di Marco Ricci
Arriva domani l’approvazione e la presentazione della semestrale di Banca delle Marche. In concomitanza fortuita con il primo sciopero dei lavoratori del gruppo da quanto i conti della banca si sono dimostrati ben peggiori rispetto al passato. E anche questa semestrale non prospetta niente di buono, con una probabile perdita superiore ai 200 milioni di euro. Una cifra più alta di quanto ci si aspettasse solo qualche fa. E se da un lato questo dimostrerebbe la crescita dei crediti deteriorati – Banca delle Marche aveva parlato a fine luglio di 200-250 milioni, stima che a questo punto sembrerebbe per difetto – dall’altra parte è indice della volontà dell’istituto di arrivare a vedere il fondo del barile. Le valutazioni, anche sulla scorta della Vigilanza, pare siano procedute passando dall’analisi delle posizioni peggiori a quelle via via teoricamente considerate più sicure. Domani se ne saprà di più.
Nel frattempo il piano industriale presentato un mese fa ha messo in allarme i lavoratori. Un’aria di crisi e di incertezza che ha spinto Dircredito, Fiba-Cisl e Fisac-Cgil ad indire per domani la giornata di sciopero. Oltre al futuro dei lavoratori, a preoccupare i sindacati anche un possibile ridimensionamento complessivo del gruppo. Banca delle Marche dovrebbe infatti ridurre di 1,5 miliardi il valore di rischio delle proprie attività (leggi l’articolo). Ciò significa anche cessioni di asset con i relativi impieghi. Da quanto è dato sapere le dismissioni sarebbero ferme a poco meno di cinquanta sportelli e alla Cassa di Risparmio di Loreto. Se per questa dismissione pare ci sia stato un momento di riflessione da parte di Bdm alla Popolare di Vicenza, sono ancora vivi gli interessamenti di Fondazione Carima e della Cassa di Risparmio di Fermo.
«Uno sciopero che siamo costretti a fare», ha spiegato il segretario generale della Fiba-Cisl Marche, Giovanni Gianuario, «vista in particolare la presentazione delle prospettive future, sia in termine di esuberi che di cessione degli asset». Il segretario della Fiba ne fa in particolare una questione di metodo e di tempistiche, senza nascondersi che in futuro qualcosa andrà fatto. «Ma non possiamo accettare che questo piano avvenga prima di vedere se riesce la ricapitalizzazione», ha spiegato. «Questo per noi significa fare la banca a fettine per poi rivenderla meglio. Invece – ha proseguito – vorremmo un piano industriale credibile di rilancio, sapendo veramente se ci sono questi industriali pronti ad intervenire. Un piano industriale in questa situazione – ha concluso – non è credibile. Oltretutto vanno ricercate le responsabilità. Non si può procedere così in sordina rispetto a quello che è successo, perché non può essere stata una persona sola a condurre in questo stato l’unica banca del territorio».
La Cgil Marche si è invece affidata a un comunicato per esprimere ancora una volta le motivazioni che hanno indetto a uno sciopero che ha diviso Cgil, Cisl e Dircredito dagli altri due sindacati presenti in Banca Marche, Fabi e Uilca. «Nell’attuale fase di crisi economica e produttiva che continua ad investire in modo particolarmente pesante la nostra regione», si legge nel comunicato, «il risanamento e il conseguente rilancio del principale istituto di credito marchigiano è una condizione decisiva per il ruolo che Banca Marche può rappresentare per sostenere ogni possibilità di ripresa e di sviluppo del sistema produttivo locale e dell’occupazione». E se la Cgil teme anch’essa «tentazioni meramente speculative», con il comunicato in vista dello sciopero si allinea ad una posizione già chiaramente espressa in passato dalla Cisl. «Va finalizzata un’operazione di chiarezza e di trasparenza sulle cause e sulle responsabilità dell’attuale stato di difficoltà», ha affermato il sindacato prima di ribadire il proprio impegno per una rinnovata unità sindacale.
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Se i crediti continuano a deteriorarsi sembrerebbe evidente che probabilmente la governance della BdM ha sbagliato qualcosa.
Non ci credo, tenderei ad escluderlo, non voglio nemmeno prenderla in considerazione come ipotesi ma non vorrei che, alla fine della fiera, ci si renda conto che anche la dirigenza, come i crediti, possa risultare deteriorata o quanto meno difettata
PAROLE,PAROLE,SOLO PAROLE…. i nostri sindacalisti sanno fare comunicati e chiacchiere!!!!!!! Possibile che non possano dire in maniera chiara che ci sono state responsabilità di dirigenti,funzionari e tanti nostri colleghi che dietro sigle sindacali facevano carriera, acquisivano meriti, proponevano compromessi….INSOMMA NON DISTURBAVANO IL GRANDE MANOVRATORE! Ora se non fanno pulizia ed allontanano chi continua a stare nei posti di comando con le coperture sindacali non ne verremo fuori. !!
Solito difetto del sindacalismo nostrano: abbaiare dopo che il ladro è scappato con il malloppo. Dove erano questi personaggi quando, in periodo di vacche grasse, veniva portata avanti una politica scellerata di assunzioni sovrabbondanti, clientelari e non meritocratiche? Mi sa che mentre il ladro, prima di svaligiare la casa, abbia dato un ossetto al cane per farlo continuare a dormire!
Alla demagogia della politica si aggiunge quella dei sindacati.Di fronte ad una situazione così’ uno sciopero a che cosa serve Se non a peggiorare le cose in termini anche di immagine della banca?Tutti contro tutti,ma il buonsenso ed anche la rassegnazione di accettare ormai una situazione drammatica che si è’ creata con la responsabilità’/ complicitàdi anche dei sindacati servirebbero per non finire di peggiorare le cose.Trovino loro,insieme al consigliere Marangoni degli imprenditori disposti ad investire i lolasciando senza toccavoce voci costi,governance,ridimensionamento del personale.Se gli azionisti hanno dovuto ormai accettare l’idea di avere almeno per ora dilapidato i loro risparmi,sindacati e lavoratori devono purtroppo fare altrettanto ed accettare tagli e ridimensionamenti,altrimenti il piano industriale non sarà’ credibile anche per loro responsabilità’.I sindacati cerchino le responsabilità’ al loro interno,la magistratura e qualche azionista a titolo personale lo farà’ per punire ed individuare tutti gli attori di questo film dell’orrore.Facciano lavorare i loro associati a testa bassa finché’ un lavoro c’è l’hanno piuttosto che ripulirsi la coscienza con qualche proclamo demagogico ed uno sciopero a spese dei gia’ tartassati e preoccupati lavoratori
…..i sindacati sono colpevoli tanto quanto i predidenti di fondazione…..percio ora e inutile che si pettinano le bambole…….andate a lavora che e meglio….le decisioni fatele prendere da chi capisce…..e di certo non siete voi
Per capire la lungimiranza della nostra classe dirigente ascoltate le dichiarazioni di Franco Gazzani – Presidente della Fondazione Carima – al Convegno tenutosi a Macerata il 22 Ottobre 2010 sul “Sistema regionale del credito per uno sviluppo economico e Sociale del Territorio.”
http://www.youtube.com/watch?v=5l4JI-zm0oU