Nella seduta del 9 luglio il Consiglio Regionale ha approvato una risoluzione che approva il percorso di rilancio di Banca Marche, così come richiesto da Banca d’Italia: ricapitalizzazione di 300 milioni di euro subito e altri 100 entro due anni in caso di necessità. Sul tema è intervenuto il consigliere regionale Marangoni che in un comunicato ha sottolineato come il Consiglio regionale non si sia opposto alla possibilità che tale operazione abbia solo carattere speculativo di breve periodo finalizzata alla successiva vendita della banca a grandi gruppi finanziari, nazionali o stranieri, estranei al territorio marchigiano.
“C’è solo da augurarsi che i lavoratori di Banca Marche non finiscano per trovarsi nella stessa situazione di quelli della Indesit” ha scritto il consigliere Marangoni commentando la bocciatura in consiglio regionale, da parte della maggioranza di centrosinistra, di un emendamento firmato da lui e dal consigliere Massi che, pur approvando l’operazione di innesto di nuovi capitali capeggiata da una cordata da grandi imprenditori locali, prospettava il rischio che tale operazione fosse, “come purtroppo già avvenuto in passato per altri istituti bancari marchigiani minori”, uno sterile passaggio intermedio per una vendita speculativa a grandi gruppi finanziari estranei al territorio. “Se ciò dovesse avvenire, gli unici a guadagnarci – ha aggiunto Marangoni – sarebbero i pochissimi capitani d’impresa locali che realizzerebbero importanti plusvalenze a fronte di migliaia di lavoratori bancari il cui posto di lavoro sarebbe a rischio. Auspichiamo – ha concluso Marangoni – che non sia intesa in questo modo la “marchigianità” di Banca Marche che qualcuno, almeno a parole, ha affermato di voler tutelare”.
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Questa volta ha ragione Marangoni…
quanta aria fritta. se ne sente il puzzo a chilometri di distanza. con le sue argute analisi marangoni oscurerà l’intero pdl.