La Cgil: “E’ necessario preservare l’autonomia di Banca Marche”
Dopo il direttore generale Goffi, anche la Fisac ha scritto ai dipendenti assicurando la tutela degli attuali livelli occupazionali
di Alessandra Pierini
Da mesi si parla di un cavaliere bianco che dovrebbe entrare in Banca Marche per portare nuovi capitali, necessari a superare la difficile fase economica che la banca sta attraversando. La questione ha sempre tenuto vigile l’attenzione di molti che temono per l’autonomia della banca strettamente legata al territorio, non ultimi i sindacati (leggi l’articolo). Le trattative per l’ingresso di un altro istituto pronto ad investire in Banca delle Marche sarebbero già in corso e l’investitore, si fanno i nomi del Credit Agricole tramite la controllata Cariparma e della Bnp Paribas attraverso Bnl, ha chiesto un’analisi dei costi prevedendo già un esubero di 400 dipendenti, il 15% della banca, che potrebbe essere colmato con il prepensionamento di alcuni e l’incentivazione di altri. C’è grande attesa per l’incontro, che si terrà giovedì: Bankitalia si confronterà con i presidenti delle Fondazioni, momento che alcuni considerano di ordinaria amministrazione mentre altri danno a questo momento grandissima importanza per il futuro dell’istituto proprio in vista dell’ingresso di un nuovo partner.
Intanto il deputato uscente Carlo Ciccioli e il consigliere regionale Francesco Acquaroli del movimento “Fratelli d’Italia” fanno presente la loro posizione sulla vicenda.
«La passata gestione – ha spiegato l’onorevole Ciccioli – caratterizzata dal Direttore Generale Massimo Bianconi è stata quella di privilegiare alcuni grandi clienti, come si è visto assai rischiosi, ed essere distratti nei confronti del credito verso la piccola e media impresa marchigiana che invece, oltre a ripartire il rischio, è artefice del benessere diffuso e del Pil marchigiano. Credo che sia necessaria una revisione dell’operato del vecchio direttore che aveva sottomesso un CdA a quanto pare troppo tollerante».
Ciccioli critica duramente la politica aziendale: «Occorre una vera e propria direttiva da parte delle Fondazioni e del CdA della Banca per mettere un tetto di credito ai grandi clienti e riservare liquidità disponibile ai piccoli e medi clienti e alle famiglie. La Banca è fortemente radicata sul territorio e l’istituto affidabile, ma vanno dismesse le cattive abitudini in cui la gestione è stata affidata ad un gruppo di amici piuttosto che a professionalità competenti. Invece di avere attenzione per le tante situazioni in cui un’iniezione di liquidità può essere volano a occupazione e buoni affari, l’eccesso di interesse verso settori immobilitari-speculativi ha danneggiato la Banca, insieme ad un atteggiamento di non giustificata presunzione e scarsa elasticità e sostegno nei confronti di troppi clienti. Quindi vicini a chi oggi spinge per il cambiamento e per ridare ossigeno all’economia marchigiana, senza paura di accordi patrimoniali e commerciali, – ha affermato Ciccioli – ma con l’impegno deciso a mantenere Banca Marche autonoma, indipendente e fortemente vincolata al territorio che ha determinato la ricchezza del patrimonio delle Fondazioni di Macerata, Jesi e Pesaro».
Francesco Acquaroli fa leva su una proposta di legge che servirà proprio ad evitare in futuro problemi del genere: «Fratelli d’Italia sosterrà una proposta di legge che imponga la separazione tra banche commerciali e banche di investimento, affinché si restituiscano dei punti di riferimento all’economia reale del territorio e alle piccole e medie imprese. Lo slogan deve essere poco a molti e non molto a pochi. Anche noi vogliamo che Banca delle Marche resti autonoma ma non ci chiudiamo all’ingresso di nuovi capitali. BdM deve tornare ad essere punto di riferimento della nostra economia a sostegno del territorio».
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Fuori la politica e i politici dalle banche e dall’economia! Le bache devono essere al 100% private e fuori dalle ingerenze della politica.
vorrei spendere due parole ai commenti fatti dai signori ciccioli+acquaroli su bdm. si parla di divisione tra banche commerciali e banche di investimento.. io ci lavoro, non mi sembra che banca marche sia una banca di investimento,ma quando mai lo e’ stata.ha sempre mantenuto un rapporto aperto e di supporto al territorio.oltretutto per rispetto dei lavoratori che da sempre tengono alto il nome della banca,buttare là,tanto per ,cifre assurde su possibili esuberi senza un minimo di dati concreti per fare affermazioni simili,è,in questo momento fuori luogo in assoluto e getta benzina sul fuoco prima che dati certi di bilancio e sul patrimonio personale sia stato ufficializzato.la politica resti fuori da tali temi visto che ha dimostrato di non conoscerli bene.una dipendente
Sportellata elettorarale da sogno fratelli siamesi…q
Quoto la dipendente, ribadendo come ho fatto in altri post, che politica e finanza non possono abitare lo stesso tetto !
