroglio di Banca Marche, e per il vecchio principio di avere un giudice terzo non sembrano essere la scelta migliore in questo momento.
Sembra quindi esserci una lotta in seno alla magistratura, con alcuni interessati ad insabbiare (o perlomeno a non impegnarsi a fondo), altri a far chiarezza. Anche il recente depotenziamento della procura di Macerata mi sembra possa entrare nello stesso gioco di potere. Si tenga poi conto del recente giro di visite di Bianconi ad alcuni imprenditori locali, e si capisce come per far luce su questa vicenda occorre davvero l’impegno di tutti coloro che siano informati dei fatti, chiamati a testimoniare al più presto.
Vorrei pubblicamente in quanto ci siamo scordati di lui completamente ringraziare il conte nonche’ cavaliere Costa per il prezioso lavoro svolto prima di togliere il disturbo finalizzato a LASCIARE IN SICUREZZA!!!!LA BANCA.Risultato del lavoro:UN MILIARDO DI AUMENTO DI CAPITALE NECESSARIO PER NON FALLIRE.In giappone per molto meno managers di aziende in difficolta’si sono suicidati facendo karakiri in pubblico,questi qua invece rilasciano interviste,pontificano,minacciano querele e magari chiedono anche risarcimenti milionari in quanto offesi di essere stati messi alla porta.Peggio dei politici attaccati con il bostik alle poltrone.Vorrei ricordare loro ed a chi dice di voler salvare la ns banca del territorio che gli azionisti privati sono 43000 ovvero tanti.Che nessuno pensi di sistemare le cose scordandosi di loro perche’ questa volta il giochino non funzionera’,parola di azionista
Dovrebbero pagare tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito a portare l’Istituto di Credito in queste condizioni, per i ladri non ci dovrebbe essere nessuno sconto di pena siano essi imprenditori che dirigenti bancari
Vorrei dire a tutti quei “gufi” che nelle loro analisi parlano di cure da cavallo, pesanti ristrutturazioni, cessioni di rami d’azienda, licenziamenti, strutture antitetiche(?) e non sinergiche ( vedi CED): ‘’avete rotto!!!’’.
Non si riesce a spiegare tutto questo risentimento per una delle più grandi aziende della regione, che ha dimostrato in passato, prima che finisse in mano a chi sappiamo, di saper creare valore per gli azionisti, per il tessuto economico marchigiano attraverso l’indotto, per la popolazione marchigiana in maniera indiretta attraverso le tanto bistrattate fondazioni.
O meglio, forse si spiega!
O avete comprato azioni BM ai massimi, e questo starebbe ad indicare che siete dei pessimi analisti ma non preoccupatevi, perché almeno una volta nella vita, capita anche ai migliori di rimanere col cerino in mano.
O volevate speculare (l’avidità se non sbaglio è un peccato capitale) quando qualche anno fa si era alzato un vento gelido del NORD sulla nostra regione che ci avrebbe trasformato in un mero bacino di raccolta a beneficio di altri territori e a discapito di artigiani, commercianti, piccolissima, piccola e media impresa che, nel bene e nel male in questi anni, ha ricevuto ossigeno da BM garantendo occupazione e sviluppo nel territorio.
O fate parte di quella minoranza di clientela che per qualche motivo (anche legittimo) non si è “trovata” con BM e che nutre un odio viscerale tanto da volerne la liquidazione o quasi. Mi permetto di dire minoranza perché la maggior parte del popolo marchigiano non ha voltato le spalle a BM anzi, da quello che si legge in giro, la raccolta tiene ed il trend che si prospetta è positivo.
Concludo dicendo che, pur non condividendo né il vostro atteggiamento né le vostre analisi, avete tutto il diritto di esprimere il vostro pensiero e fate bene a farlo… io col vostro permesso, però, una “toccatina” me la do.
Sig. Johnny Utah, nessuno gufa, semplicemente il punto di rottura c’è stato tra la banca ed il territorio, comprensibili quindi le negatività che liberamente vengono espresse. Lei da come parla, o lavora nella banca o ha una visione a mio avviso “sbilanciata” a favore della banca. Se la “gente comune”, perchè i commentatori di C.M. a cui lei fa riferimento, è “gente comune”, ha acquistato azioni della banca, non lo ha fatto per mestiere e quindi si risparmi i suoi atteggiamenti altezzosi “voi siete pessimi analisti”. Essendo “gente comune”, forse proprio qualcuno della banca ha “invitato” all’acquisto, quindi cerchi i possibili pessimi analisti dentro all’istituto e porti rispetto per chi magari ha perso soldi guadagnati con fatica. Essendo quindi “gente comune”, come potremmo speculare sulla vicenda? Lei Sig. Johnny Utah ha visto troppi film. Per quanto riguarda i rapporti della banca con il territorio, già da molto tempo prima che tutto questo venisse alla ribalta, al contrario dei suoi dati, a me risulta che molte persone non si “trovavano” con l’istituto ed ancora oggi stanno soffrendo il rapporto. Quindi, non cerchi di minimizzare il danno che è stato creato nella banca e che si sta ripercuotendo su molte persone. Il trend come dice lei sarà anche positivo, del resto toccato il fondo non si può che risalire, ma i tempi ed i modi non sono ancora ben chiari, anzi.
