di Marco Ricci
“Come abbiamo potuto vedere nello sceneggiato Adriano Olivetti, quando il concorrente Itala trama per far revocare alla Olivetti i fondi concessi da tre banche, anche in questo caso il copione si è ripetuto”. Secondo quanto presentato nel ricorso dei legali del gruppo Lanari al Tribunale di Ancona contro Banca Marche e Tercas (leggi l’articolo), ci sarebbe un copione nelle vicende che hanno portato all’interruzione delle linee di credito verso il gruppo edile. Un copione in qualche modo sorprendente che più in generale avrebbe portato al dissesto dell’istituto di credito. Un copione di cui – da quanto si legge – sarebbero attori volontari o meno Franco Gazzani, presidente di Fondazione Carima, alcuni consiglieri di amministrazione, la nuova dirigenza di Banca Marche e – in qualche modo – anche Banca d’Italia. Scena finale? Togliere di mezzo e mettere in cattiva luce l’ex direttore generale Massimo Bianconi.
“Nel 2011”, scrivono i legali del gruppo, “si è evidenziato un contrasto tra il presidente di Fondazione Carima, Franco Gazzani, ed il direttore generale, Massimo Bianconi”. Dunque, secondo quanto si legge nel ricorso, Gazzani nomina nel Cda dell’istituto di credito l’ex presidente di Unicredit Francesco Maria Cesarini e Giuseppe Grassano per “fare le pulci a tutte le pratiche di finanziamento al fine di trovare errori, omissioni, cavilli da segnalare alla Banca d’Italia affinché il direttore generale Bianconi venisse sollevato dall’incarico. Da quel momento – prosegue la ricostruzione – è iniziato un controllo assillante, ossessivo delle pratiche di finanziamento con le successive segnalazioni alla Banca d’Italia. E subito dopo si sono evidenziati gli effetti”.
Così nel febbraio 2012 – raccontano i legali – arrivano in Banca Marche due ispettori della Banca d’Italia per visionare le pratiche relative al gruppo Lanari e al gruppo Santarelli. L’allora responsabile dei crediti, Stefano Vallesi, eccepisce su come gli ispettori potessero essere a conoscenza del nome dei due gruppi più importanti finanziati da Banca Marche. “Il colloquio degenerò”, recita il riscorso censurando l’operato dei due funzionari della Banca d’Italia, “ed in quell’occasione il dottor Vallesi si sentì male”. Da allora, sempre secondo i legali del gruppo Lanari, seguì una “ricerca spasmodica di irregolarità attraverso le quali mettere in cattiva luce il direttore generale Massimo Bianconi”. Una ricerca durante la quale Cesarini e Grassano avrebbero evidenziato come il gruppo Lanari non potesse essere finanziato come da accordi, per la sussistenza di un limite tra il patrimonio della banca e le percentuali finanziate ad un solo gruppo”. Limite che secondo i ricorrenti sarebbe invece stato “ampiamente rispettato”.
Dunque il gruppo edile iniziò a subire una crisi di liquidità, “accentuata dalla circostanza che all’interno di Banca delle Marche ed all’esterno iniziano a circolare voci malevole che la Banca della Marche Spa ha finanziato eccessivamente il Gruppo Lanari”. Così alla fine, secondo il ricorso, il disegno messo in atto da Franco Gazzani raggiunge l’obbiettivo, con le dimissioni di Bianconi e il trasferimento alla Carilo prima e il licenziamento poi di Stefano Vallesi. Una volta nominato il nuovo management, in Banca Marche sarebbe “palpabile il clima di ostilità nei confronti delle imprese finanziate da Bianconi, e viene subito disposta una verifica peritale del valore degli immobili a garanzia dei finanziamenti concessi”. Per i cantieri Lanarila valutazione degli immobili di Senigallia e Numana sarebbe avvenuto “alla metà del loro valore”.
