BM, Fondazione Carima diffida i vertici
in carica dal 2006 al 2009

Dopo l'analoga iniziativa di Feliziani e Terrinoni, l'istituzione maceratese si cautela contro Massimo Bianconi, i quattro vice direttori, i consiglieri di amministrazione e i sindaci in carica nel quadriennio, lamentando danni tra i 30 e i 40 milioni di euro. Nel 2007 la Fondazione aveva infatti sottoscritto per 30 milioni l'aumento di capitale, mentre nel 2009 acquistò azioni per 20 milioni di euro dal gruppo Aviva. L'azione cautelativa avrebbe come origine le notizie di possibili bilanci falsi fin dal 2006 e i reiterati verbali ispettivi inviati da Banca d'Italia all'istituto di credito

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Franco Gazzani, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata

Franco Gazzani, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata

di Marco Ricci

La Fondazione Carima ha inviato una ventina di lettere di diffida, interruttive della prescrizione di cinque anni, a Massimo Bianconi, ai vice direttori Giorgi, Cavicchia, Dell’Aquila e Vallesi, oltre ai consiglieri e ai sindaci di Banca Marche in carica dal 2006 al 2009. L’invio delle lettere di diffida, preliminari a una possibile azione risarcitoria, verrebbe considerato dalla Fondazione Carima un atto dovuto dopo l’analoga iniziativa messa in campo pochi giorni fa dai commissari Feliziani e Terrinoni i quali, nella loro comunicazioni, hanno intimato agli ex vertici di Banca Marche la restituzione di ogni emolumento percepito e il risarcimento in solido per danni non inferiori al miliardo di euro (leggi l’articolo).

Sarebbero state in particolare due delle motivazioni  addotte dai commissari nelle loro lettere a spingere la fondazione maceratese a compiere questo passo, in particolare il passaggio dove Feliziani e Terrinoni indicano come a loro parere la redazione dei bilanci di Banca Marche sia avvenuta fin dal 2006 in violazione delle prescrizioni di legge per dissimulare atti di mala gestio, oltre a quello in cui ricordano i reiterati verbali ispettivi che la Vigilanza inviò agli amministratori di Banca Marche fin dal 2006. Circostanze che avrebbero così allargato gli orizzonti temporali in cui si stavano muovendo le azioni risarcitorie e legali messe già in campo dalla Fondazione Carima e che finora si erano concentrate sugli anni successivi al 2010.  Appreso dunque di possibili responsabilità antecedenti al 2009 – come di fatto ipotizzano anche i magistrati di Ancona – l’istituzione di via Crescimbeni si sarebbe così tutelata interrompendo la prescrizione per i direttori e gli amministratori.

Pur trattandosi di un atto dovuto, la Fondazione Carima – assistita dai legali dello studio Pozzi di Milano e dello studio Cofanelli di Macerata – lamenterebbe un possibile danno tra i 30 e i 40 milioni di euro in relazione a due diversi acquisti di azioni messi in campo nel 2007 e nel 2009, nel primo caso sottoscrivendo per circa 30 milioni di euro l’aumento di capitale aperto da Banca Marche, nel secondo acquistando 15.5 milioni di euro di azioni Aviva, al prezzo di 1.15 ciascuna, per complessivi 20 milioni di euro. Aviva, lo ricordiamo, era il partner assicurativo di Banca Marche uscito nel 2009 dalla compagine sociale e la cui quota venne assorbita dalle fondazioni marchigiane. La possibilità che i bilanci fossero fin dal 2006 non corrispondenti al reale stato dell’istituto di credito potrebbe  dunque – secondo la Fondazione – aver procurato un danno all’istituzione la quale avrebbe intrapreso le due operazioni su indicazioni e valutazioni distanti dalla realtà.

Lauro Costa

Lauro Costa

Un’azione, quella messa in campo da Fondazione Carima, che andrebbe ad interessare, oltre a Massimo Bianconi e ai quattro vicedirettori, gli amministratori in carica dal 27 aprile 2006 al 2009 tra cui l’allora presidente della banca Lauro Costa e i due vice presidenti  Bruno Brusciotti e Tonino Perini. Gli altri amministratori che sarebbero stati raggiunti dalla lettera di diffida interruttiva della prescrizione sono: Aldo Birrozzi, Stefano Clementoni, Mario Volpini, Giuliano Bianchi (espressi dalla Fondazione Carima), Michele Ambrosini, Eliseo De Luca, Marcello Gennari, Dario Zini (espressi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro), Francesco Calai, Aldo Clementi (espressi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi), Massimo Cremona, Stefano Gentili (espressi dal Gruppo Aviva), Pio Bussolotto e Roberto Civalleri (espressi dal Sanpaolo IMI spa). Anche i sindaci allora in carica –  Piero Valentini, presidente del Collegio Sindacale, Franco D’Angelo, Agostino Cesaroni, Marco Pierluca e Michele Giannattasio sarebbero interessati dall’atto di Fondazione Carima.

Per la prima volta un atto della Fondazione Carima si indirizza direttamente contro gli amministratori di Banca Marche, dopo la recente azione promossa al tribunale di Milano contro la PriceWaterhouseCoopers in merito all’aumento di capitale aperto da Banca Marche nel febbraio del 2012.

 

 

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