Banca Marche, trattative in corso
Fratelli d’Italia: CdA sottomesso da Bianconi

Un potenziale investitore avrebbe chiesto un analisi dei costi e previsto un esubero di 400 dipendenti. Ciccioli: "Occorre un tetto di credito per i grandi clienti e la liquidità per i piccoli". Acquaroli: "Una proposta di legge per separare banche commerciali e di investimento"

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L'onorevole Carlo Ciccioli (Pdl)

 Carlo Ciccioli  

 

di Alessandra Pierini

Da mesi si parla di un cavaliere bianco che dovrebbe entrare in Banca Marche per portare nuovi capitali, necessari a superare la difficile fase economica che la banca sta attraversando. La questione ha sempre tenuto vigile l’attenzione di molti che temono per l’autonomia della banca strettamente legata al territorio, non ultimi i sindacati (leggi l’articolo). Le trattative per l’ingresso di un altro istituto pronto ad investire in Banca delle Marche sarebbero già in corso e l’investitore, si fanno i nomi del Credit Agricole tramite la controllata Cariparma  e della Bnp Paribas attraverso Bnl, ha chiesto un’analisi dei costi prevedendo già un esubero di 400 dipendenti, il 15% della banca, che potrebbe essere colmato con il prepensionamento di alcuni e l’incentivazione di altri. C’è grande attesa per l’incontro, che si terrà giovedì: Bankitalia si confronterà con  i presidenti delle Fondazioni, momento che alcuni considerano di ordinaria amministrazione mentre altri danno a questo momento grandissima importanza per il futuro dell’istituto proprio in vista dell’ingresso di un nuovo partner.

Intanto il deputato uscente Carlo Ciccioli e il consigliere regionale Francesco Acquaroli del movimento “Fratelli d’Italia”  fanno presente la loro posizione sulla vicenda.
«La passata gestione – ha spiegato l’onorevole Ciccioli –  caratterizzata dal Direttore Generale Massimo Bianconi è stata quella di privilegiare alcuni grandi clienti, come si è visto assai rischiosi, ed essere distratti nei confronti del credito verso la piccola e media impresa marchigiana che invece, oltre a ripartire il rischio,  è artefice del benessere diffuso e del Pil marchigiano. Credo che sia necessaria una revisione dell’operato del vecchio direttore che aveva sottomesso un CdA a quanto pare troppo tollerante».
Ciccioli critica duramente la politica aziendale: «Occorre una vera e propria direttiva da parte delle Fondazioni e del CdA della Banca per mettere un tetto di credito ai grandi clienti e riservare liquidità disponibile ai piccoli e medi clienti e alle famiglie. La Banca è fortemente radicata sul territorio e l’istituto affidabile, ma vanno dismesse le cattive abitudini in cui la gestione è stata affidata ad un gruppo di amici piuttosto che a professionalità competenti. Invece di avere attenzione per le tante situazioni in cui un’iniezione di liquidità può essere volano a occupazione e buoni affari, l’eccesso di interesse verso settori immobilitari-speculativi ha danneggiato la Banca, insieme ad un atteggiamento di non giustificata presunzione e scarsa elasticità e sostegno nei confronti di troppi clienti. Quindi vicini a chi oggi spinge per il cambiamento e per ridare ossigeno all’economia marchigiana, senza paura di accordi patrimoniali e commerciali, – ha affermato Ciccioli – ma con l’impegno deciso a mantenere Banca Marche autonoma, indipendente e fortemente vincolata al territorio che ha determinato la ricchezza del patrimonio delle Fondazioni di Macerata, Jesi e Pesaro».

Il consigliere regionale Francesco Acquaroli

Francesco Acquaroli, candidato alla Camera di Fratelli d’Italia

Francesco Acquaroli fa leva su una proposta di legge che servirà proprio ad evitare in futuro problemi del genere: «Fratelli d’Italia sosterrà una proposta di legge che imponga la separazione tra banche commerciali e banche di investimento, affinché si restituiscano dei punti di riferimento all’economia reale del territorio e alle piccole e medie imprese. Lo slogan deve essere poco a molti e non molto a pochi. Anche noi vogliamo che Banca delle Marche resti autonoma ma non ci chiudiamo all’ingresso di nuovi capitali. BdM deve tornare ad essere punto di riferimento della nostra economia a sostegno del territorio».

 

 

 

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