di Marco Ricci
La parola ai sindacati e ai dipendenti che rappresentano. Con le loro paure, le loro proposte, l’attaccamento alla banca e la loro rabbia che a stento riescono a trattenere. Contro il passato ma anche contro il “pensiero unico” che ruota intorno a Banca Marche, basato solo sui numeri e su quell’aumento di capitale che – potremmo dire inevitabilmente – consegnerà l’istituto di credito nelle mani di qualche gruppo bancario di maggiori dimensioni. E contro quel “pensiero unico”, la cordata locale, che rischia di pregiudicare altri scenari possibili. E dunque una critica a Spacca, alla Regione Marche, alla “politica” in senso ampio che a parere di Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Dircredito non sono stati in grado di elaborare un “piano-b”, un’assunzione collettiva di responsabilità non solo in merito a Banca Marche ma anche ai dipendenti. E a quell’economia e alla società marchigiana che si è sviluppata intorno all’istituto di credito. “Non siamo contrari alla cordata”, ha spiegato di Marcantonio della Fisac- Cgil, “ ma legare il futuro di un gruppo e di un’economia ad una cordata dal punto di vista politico è estremamente rischioso. Andremo in Consiglio regionale, nei palazzi della politica, davanti alla Prefettura per ribadire che Banca Marche e’ un asset portante dell’economia regionale. E non va nè smantellata nè ceduta a pezzetti o per intero.”
Nella conferenza stampa di oggi a Jesi, nella sala del Consiglio Comunale, Maurizio Santini della Cisl, Alfonso Corraducci di Dircredito e Averino di Marcantonio della Cgil hanno chiesto ai mezzi di informazione di rilanciare il loro grido di allarme e di portare le parole e le angosce di quei duemila dipendenti che hanno aderito allo sciopero del 31 agosto. E di quei precari che “costerebbero solo un milione l’anno ogni trenta ragazzi”, rispetto ai miliardi di euro di cui normalmente si parla e alle centinaia di milioni di euro di perdite delle ultime due semestrali. E hanno lanciato la loro richiesta di incontrare il governatore Spacca e il consiglio regionale per esporre le loro soluzioni diverse da quel “pensiero unico” concentrato solo sui numeri e sulle cifre relative all’aumento di capitale. Perchè i sindacati vorrebbero il lancio di possibili “Letta bond” in grado di diminuire l’importo dell’aumento di capitale e consentire a Banca Marche di non finire in pancia ad un altro istituto di credito. E vorrebbero una Regione e una “politica” che, al pari della Liguria per Carige, facesse fronte per il mantenimento dell’indipendenza dell’istituto anche di fronte al Ministero dell’Economia e a Banca d’Italia. “Una risposta di sistema alla crisi di sistema.” E fiducia per il futuro. Considerando che, al di là degli accantonamenti, “l’ultimo semestre si sarebbe chiuso con 300 milioni di attivo.”
Per comprendere il clima della conferenza stampa di oggi, bisogna forse partire dalle parole del segretario di Dircredito sulle responsabilità che hanno portato Bdm a perdere 800 milioni di euro in due semestri. Affermazioni grondanti rabbia e indignazione reale. “I colleghi vogliono dirlo, lo hanno detto nelle assemblee e vogliono che siamo noi ad esprimerlo. Abbiamo subito un torto e queste persone, quelle che hanno portato a questa situazione, sappiano che i loro nomi sono stampati nei nostri cuori. Questa non è una minaccia”, e in effetti il tono lasciava trasparire solo sdegno e rabbia, “ma è la certezza che non dimenticheremo i loro nomi.”
“C’è una simbiosi tra Bdm e le Marche e qui giocano con le persone”, ha affermato nel seguito di Marcantonio della Fisac-Cgil rivendicando l’orgoglio e quel rapporto particolare che la prima linea della banca ha con il territorio e con i suoi clienti, con quei piccoli azionisti “che hanno dato fiducia alla loro banca. Ci sono stati colleghi”, ha proseguito, “che sono tornati dalle ferie per partecipare allo sciopero e questo ci toglie ogni rassegnazione. La nostra forza è la forza che ci danno i colleghi. Noi portiamo avanti una serie di proposte, cerchiamo un rapporto con la società e con le piccole imprese, perché la ricchezza della banca è il rapporto con i suoi clienti. E’ evidente”, ha proseguito di Marcantonio, “che ci siano gruppi bancari che stanno lavorando sotto pur se negano ogni interessamento. E noi rilanceremo l’azione di lotta perché il lavoro genera lavoro, L’obiettivo”, ha concluso, “è il rilancio della banca e la Regione deve sentirci.”
