di Marco Ricci
Come per la Fortezza srl, anche per l’altra società del gruppo edile Lanari, La Città Ideale srl, è stata accettata l’apertura di un concordato preventivo liquidatorio da parte dei giudici del Tribunale di Ancona. La Città Ideale è proprietaria del cantiere dell’area ex Santa Cristiana di Numana per cui la società aveva ricevuto importanti finanziamenti da Banca Marche e Tercass. Il progetto rientrava nella più complessiva operazione “Le Marche che cambiano”, un’operazione che – secondo il gruppo Lanari – prevedeva la realizzazione di circa 100.000 metri quadri costituiti da villaggi turistici, alberghi 4-5 stelle, residenze, il tutto per elevare la qualità dell’0fferta turistica marchigiana. Al cantiere dell’ex Santa Cristiana si affiancavano infatti quelli in fase di realizzazione da parte della Fortezza srl, ovvero i cantieri del Borgo delle Torri di Senigallia, dell’area Adamo ed Eva di Numana e dell’area 5 Camini di Potenza Picena.
L’esposizione complessiva del gruppo Lanari nei confronti di Banca Marche era di circa 150 milioni di euro ma, secondo quanto scrisse la Vigilanza nel 2011, per completare i cantieri del gruppo sarebbero forse stati necessari finanziamenti per ulteriori 200 milioni di euro. Il gruppo edile, da parte sua, si era rivolto al Tribunale di Ancona per ottenere la riapertura delle linee di credito da parte di Banca Marche e Tercass così da portare a compimento i cantieri, ma il pronunciamento del giudice Francesca Ercolini è stato favorevole alle banche, mentre le indagini della Procura di Ancona sono arrivate a toccare proprio i finanziamenti ottenuti dal gruppo edile da Banca Marche. La mancanza di ulteriore liquidità, e dunque l’impossibilità nel proseguire l’attività dei cantieri, ha in ogni caso spinto il gruppo a chiedere al tribunale di Ancona l’apertura dei concordati preventivi liquidatori, richiesta accettata prima per la Fortezza srl e adesso anche per la seconda società.
Il concordato aperto dalla Città Ideale srl prevede la dismissione degli attivi per un valore di circa 70 milioni di euro. Nel piano autorizzato dal Tribunale di Ancona i creditori garantiti da ipoteche dovrebbero vedere completamente soddisfatte le proprie richieste grazie alla cessione del compendio immobiliare dell’ex Santa Cristiana, così come risulterebbero garantiti al 100% i creditori privilegiati. I creditori chirografari (cioè non garantiti da pegni, ipoteche o fideiussioni personali) si dovranno invece accontentare di qualcosa in meno, circa l’80% dei circa 6 milioni di euro dovuti. Caso diverso per i crediti chirografari rilasciati da Banca Marche nei confronti della società. Il piano prevede al momento un pagamento di circa il 45% dei circa 9 milioni di euro dovuti.
Secondo quanto scritto dai giudici che hanno accettato l’apertura del concordato, il progetto presentato dal gruppo Lanari appare in grado di soddisfare i creditori, anche se vengono rilevate alcune criticità, tra cui la messa sul mercato di cantieri ancora in essere il cui valore potrebbe ulteriormente ridursi e la destinazione al credito chirografario del solo 10% dell’attivo. Il risultato del piano, rileva sempre il tribunale, è poi condizionato dalle decisioni di Banca Marche che è ovviamente il creditore maggiore.
“Ci auguriamo adesso che il ceto creditorio aderirà al nostro piano – ci ha dichiarato l’avvocato Carlo Mocchegiani, il legale che ha presentato il concordato al tribunale dorico – Secondo le perizie la vendita dei cantieri permetterà di coprire buona parte del debito, questo anche nel caso si dovessero ottenere ricavi appena più bassi di quelli ipotizzati”. Il 14 luglio tutti i creditori de La Città Ideale – che dovranno essere messi a conoscenza del piano entro mercoledì – saranno convocati in Tribunale ad Ancona.
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Completare la parte del santa cristiana praticamente ultimata( mancherebbero infissi e rifiniture) per poi metterla sul mercato a cifre realistiche ma non ridicole non sarebbe stato piu’ utile e produttivo per tutti?Ora tutta l’operazione sara’ svenduta a prezzo di realizzo,esattamente come molti paventano per banca marche(destini incrociati)Questi sono i risultati di una banca gestita dalla politica,le fondazioni,da qualche agricoltore aiutato da qualche anestesista e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.
Speriamo che alla fine ci rimanga qualcosina anche per la proprietà, poverini!
in Italia di storie alla Lanari ce ne sono tante, sicuramente prima la banca si è esposta troppo e male nei confronti di questo gruppo con progetti faraonici ma se alla fine le previsioni di incasso riportate nell’articolo fossero vere qualcuno dovrebbe spiegare perchè le svalutazioni hanno raggiunto picchi incredibili abbattendo completamente il patrimonio. Perchè si è bloccato tutto, anche i cantieri quasi finiti, facendo calare al minimo il valore delle garanzie? la tutela delle possibilità di rimborso dei crediti non dovrebbe guidare eventuali ristrutturazioni del credito e la complessiva gestione bancaria? ovvio che se oggi volessi comprare una casa da questo gruppo cercherei di spuntare il prezzo più basso sapendo come sono messi…
A mio avviso l’articolo va letto in senso ampiamente positivo verso l’esposizione Banca delle Marche… infatti la banca vedrebbe ripianato il 100% dei crediti privilegiati e il 45% di 9Mln cioè su una esposizione di 70Mln ci rimetterebbe 4,5Mln, il 6,4% dell’esposizione totale…: “NIENTE in situazioni del genere”. Questo avvalorerebbe il motivo per cui in Francia ad esempio su crediti garantiti da ipoteche di primo grado per le banche non sono affatto previsti accantonamenti, le stesse banche che ci dovrebbero soccorrere (come BNL ?!?)…! Ma in Italia si sa che “se magna bbene”; e non “se magna bbene” in nessun posto come nelle crisi e nelle catastrofi, sia in quelle naturali come i terremoti (basta rileggersi le intercettazioni del caso l’Aquila), o come in quelle scientemente determinate nel sistema industriale e finanziario.
… Dimenticavo… Se si chiude una posizione di questo tipo… 1) Si rientrerebbe dello specifico importo (65,5Mln) 2) Si eviterebbe ulteriore sciacallaggio mediatico 3) Si eviterebbero i relativi 70Mln di accantonamenti a patrimonio di vigilanza. Quindi si libererebbero SUBITO 135,5 Mln. Tale, verosimilmente, sarà il trattamento che immediatamente farà il nuovo socio di maggioranza (magari estero) ai crediti deteriorati appena si insedierà a JESI, e magari l’acquirente di questo patrimonio immobiliare marchigiano sarà pure un fondo, sempre estero, suo amico.