“Tale perizia, estesa anche ad altre imprese edili, è storia di oggi, ha avuto come conseguenza che rispetto dell’utile di 40 milioni maturato sino a settembre 2012, da tale momento si è aperta una perdita di oltre 500 milioni di euro che ha bloccato l’operatività della banca, l’ha costretta ad un aumento di capitale che nessuno voleva sottoscrivere (in particolare le fondazioni) ed oggi la banca è commissariata e risponde ai voleri della Banca d’Italia”. Secondo il gruppo Lanari sarebbe stato quindi l’odio di una persona nei confronti di un altra a dare origine ad uno degli “harakiri più assurdi che la mente umana può ipotizzare”. Perché a seguito dei valori delle perizie – contestati dal gruppo – in Banca Marche si avrebbe avuto “gioco facile nel ritenere che quei valori non coprivano i finanziamenti già concessi”, danneggiando alla fine “sé stessi e gli altri”.
Insomma da un certo punto in poi sarebbe stato, secondo questa ricostruzione dei fatti, un circolo vizioso. “Nessuna banca italiana ha applicato quei criteri di svalutazione degli immobili a garanzia, nessuna banca ha avuto perdite così rilevanti da tale svalutazione […] Di fatto è avvenuto che il creditore banca ha svalutato unilateralmente le proprie garanzie fornendo peraltro al mercato il messaggio che quegli immobili non avevano più i valori originari e che quindi avrebbero potuto essere acquisiti in saldo!!!” In quest’ottica quindi il management di Banca Marche avrebbe trasformato “ciò che era un fiore all’occhiello della banca nel mezzo attraverso cui attribuire alla precedente direzione un passivo, creato con le assurde modalità sopradescritte, che neppure l’assemblea dei soci ha condiviso, respingendo l’azione di responsabilità nei confronti del direttore generale Massimo Bianconi”. La richiesta di valutare l’azione di responsabilità, lo ricordiamo, fu promossa ad aprile 2013 da Fondazione Carima e non venne appoggiata dalle altre due fondazioni principali azioniste – ovvero Pesaro e Jesi – acuendo ancor più lo scontro tra i soci.
Riassumendo – al di là delle questioni specifiche relative ai finanziamenti al gruppo Lanari – secondo il testo del ricorso le vicende della banca si sarebbero svolte in un più ampio scenario per allontanare Massimo Bianconi, sia attraverso una “ricerca spasmodica di irregolarità”, sia mettendo in cattiva luce le aziende affidate dall’istituto per attribuire perdite alla precedente gestione. Una ricostruzione diversa dei fatti accaduti, per alcuni versi simile a quella proveniente da ambienti vicini a Pesaro e Jesi. E una serie di circostanze, da quanto scrivono gli avvocati, in cui compare anche una censura all’operato di alcuni funzionari della Banca d’Italia. Banca d’Italia che, seppure non in modo diretto, viene in qualche misura chiamata in causa da quanto si legge nel ricorso per le politiche messe in atto in Banca Marche. E’ noto infatti che la Vigilanza giudichi “adeguati” i criteri di valutazione del credito utilizzati dall’attuale management. Vigilanza che non solo ha da tempo entrambi i piedi ben saldi all’interno dell’istituto da prima del commissariamento ma che, non avendo aperto procedure sanzionatorie nei confronti dell’attuale dg Goffi e dei due consiglieri indicati da Fondazione Carima e citati nel testo del ricorso, di fatto ne ha riconosciuto l’operato. Un operato su cui l’impresa Lanari – dal suo punto di vista – avrebbe invece qualcosa da ridire.
[Come in tutti i casi in cui abbiamo presentato ricostruzioni di parte dei fatti, Cronache Maceratesi darà ampio spazio a tutti coloro che si sentissero chiamati in causa da quanto riassunto dal testo del ricorso presentato dal gruppo Lanari al Tribunale di Ancona]
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Aggiornamento delle ore 15 – Il presidente della Fondazione Carima, Franco Gazzani, interviene con una replica lapidaria: “Sono dichiarazioni fantasiose e diffamatorie, saranno la Banca d’Italia e la magistratura a chiarire l’intera vicenda”.