Quello che temono i sindacati è lo “spezzatino.” La vendita di asset produttivi come le filiali dell’Emilia Romagna e del Lazio o della Cassa di Loreto, asset che chiudono in attivo, lasciando a Bdm le criticità maggiori dovute al passato. E quegli accantonamenti che, secondo quanto ha spiegato in maniera incisiva Corraducci di Dircredito, “non solo sono una sicurezza ma un potenziale tesoretto per il futuro.” Gli accantonamenti, hanno spiegato i sindacati, non sono perdite. E in un possibile scenario di crescita economica, forse non troppo vicino, sono numeri che potrebbero rientrare. Si è molto discusso oggi su questi accantonamenti. Se fossero eccessivi o meno. In ogni caso i sindacati, anche parlando con grande rispetto dell’azione di Banca d’Italia e senza nascondere la gravità dei numeri e le responsabilità che dovranno assumersi, hanno indicato come “questa cura da cavallo rischi solo di uccidere il malato.” Perché ritengono eccessivo allineare Banca Marche agli stessi standard delle maggiori banche italiane.
Vogliono calma i sindacati. E se ritengono positive le figure dei due commissari, uomini che hanno riconosciuto di grande competenza, non credono che sia Banca d’Italia tramite i commissari, “a dover decidere su un piano industriale che coinvolge l’intera economia marchigiana.” Vorrebbero tempo, giudicando quasi inevitabile un possibile commissariamento futuro dell’istituto anche alla luce del fatto che, come ha sottolineato Santini della Fiba-Cisl, “in due mesi non si possono dare risposte.” E neppure le Fondazioni, secondo le parole del rappresentante di Dircredito possono darle. Con un Cda“litigioso” e quelle Fondazioni appunto “che non hanno operato bene, che hanno chiuso gli occhi e non ci vengano adesso a dire che non sapevano niente.”
Ma i sindacati sapevano? Una domanda che è impossibile non fare ai rappresentanti dei lavoratori come a chiunque abbia avuto un ruolo in Banca Marche. La risposta è sempre la stessa. E il primo a rispondere è Corraducci di Dircredito. “La banca aveva accentrato tutto nelle mani di poche persone, un nucleo ridottissimo. E poi”, ha proseguito, “quell’ispezione del 2011 di Banca d’Italia che non lascia altro che poche sanzioni. Il quadro non era negativo, neppure per Bankitalia. Anche se noi, proprio dal 2011, avevamo fatto delle comunicazioni ai nostri iscritti in merito a quella gestione accentrata che era a nostro avviso preoccupante.” Mancanza di informazioni, scarsa comunicazione, impossibilità di avere i numeri esatti, questi gli altri argomenti sollevati da di Marcantonio e Santini. Una mancanza di informazione vissuta ancora oggi e che, a parere dei sindacati, pesa sui dipendenti per le scarse comunicazioni dei veritici.
“A chi interessa Bdm?”, ha domandato più volte Santini. Senza risparmiare delle critiche a Spacca quando ha affermato la necessità di un gruppo esterno, per i sindacati anticamera della perdita di autonomia. “A chi interessa Bdm?”, ha ripetuto, “Che è il fulcro dell’economia regionale.”
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E’ normale che i sindacati dicono questo: nessun taglio al personale. Sono un dipendente ed ovviamente se sarei un dipendente della Banca delle Marche sarei preoccupato per il mio posto di lavoro e del futuro. Dai comunicati e da quanto scritto qua dentro la situazione è molto ma molto critica…. non credo che non sarà toccato nemmeno un posto di lavoro. Ovviamente questo me ne dispiace.
…..e gli asini volano !!!!
Quando l’incendio brucia la casa tutti fuggono. Resta solo chi deve salvare le persone care e rischia la propria vita. Fa bene il sindacalista dei dirigenti a dire: “Non dimenticheremo i loro nomi”. Infatti i primo ad essere falcidiati saranno proprio i dirigenti (forse troppi) di quella banca. Anche il popolo marchigiano, specie se azionista della banca, non deve dimenticare i nomi ed i cognomi di chi ha provocato cotanto disastro per perseguire ‘nobili finalità’. Da nobiluomini qual sono infine si sono dimessi, dopo una strenua lotta per “mettere in sicurezza la banca”. I loro nomi, assieme aglia altri che sono andati ed a quelli che ‘andranno’ sono scritti nei cuori di tutti i marchigiani onesti! Ricordate il detto, Lorsignori: una volta corre il cane, un’altra la lepre!
Con tutto il rispetto per le RSU aziendali, non credo che le stesse rappresentanze siano scevre da responsabilità:
non si può dire che i numeri non trapelavano dalle figure apicali, non vale dire che era tutto accentrato, non possono dire che mancava la comunicazione, allora non sapevano fare o facevano finta di dare i sindacalisti…..
La verità e’ che il ruolo del sindacato ha perso di significato in banca, una concessione al budget ed una concessione per la controparte…., una concessione sugli organici e meno irruenza dei comunicati…
Troppo facile….