Eccone un altro uscito dal film scemo e piu’ scemo.Chissa’ quanto avra’ studiato per creare uno pseudonimo cosi’ misterioso ed affascinante.Complimenti per lo pseudonimo,la lettura profonda,documentata ed obiettiva degli avvenimenti,la ventata di ottimismo che trasuda da ogni tua parola.Grazie di avere avuto un pensiero gentile per le fondazioni( ne avevano bisogno) e di averci ricordato uno dei peccati capitali( l’avidita’).Pensa se anche la stupidita’ fosse stata punita quanti anni di meritato inferno ti facevi.RIP
Credo che questo Johnny Utah, ce l’abbia con il mio primo commento. Devo dire che è effettivamente un pò “spietato”, ma dovrebbe essere una sintesi di ciò che pensa il Mercato (giudice supremo di qualsiasi disquisizione economica e finanziaria). Posso anche sbagliarmi, ma il mio eventuale, possibile errore non è dettato da nessuna acredine contro la Banca che conosco da sempre e che ho sempre considerato un riferimento per l’economia marchigiana , poi non ho mai posseduto una, dico un’azione della stessa e quindi, anche se considero zero, il valore attuale, non ho nessun conflitto di “interessi e capitale”. È difficile ammetterlo, ma la realtà e che poche persone ed in poco tempo, hanno bruciato tutto il lavoro ed i sacrifici fatti da tutti.
Consiglio sommessamente a cronache maceratesi di accettare login e commenti fatti da persone con un nome e cognome certo e verificato non pseudonimi di tutti i tipi dietro i quali si nasconde chissa’ chi.Che senso ha confrontarsi,scontrarsi,condividere pareri ed opinioni senza sapere con chi stai interloquendo?Poiche’ gli argomenti trattati sono seri con conseguenze altrettanto serie in termini economici,occupazionali e quant’altro concerne tutto cio’ che ruota intorno a bmarche credo che non sia utile e non giovi a nessuno consentire a buontemponi( nella migliore delle ipotesi) perditempo ed altri…di sparare castronerie di ogni genere coperte pero’ dall’anonimato.Se devo mandare qualcuno a quel paese o se devo condividere al contrario un pensiero vorrei farlo ad armi pari,ovvero Giuliano Nardino da una parte e un nome e cognome dall’altra.Grazie
@nardino. Noi che ci sciroppiamo costantemente le Sue perle di saggezza che puntano, immancabilmente e chissà perché, soltanto sul panettiere, qualche sospetto lo abbiamo sul perché di cotanta acredine mirata. Perciò rispetti i commenti di tutti e, piuttosto che offendere o distribuire insulti o consigli (al Giornale)…studi un pochino meglio le influenze che le fondazioni pesarese e jesina hanno esercitato per dominare la banca nell’era Bianconi. Vedrà che ci sono storie interessanti da cui trarre spunto per nuove perle di saggezza.