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Aggiornamento delle ore 15 – Il presidente della Fondazione Carima, Franco Gazzani, interviene con una replica lapidaria: “Sono dichiarazioni fantasiose e diffamatorie, saranno la Banca d’Italia e la magistratura a chiarire l’intera vicenda”.
….quazzani qui quazzani la….sempre e solo lui….ma questo emerito rivestito a festa quando si toglie dalle p…???
Devi aver pazienza amico mio,tanta pazienza……..
Non c’era bisogno di tirare in ballo Adriano Olivetti per rendere questa ricostruzione molto interessante.
Certo che se il ricorso del Gruppo Lanari fosse velleitario, tutto rimarrebbe nel campo dell’opinabile: ha fatto bene o male, la banca a chiudere repentinamente il rubinetto alla suddetta azienda? Ma se, putacaso, la causa non fosse persa in partenza e vi fossero dei presupposti per il risarcimento del danno, allora per Banca Marche si aprirebbe una voragine potenziale tale da costituire il colpo finale, se mai ce ne fosse bisogno. Ancora: quale peso avrebbe una Spada di Damocle del genere sulle future trattative da avviare con istituti bancari interessati ad entrare o acquisire la Banca delle Marche? Bah… come la si mette, si mette male.
ARIA FRITTA
mah? Chissà? Speriamo,comunque,che le cose non siano proprio messe nel modo raccontato(come se non bastasse tutto il putiferio in atto),altrimenti addio banca. Non intendo esprimere commenti su questo articolo(chi vivrà vedrà!).Peraltro sulla vicenda banca marche ho già espresso,parecchie, volte il mio parere nei commenti agli articoli precedenti. Voglio solo rammentarne alcuni(gli ultimi): 17.1.2014 ” Banca Marche semestre in perdita”….20.12.2013 “BM, Gazzani :”Fondazioni e precari sono vittime di scelte scellerate”….8.12.2013 ” Banca Marche, l’aumento di capitale 2012. Le incongruenze tra lettera di Visco e informazioni agli azionisti”………non aggiungo altro,solo la speranza(oramai forse vana) che la nostra banca possa riuscire,comunque, a rivedere le stelle.
Ma che siamo su scherzi a parte?
Piove sul bagnato. Con tutte le difficoltà e le perdite accumulate, ci mancava solo che qualcuno chiedesse i danni dopo aver contribuito a mettere in crisi BM. L’errore di Banca Marche è stato di aver seguito troppo imprenditori che dopo fortunate iniziative stavano tirando troppo la corda. Qual’è la logica di costruire un villaggio come il Resort Adamo ed Eva (lontano dal mare, vicino a campeggi Ed al Musone e tra nuvole di zanzare) e poi partire con il Santa Cristiana prima di aver venduto tutto nella precedente iniziativa? Già questo fatto doveva far riflettere sulla logica di una nuova costruzione. Il guaio è che oltre Lanari, più o MENO volutamente non ci ha riflettuto ne che la Banca. Non parliamo poi della Sacelit a Senigallia. Dopo aver bivaccato per anni nei corridoi del secondo piano e del piano del potere, improvvisamente si sono sentiti danneggiati dal siluramento di chi in buona parte ha permesso loro questo scempio. Oggi la difesa (Cicero pro domo sua) è sicuramente motivata: e chi dovevano difendere il nuovo responsabile dei fidi? Anche qualche discorso non combina: due o tre anni fa Lamari dichiarava alla stampa che il cantiere del Santa Cristiana sarebbe stato ultimato entro l’estate successiva: oggi il suo legale e socio sostiene che queste iniziative hanno un orizzonte temporale di 6/7 anni. Ma parlano della stessa cosa? Non c’è da meravigliarsi: i corvi hanno assalito anche la colomba bianca di Papa Francesco.