Allora, cerchiamo di capirci, mi rattrista il grido di dolore dei dipendenti BDM, ma solo dopo due anni dal 2011 escono i mal di pancia del sindacato?
Dove erano i sindacati quando in banca marche avvenivano i balletti di poltrone e c’erano assunzioni e promozioni a iosae,tre,dico tre vicedirettori generali( sempre in nome della territorialità’ per carità’)?E quando Gazzani ha preso quella folle,demenziale,suicida decisione di opporsi alla vendita della banca come mai non si sono messe compatte contro di lui,magari proclamando uno scopero ad oltranza che avrebbe ottenuto qualche risultato in più’ di quello farsa di pochi giorni fa( complimenti per la tempistica,loro scioperavano e banca marche veniva commissariata)E dove erano i sindacati quando i loro iscritti,su pressioni e mala informazione dall’alto,tormentavano i clienti in filiale ed in banca per fargli sottoscrivere il penultimo aumento di capitale?( per intenderci quello a 0,85, l’affare del secolo a loro dire) Troppo comodo fare oggi lo scaricabarile,Gazzani non sapeva niente,i dirigenti non capivano niente,i sindacati idem e banca marche e’ sprofondata.Credo che debbano TUTTI avere almeno il pudore di tacere,magari vergognandosi evitando per il rispetto dei dipendenti,degli azionisti e dei clienti di bmarche di continuare a sparare bei proclami senza logica.SINDACATI E DIPENDENTI GUARDATE SU YOUTUBE INTERVENTO GAZZANI ASSEMBLEA CARIMA e meditate…potevate muovervi e pensarci prima,adesso e’ troppo tardi,altro che paura dello spezzatino,qua non è’ rimasto neanche il bollito
Penso che arrivati a questo punto, la strada sia irrimediabilmente segnata: lo spezzatino come viene definito, tra dismissione di assets e alleggerimenti nelle risorse umane fa parte di un piano industriale gia’ tracciato e purtroppo non più negoziabile.
Solidarieta’ piena ai colleghi, ma il futuro per tutti gli stakeholders di BdM non è affatto quello che i sindacati hanno espresso: non mi pare che attendere il recupero di crediti girati in sofferenza possa essere un punto di appoggio per auspicare una ripartenza, ne’ incontrare il governatore, che prima dice e poi alleanze di alleanze, cordate e cavalieri bianchi.
E poi passati questi due mesi credono che Bankitalia metta tutto in un cassetto?
Res non verba, dicevano i Latini, ma qui si parla il marchigiano e non il latino….
E’ NOTO COME NEI MOMENTI DI CRISI E’ INDISPENSABILE CONCENTRARSI NEL CORE BUSINESS ( ATTIVITA’ PRINCIPALE) AZIENDALE PER REAGIRE ALLO STATO DI CRISI.
CIO’ PREMESSO E’ DI TUTTA EVIDENZA CHE SE SI RITIENE CHE LA BANCA MARCHE DEBBA ESSERE – PER IL FUTURO – L’UNICA BANCA LOCALE RIMASTA LEGATA AL NS. TERRITORIO TUTTE LE FILIALI SITUATE AL DI FUORI DELLA REGIONE MARCHE ( PENSO IN PARTICOLARE A QUELLE SITE NELLA REGIONE LAZIO … ) POSSANO E ANZI DEBBONO ESSERE CEDUTE.
A RIGUARDO RICORDO ANCHE CHE L’AUMENTO DI CAPITALE DA EFFETTUARE E’ STRETTAMENTE CORRELATO CON L’AMMONTARE COMPLESSIVO DEI CREDITI CONCESSI E COME QUINDI UNA DIMINUZIONE DEI CREDITI CONCESSI FUORI DELLA NS. REGIONE RENDA POSSIBILE IL MANTENIMENTO DELL’INDIPENDENZA ATTRAVERSO LA CORDATA DI IMPRENDITORI MARCHIGIANI, SENZA PESARE ECCESSIVAMENTE SULL’ ECONOMIA LOCALE.
in quel filmato c’e’ il segretario della cgil Benfatto che modera
In quel filmato,purtroppo,c’è’ la sintesi di tutti i mali che hanno afflitto bmarche e che hanno prodotto i disastri che sono sotto gli occhi di tutti.Troviamo un sindacalista??che fa da moderatore??alle stupidaggini dette da Gazzani,ci sono i sorrisi accattivanti tra il fornaio stratega bancario e Bianconi.A quei tempi tutti amici e tutti d’accordo,sindacati compresi,ed ora Tutti conto tutti.Leggete l’articolo del fatto quotidiano di oggi sulla ns ‘banca del territorio’,gli intrecci con la politica,le assunzioni,gli incarichi ecc.,sempre senza dimenticare di vedere o rivedere SU YOUTUBE INTERVENTO GAZZANI ASSEMBLEA CARIMA, fondazioni,politica,incompetenza e stupidita’ sono stati luglio ingredienti di questa nauseabonda pietanza,con l’aggravante che gli autori di questa porcheria continuano a pensare di essere Vissani..Poveri noi,riusciremo mai a liberarci di questo tumore pieno di metastasi?Altro che indipendenza,territorialita’
Forse, invece dello spezzatino, ai sindacati andrebbe giù meglio una bella bouillabaisse* provenzale?