@kabul o radio come preferisce,mi dispiace importunarla con le mie pillole,non di saggezza ma di disperazione( un saggio non avrebbe mai comprato azioni di una banca gestita da fondazioni e sette varie,ma questo con il senno del poi..)Riguardo ai dubbi sulla acredine mirata avrei veramente piacere di capire cosa puo’ esserci di strano e misterioso.La autorizzo pubblicamente a farlo senza remore e paure di dire castronerie,tanto e’ coperto da uno pseudonimo..So perfettamente che la responsabilita’ del disastro e’ di tutte le fondazioni,nessuna esclusa,ma e’ Gazzani che si e’ voluto attribuire il merito diventato poi colpa di nn avere venduto.E poiche’ oggi si parla di capitale azzerato( degli azionisti e delle fondazioni,quella di Gazzani compresa) con chi dovremmo prendercela?Ritiene appropriata,comprensibile,giustificabile l’ultima intervista dove Gazzani ci spiega( ma e’ un eufemismo..)che cosa ha provocato il disastro di bmarche?Io nn vorrei offendere nessuno e rispetto le opinioni di tutti,ma ritiene sensato l’intervento di utah,yohnnj e chi piu’ ne ha piu’ ne metta a fronte di un articolo che paventa l’azzeramento del capitale della banca ed una ristrutturazione che vedrebbe tanti licenziamenti e famiglie sul lastrico!Lei lo difende perche’ siete la stessa persona?che cosa ha provocato il suo sdegno?riguardo ai consigli..dati al giornale,come vede lei sta parlando ad una persona con un nome ed un cognome,io ad una radio.Se si ha questa volta si,la coscienza a posto e nn si ha niente da nascondere perche’ trincerarsi dietro pseudonimi di fantasia?Questo si fa nascere qualche dubbio su chi si nasconde dietro a radio,citta’ o yohnnj vari.,io mi creda sono solo un azionista arrabbiato,schifito che cerca di tutelare quello che resta dei propri interessi,che per ironia della sorte sono anche quelli dellefondazioni,nessuna esclusa)Senza rancore e con il rispetto sempre e di tutti per cui mi scuso se sono stato offensivo nei confronti di qualcuno e se qualche perla di saggezza la ha infastidita o tediata.
Io non sono un bancario, tanto meno un banchiere. Sono semplicemente un tecnico informatico che lavora al CED di Piediripa di Banca delle Marche. Scusate ma io sono un piccolo uomo che non riesce a vedere al di la del proprio naso. Lavoro in Banca Marche dal 2005 con tanta passione da sempre. Ero fiero prima di contento, di essere entrato un’azienda che contribuiva al benessere della nostra regione. Ho 46 anni. Oggi mi sento atterrito da quello che potrà succedere domani. La prospettiva di perdere il lavoro alla mia età, mi fa sentire di aver perso la mia dignità di persona. Tanti anni di lavoro e di speranze spazzate via in un istante per colpa di quattro delinquenti che, ne sono certo, non pagheranno neanche una lira per quello che hanno fatto. Tutto questo è democrazia? Allora la democrazia ha fallito.
@nardino. Nessuno si infastidisce per i Suoi commenti, ma, soltanto, rispetti le opinioni altrui, anche se non condivise, anche se celate da pseudonimi. La critica civile è sempre buona cosa.
Bravo Massimiliano. Aggiungerei che la Democrazia non esiste, perchè qui si fanno sempre gli interessi di pochi a scapito di tanti. Ti posso dire che hai ancora parecchio tempo per pensare al tuo futuro, diffida dei sindacati e segui qualcuno che lavora li con te di cui ti fidi, poi, alla fine, il detto popolare “chiusa una porta, se apre un portò”, porta (scusa il gioco di parole) sempre bene. In bocca al lupo!
Risoetto e solidarieta’ a Massimiliano Rossetti ed a tutti i dipendenti incolpevoli di bmarche.Ecco perche’ l’argomento non puo’ essere trattato con superficialita’ ironia o saccenza alla maniera di utah o come diavolo si chiama.Questa magari per Kabul sara’ un’altra fastidiosa perla di saggezza ma dietro a tutti i dipendenti ,ai 43000 azionisti,e aggiungerei dietro le fondazioni stesse esistono casi umani,tragedie familiari che meritano un minimo di buon senso.Altro che azioni da vendere al momento giusto,leggi di mercato ed amenita’ varie.Qua la realta’ e’ che una masnada di incapaci,incompetenti e forse anche disonesti hanno bruciato miliardi di euro con la complicita’ piu’ o meno palese delle fondazioni tutte( va bene cosi’ kabul o radio?)