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Per gli eventuali futuri sviluppi della situazione si puo’ prendere spunto da un corsivo di Fabio Piangerelli sul Messaggero di ieri:
Nuovo partner in vista per Banca Marche
SI CHIUDONO IN ROSSO I CONTI DELL’ISTITUTO
LEONARDO SICCOLI (CENTROBANCA) CANDIDATO ALLA VICEDIREZIONE
Le Fondazioni convocate i n Banca d’Italia
ANCONA: Banca Marche, il futuro in dieci giorni.
Giovedì Fondazioni convocate da Bankitalia. Il 25 l’approvazione del Bilancio 2012 con una sofferenza che si aggirerebbe attorno ai 430 milioni di euro.
La svolta, suggerita anche da Moody’s, potrebbe essere costituita da un nuovo partner esterno il cui ingresso renderebbero naturali le dimissioni del presidente Lauro Costa e il riavvio con un management nuovo di zecca. Di certo, per lo storico istituto di credito marchigiano sono ore concitate. Le Fondazioni di Pesaro, Macerata e Jesi, che detengono il pacchetto di maggioranza di Banca delle Marche, giovedì saranno ricevute in via Nazionale per fornire chiarimenti e garanzie sul futuro.
In particolare dovranno spiegare come l’istituto sia potuto passare da un utile di 43 milioni della semestrale a una sofferenza così marcata.
La semestrale era stata firmata dal direttore generale Massimo Bianconi, prima di lasciare il timone a settembre all’ex direttore generale di Ubi Banca Popolare, Luciano Goffi. Proprio qualche giorno fa Goffi, in una lettera ai dipendenti della banca, ha comunicato che l’istituto sta valutando l’esigenza di un rafforzamento patrimoniale con la collaborazione di Mediobanca.
La scorsa settimana in via Nazionale si sono presentati il presidente Lauro Costa e lo stesso Goffi. Ora, con i presidenti delle Fondazioni di Pesaro (Sabbatini), Macerata (Gazzani) e Jesi (Giacani), si cercherà di capire se sarà necessario un ulteriore aumento di capitale dopo quello dello scorso anno. Aumento che, per Moody’s, potrebbe essere effettuato solo da un nuovo partner esterno, perché per la banca «potrebbe essere difficile chiedere agli stessi soggetti (dello scorso anno, ovvero azionisti e Fondazioni, ndr) un significativo apporto di risorse».
Entrata che sempre Moody’s ipotizza «per frenare il deterioramento del profilo di credito». Non è allora escluso che giovedì si discuta già del possibile nuovo ingresso in BdM, con una quota attorno al 30%.
Chi sarà questo partner atteso ormai come un cavaliere bianco? Da oltre un anno Banca Marche ha come partner assicurativo Cardif, società del gruppo Bnp Paribas. Il gruppo ha fatto sapere di essere interessato al mercato italiano.
Traccia utile? Si attende inoltre la nomina del nuovo vicedirettore dopo l’uscita dei tre vice, Giorgi e Cavicchia subito e Palmieri a giugno. Favorito sembra essere Leonardo Siccoli, vice direttore generale di Centrobanca, istituto che cura l’erogazione del credito dei grandi gruppi bancari.
(si ribadisce la proprieta’ intellettuale dell’ articolo che è di Fabio Piangerelli.)
Perfettamente d’accordo sulla separazione fra politica e banche e sulla separazione fra banche commerciali e d’investimento (anche se non è questo il problema di Banca delle marche) . Chi sventola bandiere americane dovrebbe però riconoscere che di per se interessi pubblici o privati non sono ne buoni ne cattivi , dipende dalle regole , dalla correttezza dei controlli e dalla etica di fondo del sistema. un vero liberale non dovrebbe avere mai dogmi da seguire
http://www.uilcamc.it/wp-content/uploads/2013/02/Accordo-Premio-Aziendale-2012.pdf
….niente da fare , trattare per i premi produzione quando non ci stanno, significa guardare le propie tasche, fregandosene dei problemi della banca e del suo territorio!!!
Di fatto Banca delle Marche non è più da tempo una banca del Territorio. Quindi non si facciano appelli al localismo e quant’altro. Va solo fatta pulizia radicale sapendo che probabilmente BDM diverrà una filiale di qualche grande gruppo, con potere decisionale decentrato altrove. Se ripensiamo alla vecchia Cassa di Risparmio di Macerata ed a come è finita viene da piangere.
Grande lungimiranza l’ebbe a suo tempo il dottor Tartuferi che contestando l’operato delle Fondazioni decise di fondare, non senza problemi, la Banca della Provincia di Macerata, vera banca locale che opera sul territorio e per il territorio. Se vogliamo dare forza al localismo basta spostare i conti lì.