http://www.affaritaliani.it/fattieconti/bnp-paribas-vuole-banca-marche120913.html
*Il nome bouillabaisse deriva dall’occitano bolhabaissa (ˌbujaˈbajsɔ), una parola composta dai due verbi bolhir (bollire) e abaissar (cuocere a fuoco lento).
Ma il Sindacato non dovrebbe tutelare i lavoratori della Banca? In effetti sembra che preferisca far troppo rumore nel momento in cui c’è bisogno di ben altra collaborazione (come in questa fase) ed invece rimane in silenzio quando c’è veramente da urlare (dov’era il sindacato quando per tanti anni la Banca veniva guidata da un tizio intorno al quale di tutto si è scritto e parlato ma soltanto in maniera negativa? Cosa attendevano a render pubblico ai suoi iscritti dell’inopportunità di mantenere tal signore al suo posto?)
Sono un ex dipendente BdM, ho rassegnato le dimissione nell’aprile 2013 avendo capito che la situazione era molto più critica di quanto annunciato sui giornali, premetto di essere stato assunto nel 2011. Ora mi chiedo? Se io ho capito dopo neanche 1 anno (anzi direi nel I semestre 2012) che la situazione era CRITICA (speravo non così tanto da arrivare al commissariamento), CHI era al recupero crediti come “A. Corraducci” come C.S. oppure ai Rischi, non capiva che le pratiche non venivano recuperate e che le stesse rimanevano in bonis pur essendo incagliate se non in sofferenza?????????????????
Servivano consulenze su consulenze per capirlo???????????? Oppure non vi era l’intenzione di farlo…..
Il tanto amato/venerato/desiderato Prof. P. F. Giorgi che cosa ha fatto in questi anni? Oppure che cosa NON ha fatto? Insieme agli altri VDG…
Lasciamo perdere il CdA, che per questi anni è stato ostaggio della vecchia Direzione Generale, approvando di tutto ad “OCCHI CHIUSI”
Auguro un buon lavoro al DG Goffi ed a tutta la nuova squadra oltre che rinnovo la mia stima per i tanti BRAVI dipendenti e PRECARI tenuti all’oscuro di tutto, facendogli i migliori auspici…credo che il nuovo Management nel momento in cui ha accettato l’incarico non potesse neanche lontanamente immaginare una situazione tanto DISASTRATA!!!!!!!!
la telenovela continua e gli attori comunque parrebero anche cambiare. Ma come, dopo tutte le assicurazioni fornite dalla nuova dirigenza,circa la messa in sicurezza della banca(accantonamenti di straordinaria eccezionalità) all’atto dell’approvazione del bilancio 2012 ora ci ritroviamo,a distanza di solo 4 mesi,ancor più verso il baratro? Non sorge,a questo punto, qualche fondato dubbio che vi siano sotto sotto delle manovre a dir poco opache e che anche questa nuova dirigenza parrebbe non avere le capacita’ necessarie per gestire(fatto che troverebbe anche un qualche riscontro in rumors interni)una situazione di tale complessita’,ingessando ancor più tutto il contesto di riferimento con iniziative a dir poco non idonee?…..e ancora Bankitalia,che negli ultimi anni parrebbe aver effettuato numerose ispezioni,anche ordinarie, e per lungo tempo all’interno dell’istituto solo da poco tempo si e’ accorta del problema? mah? poi con l’eventuale ripresa(speriamo ci possa essere fra non molto)del mercato immobiliare(peraltro trainante per la ns economia)chi beneficierà delle eventuali cospicue plusvalenze che potranno determinarsi a favore della banca?…..stiamo cercando di regalare l’istituto a qualcuno?….poi di questa presunta perdita e relativi accantonamenti quanta parte va imputata alla banca e quanta alle sue controllate tipo Medioleasing?….su tutto ciò credo sia necessario fare chiarezza…speriamo possano farla( almeno sotto il profilo gestionale) i due commissari ,dicono dotati di alta professionalità e perlomeno avvezzi,a differenza di altri, a gestire tali situazioni di estrema criticità……credo che il bravo Ricci dovrebbe fare qualche indagine in più ,su diversi fronti, per evitare che si continui a prenderci ancora per il naso!!!!!