Chissà, forse una sospirata soluzione a questa disgraziata vicenda bancamarche alla fine verrà trovata? Se quanto divulgato da questo e da altri giornali avrà un minimo di credibilità, potrebbe essere anche la volta buona. Se sono rose fioriranno,bisognerà vedere però con quante e quali spine. Credo non poche davvero e comunque particolarmente pungenti. Certo che in questi due anni trascorsi, dall’esplosione della scellerata vicenda bancamarche, né abbiamo viste e sentite un pò di tutti i colori. Dalle scellerate vicende in capo alla passata gestione, ai successivi accadimenti che hanno caratterizzato l’avvento dei nuovi guru alle leve di comando, fino al suo commissariamento avvenuto ca un anno fa. Un susseguirsi di eventi,di fatti, di menzogne ,di furbate e di notizie divulgate in modo distorto e capzioso che hanno avvelenato ancor più un contesto di riferimento e uno strato sociale già fortemente provato dagli incredibili accadimenti in atto. Si sono martellate giustamente e senza soluzione di continuità le malefatte della vecchia gestione della banca, ma nel contempo si è lasciato poi operare tranquillamente e,si dice, senza controllo alcuno, chi avrebbe dovuto essere il salvatore della patria e che poi invece non lo è stato.. Le fondazioni detentori del pacchetto di controllo dell’istituto , il cui patrimonio,ricordiamo, fa riferimento alle varie collettività locali, hanno preferito continuare a piangere sul latte versato(dopo tutte le castronerie fatte) senza minimamente interessarsi(nonostante le loro incombenze anche di carattere istituzionale – ossia la salvaguardia del patrimonio collettivo) di quello che si andava via via copiosamente ancora versando. Così dopo la contestatissima approvazione del bilancio 2012 chiusosi con una perdita d’esercizio, per la banca, di 518 mil. eu., determinatasi con l’imputazione sul c- economico dell’importo stratosferico di 811 mil. di rettifiche di valore su crediti e da ca 140 mil. di negatività 2012 della partecipata Medioleasing.(.”ma x costi Medioleasing 2012, è contabilmente e giuridicamente corretto quanto fatto ?”)….tot. 950 mil. ca, spesati in buona parte con redditività aziendale e per lo più col patrimonio dell’Istituto(cap. Sociale,riserve etc) facente riferimento quasi esclusivamente(tranne poco più del 5% di Intesa) alle fondazioni di Macerate,Jesi;Pesaro e Fano(quest’ultima d’importo minore),ma soprattutto, per ca il 40%, a piccoli soci risparmiatori, che con la banca e i suoi dipendenti hanno sempre avuto in passato(per la maggior parte di essi) un rapporto ombelicale e fortemente radicato sotto il profilo culturale e territoriale. Orbene nessuno di questi signori che in vari modi hanno calcato il palcoscenico(gestione banca) di questa dannata sciagura,dopo l’esplosione della vicenda, parrebbe essersi mai,colpevolmente, preoccupato né tantomeno considerato più di tanto questo problema. Così si è passati dal massacro del bilancio 2012(di cui abbiamo già parlato),alle assicurazioni di Goffi di messa in sicurezza della banca(con l’approvazione di quel bilancio- “si diceva,comunque, che l’avesse già fatto Costa?”),alla sostituzione di alcuni membri del cda(con l’entrata del “vescovo di marquez”…”.ma ora è diventato un centauro ?”) e infine la farsa della semestrale 2013,approvata informalmente ,come da comunicazione del cda del 1.8.2013,e riaperta qualche giorno dopo con l’innalzamento ragguardevole degli indici degli accantonamenti, con l’ulteriore,quindi, pesante evidenza negativa del risultato di periodo e con conseguente discesa del patrimonio di vigilanza sotto la soglia minima consentita che né ha,poi, spalancato la porta del commissariamento. Molti sospetti e illazioni sono circolati anche circa la storia del commissariamento fortemente voluto, secondo molti,da bankitalia e attuato con la complicità della nuova dirigenza della banca ad essa,dicono,completamente asservita. Fa riflettere,al riguardo, quanto pubblicato da “Dagospia” lo scorso 2 aprile col titolo “Banche Rotte,cosa si nasconde dietro …..”che indirettamente parrebbe sostenere quella tesi. Bankitalia,peraltro,messa più volte sotto accusa per l’inefficacia dei controlli posti in essere più volte in passato senza alcun successo, è stata più volte difesa a spada tratta anche da questo giornale( particolarmente significativo appare l’articolo dello scorso 30 marzo col titolo “Bancamarche un disastro annunciato”,ome se per i responsabili dei controlli,poi di quel tipo, bastasse annunciare i disastri e non prevenirli,come peraltro è stato) con acquisizione e divulgazione,dicono, di atti e documenti riservati , che istituzioni di provata serietà e moralità,si dice, non avrebbero dovuto divulgare in quel modo (tirati fuori all’abbisogna,come nei migliori intrighi