c’è un punto fondamentale che queste discussioni non colgono: le banche italiane seguono regole di svalutazione diverse più o meno prudenti perchè non c’è una regola generale se svalutare la garanzia al 20 o al 50% (che in una banca concentrata nelle costruzioni sposta centinaia di milioni), cosi come non c’è una regola se finanziare o meno alcuni imprenditori o iniziative, questo è il cuore della gestione bancaria e management e cda di una banca sono responsabili dell’assunzione dei rischi e della loro gestione. Se passiamo da una situazione in cui si voleva gestire la crisi in maniera morbida (forse troppo) come tutte le altre banche italiane (da Carige a Veneto Banca, a BAnca Etruria che non stanno meglio di BM), ad una gestione molto più rigida non possiamo dire a priori se la precedente o la nuova sono tecnicamente sbagliate e sfido a dimostrare in tribunale il contrario al di la delle chiacchiere sul giornale e delle sensazioni. Su Lanari come su altre 100 posizioni potremmo dire che hanno fatto bene i nuovi manager o che invece si poteva cercare di finire alcuni cantieri, perdere un 30/40% e recuperare almeno qualcosa dato che ora si apre una fase in cui la banca non recupererà nulla o quasi con cantieri fermi per anni. Ma questo non è tema di giusto o sbagliato da un punto di vista legale o regolamentare, c’è una tale libertà di applicazione delle regole sui crediti che fare 1 mld di svalutazioni in pochi mesi non ci si mette nulla…siete sicuri che tutte le banche fanno quello che fa BM? magari quando i cantieri sono partiti valeva la pena investire anche in vista di una ripresa dopo 5 anni di crisi, poi con il crollo dell’edilizia del 2012 non conveniva più ma con il senno del poi è facile fare il banchiere..e anche dire che era tutto una truffa cosi come è facile non assumere nessun rischio, è legittimo ma non è il mestiere della banca e difatti la rigidità assoluta allontana i buoni e i cattivi dalla banca e senza interessi attivi, commissioni e depositi non ci sarà più nulla da salvare. Poi chi si vuole scannare in tribunale faccia pure, soldi sprecati
Tu che sei innocente, tu che non hai fatto niente….
Solo una cosa è chiara, anzi lampante, tutti questi megaimprenditori del mattone hanno sempre lavorato ESCLUSIVAMENTE con i soldi delle banche; dalle loro saccocce usciva si e no il 10% di quanto necessario. Ditemi in quale altro settore industriale un imprenditore potrebbe realizzare un progetto completo mettendoci solo una minima parte dell’investimento. Basta leggersi il bilancio di qualche società immobiliare, debiti verso banche a volontà, debiti verso soci per finanziamenti o simili ZERO CARBONELLA.
E tutti i soldi che hanno guadagnato con 15 anni di pacchia dove sono finiti?
Almeno il buon gusto di abbassare le orecchie e rendersi invisibili;
NO vogliono pure la nostra solidarietà!!! Se la raccontano talmente bene che quasi ci credono anche loro.
complementi orfeo
… cappuccetto rosso si è mangiato il lupo; gli ebrei cremavano i nazisti nei campi di sterminio; 2 + 2 fa 22; il sole gira intorno alla terra; Totò Reina è un perseguitato; Cristo ha crocifisso Pilato ed alla fine è anche morto di freddo: certo, ognuno è libero di scriversi la storia come più gli piace. Un appunto però: qualcuno alla fine dovrebbe pur vergognarsi: o no?
https://www.cronachemaceratesi.it/2014/01/29/lusso-sulla-collina-del-burchio-ecco-il-progetto-del-maxiresort/425659/
..se i russi pensano di fare un progetto del genere a portorecanati resta valido anche il progetto di lanari al santa cristiana…..i cantieri vanno portati a termine.