di palazzo dei tempi andati) e che parrebbero manifestare,secondo alcuni, un certo imbarazzo della vigilanza riguardo alla vicenda. Molti sostengono che la stessa gestione “lacrime e sangue” imposta alla banca ,dal nuovo indirizzo, abbia causato ulteriori gravi danni al suo conto economico,all’operatività della stessa,a suoi soci(tra i quali i piccoli azionisti indifesi)e al territorio di riferimento, dove il tasso di disoccupazione negli ultimi anni(anche per effetto della crisi economico-finanziaria globale)è lievitato dal precedente 4% all’attuale oltre 13%.Fa scalpore ,inoltre,quanto pubblicato,sull’argomento,lo scorso inizio di dicembre , dal” Wall Street Journal” col titolo “Follie Bancariie”.Tra l’altro va rilevato che sia il commissariamento e comunque la nuova gestione della banca parrebbero non aver avuto alcun beneficio circa l’economicità aziendale , tenuto conto che il fabbisogno di capitale necessario per la ricostituzione del suo patrimonio è lievitato dai 300 mil . del giugno 2013 al ca 1 mld di adesso. Solo 700 mil.(come divulgato) ? E ora chi li avrebbe persi? Sempre quelli di prima?( qualche considerazione su questo si può trovare anche nei commenti dell’art, “ecco da dove viene il mld di perdite”, pubblicato da questo giornale lo scorso 17 giugno) L’operazione che dovrebbe,se confermata, essere messa in piedi con Fonspa prevederebbe,come aspetto rilevante,la cessione dei crediti della banca deteriorati(oltre all’aumento di capitala pare da 1 mld. mah?) e in particolar modo quelli garantiti da ipoteca su immobili. Pertanto l’eventuale valutazione positiva dell’operazione potrà dipendere essenzialmente,a mio avviso, dall’importo,che la banca,potrà ricavare da questa operazione, che per la differenza tra prezzo di vendita e importo dei crediti da cedere, così detti deteriorati; dovrà attingere direttamente a quei fondi rischi alimentati,come abbiamo visto, soprattutto dal patrimonio aziendale e pertanto dai soldi dei suoi soci(compresi piccoli azionisti). Dato che, secondo alcuni, sul mercato domestico delle cartolarizzazioni bancarie, si sta affacciando,da qualche tempo, anche la famigerata finanza speculativa internazionale(che tanti danni ha già procurato a tutti noi) con la sua insaziabile ingordigia( questo mercato comincia a fare gola a parecchi) e che, secondo il parere di altri, anche il Fonspa(ricordiamo rilevato dalla nuova cordata solo lo scorso ottobre) potrebbe farne parte in quanto,si dice, pur avendo nel cda membri domestici(e controllato da Tages Holding Spa) verrebbe, invece,controllato e indirizzato direttamente dalla city. Potrebbe,pertanto, perpetrarsi,se così stessero le cose e se l’operazione non venisse seguita da vicino, una vera e propria spoliazione(alcuni dicono sottrazione) del patrimonio dell’istituto, ora presente in quei fondi rischi(solo 1,3 mld accantonati in 18 mesi)a tutto discapito dei suoi soci e in particolare di quei piccoli risparmiatori, che probabilmente di quei fondi,soprattutto ora,avrebbero estremo bisogno. Bankitalia che in questa vicenda ha combinato,secondo l’avviso di molti,parecchi pataracchi, si dovrebbe adoperare(anchequale forma di riscatto) affinché questo non accada(magari facendo garantire in modo maggiore fitd) ,impegnando meno possibile l’utilizzo di quei fondi afferenti,secondo molti e secondo anche perecchi rumors interni alla banca, a valutazioni inique degli immobili detenuti in garanzia(di quei crediti da cedere) e in considerazione che bancamarche,a differenza di altre banche italiane ,almeno così parrebbe,non potrà partecipare alla bad bank di riferimento e pertanto al successivo maggiore recupero di quei crediti. Evidenziano inoltre,al riguardo, nominativi ben informati, che, in periodo pre- crisi, bancamarche riuscisse a recuperare, dalle sofferenze garantite in via ipotecaria,oltre il 96% del suo credito. Risulterebbe, di contro, che questo tipo di operazioni ,concepite con strutture come Fonspa o soggetti simili, vengano,invece, partorite a prezzi stracciati e quindi a tutto discapito della banca e dei suoi soci. Speriamo che così non avvenga,altrimenti il tutto si potrebbe anche rivelare,alla fine della fiera, come un mega biscotto miliardario perpetrato ai danni della banca a vantaggio dei soliti noti, con buona pace di tutti e in particolare dei poveri piccoli soci risparmiatori dell’istituto; che avrebbero, in tal modo, la ricompensa per tanti anni di affezione, rispetto e riverenza per un’istituzione che hanno sempre considerato quasi come propria.
@nardino. Così va meglio. Manteniamo la rotta e…a proposito di azioni legali: bisogna partecipare a quelle già avviate dalle associazioni di azionisti che le hanno promosse, altrimenti le nostre saranno solo chiacchiere inutili. In bocca al lupo!